zafa
- Nick Autore: Shuriken_girl -
Titolo:Season change - Personaggi/Paring: Zack x Tifa - Genere:
sentimentale - Rating:verde - Modalità scelta: tema libero - Note
dell'autore: me non essere soddisfatta della creatura però l'idea era di
conservare i fatti della storia effettiva caricandoli di significati diversi.
Non so se ci sono riuscita..
[Seconda classificata allo Zafa Contest indetto da Taiga
Asaka]
Season change
Questione
di tempo suppongo..
Quel borbottare stanco di motore avrebbe
potuto cullare il migliore dei suoi sogni eppure, al contrario delle apparenze,
la mente di Zack non si concedeva riposo.
Appoggiato
alle pareti del veicolo da trasporto-truppe, il soldier teneva gli occhi chiusi
serrando leggermente le labbra ad ogni scossone.
Rimuginare
sulle cose non era sua abitudine eppure, guardando Cloud dormire accanto a lui,
non riusciva a trattenere i propri pensieri.
Si interrogava sulla propria sorte.
Cloud tornava
a casa mentre lui...
Si chiedeva
quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aveva visto la propria terra e
da quanti giorni il sorriso di Aerith apparisse ormai un ricordo
sfocato.
Troppo era
l'unica risposta.
Spostando
lievemente la pesante tenda che dava pace ai soldati
durante le ore diurne, Zack fissò i propri occhi celesti nel buio della
notte.
Non una luce,
se non quella delle stelle, osava sfidare quel cielo nero.
Tra quelle
montagne regnava un silenzio austero, rotto appena dall'incedere lento
del veicolo sulla strada sterrata.
Il ragazzo
fece un grosso respiro per distendere i nervi; sentiva qualcosa di diverso
nell'aria, qualcosa che turbava il suo animo generalmente sereno.
Era solo una
missione come le altre, un'ispezione nulla di più.
E poi c'era
Sephiroth con lui, avrebbero fatto il loro dovere questo era quanto.
La logica era
semplice, complicato era invece zittire quell'irrazionale angoscia fino ad
allora sconosciuta.
Un cartello
indicò al guidatore la strada.
Nibelheim 150
Km.
**
Entrando nel paesino al sorgere del
sole, Zack si ritrovò a pensare che quel piccolo centro abitato perso tra le
montagne dovesse apparire immobile agl'occhi del tempo.
Il verde
intenso dei prati così saldamente abbracciato alle casette in legno dava al paesaggio una purezza
inaspettata.
Con
Sephiroth in testa, il gruppo di soldati arrivò nella piazza
principale seguito dagli sguardi curiosi seppur discreti degli
abitanti.
Guardandosi
in giro non era difficile concludere per il generale che loro, i soldier,
sarebbero stati l'evento della settimana per quella gente di
provincia.
Il che
significava semplicemente una bella fetta di attenzioni del tutto
innecessarie.
"Allogeremo
nell'osteria qui accanto. Non voglio problemi, siamo qui per fare il nostro
dovere. Distraetevi e risponderete a me personalmente."
Gli
uomini annuirono silenziosamente, consci del significato di quelle
parole.
Forse era il
tono o forse lo sguardo gelido che si accompagnava a quella voce a tratti
inespressiva ad incutere una sorta di timore reverenziale misto a rispetto in
quella accozzaglia di soldati. Riconoscevano Sephiroth come leader con la stessa
semplicità con cui si guarda sorgere il sole al mattino.
"Zack
seguimi."
Il ragazzo
senza obbiettare seguì il generale all'interno della locanda, lo sentiva
particolarmente nervoso da qualche tempo a questa parte. Come se qualcosa
nell'animo di quell'uomo solitario si stesse a poco a poco
incrinando.
"Problemi?"
Un
sopracciglio inarcato fu la sola risposta che Zack ricevette.
Sbuffando per
la mancanza di attenzioni prestatagli il ragazzo si rassegnò
all'incomprensibilità del proprio superiore che in fondo considerava un
amico.
