Visto
che non ho assolutamente NIENTE da fare, da studiare, da scrivere... mi sono
inventata una nuova perversione: mi sono messa a tradurre me stessa. La versione
originale era in inglese, ma ho accontentato anche chi mi ha chiesto di poterla
leggere anche in italiano, perciò... eccola qui.
C’è
un leggerissimo spoiler sulla seconda parte della seconda stagione (che non si
è ancora ben capito se diventerà la terza), comunque niente di eclatante o
eccessivamente rivelatorio. A mio modesto parere si può leggere benissimo, ma
mi sembrava corretto avvertire chi non si vuole spoilerare neanche un po’
(anche io sono così per altre serie e vi capisco perfettamente).
Qui
la versione originale: TheTalk
REGOLE
(The Talk)
Per
il Lightman Group ormai era diventata ormai una tradizione, una tradizione che
ripetevano ogni volta che un nuovo membro si aggiungeva alla loro squadra, e
oggi di certo non era diverso.
Loker
l’aveva inaugurata dopo il suo primo anno lì dentro e da quel momento in poi in
nessun modo il nuovo arrivato poteva evitare il discorso sulle ‘regole’.
Torres
aveva dovuto ascoltare le regole, gli assistenti e i tecnici si erano sorbiti
le regole, persino Reynolds, durante il suo primo giorno dopo il caso Jenkins
si era sentito elencare le regole. Oggi Loker aveva deciso che sarebbe spettato
a Ria portare avanti la tradizione con l’ultima protetta di Lightman.
“Hey,”
la chiamò Loker, quando la vide. “È arrivata.”
“Arrivo.”
La
nuova ragazza stava aspettando nell’ingresso.
“Salve,
Elizabeth Richards, giusto?” domandò Torres.
“Sì,
sono io.”
“Ria
Torres,” si presentò lei, porgendole la mano. “Spostiamoci nel mio ufficio,
così possiamo parlare un po’.”
Loker
annuì in approvazione e le guardò allontanarsi.
Una
volta che si furono messe comode, Torres si chiese da dove sarebbe stato meglio
iniziare.
“Allora,
immagino abbia avuto già modo di incontrare entrambi i nostri capi, il dottor
Lightman e la dottoressa Foster, giusto?”
“Esatto,
ho lavorato con Lightman durante il caso per l’omicidio di mio marito e mi è
stata presentata anche la dottoressa.”
“Perfetto.
Allora... non c’è molto altro da dire, solo un paio di consigli che ti saranno
utili se lavorerai qui.”
La
giovane annuì.
“Primo:
Lightman ogni tanto si comporta in modo strano e può essere un po’... brusco.
Non lasciarti intimorire. Ha buone intenzioni, la maggior parte delle volte. Tu
hai un talento e lui odia vederlo sprecato. Quello è il suo modo contorto per
aiutarti ad imparare.”
“Cercherò
di tenerlo a mente.”
“Secondo:
finché sarai in questo edificio, la tua vita privata non sarà poi così privata.
Sfortunatamente è il nostro lavoro, è quello che facciamo qui, vediamo cose che
la gente cerca di nascondere. Se sei felice, lo sapremo. Se sei triste, arrabbiata,
divertita, lo sapremo. E anche fossi tanto brava da ingannare noi, non
riuscirai a nascondere niente al dottor Lightman. Lui se ne accorgerà, sempre.
Se per te è un problema, mi spiace ma dovrai andartene. Il lato positivo di
tutta questa storia è che Foster ha creato una sorta di linea che protegge
parzialmente la nostra privacy. Se vediamo qualcosa che non dovremmo, ci
passiamo sopra e non facciamo domande. Ci verrà detto se e quando questa
persona lo vorrà.”
“Segnato.
Poi?”
“Scoprirai
molto presto che Lightman e Foster hanno un rapporto molto particolare. Hanno
questa specie di linguaggio segreto, spesso non hanno nemmeno bisogno di aprir
bocca: un cenno, uno sguardo sono sufficienti. E non cercare di capire quello
che si stanno ‘dicendo’, non lo capirai. Se avrai bisogno di sapere, te lo
diranno, fidati.”
“Ok.
Altro?”
“Sì,
un’ultima cosa. Noi dello staff abbiamo una sorta di regola non scritta che ci
impegniamo a rispettare. Quindi, se sei anche remotamente interessata a
Lightman e hai accettato questo lavoro con l’idea di avvicinarti a lui,
scordatelo. Non flirtare con lui, non provarci con lui, mai. Se vuoi lavorare
qui, ricorda che Cal Lightman e Gillian Foster sono off-limits.”
“E
chi lo dice?”
“E’
così che vanno le cose, qui da noi. Loro due sono molto affiatati e tendono ad
essere un po’ protettivi a volte. Se uno di loro è ferito, stai certa che
l’altro arriverà immediatamente per assicurarsi che sia tutto a posto e
credimi, lo sanno sempre se c’è un problema. E ti posso assicurare, non vuoi essere
quella che ha ferito il loro partner. Tornando alla tua domanda, nessuno dice
che non possiamo, semplicemente non lo facciamo. Tutti qui sanno che quei due
si appartengono.”
La
ragazza la fissò confusa.
“Non
sapevo fossero una coppia.”
Torres
sorrise. Non era la prima volta e di certo non sarebbe stata l’ultima che
qualcuno presumeva che i loro capi avessero una relazione più intima. Si alzò
lentamente.
“Non
lo sono,” disse, “Ma lo saranno. Andiamo, Loker ti farà vedere come funzionano
i nostri computer.”