tonight
Doveva essere pwp, rossa e yuri.
doveva, ed è venuta fuori sta cosa.
Spero possiate gradire almeno lo sforzo.
Io adoro Lucia e Sumire, sono la
coppia yuri che più mi piace al mondo. Mi dispiace di non saper
rendere bene l'erotismo lesbico come quello gay ç.ç Sto
cercando di migliorare, credetemi ç.ç
Detto questo, vi auguro una buona lettura (sperando che sia tale ) ^^
(*)”What do you want” Testo e musica dei Franz Ferdinand
Tonight, tonight…
Oh well I woke up tonight and said I
I'm gonna make somebody love me
I'm gonna make somebody love me
And now I know, now I know, now I know
I know that it's you
You're lucky, lucky
You're so lucky!(*)
Nell’aria ancora pregna dell’odore acre di fumo, due
palpebre chiare si alzarono di scatto, rivelando alla vista una stanza
avvolta nel buio profondo.
Sumire si alzò sui gomiti e scrutò quanto la circondava,
come a voler effettivamente vedere se tutto fosse a posto – se
Lucia ancora giacesse nel proprio letto o cose simili. Vide il corpo
della compagna sepolto sotto le coperte spesse, placidamente
abbandonata al sonno.
Sorrise, alzandosi completamente e sgusciando fuori dalle proprie lenzuola.
Con qualche passo raggiunse il letto di Lucia, salendovi sopra e
infilandosi sotto le coperte calde come se nulla fosse, svegliando
così – in maniera piuttosto prevedibile – la sua
proprietaria.
Lucia stropicciò gli occhi, girandosi appena per poter scorgere
con la coda dell’occhio chi mai fosse l’invasore.
-…Sumire?-
La ragazzina sorrise, avvicinandosi al corpo di Lucia fino a toccarla.
-Ehilà, Lucia! Ti ho per caso svegliato?-
L’altra sbuffò, abbastanza contrariata da
quell’allegria decisamente fuori luogo e ad un orario inconsueto.
Ma, d’altronde, se si parlava di Sumire si doveva anche far conti
con la sua alquanto discutibile tendenza a sorprendere chiunque e in
qualunque occasione.
Lucia, per cui, prese i lembi delle lenzuola con una mano e si
coprì maggiormente con questi, mugugnando qualcosa
all’indirizzo dell’altra.
-Per quale motivo sei così allegra a quest’ora di notte, Sumire?-
O meglio, per quale diamine di motivo mi hai svegliata nel bel mezzo di un sonno sereno?
Lucia, ogni tanto, si tratteneva a stento dal prendere la compagna per il collo e strozzarla lì sul posto.
Sentì Sumire ridacchiare, avvicinandosi a lei ancora di più.
-Volevo avere un po’ di compagnia, tutto qua…-
La risposta fu acida e pronta alla lingua, tanto che Sumire credette di
aver alterato – e di parecchio – l’equilibrio della
povera Lucia.
-Perché non ti possono venire queste voglie a orari decenti?-
Il silenzio calò per qualche minuto, prima che uno sbuffo
spazientito uscì dalle labbra della Nahashi e questa, con
mosse piene di stizza e meccaniche, si voltò verso l’altra
e la squadrò col solo occhio disponibile.
Seria, terribilmente seria.
Doveva essere parecchio preoccupata, in quel momento.
-Che c’è?-
Sumire la fissò in silenzio – in quel suo occhio azzurro
si era persa un sacco di altre volte, viaggiando per infiniti attimi ed
esplorando mondi sconfinati – poi sorrise e sistemò meglio
la propria testa sul palmo della mano appoggiata al grande cuscino
bianco.
-Volevo solo parlare un poco con te, tutto qua…-
Il tempo che le aveva viste chiacchierare con tranquillità
davanti a una tazza di scuro tè, mangiando magari qualche
dolcezza preparato da Laura, in compagnia del buon vecchio Nahashi, era
passato da parecchio.