"Occupati dei
soldati. Non vorrei che la situazione si complicasse per eventuali
mancanze di disciplina. Gli uomini sono stanchi e sai meglio di me che i soldati
bevono."
Ricordando
più di un episodio in cui qualche pugno era stato necessario a chetare gli animi
Zack trattenne un sorriso e con uno sguardo di intesa lasciò il generale nella
sua stanza per raggiungere la propria.
Passando
accanto ad una delle finestre del corridoio notò però un particolare che suscitò
la sua curiosità.
Un cappello
in pelle da cowboy appoggiato ad una staccionata al di là della
strada.
Era sicuro di
non averlo visto attraversando la piazza.
**
La sera prima dell'ispezione come da tradizione i
soldati avevano diritto alla loro dose di alcol.
Negargliela
sarebbe stato stupido e anche Zack in fondo non disprezzava quelle serate di un
vociare esagerato, colorato da aneddoti tra il volgare e il
divertente.
Cloud invece
aveva preferito restare in camera chiudendosi in un silenzio che sfiorava il
mutismo.
Zack
aveva provato ad insistere ma senza successo, era chiaro che qualcosa turbava
l'amico.
Lo avrebbe
lasciato un po' in balia di se stesso per poi cercare in qualche modo di
sollevargli il morale.
Vederlo
sorridere era una rarità che Zack si divertiva a ricercare.
Nel suo
personale punteggio aveva ottenuto il risultato sperato per ben 50 volte e
considerato il soggetto e da quanto poco lo conoscesse si poteva dire
soddisfatto di se.
Era con quel
pensiero in testa che alla fine aveva deciso di scendere al piano di
sotto.
L'osteria era
adiacente alla locanda per cui non era strettamente necessario uscire
all'esterno per accedervi tuttavia Zack aveva bisogno di respirare aria
fresca.
Aveva
lasciato che il gruppo di uomini andasse avanti solo per controllare appena
poco lontano dall'uscio se per caso non ci fosse qualche nuovo
messaggio per lui.
Casella
vuota.
Grattandosi
la nuca frustrato diede un'occhiata alla staccionata solo per notare
l'assenza del cappello.
Lo
cominciavano a divertire quelle strane casualità.
Aprendo la
porta della locanda fu letteralmente investito dal fischiare sfacciato dei
soldati.
E la causa
poteva essere solo una, una bella donna.
Zack lasciò
vagare i propri occhi celesti per tutta la stanza alla ricerca del
“problema”.
Trovato.
Una ragazza
mora si muoveva agile tra i tavoli cercando di mascherare l'irritazione che
tutta quell'attenzione le stava causando.
Tutto di lei
però remava contro quel suo tentativo di non dare nell'occhio.
Di una
bellezza rara Tifa Lockeart risultava quanto mai desiderabile seppur nei suoi
quindici anni: i capelli scuri, raccolti in una coda alta, scoprivano la pelle
delicata del collo mentre le curve sfacciatamente femminili
avrebbero destato l'interesse del più tiepido degli
uomini.
Non guardarla
era impossibile.
Stretta in un
paio di stivali in camoscio si concentrava sulle ordinazioni e quelle
soltanto.
Zack ne
rimase ammaliato in un modo che, dovette ammettere, lo metteva in imbarazzo
perfino con se stesso.
Era così
diversa da Aerith.
Mora,
prepotentemente bella ma allo stesso tempo di una semplicità unica.
Era più
giovane di lui e non erano certo le forme a suggerirglielo ma gli
occhi.
Dello stesso
colore del tramonto quelle iridi celavano la dolcezza ingenua di chi della vita
sa ancora poco.
Vedeva una
tenerezza di fondo in quella ragazza e un istinto di protezione lo colpi in
pieno. Si sentì in dovere di difenderla in qualche modo dai propri
commilitoni.
Aspettò che
avesse finito di servire l'ultimo boccale di birra per avvicinarsi. Tuttavia
prima che potesse aprire bocca lei lo anticipò.
