Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa
fiction
non è stata scritta a scopo di lucro.
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Capitolo II
Hijikata odiava quella situazione. Era in missione ufficialmente da
meno di mezz'ora e già stava odiando profondamente quella
situazione. Per l'ennesima volta in poco meno di un centinaio di metri
di strada rischiò di perdere l'equilibrio.
Dannazione a quel kimono
così dannatamente stretto!
Imprecando in maniera troppo poco fine per il suo attuale aspetto,
Hijikata si trovò costretto a fare l'ennesima pausa in quel
difficile tragitto. Il colorato abito da donna che l'avevano costretto
ad indossare rendeva molto difficoltoso anche solo il camminare
– non ci era abituato, lui, per la miseria! - e come se non
bastasse, anche i geta
che portava come calzatura non aiutavano proprio per niente!
E se Hijikata non riuscì ad esprimere a parole il suo
profondo disappunto, fu solo perché il suo compagno di avventura
precedette il suo lamentarsi.
“Via, Hijikata, non puoi fermarti ogni tre metri!”
“Zitto tu! Questo maledettissimo vestito è
scomodo!”
“Lo sto indossando anche io, e come puoi vedere non ho tutti
questi problemi!” sogghignò l'altro, come sempre
felice di poter dimostrare l'inettitudine di Hijikata.
Dal canto suo, il Vicecomandante evitò di ribattere a tono,
perché sapeva che ne sarebbe nata solo una lunga ed
estenuante discussione, senza capo né coda. E lui in quel
momento era già stanco di suo.
Sospirando, riprese a camminare, affiancato quasi immediatamente dal
sorridente Okita.
Hijikata scoccò l'ennesima occhiata perplessa al suo
compagno d'avventura. Sogo sembrava stranamente a suo agio, anche se
era vestito e acconciato come una ragazza.
Si poteva benissimo dire che buona parte del nervosismo di Hijikata
derivava proprio da quest'apparente mancanza di problemi di Sogo. E lui
che aveva sperato di fargli abbassare la cresta costringendolo ad
accompagnarlo in quella missione così assurda!
Purtroppo i suoi propositi di sbeffeggiare Sogo era miseramente finiti
in pezzi giusto pochi minuti dopo che aveva dato al ragazzo la notizia.
Okita, per un attimo, era rimasto perplesso, forse anche un po'
sconvolto, nello scoprire che anche lui doveva fingersi un travestito.
Ma in meno di due minuti aveva riassunto il suo tipico sorriso storto,
e con la sua solita strafottenza aveva accettato di buon grado.
Ah, come non lo capiva quel ragazzo!
Perso nei suoi torbi pensieri, Hijikata quasi non si accorse che erano
infine giunti a destinazione.
Un'insegna esageratamente colorata campeggiava sul locale che avrebbero
dovuto frequentare da lì in poi.
“Chez
Mademoiselle Saigo” diceva il cartello
“Drag Queen
Club”.
Hijikata tremò visibilmente.
“Hijikata, faresti meglio a darti una calmata.
Così si capisce al volo che non sei convinto di essere un
travestito!”
“Ma io non sono un travestito, Sogo! Come faccio ad esserne
convinto se non lo sono?!”
“Uhm, tu ti fai troppi problemi, Hijikata.”
“E tu te ne fai troppo pochi! Perché sei
così tranquillo?!”
“Perché io sono molto professionale nel mio
lavoro!”
“Stai forse insinuando che io non lo sono?!”
“Ovvio che non lo sei, Hijiko.”
“Come osi?! E poi, chi diavolo sarebbe Hijiko?!”
“Ma ovviamente tu, Hijikata. È il tuo nuovo nome!
Ricordati che siamo sotto copertura. E poi ti serviva un nome
d'arte!”
“Ma perché proprio Hijiko?!”
Sogo assunse un'aria meditabonda, leggermente corrucciata.
“Forse preferisci Toshiko?!”
“No, non mi piace! Non mi piace nessuno dei due! E non mi
piace questa situazione!”
“Dovrai fartela piacere, Hijiko!”
“Ma tu ci pensi la notte a queste cazzate?! E poi: smettila
di chiamarmi così, Sogo!”
“No, no!” lo ammonì il ragazzo
“Non mi chiamo Sogo!”