Troppi virus, troppi nemici, troppe battaglie le aveva viste impegnate
– le aveva viste divise anni luce pur rimanendo sempre fianco a
fianco.
Sumire aveva semplicemente bisogno di un sorriso di conforto ogni
tanto, una parola dolce detta magari in un sussurro, e avrebbe retto
con forza rinnovata qualsiasi cosa. Lucia questo lo sapeva bene.
Per cui, pur a malincuore, sacrificando ore di sonno prezioso, acconsentì a donarle la sua completa attenzione.
-E, dimmi un po’… di cosa mai vorresti parlare?-
Sumire tergiversò, messa in difficoltà da quella semplice
e innocua domanda. In effetti non aveva minimamente pensato su cosa
reggere il proprio attacco, e si era gettata a capofitto
nell’impresa senza neanche pensarci.
Balbettò, confusa.
-Beh, in realtà… io…-
Lucia sorrise, semplicemente, allungando un braccio e prendendo la nuca
di Sumire sotto le dita, attirando quella testa calda fino a sé.
Baciandola, dolcemente, sulle labbra.
-Che ne dici se stasera facciamo l’amore, Sumire? Ti va?-
Baciare una bocca morbida è sempre una piacevole sensazione.
Baciare una bocca morbida che apre le proprie porte al lento passaggio
di una lingua vogliosa è ancora più piacevole.
Baciare la bocca di Sumire, per Lucia, era qualcosa di meraviglioso.
Aveva avvolto col proprio braccio le sue esili spalle, attirandola
addosso a sé. Sumire si era stesa su di lei, gravando appena sul
suo corpo, senza mai – mai – interrompere il bacio che le
univa.
Con le gambe attorno alla vita della compagna, le mani di Lucia
scompigliavano la folta chioma rossa con le dita, così come
facevano sulla sua testa, tra i suoi capelli, le mani di Sumire.
Staccandosi ad un punto dalle sue labbra, Lucia scese a baciare il
collo della Takahana, attirando il suo petto contro di sé con le
mani che presero a vagare sopra la sua schiena.
Era morbida la pelle dl collo, terribilmente chiara. Veniva voglia di macchiarla, e ogni volta Lucia cedeva alla tentazione.
Chiuse le labbra a succhiare il collo, lentamente, mentre sentiva Sumire cominciare a gemere appena.
Scese ancora, baciando numerose volte – imprimendo la sua voglia sulla pelle di Sumire troppo spesso.
Ad un certo punto, fece scivolare uno spallino della camicia da notte
che l’altra indossava lungo il braccio, fino a denudargli
completamente la spalla. La baciò lì, ripetutamente,
mentre conduceva una mano al di sotto del sottile tessuto.
Non indossava nulla al di sotto del pigiama, questo lo constatò
quando ritrovò sotto i polpastrelli non altro che carne tremante.
Accarezzò il suo seno delicatamente, godendo della morbidezza
della pelle e del suo calore tenue. La bocca dalla spalla scese fino a
raggiungere la mano, dove ne prese il posto. Le labbra toccarono quella
pelle sensibile, la lingua vi passò sopra con delicatezza.
Il capezzolo divenne duro quando le labbra si schiusero su di lui,
cominciando a succhiare piano – e Sumire gemette tra i capelli
chiari della compagna, cercando di non alzare troppo la voce.
-Lucia…-
Questa alzò lo sguardo, cercando di incrociare il suo.
Spingendo appena sulle sue spalle, capovolse le posizioni e fece sdraiare Sumire sopra il materasso, posizionandosi sopra.
-Lascia semplicemente che ti ami, Sumire…-
Sumire sorrise, con le gota arrossare di commozione e voglia, prima di
vederla sparire in basso – e cominciare a gemere più
forte, fino a far dolere il cuore.
Quella sera, come tutte le altre sere, semplicemente Lucia amò Sumire.
Perché restasse quello e soltanto quello nella memoria di ogni istante passato lontano da lei.
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