“Gippal! Ehi, Gippal,
svegliati!”
“Mh…?” Apro piano gli occhi e…
“AAAAH! Va’ via, mostro!!” lancio colpi di cuscino addosso alla figura di fronte
a me, tentando di provocarne il soffocamento.
“Gippal, ma sei impazzito o stai
ancora dormendo??” mi chiede mentre si ripara dal fatale cuscino con il braccio.
“Ehi!!”
Mi blocco dopo che prendo
conoscenza della realtà e focalizzo il volto di Cid, un po’ irritato direi.
“Oh…uhm…Ciao, Cid…Scusa, ho
fatto un incubo pazzesco...” Mi giustifico, massaggiandomi la fronte.
“C’erano mostri che avevano la
mia faccia?”
“Merda, si! È stato orribile!”
dico sconvolto, in tono tragico.
Cid mi da una pacca sulla testa.
“Grazie tante…Comunque sono passato per dirti che le ragazze hanno trovato Tobli.
Hanno mandato me a dirtelo...chissà perché nessuna di loro è voluta scendere a
svegliarti...” dice fra sé e sé.
“Mah, si vede che Gippal non è
proprio un simpaticone...” dico io, trattenendo una risata.
Cretino…
“Io dico che sono le donne ad
essere troppo difficili. Ma dicevo: il concerto si terrà fra tre giorni alla
Piana della Bonaccia” Lo guardo per un attimo. Ma mi rendo conto che onestamente
adesso non me ne frega niente di quello stupido concerto, perciò taglio la
discussione.
“Ah. Okay. ‘Notte.”e affondo di
nuovo la testa sul cuscino.
Ma ti sembra il caso di
rispondere in questo modo?! Mostrati almeno un po’ interessato, idiota! Ma tu
guarda che figure mi devi far fare…
“Che palle, lasciami in pace.”
Rispondo a Gippal. Solo che ho parlato ad alta voce e Cid mi guarda nuovamente
con aria irritata.
“Come?”
“Non dicevo a te, Cid. Parlavo...fra
me e me.” Merda. Devo imparare a controllare i miei pensieri. E tu, Gippal, ce
la fai a toglierti dai piedi per almeno un giorno intero, maledizione?
Cid inarca un sopracciglio e mi
guarda con aria dubbiosa.
“Allora quando ti sarai
svegliato per bene, vieni in sala pilotaggio e ti daremo tutte le istruzioni per
la pubblicità.” Io lo guardo stranito.
“Pubblicità?” Urgh, mi dovrò
alzare da questo letto comodo per fare un favore a loro? Cid nota la mia faccia
contrariata e ride diabolico.
“Ahahah, ma certo! Come si può
organizzare un concerto senza che se ne faccia pubblicità? Questo concerto è
pro-pace fra i membri delle Leghe, perciò è li che si deve far sapere di questo
evento!” Ma come? Lo scopo del concerto è ancora questo? Quindi i capi delle
Leghe, Nooj e Baralai, non sono ritornati alle rispettive basi? Questo significa
che probabilmente sono da qualche parte a cercarmi...Dannazione, dovevo
liberarmi di loro quando potevo. Come ho fatto a perdermi in una simile
sciocchezza? No, adesso non posso scendere dall’aeronave, per nessun motivo.
“Mi sono spiegato?” La voce di
Cid mi riporta alla realtà
“Uh? Ah, si certo, come no.”
“Le ragazze sono già all’opera,
vedi di sbrigarti che c’è lavoro anche per te!” Ed esce, chiudendosi la porta
alle spalle. Poi la riapre “E vedi di dare un’aggiustata a questa stanza, che
l’hai ridotta a brandelli!” e se ne va, sbattendo di nuovo la porta. Mi guardo
intorno e in effetti tutti i mobili sono sottosopra, reduci della sfuriata di
ieri sera. Sospiro. Ritorno a sdraiarmi e chiudo gli occhi.
Per quanto ancora dovrò
aspettare? Quando potrò raggiungere Vegnagun? Il corpo di Gippal è perfetto, ma
è troppo vincolato dal legame con queste persone. Dovrò fingere ancora per
molto, devo fare buon viso a cattivo gioco. Ma per quanto posso resistere se
ogni volta che vedo Rikku, Gippal mi sconvolge la mente, e ogni volta che vedo
Yuna sento qualcosa dentro di me, come se rivivessi i momenti con Lenne? Sto
diventando diverso, sto diventando...umano.
No. Non posso. Devo cancellare
Gippal prima che lui cancelli me. E la prima cosa da fare è togliere di mezzo
lei...
Ma la vuoi finire? Sei ancora
convinto che tu possa fare una cosa del genere con me dentro la tua testa?
Questo è il MIO corpo e risponderà ai MIEI comandi, non ai tuoi, intruso.
Tsk, Gippal, Gippal...io avevo
sottovalutato te, ma vedo che anche tu non hai un’alta considerazione di me. Ma
ti farò subito cambiare idea: prova a fare qualcosa. Forza. Dato che sei tu a
comandare questo corpo, perché non ti alzi dal letto e vai dalla tua Rikku, eh?
Non arriverai a lei tramite
me, bastardo. Mi ero ripromesso già di starle lontano prima che tu entrassi nel
mio corpo e adesso non dovrei nemmeno essere qui.
