In realtà, non
avevo capito proprio
niente di lui.
Anche quel suo modo di
prendere alla
leggera i miei problemi, in realtà, era tutta una farsa.
In realtà lui ci
teneva davvero a me.
In realtà quando non c'ero si caricava sulle spalle anche la
mia
parte di problemi.
Dovevo capirlo.
Dovevo capirlo da varie
cose. Dal fatto
che con gli altri era sempre ansioso e non riusciva a parlare, mentre
con me era totalmente diverso.
Con me rideva, scherzava,
mi prendeva
in giro, mi rimproverava... “Liet, cosa stai facendo! Non
essere
stupido!”
E poi... “Dovrai passare sul
mio corpo prima di poter allungare un dito su Liet!”
Anche se non era servito a
niente,
anche se non l'avevo capito, che in realtà, non era una
frase tanto
per dire, tanto per fare l'amico.
Era una dichiarazione
d'amore. Ma io
ero troppo stupido, e avevo troppa paura per capirlo.
Ormai sono anni che non ci
parliamo, io
sono sotto il dominio dell'Unione Sovietica, che non mi permette di
avvicinarmi a te, visto che tu sei sotto la morsa della Germania
nazista.
Non posso fare niente per
te,
nonostante sia costretto a guardarti da lontano mentre cadi ferito
sul campo di battaglia.
Nemmeno quando Russia ci
aveva separato
mi ero reso conto quanto tu avevi sofferto.
Avevo troppa paura di lui,
troppa per
pensare a come ti saresti potuto sentire tu, a cosa provavo io nel
profondo.
Voglio che tutto questo
finisca, voglio
poter essere libero di stare con te, come quando dominavamo l'Europa
nel Medioevo. Voglio riprendere tutti i ricordi e dirti che
nonostante tutto, ti ho sempre amato, ma ero troppo stupido per
capirlo.
Voglio riabbracciarti,
Polonia.
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