Gli dava le
spalle, indaffarata a pulire il bancone con uno straccio, un tono stanco nella
voce.
"Mi chiamo
Tifa, faccio la cameriera e smonto tra cinque minuti. Se volevi
semplicemente ordinare hai ancora quattro minuti per farlo.."
"Cosa
ti fa pensare che non volessi semplicemente ordinare?"
Il tono di
Zack era scherzoso, divertito da quella ragazza così giovane che giocava
perfettamente secondo le sue regole.
Pronta per
l'ennesima risposta allo scocciatore Tifa si girò cercando di mantenere un'aria
distaccata.
Fiasco.
Due occhi
azzurri e un viso definibile solo come perfetto dipinsero sul suo volto
un'espressione di stupore accompagnata da un rossore lieve sulle
guance.
Era un
bellissimo scocciatore.
Ricomponendosi un attimo rispose spostando un ciuffo ribelle dietro
l'orecchio.
"Non ti
saresti alzato"
"Come?"
"Se avessi
semplicemente voluto ordinare non ti saresti alzato"
Sotto lo sguardo gentile ma fermo di Tifa Zack dovette
ammettere con un sorriso la sconfitta.
"Credimi sono
meno colpevole di quanto tu non possa pensare.."
A quella
risposta l'espressione di lei si fece interrogativa.
"Volevo solo assicurarmi che non ti infastidissero. Non sono
cattivi ragazzi, solo un po' bruschi. Io sono Zack Fair, soldier first class al
tuo servizio."
Un occhiolino accompagnò l'affermazione lasciando Tifa
piacevolmente spiazzata dalla simpatia del ragazzo.
Emanava
un'aria positiva, una di quelle persone accanto alle quali sorridere diviene più
facile.
Un carisma
contagioso a cui restare indifferenti era impossibile.
Sembrava
bearsi della vita in ogni istante e sebbene i tratti del viso fossero
decisamente mascolini mantenevano una giocosità quasi infantile che li rendeva
dolci.
Gli occhi in
contrasto mostravano una sincera furbizia turchese ora più che mai rivolta alla
ragazza di fronte a lui.
Le ci volle
un attimo per far mente locale.
"Hai detto
Soldier first class?Siete in molti?"
"Pochi
in verità. Hanno mandato me e Sephiroth qui per l'ispezione."
A quelle
parole Zack si accorse dello sguardo rabbuiato della ragazza. Si sarebbe
aspettato una reazione entusiastica al solo nominare il grande eroe della guerra
di Wutai.
"Qualcosa non
va?"
"No
affatto.." lasciando alle spalle i propri pensieri Tifa decise per il cambio di
argomento "..e tanto per sapere come avevi intenzione di assicurarti che io non
venissi importunata?"
"Che
domande!Importunandoti per primo."
All'espressione volutamente seria del ragazzo Tifa non seppe
trattenere una risata, quel soldier la divertiva.
Lieto di
farla sorridere Zack si sentì incoraggiato a continuare.
"I cinque minuti sono passati e quella è la tua sostituta. Posso
accompagnarla a casa signorina?"
La proposta
la colse impreparata tuttavia, non volendo sembrare la classica sprovveduta di
campagna, Tifa decise di annuire semplicemente. In fondo non le sembrava un tipo
sospetto e in ogni caso era decisamente in grado di difendersi da
sola.
Salutando la
signora che le dava il cambio Tifa raccolse le proprie cose nella sua sacca e
sorrise a Zack che le apriva la porta.
Usciti
dall'osteria accompagnati da imbarazzanti commenti sul fatto che Zack si
prendesse sempre il meglio i due ragazzi si ritrovarono sulla piazza
principale.
Era notte
fonda e solamente la luce dei lampioni rischiarava i loro passi.
Tifa non
amava particolarmente i soldati, questo era vero, però c'era qualcosa di più
della divisa in Zack.
