Parte Terza
- In cauda venum-
.
Verba vides
sequitur
Alle parole tien dietro l’adempimento
(Ovidio)
.
-Severus- la voce rauca della mia
collega mi distoglie dai miei pensieri.
Dopo essere stato chiamato mi domando come facessi a riuscire a pensare, vista la baraonda e la
confusione che c’è all’ora di pranzo nella sala grande.
I quattro tavoli gremiti d’alunni chiassosi sembrano in tripudio, tutti mangiano affamati, ridendo e
chiacchierando.
Mi chiedo come lo si possa fare,
visti i tempi che corrono, ma devo
ammettere che la superficialità dei ragazzi è fin troppo palese.
Mi volto verso la voce che mi ha chiamato.
Minerva
McGranitt, sempre più stanca, sempre
più vecchia, sempre più zitel….ehm
seria.
La conosco da venticinque anni, da quando
frequentavo io come alunno Hogwarts, e i suoi comportamenti, modi di fare, di
pensare, non sono cambiati di una virgola. Neanche fisicamente è cambiata molto, se non per le rughe, sempre più scavate, e
per i capelli, la cui crocchia severa in cima alla testa è diventata da castana
a grigia.
Ripenso a quando lei mi caricava di
compiti di trasfigurazione, dei continui richiami e punizioni che subivo per
colpa di quei quattro là…
-Severus-
richiama- ti vedo stanco. Qualcosa non va?-
“Qualcosa”, mi sembra eccessivamente
riduttivo.
“Tutto”, penso sia
più corretto.
Ma non lo dico. Non , almeno, in questi termini.
-Minerva-
rispondo abbozzando un sorriso – credo che come tutti sono preoccupato. Sai
bene che lui mi cerca. Mi vuole. E si fa sentire.- istintivamente mi premo
il braccio sinistro.
Altrettanto istintivamente lei rabbrividisce.
-Capisco- mormora – forse avresti bisogno di qualche giorno
di pausa.-
-No- l’interrompo –nessuna pausa.
Va bene così. Non servirebbe a nulla. Dobbiamo continuare quello che abbiamo fatto in passato. Quando giungerà il momento….- zittisco.
Hai ragione Severus, ma non posso fare a meno di
preoccuparmi per te.- continua a voce bassa.
Tutto sommato, dopo avermi visto
crescere, credo mi voglia bene.
-Non ne vale la pena preoccuparsi per me.
Ci sono tanti altri di cui preoccuparsi- “e Potter è il primo fra
questi” penso. – Io ho fatto uno sbaglio. Un grande, immenso, sbaglio. E se c’è
un prezzo da pagare è giusto che lo faccia.- è quello
che da tempo mi dico.
-Sei saggio- mi gratifica lei –
Meriti la fiducia di Silente. E la mia.-
Riprendiamo il silenzio e non posso fare a meno di pensare
che, se è facile avere la fiducia di Silente, non si può dire lo stesso della McGrannitt. Quanto è vero che lei non regala parole o
complimenti.
*
Ille homines damnatur,
qui fictis causis innocentes opprimunt
Siano dannati quegli uomini,
Che fingono un pretesto per
opprimere gli innocenti.
(Fedro)
.
La mia attenzione cade al tavolo dei Serpeverde,
ove gli animi sono più quieti ed alcune teste chine a
confabulare.
Fra queste svetta quella bionda di Malfoy e viene facile
immaginare di cosa stanno parlando.
Provo una stretta al cuore a pensare a quel ragazzo.
Io e Lucius siamo
stati sempre amici, dai tempi di Hogwarts ed… oltre. Ho conosciuto Draco fin da
bambino e so quali “principi” suo padre gli ha inculcato.
Lucius è un ottimo oratore. Quasi
un sofista. Riesce a farti credere
giuste e corrette le cose più improbabili. Ed io sono
stato facilmente ammaliato da lui, dai suoi discorsi. Il mio animo ambizioso
non poteva non nutrirsi della
sua sete di potere.
Ho sbagliato.
Quando ho capito la verità, quando,
ho visto cosa c’era realmente dietro le sue belle parole, era già passato molto
tempo. Ma non così tanto da non permettermi di tornare
indietro.
Io e Lucius siamo
rimasti in ottimi rapporti, dopo. Quando è finita ogni cosa.
Lui
-o più che lui il suo nome- è stato in grado di non dover pagare
prezzo alcuno per i suoi comportamenti.
È libero, ricco e stimato. Nonostante
sia un assassino.
Ma è quello che, in fondo, sono
anche io.
Adesso, dopo che il Signore Oscuro
è risorto, non l’ho né visto, né
sentito.
Ma so bene che è tornato da lui,
come una fedele pecorella all’ovile.
E vuole portare con sé anche Draco.
Scommetto che il giovane deve essere rimasto stregato dalle
sue parole. L’influenza del padre nella sua vita è un po’ come l’influenza di
un magnete in un campo elettrico. Non credo che il ragazzo sia capace di
costruire pensieri propri o di scegliere quello che vuole veramente.
