Pairing:
Hagi/Saya
Rating: PG
Conteggio parole: triple drabble (337, per
la precisone)
Note: partecipa alla fase
3 del Dolcetto o Scherzetto @ fanfic_italia
Anche stavolta il titolo è dei Lordi, Woluld You
Love A Monsterman. Un grazie va ad Aphrodite dei Pesci (aka
Kijomi) che mi ha fatto conoscere questa canzone.
Could You Understand Beauty Of The Beast?
A lei non importava nulla della bellezza. L'unico motivo per
cui viveva
era morire. Sterminare tutti i suoi simili e poi morire.
Ma Hagi, che a Saya importasse o meno, la trovava bellissima. Erano
state poche le volte in cui aveva avuto l'occasione di dirglielo,
sempre assediati dalla fretta o dalla paura. La paura di non farcela,
la paura che gli umani avevano di loro, quella paura assurda eppure ben
giustificata. Loro li proteggevano dai chirotteri, è vero.
Ma chi li proteggeva da Saya? E se c'era una cosa che lei, la
cacciatrice, temeva era proprio perdere il controllo. Eppure alle volte
spingersi fino al limite della coscienza era l'unica soluzione.
Ad Hagi non piaceva combattere. Non gli piaceva per molti motivi: uno
di questi era che non beveva quasi mai sangue, e dunque era debole,
troppo debole per affrontare i mostri che erano ormai diventati il suo
destino, sin da quando un’inconsapevole Saya
l’aveva privato della mortalità. Hagi non era nato
per essere un guerriero, lo era diventato per forza di cose. A lui
piacevano la musica, la vita tranquilla... Essere buttato
giù dal letto nel cuore della notte dalla sensazione di un
chirottero in avvicinamento, vagare da una città
all’altra come anime in pena -era proprio il caso di dirlo-
solo per trovare altro sangue, altra morte, altra paura… Non
era questo ciò che egli avrebbe voluto, neanche per Saya.
Lei avrebbe meritati tutt’altro.
Ma alla fine, si era abituato. Aveva persino iniziato a vedere una
certa triste bellezza nella katana che portava nella custodia del
violoncello, e persino nel viso di Saya contratto dalla rabbia e dalla
concentrazione dello scontro. Perché in effetti qualcosa di
magnetico c’era nel vederla danzare alla primordiale musica
delle strida dei morenti, nel vederla muoversi come un’arma.
Lei non era solo quello, solo quello che il Red Shield vedeva in lei,
né solo quello che lei vedeva in se stessa. C’era
molto di più, ma in qualche modo Hagi aveva imparato ad
amare anche la belva sanguinaria e letale.
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