"E' un bel
paese Nibelheim; mi sarebbe piaciuto crescere qui..Io sono natio di
Gongaga"
Le parlava
con le mani in tasca chinandosi leggermente verso di lei con una naturalezza che
la invitava a fidarsi di lui inevitabilmente.
Poche persone
la trattavano con quella schiettezza che lei si scopriva solo ora ad
apprezzare tanto.
"Strano nome
per una città"
"Non sei la
prima a farmelo notare ma come si dice sempre "Home sweet home" no?"
"Vero. Anche
se vorrei viaggiare..chissà forse tra qualche anno sarà così. Amo queste
montagne ma a volte sono un muro verso il mondo."
Gurdandola
sotto la luce soffusa del lampione Zack si sentiva colpevole nel trovarla
semplicemente stupenda.
La pelle
chiara lasciava brillare ancora più quegl'occhi di fuoco.
Mentre lui
avrebbe solo dovuto pensare al verde.
Non avrebbe
mai dovuto guardarla a quel modo.
E poi era
troppo giovane per lui.
Era tutto
sbagliato.
Doveva essere
l'aria frizzante della notte di Nibelheim a dargli alla testa.
Arrivata di
fronte alla porta di casa Tifa si ritrovò a pensare che avrebbe voluto
ringraziarlo in qualche modo per la gentilezza.
Tuttavia
la sensazione che lui avrebbe potuto baciarla da un momento all'altro la
metteva in agitazione.
Aveva
da poco imparato a decifrare lo sguardo degli uomini e il desiderio era una
delle sfumature più facili da leggere.
Eppure Zack,
diversamente dai soldati ancora seduti là nella locanda, sembrava guardarla
davvero. Non desiderava la donna che si faceva ormai strada in lei, voleva
Tifa.
C'era una
tensione palpabile tra i loro corpi e la ragazza non sapeva dare un nome a
quell'emozione che agitava il suo stomaco.
Un leggero
tremito la scosse quando vide il viso di lui chinarsi leggermente verso di
lei..
Zack era un
lupo mascherato da agnello.
Tifa lo
sapeva bene eppure non riusciva a resistergli.
Come avrebbe
potuto del resto?Era bello, solare e spigliato allo stesso tempo. Possedeva
quella carica vitale che a volte le sembrava di perdere, ferma e immobile,
tra quelle montagne .
Voleva
qualcosa di più.
Cloud non tornava e il pensiero che si
fosse dimenticato di lei la feriva più di quanto non volesse ammettere. Cosa le era
rimasto di lui del resto? Solo fogli di giornale ormai
ingialliti
, raccolti in quegl'anni di
lontananza.
Probabilmente
non la pensava più da anni e in ogni caso non era certa che sarebbe stato in
grado di riconoscerla. Il tempo gioca brutti scherzi alle volte.
Invece Zack
era talmente diverso.
Ed era
davanti a lei. Ora.
"Allora..suppongo che un buona notte sia d'obbligo."
Se qualcuno
gli avesse chiesto cosa stesse facendo Zack non avrebbe saputo trovare un solo
motivo che non suonasse come una giustificazione.
Ma ormai era
troppo vicino al fuoco per non bruciarsi.
Si era
appoggiato alla parete della casa con un braccio accorciando la distanza
tra i loro respiri.
Le lasciava
però il proprio spazio personale di modo che se lei avesse voluto correre via da
lui nulla glielo avrebbe impedito.
Tifa era
leggermente appoggiata alla porta e teneva nervosamente tra le mani la sacca da
lavoro.
Le labbra
semi dischiuse lasciarono fuggire giusto tre parole.
"Buona notte
Zack"
Nessuno
dei due si mosse.
Come se non
si fossero appena congedati, restarono immobili occhi negl'occhi.
Un momento
senza senso, come tanti nella vita.
Cercavano
entrambi di trattenere l'istinto che li spingeva irrazionalmente l'uno verso
l'altro.
Non si
conoscevano da nemmeno un'ora e improvvisamente nella mente di entrambi non
aveva più alcuna importanza.
