Titolo: Breakfast with Robert Sean Leonard
Fandom Dr. House RPS
Personaggi/Pairing: Robert Sean Leonard
Disclaimer: Questa fanfiction non
è a scopo di lucro. Niente di quanto narrato in questa
fanfiction è realmente accaduto ma è frutto di
fantasia, proprio inventatissimo e non so nemmeno se è
plausibile e OMG è anche la mia prima RPS con attori.
Note: Ha partecipato al NEU[t]ROFEST @ dietrolequinte
per la categoria Uno
+ promt 25 Senses / 023. Warm Bread @ Casti e
Puri
E che Atena benedica Wikipedia, soprattutto quella in inglese.
Domenica
mattina. C'era qualcosa di meraviglioso nelle domeniche mattina
secondo Robert. Sin da quando aveva memoria gli erano sempre sembrate
una delle migliori invenzioni umane. Forse perché era
iperattivo,
sempre occupato in mille progetti, come la compagnia teatrale
Malaparte o cene e viaggi per tentare di tenersi in contatto coi
numerosi amici, quasi tutti attori come lui. Gli bastava una mezza
giornata di riprese insieme e qualche risata insieme per
affezionarsi.
Poi
naturalmente c'erano anche quelli con cui aveva condiviso molto di
più, come Lisa Edelstein, Omar Epps, Hugh Laurie e gli altri
del
cast di Dr. House, la serie che gli aveva fruttato una discreta
fama, denaro e un posto fisso garantito di quelli che ad un attore
capitano una sola volta nella vita.
Tornando
alla domenica mattina, Robert fu grato di trovarsi fra le lenzuola e
non sul set. Il lavoro gli piaceva da morire, beninteso, ma una pausa
ogni tanto serviva. C'era un solo posto al mondo dove avrebbe
desiderato maggiormente trovarsi, e quello era la cucina. La seconda
cosa migliore dopo la domenica mattina era la colazione della
domenica mattina. Si alzò e si infilò una felpa
sgualcita sopra il
pigiama -altro vantaggio del non essere sul set: niente camicie.
Accese
il forno e lo riempì di paninetti bianchi, morbidi. In pochi
minuti
la stanza fu satura del profumo caldo e casalingo che Robert amava
tanto. Aprì il forno, rischiando come sempre di scottarsi.
Sua
moglie gli aveva regalato un set con guantoni e presine, ma non c'era
verso di farglielo usare. Allontanarsi dal forno quando si sentiva
quel profumino allettante nelle narici, appena sveglio e molto
affamato, era uno sforzo troppo grande.
Si
sedette al tavolo, gustandosi con calma il piacere di averlo tutto
per sé. Il burro da una parte, il piatto coi panini caldi
dall'altra, una brocca di spremuta d'arancia nel mezzo occupavano
quasi tutto lo spazio. Mentre spalmava generose dosi di burro sulla
mollica morbida, pensò a come doveva essere
stressante essere
James Wilson, camicie a parte. Insomma, quasi non ricordava una scena
in cui il pover'uomo avesse potuto mangiare in santa pace senza che
il tirannico -ma in fondo adorabile- Gregory House gli rubasse
letteralmente il pane di bocca.
“Decisamente”,
rifletté addentando, “non potrei mai restare
così calmo. Al suo
posto avrei già avuto un esaurimento nervoso.”
La
maggior parte dei suoi colleghi aveva come lui poco o niente in
comune coi personaggi interpretati nella serie. Omar Epps invece
somigliava moltissimo al suo personaggio, Foreman. Nei titoli di
testa -Robert l'aveva notato solo di recente- come sfondo al suo nome
appariva una cassa toracica. Le ossa erano ben definite, forti. Il
cuore era lì da qualche parte -doveva esserci- ma non si
vedeva. Non
facilmente, almeno. Tanto Foreman quanto Omar erano così.
Anche
Hugh Laurie assomigliava in maniera inquietante al personaggio che
interpretava. Il che non sempre era un complimento. Ma nonostante
tutto, Robert aveva finito per legare soprattutto con lui, data anche
la gran quantità di scene che giravano insieme. In effetti
Hugh era
un po' l'House della situazione. Era il più famoso, il
più
premiato, quello la cui carriera scintillava maggiormente, ma anche
quello che aveva, sotto, più pezzi a rischio crollo. Era uno
che non
avrebbe mai chiesto niente, ma era anche quello che spesso aveva
bisogno di una pacca su una spalla. Lavorare con lui però
era
meraviglioso. Quando giravano era sempre serio, preparato, uno di
quelli che non davano mai problemi. Alla fine delle riprese spesso
suonava qualcosa per tutti, e tecnici e attori finivano per restare a
lungo sul set. Non era come una grande produzione holliwooddiana,
nella quale la distanza fra le grandi star e tutti gli altri era
incolmabile. Non c'erano bodyguard ad aspettare fuori, né
limousine,
e a fine stagione si festeggiava sempre tutti insieme: cameramen,
attori, attrezzisti, regista...
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