Hijikata non poteva crederci.
Sogo aveva davvero preso sul serio quella cosa!
“E sentiamo, come ti chiameresti? Soko? Sogoko?!”
Okita gli scoccò un sorriso dolcissimo, talmente
carino da fargli venire i brividi per tutta la colonna vertebrale.
Faceva paura!
“Chiamami pure Sadiko!”
“Sai, Sogo, a volte mi chiedo se tu sia un idiota o un
cretino.”
“Perché? Che ho detto di male?!”
“Ma come si fa una ballerina a chiamarsi 'Sadico'?!”
“No, lo pronunci male. Non è Sadico. È
Sadìko. Con l'accento sulla 'i'. E poi si pronuncia con la
'k'.”
“Cambia molto?!”
“Moltissimo, Hijikata. È per questa tua
approssimazione di fare che verrai radiato dalla Shinsengumi. Ah, e
visto che non ti piacciono né Hijiko né Toshiko
come nomi, spero almeno che non avrai nulla da ridire su
Mayoko!”
Era in momenti come questi che Hijikata desiderava spasmodicamente
afferrare la propria katana, sguainarla e avventarsi con ferocia contro
Okita. E fargli tanto, ma
proprio tanto male.
Sogo doveva ringraziare il cielo che al momento lui non avesse spade a
portata di mano. Purtroppo sarebbe sembrato molto strano per delle
ballerine andarsene in giro con le spade al fianco, per cui i due
agenti sotto copertura avevano dovuto lasciare le fidate armi. Al
momento disponevano solamente di qualche pugnale abilmente nascosto tra
le vesti, e l'immancabile bazooka. Il loro modello
“Shinsengumi-approved” era fenomenale: si riusciva
a nascondere anche nei posti più improbabili.
Per cui, in mancanza di katana, Hijikata pensò di risolvere
la questione alla vecchia maniera. Afferrò Sogo per il
bavero del kimono e si preparò a colpirlo con un sonoro
pugno sul naso.
Ma, fortunatamente per Okita, la porta del locale si
aprì proprio mentre Hijikata stava caricando il colpo. Sulla
soglia comparve una...persona
che cominciò a fissarli in maniera piuttosto perplessa.
Anche i nostri due eroi la fissarono abbastanza perplessa.
E dopo qualche attimo di perplessità generale, la ragazza si
lasciò andare ad un'esclamazione di gioiosa sorpresa.
“Ma voi...” praticamente si era fiondata loro
addosso, abbracciandoli “...voi dovete essere le nuove
ballerine! Vi stavamo aspettando care! Che piacere conoscervi! Oh, ma
come siete carine!”
Hijikata sentì un altro brivido freddo lungo la schiena.
E di nuovo l'impulso di affettare tutto quello che gli si parava
davanti.
E di prendere a pugni Matsudaira. Solo lui poteva aver avvertito il
locale che sarebbero arrivate delle nuovo intrattenitrici. Doveva
essersi messo d'accordo con la proprietaria. Maledetto vecchiaccio!
Hijikata e Okita vennero praticamente trascinati di peso
all'interno del locale. La ragazza che li aveva così
calorosamente accolti intanto aveva preso a strillare a gran voce,
richiamando l'attenzione di tutte le altre ragazze che lavoravano nel
locale. In meno di mezzo minuto, erano spuntata almeno una dozzina di ragazze.
I due non avevano fatto in tempo a dire, fare o pensare nulla, che
erano stati presi d'assalto dai commenti e dalle lusinghe delle loro
nuove colleghe.
“Oh, ma che carini!”
“Vero? Sono così giovani! Accidenti, ci ruberanno
tutti i clienti così!”
“Ma sono davvero carine, non trovate? Quella giovane poi
è davvero carinissima!”
“Sì, l'altra ha bisogno di qualche ritocco, mi sa.
Ha il trucco tutto asimmetrico!”
“Sì, e poi i capelli! Ragazze, bisogna decisamente
fare qualche cosa per quei capelli! Sono così
scialbi!”
“Questa qui invece è così carina con
quei codini così sbarazzini! Ah, che amore!”
“E che bel vestito! Si, si, proprio un buon gusto nel
vestire!”
“Oh, sono così felice! Delle nuove
amiche!”
“Si, che bello! Ragazze, andremo molto d'accordo, ne sono
più che certa!”