O magari ne è capace, ma il rispetto
ed il servilismo nei confronti del padre non gli permettono di ribellarsi.
Chissà cosa c’è dentro quel ragazzo,
ambiguo e ambizioso. Si comporta come il padre, quasi che fosse la sua copia. Ma ogni persona
è propria a sé. Lucius è Lucius.
E presumo che anche Draco sia Draco. Solo che non si
sa chi è.
Ha una strada già prefissata per lui, ed è costretto a
percorrerla. Io no posso fare nulla per salvarlo.
Magari lui vuole così.
Non so davvero che passa nella testa di quel ragazzo.
Mi alzo dal tavolo dei professori con un cenno di saluto
verso Minerva. Il brusio si è fatto eccessivo. No, non è brusio, è chiasso. E poi mi sento soffocato dai miei ricordi.
Dai miei rimorsi.
Mi dirigo spedito verso i sotterranei.
E lì, mi ritrovo a ricordare di me.
*
Come serpente montano attende l’uomo sopra il suo buco,
mali veleni ha mangiato, lo penetra
la sua collera atroce,
guarda fisso terribile, arrotolato
sopra il buco.
(Omero Iliade XII, vv 93)
.
Ex cupiditatibus odia nascunt.
Dalle brame nascono gli odi.
( Cicerone)
.
-Potere Severus. Potere. Immenso, infinito. Nessuno può
avere un simile potere. – il luccichio sinistro ed inquietante negl’occhi di Lucius Malfoy mi
rapì.
-Parli di lui. Tu-Sai Chi?-
Una smorfia apparve sul suo volto
diciassette anni più giovane.
-Tu- Sai- Chi, Severus? Parli come
un mezzosangue o Babbinofilo adesso? No, non Tu-Sai-Chi. L’Oscuro Signore.- la
sua voce strascicata mi fece rabbrividire.
-Oscuro Signore- ripetei quasi in
trance.
Malfoy annuì, bevendo da un calice cristallino del vino rosso
fatto arrivare di contrabbando nell’oscura sala dei Serpeverde.
Noi, seduti su due poltrone discutevamo. Lui discuteva. Io ascoltavo rapito.
-Sì, Severus. Lui può darci una parte del suo Potere se noi ci uniamo a lui. E
lotta per noi, per i nostri ideali. Per ripulire il mondo di
quella fecce di Mezzosangue e Babbani.-
-Li vuole uccidere?- domandai un
po’ turbato.
-Certamente Severus. Torturare, usare ed uccidere- disse
candidamente con
un sorriso aperto e seducente sul volto. – Quello che
dovremmo fare tutti. E tu, come Serpeverde non
puoi che essere d’accordo.-
La mia era una famiglia purosangue
da generazioni a Serpeverde. Non avevamo un’alta
considerazione dei Mezzosangue ed ancor meno dei Babbani.
Fin da bambino ho sentito discorsi su quanto potessero
essere inutili e su quanto fossero indegni. Ma mai
nessuno ha parlato di sterminarli. Il pensiero non mi era mai venuto in mente.
Li odiavo, mi facevano schifo, ma….basta
così. Ero d’accordo con Lucius quando diceva che i figli dei babbani
non dovevano frequentare Hogwarts, ma per il resto….
-Severus, amico mio, ti vedo un po’ titubante- l’espressione
di sospetto che si dipinse sul volto di Malfoy m’insidiò.
- Non sei forse d’accordo con me? Mezzosangue. Infangano il nome di molti buoni
maghi. Rischiamo d’imbastardire la
nostra razza. Non si troverà più un purosangue da qui a pochi decenni. Dobbiamo
ripulire il mondo magico.- le sue parole erano tanto
suadenti che non potevo pensare altrimenti – e poi, i Babbani!
Non si possono ancora sterminare tutti, non per il momento, sono
troppi, ma meritano di soffrire. Sapessi come
parlano di noi, quello che dicono. Loro, sciocche creature inferiori. Non ti fa
rabbia?-
Un silenzio gelido cadde su di noi. Poi lui riprese a
parlare.
-Ed il Signore Oscuro farà tutto questo.
Lui ed il suo immenso potere. Ed io m’assocerò a lui.-
Nuovo silenzio. S’inumidì le labbra con il
vino prima di voltare i suoi occhi di ghiaccio e calamitarli ai miei. Il
liquido nel bicchiere trasparente non mi era mai sembrato tanto rosso.
-E tu, Severus, amico? Tu, non sei
d’accordo con me?- un tono ammaliante, impossibile interagire contro. – Tu,
Severus, mi seguirai?-
La sua voce. Il sibilo di un serpente.
Sentì il mio capo piegarsi in segno d’assenso.
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Un grazie a blackdavil e Manuel Lanhart (grazie di cuore Peppe, è confortante sapere che
almeno tu mi appoggi sempre!). Al prossimo!