Ma infatti tu non sei realmente
qui. Qui ci sono io. Sono io che cammino, io che parlo, io che guardo. Tu non
puoi fare niente. Starai solo ad assistere inerme quando ucciderò tutti. Anzi,
per Rikku ho pensato ad una morte lenta e agonizzante...
NON LO FARAI!
Lo vedi, Gippal? Stai lottando
nella mia mente, ma come vedi, l’unico effetto che mi fai è un po’ di mal di
testa, niente di più. Lo sento che stai cercando di muovere le braccia, le
gambe. Eppure io sono qui immobile. Il corpo risponde a me, non a te. Questa è
la prova che questo è diventato il MIO corpo.
BASTARDO! SEI UN MALEDETTO
BASTARDO!
Oh, non ti affannare, caro
Gippal. Non vorrei che ti stancassi e ti addormentassi. E sono certo che non lo
vorresti nemmeno tu, dato che sarebbe per sempre...
Rido di gusto, mentre il dolore
alla testa si affievolisce sempre di più fino a sparire, e con lui anche la voce
di Gippal.
Ah, che bella sensazione avere
la mente sgombra.
Mi metto a sedere sul letto, mi
stiracchio i muscoli delle braccia e delle gambe, giusto per prendere un po’ di
tempo. Sto ancora qualche minuto in cabina, poi mi decido di raggiungere Cid in
sala pilotaggio. Dopo che le porte automatiche si aprono, noto che all’interno
della sala oltre a Cid, Fratello, Compagno e Shinra, ci sono anche le ragazze.
Entro.
“Beh?” dico, “che ci fate qua?
Non eravate già all’opera?” e lancio uno sguardo torvo a Cid, che mi ha
svegliato con una fretta del diavolo e adesso siamo tutti qui a guardarci in
faccia.
“Cambio di programma” dice lui.
“Abbiamo saputo che Lega della
Gioventù e Neoyevon si sono dati appuntamento stasera” interviene Paine. “Hanno
intenzione di scontrarsi alla Piana dei Lampi.” Io sbarro gli occhi.
“Che? Alla Piana dei Lampi?? Mpf,
carne arrostita in arrivo…” dico, sarcastico. Poi mi volto di nuovo verso la
porta per ritornare in cabina. “Tutto a posto, allora, no? Verranno fulminati
tutti e la guerra finisce qui. Abbiamo un problema in meno e Yuna si può
risparmiare il suo concertino. Me ne ritorno in cabina. Bye bye!” ma non appena
si riaprono le porte automatiche, vengo raggiunto da Cid e preso per un
orecchio.
“Dove credi di andare, eh?” sono
costretto a seguirlo di nuovo dentro prima che possa staccarmi un orecchio.
“Questi giovani d’oggi, così pigri! Eppure sei un bravo meccanico!”
“Ehi, ehi, ehi, ahi! Lasciami!”
“Il concerto si farà. Stasera
stesso. Alla Piana dei Lampi.” Mi lascia l’orecchio e io prendo a
massaggiarmelo.
“Abbiamo deciso che sarà questa
l’occasione per far cessare l’ostilità fra le due Leghe durante l’assenza dei
loro capitani.” Dice Yuna. La guardo.
“Oh. Okay, buon divertimento.”
Tento di nuovo di andare via ma la voce di Cid mi ferma nuovamente.
“Forse non hai capito che ci
sarai anche tu!”
“Che cosa?” lo guardo sconvolto
“Che c’entro io, adesso?”
“Ma è naturale, tu sarai il
corpo di ballo!”
Silenzio. Tutti fissiamo l’uomo
a bocca aperta. Poi lui sbuffa. “Scherzavo...”
“Oh, santo cielo, papà! Sei
proprio da pestare!!” grida Rikku. E ritorna la confusione nella sala. E mentre
tutti sono intenti a parlare fra di loro, mi fermo a guardare a lungo la
biondina, persa in un battibecco con il padre. Continuo a fissarla in cerca di
qualcosa. Ma non sento niente. Ancora mi concentro sul suo corpo e le sue gambe,
così tremendamente belle. E ancora tutto tranquillo.
Dove diamine è finito Gippal?
Provo a pensare ai possibili
modi di uccidere la ragazza, a come farla soffrire di più, in attesa di un
doloroso mal di testa. Ma niente.
Gippal, dove sei? Ehi, dannato
umano, rispondi!
Nessuna risposta. Non posso
crederci. Possibile che sia scomparso? Magari è scomparso...per sempre? No...non
è possibile...Io sono davvero riuscito a...cancellarlo? Ma come? Come ho fatto?
Forse si è rassegnato...Quando ero ancora in cabina, prima, s’è reso conto della
sua impotenza. E poi con tutte le cose che gli ho detto...ha preso
consapevolezza di essere solo un ammasso di pensieri e si è arreso. Forse
involontariamente, ma si è ‘addormentato’. Ma certo. Certo...
Esco correndo come un forsennato
dalla sala pilotaggio, con il volto sconvolto, gli occhi sbarrati. Corro così
veloce che rischio di cadere per più di una volta prima di arrivare di fronte il
grande portellone che porta sul ponte. Non appena le porte si aprono, vengo
investito violentemente dal vento freddo e rischio nuovamente di cadere
all’indietro. Ma mi rendo conto che sono troppo forte per cadere, in tutti i
sensi. E guardando il cielo e le nuvole scorrere veloci, mi perdo in una risata
fragorosa, liberatoria.
Addio Gippal.
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