E in tutto questo Sogo si era limitato a sorridere, mentre Hijikata
cercava di reprimere ora i conati ora gli impulsi omicidi.
La sua sopportazione era al limite e ancora non si erano presentati!
“Ragazze, insomma! Che cos'è tutto questo
baccano?!”
Dalla stanza a fianco emerse quella che doveva essere la proprietaria
del locale.
Hijikata deglutì.
Era un gigante, alto quasi due metri, largo come un armadio. E vestito
di rosa.
L'accostamento era decisamente terribile, ma anche conciato in quella
maniera Hijikata non poté non percepire l'aura di forza che
quella persona emanava. Doveva essere qualcuno di molto, molto
pericoloso quando si arrabbiava. Lo diceva chiaramente anche il
cipiglio che aveva dipinto in faccia.
“Maman! Sono arrivate le ragazze nuove!”
A quella notizia, l'omaccione si illuminò, e ciò
lo rese ancor più spaventoso agli occhi di Hijikata.
Sorrideva in maniera esageratamente allegra, ma il cipiglio terribile
non se ne era andato dal suo viso, e questo non fece altro che
terrorizzare ancora di più il ragazzo.
E fu solo per la sua grande forza di volontà che
riuscì a rimanere immobile, mentre il gigante gli andava
incontro per abbracciarlo – o meglio, stritolarlo.
“Ma che piacere conoscervi ragazze! Io sono Mademoiselle
Saigo, ma voi potete chiamarmi Maman! Sono sicura che andremo d'amore e
d'accordo!” e di nuovo quel sorriso a trentadue denti con
cipiglio pauroso.
Sogo, apparentemente per nulla impressionato, rispose con un sorriso
gentile e presentò se stesso e la sua amica.
“Molto piacere! Io mi chiamo Sadiko! Mentre lei è
Mayoko!”
“Ma che nomi deliziosi!”
Hijikata sorrise meccanicamente.
E dentro la sua testa stavano proiettando un bellissimo film su come
ammazzare il più dolorosamente possibile il vecchio
Matsudaira.
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Note del testo:
- geta:
sandali di una scomodità immane. Vi rimando a Google
immagini, che non so bene come spiegarveli.
- Hijiko, Toshiko,
Sadiko, Mayoko: il modo più semplice per
convertire un nome maschile in uno femminile è di sostituire
l'ultima sillaba con il suffisso "-ko". Naturalmente è una
regola generale, i casi particolari purtroppo non mi sono noti.
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Angolo
dell'Autrice:
Premetto che questa storia sto facendo molta fatica a scriverla. Per
cui mi scuso già da ora se gli aggiornamenti non saranno
molto rapidi e la storia non molto brillante. Abbiate pazienza, ma ho
parecchio da fare con l'università, e ciò
prosciuga le mie energie psico-fisiche .___.
In ogni caso, volevo ringraziare tutte le persone che hanno messo
questa storia tra i preferiti e tra le seguite.
Omaggio grafico a tutte/i voi! ^o^
E un ringraziamento in più per coloro che hanno commentato:
- mizukage:
Assolutamente! Ci sarà profusione di fiocchi! XD Come puoi
benissimo vedere dall'immagine qui sopra! XD
- Gintokina:
Le missione peggiori toccano a Toshi per il semplice motivo che
è lui il personaggio serio della storia. Ad umiliare Gintoki
non ci sarebbe gusto, visto che lui è il primo che non se la
prende più di tanto! XD
- Sayoko_Hattori:
Matsudaira si diverte particolarmente a causare guai alla Shinsengumi!
XD Maledetto adorabile vecchiaccio! Mi fa ridere un sacco!
- asuka_excel:
Ti devo ringraziare immensamente per il nome di Toshi. Davvero, non mi
era proprio venuto in mente che potevo utilizzare una storpiatura di
'maionese'! XD Decisamente più azzeccato di quelli a cui
avevo pensato io! Purtroppo per Sogo ho tenuto il nome che avevo
pensato io, ma per il semplice motivo che in italiano è
più divertente ed evocativo Sadiko rispetto a Sadoko. In
ogni caso ti ringrazio di nuovo per il suggerimento! ^o^
Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o
critiche!
Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti
leggeranno e basta.
Beat
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