Lei aspettava
che il tempo le restituisse qualcosa che non era mai stato suo mentre lui
avrebbe voluto fermarlo per poter sentire emozioni ormai
lontane.
Volevano
entrambi quel bacio.
**
Il mattino seguente avrebbero
reclutato una guida per condurli verso il monte Nibel.
Era davvero
presto e i soldati si stavano tutti preparando nelle rispettive stanze per la
missione.
Cloud aveva
pianto quella notte; Zack lo aveva sentito distintamente dal letto accanto e
l'unico modo che aveva trovato per consolarlo era stato fingere di non aver
udito nulla.
Era meglio
così e dallo sguardo grato che il biondo gli aveva rivolto appena alzato lo
sapevano entrambi.
Ne avrebbero
parlato tra qualche giorno probabilmente.
Avevano tutto
il tempo di questo mondo del resto.
Uscito dalla
locanda una folata di vento portò Zack a girarsi di scatto solo per vedere
un cappello da cowboy sospeso a mezz'aria. Con un gesto atletico lo
afferrò al volo, curioso come un ragazzino.
Lo ispezionò
un momento..sembrava un normalissimo cappello.
Tifa
trafelata per la corsa gli venne incontro ansante. Quelle guance arrossate
erano semplicemente deliziose agl'occhi del soldier.
Vederla alla
luce del sole era uno spettacolo. Se la luna la rendeva bellissima il sole non
voleva essere da meno, quasi fosse una gara. I capelli ora sciolti
ricadevano lunghi sulle spalle e il completino western che indossava nella sua
semplicità la rendeva adorabile.
Zack le
rivolse uno dei suoi sorrisi migliori e certo della risposta le chiese
se per caso quel cappello non fosse suo.
"Si è mio.
Apparteneva a mia madre.. lo metto solo in occasioni speciali. Oggi sarò io la
vostra guida"
Felicemente
sorpreso dalla notizia Zack le mise il cappello in testa dolcemente, indugiando
un pelo nello scostare la mano dal capo di lei.
Non riusciva
davvero a trattenere quella dolcezza senza senso che sembrava fluire in lui così
naturalmente davanti a quella ragazza.
Tifa lo
guardò da sotto la visiera del cappello ripensando inevitabilmente alla sera
prima. Arrossì.
"Sai questo
cappello mi sta simpatico"
"Perchè?"
"Mi ha
portato a te."
La sincerità dello sguardo celeste che accompagnava
quell'espressione per Tifa incomprensibile, le fece saltare un
battito.
Zack riusciva
ad agitarla come pochi.
Vedendola
così in imbarazzo istintivamente il soldier l'abbracciò sussurrandole
all'orecchio.
"Quando lo
indossi per favore pensa all'altra sera"
Le guance di Tifa si colorirono di diverse tinte di
rosso prima di tornare alla normalità.
Tra le
braccia forti di Zack riuscì solo ad annuire con il capo.
Quando i
soldati arrivarono Tifa e Zack si erano già avviati verso l'imboccatura del
sentiero. Fermi davanti ad un grosso cancello.
Sephiroth li
raggiunse in silenzio.
Passò oltre a
Tifa senza degnarla di uno sguardo quasi fosse uno dei tanti elementi inerti del
paesaggio.
Guardando
quell'uomo la ragazza ebbe come l'impressione di trovarsi di fronte ad un muro
di pietra immensamente più grande di lei.
Aveva sentito
dire tante cose sul generale ma quelle lodi non potevano tranquillizzare
la perspicacia dei suoi sensi.
Qualcosa non
andava.
"Corraggio
stringetevi voglio fare una foto"
Con Zack
affianco la presenza di Sephiroth cessò di turbarla.
Lo guardò una
attimo prima che il fotografo scattasse e come a sigillare ancor più la promessa
afferrò la punta del cappello con la destra.
Notando con
la coda dell'occhio il gesto di Tifa accompagnato da un sorriso complice Zack
rise e il flash fece il resto.
*Fine*
This Web Page Created with PageBreeze Free HTML
Editor
|