Per la Criticombola. Prompt: “Il
giorno dopo”. Limite minimo di parole: 500. Numero di
protagonisti:
16 5, per l'appunto. Bien...
È una terra assolata
1. Come alla fine di ogni storia
Strinse gli occhi per proteggersi dalla
luce intensa del mattino. Cieco come un verme si intrufolò
fra le
pieghe del vestito di lei, sentendo la stoffa ruvida sulla pelle,
appiattendo l'orecchio sul suo petto per poter sentire i battiti del
cuore.
Era stato un successo. Era stato un
gran successo.
Concentrato su quell'alta verità, si
addormentò nella luce intensa del mattino.
La sentì svegliarsi da lontano,
quand'era ancora immerso in un sogno per nulla distante dalla
realtà,
la sentì prenderlo in braccio e cullarlo al ritmo di una
canzone
della loro terra.
Non c'è sorriso più soddisfatto di
quello di un neonato.
2. Impressioni a occhi socchiusi
Era tornata viva. Col sonno si era
ritrovata tutta – e qualcosa in più. Se un raggio
di sole la
riscaldava, la sua pelle si faceva tutta raggio di sole, era tutta
luce, la stessa luce che batteva anche su una roccia a picco sul
mare, nido di falchi, e lei poteva conoscerla al tatto. E
così
scopriva tutta la terra, un piccolo tocco curioso alla volta.
Non sapeva quanto sarebbe durata quella
comunione. Fosse pure scomparsa in quell'istante, le sarebbe bastato.
Aveva trovato la sua casa: lontana dagli uomini e dal loro odio, da
destini, riti e maledizioni, poteva ricominciare.
3. Il sogno recluso sulla vetta
Poteva vedere il mondo da lassù. La
visione d'insieme era inebriante, ma scalpitava per tornare davvero a
sentire il prato di quei pascoli infiniti, pancia a terra, senza
meta.
A quei due non sarebbe dispiaciuto: non
avevano più bisogno di lui. Oppure –
perché no? – li avrebbe
portati in groppa entrambi in una corsa sfrenata fino all'orizzonte.
Ma la gamba gli faceva ancora così
male. Sarebbe partito al prossimo sole, o quello dopo ancora. Per il
momento poteva restare a riposare sdraiato sotto le fronde, nella
sicurezza di erba e acqua fresca e, ogni tanto, il lusso di un buon
frutto.
4. Avranno le tombe più belle
Con l'alba iniziò il suo lutto e lo
iniziò col sole.
Erano venuti gli uomini e l'avevano
resa bella, inanellata di templi e di castelli.
Erano venuti gli uomini e le avevano
dato figli, sedici figli, ed era stata una buona madre per loro.
Erano venuti gli uomini e glieli
avevano portati via.
I loro resti erano già monumenti. Li
inondò di luce; chiese ai rampicanti di ricoprirli con tutti
i
colori, lasciando scoperti solo, a tratti, i loro intagli di pietra.
Soffriva nel vederli spogli.
Piantò dei fiori che crescessero ai
loro piedi. Avrebbe ricordato.
E sarebbe stata madre anche per questi
nuovi uomini.
5. La via di casa è carica di
frutti
Con cosa tornava a casa? Tornava a casa
con le mani vuote. Come tornava a casa? Tornava a casa stanco, senza
vessilli, al passo, perché nessuno della scorta avrebbe
retto
nuovamente i giorni di galoppo angosciato dell'andata. Lui meno degli
altri, con tutto il corpo e i pensieri dolenti nonostante il riposo
notturno. Gettò un ultimo sguardo a quel luogo.
Aveva perso il ragazzo. Aveva perso la
spada.
No, non con le mani vuote.
Tornava a casa con una nuova storia.
Che, nello spazio dietro la sua
maschera, cominciava a prendere forma. Tragedia attende...
quando
lo spazio assente viene riempito da propositi di pietra...
Un taglio meno 'so drama, so angst' al
finale. :3
In ordine Wander, Mono, Agro, Ancient
Land, Emon, ma spero fosse ovvio. “Ci sono un
bebè, una morta, un
cavallo, una penisola e una persona relativamente normale che entrano
in un bar...” Sono cose che fanno sembrare ordinaria
amministrazione lo scrivere di conetti di segnalazione, o di sushi di
polpo, o di GLaDOS. Mmmmmh.
E comunque Più Colossi per tutti
°=° A presto su questi schermi, spero!
|