One year later
Quanti giorni erano passati? Quante
ore?
Quanti mesi, anni, o secondi, o
minuti? Quanto tempo era
trascorso nell’immobilità, nella noia, nel nulla?
Stranamente lo ricordava, con
precisione millesimale, quasi.
Aveva tenuto il conto metodico di
quel tempo lento alla fine
di ogni giornata, dell’assoluta assenza di movimento o
sensazione, sebbene le
corse con Kengo per sfuggire ad Aya e i pomeriggi passati assieme al
locale di
Master non fossero cambiati affatto.
Ma era cambiato molto, molto altro.
Era cambiato lui, i suoi sentimenti,
la consapevolezza della
vita.
E anche se riusciva ancora a vivere,
sorridendo alle volte,
un freddo pungente lo accompagnava dovunque, sapendo che lui non era
più lì.
Quanto erano stati a contatto? Un
mese, un anno, o forse
un’eternità?
Da quando il Tempo li aveva fatti
incontrare? Forse da prima
che i loro occhi si incrociassero? Da quando i due regni avevano preso
forma,
sapendo che un giorno loro due avrebbero per forza dovuto lottare?
Ecco, quello ad Akira non era dato
saperlo.
Gli era rimasto solo il ricordo
nitido e chiaro di ogni
momento passato con lui, quelli più sfocati dei loro due
baci e di quella
stretta di mano fugace alla fine, il suo ultimo e triste attimo su
quella Terra,
quando tutto era sembrato risolversi ed invece si era solo complicato
ancora.
Le uniche cose che rimpiangeva.
E il tempo passava, inesorabile.
Il freddo non diminuiva, e non
c’era volto di liceale, uomo
o donna adulta che potesse consolare il suo vuoto.
La casa vuota, lui vuoto, il mondo
vuoto.
Lui gli aveva dato una ragione per
vivere e adesso era
finita.
Ma c’era ancora da
aspettare, sì, e quello ad Akira bastava.
Il suo sentimento si faceva
più forte secondo dopo secondo,
poco alla volta, ma inesorabile. Con esso maturava anche la
consapevolezza di
quei momenti, e tristemente anche il volerli vivere ancora, di nuovo,
più a
fondo e con più coscienza di sé. I sogni che
faceva tutte le notti erano inequivocabile,
le fitte al cuore al risveglio sapendo che lui non era lì a
fissarlo
sorridente, amabile.
Così l’attesa si
faceva interminabile, eppure sopportabile
con la speranza del nuovo giorno.
E poi, finalmente, accadde.
Era un anno esatto da quel giorno. Un
giro di quattro stagioni,
dodici mesi, trecentosessantacinque giorni.
E lui era di nuovo lì,
sulla strada per tornare a casa da
scuola.
Era lì, sempre con gli
stessi abiti, le stesse labbra
piegate in quel sorriso morbido e insolente, lo stesso bastone fra le
mani.
Ma erano cambiati gli occhi.
Se la prima volta che
l’aveva visto erano asciutti e
sorridenti, ora erano lucidi ed emozionati, brillanti come non mai.
Gli occhi in cui credeva erano ancora
lì.
Non c’era bisogno di parole
quando si abbracciarono, e non
ce ne fu bisogno nemmeno quando le loro labbra si incontrarono, morbide
e quasi
distratte, come un bacio del buongiorno fra due novelli sposi.
Come se il tempo si fosse azzerato.
Come se quell’anno non
fosse mai esistito.
Eppure il tempo era passato, e il
poter guardare il mento
dell’uomo al posto del suo petto fu una delle tante conferme
che, ridendo, si
confessarono mentre tornavano a casa.
Cosa avevano fatto in quel tempo
passato era un argomento
rimandato, senza peso, perché entrambi credevano
l’uno nell’altro, e non c’erano
più dubbi di colpevolezza od innocenza. Tutto il resto era
stato rivelato molto
tempo prima.
E se anche il ritorno del Principe
Esiliato coincideva con
la ripresa delle battaglie, del dolore, delle lacrime e della morte, a
loro non
sembrava dare preoccupazione.
Almeno finché potevano
passeggiare così, distrattamente mano
nella mano.
Eccola qui, la fanfic su
Monochrome Factor che ho scritto nel giro di mezz'ora e revisionata in
altrettanto tempo.
Ho pianto come una bambina alla
fine della serie, e non mi sono sentita in pace finchè non
ho scritto... Questo.
Forse è il lavoro che
mi ha dato più soddisfazione a livello storiografico ma il
peggiore in quello stilistico.
Ma, mie care, decidete voi.
Ed io rimango qui, con la
speranza di una seconda serie.
La dedica è per Shirogane.
Perchè sì, perchè se lo merita. Punto.
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