Off the
edge of despair
Tifa stava camminando pensierosa lungo le strade di Midgar: guardandosi
intorno, non poteva altro che provare una grande tristezza nel vedere
tutti quei bambini affetti dalla Geostigma.
Molti di essi avevano lo sguardo spento, probabilmente si era
rassegnati al loro destino. Altri invece, andavano avanti, senza mai
abbandonare la speranza. C'era una bambina che particolarmente
continuava a lottare ed era convinta che presto gli scienziati
avrebbero scoperto una cura per quella tremenda malattia. Quella
bambina aveva gli occhi luminosi, il volto sempre sorridente e in
compagnia del suo fedele Moguri di pezza, si faceva in quattro per
contagiare gli altri bimbi con la sua positività.
Quanto avrebbe voluto che anche il piccolo Danzel la pensasse come lei!
A poco a poco, il bambino che ospitava al Seventh Heaven, stava
perdendo ogni speranza e Tifa non sapeva più cosa fare.
Da sola non riusciva più a sostenere quel peso, non sapeva
più come comportarsi con quel ragazzino o cosa dirgli per
tranquillizzarlo. E poi, adesso che Cloud se n'era andato
chissà dove, sorreggere quel dannatissimo fardello era
diventato impossibile.
Certo, ad aiutarla c'era Marlene, ma non era abbastanza: lei aveva
bisogno di una presenza adulta a cui confidare le sue frustrazioni, una
spalla amica su cui piangere quando ne aveva bisogno... ma l'unica
persona in grado di darle un appoggio non c'era.
Forse era meglio così, dato che anche Cloud Strife aveva le
sue preoccupazioni a cui star dietro e probabilmente, se lui fosse
stato con la ragazza le avrebbe trasmesso troppa negatività.
Ma allora, cos'è che voleva veramente? Chi poteva tirarla un
po' su di morale?
Sospirando, cercò di scacciare dalla mente la sua ossessione
per Cloud, tentando di sopprimere l'immagine del suo volto che si era
formato nella sua mente.
Stanca di camminare, si sedette su una panca di legno per riposarsi
qualche secondo e poggio il sacchetto di carta che teneva in mano,
contenente la spesa. Si lasciò andare contro lo schienale,
buttando indietro la testa e socchiuse gli occhi per via della forte
luce.
"Non avrei mai pensato di vederti in queste condizioni, eppure in
passato ci hai dato tanto di quel filo da torcere!" udendo quella voce,
Tifa alzò il capo per vedere a chi appartenesse.
Di fronte a lei c'era una persona che conosceva bene, ma che non vedeva
da ormai tanto tempo per poter provare rancore nei suoi confronti:
ormai gli screzi facevano parte del passato e di problemi ne aveva
già fin troppi. Nonostante tutto però,
preferì restare in guardia.
"Io invece non avrei mai pensato di rivederti vivo." disse la giovane
donna, realmente incredula; pensava che i Turks fossero scomparsi anni
prima, anche perché dalla battaglia contro Sephiroth non li
aveva più rivisti.
"E per quale motivo avrei dovuto essere morto?" domandò
quello, piuttosto spiazzato dall'affermazione appena udita,
nonché lievemente offeso. I Turks non erano mica delle mezze
calzette!
"Semplicemente perché non ti ho più visto in giro
a far danni. E mi sto riferendo a tutti voi della ShinRa."
spiegò la mora, passandosi una mano fra i capelli ed
esibendo un sorrisetto divertito, avendo notato di aver colpito Reno
nell'orgoglio.
Restarono in silenzio per qualche minuto ad osservarsi, probabilmente
entrambi stavano aspettando che uno dei due parlasse, finché
non fu Tifa a prendere l'iniziativa.
"E dimmi Reno dei Turks... che cos'avete fatto per tutto questo tempo,
senza l'illustre
Presidente farvi da guida?" chiese, esibendo un tono
disgustato nel nominare Rufus, l'unico verso il quale non avrebbe mai
smesso di portare rancore, nonostante fosse morto.
Erano stati a causa sua la maggior parte dei problemi riguardanti
Midgar. Lui e suo padre avevano guidato l'orchestra, prestando
attenzione solo al loro potere e ai loro sporchi soldi, ignorando il
resto del mondo.
"Veramente il Presidente..." s'interruppe per un attimo, fermandosi in
tempo prima di dire ciò che avrebbe dovuto tenersi per
sé "Beh, senza il Presidente è un'altra storia,
non avevamo più un lavoro. Ma con Tseng alla guida, abbiamo
ugualmente tirato avanti: ci stiamo dando da fare per rimediare a
ciò che abbiamo fatto in passato." disse con un tono
solenne, cosa che fece capire a Tifa che non stava mentendo.
"Non l'avrei mai creduto possibile da persone come voi, ma in fondo
è vero che la gente cambia." affermò, sollevata
dal fatto che i vecchi nemici adesso avevano messo la testa apposto.
"E tu? Che hai fatto? Ho sentito dire che vivi con degli orfani." fece
un passo in avanti avvicinandosi di più alla ragazza, pronto
ad ascoltarla.
"Sì, è vero. Lo faccio per aiutare i bambini. E
poi, ho riaperto il Seventh Heaven." quest'ultima frase
interessò particolarmente il Turk, che essendo un
frequentatore assiduo di qualunque posto in cui vendessero dell'alcool
ne fu entusiasta.
Conosceva il pub che la ragazza gestiva anni prima, ma non ci era mai
andato per mancanza di tempo e poi, ovviamente perché
più tardi il Settore 7 era stato distrutto.
"Interessante, credo proprio che un drink da te non me lo
farò mancare!" esclamò strizzando l'occhio a
Tifa, che gli sorrise serena in un primo istante per poi rivolgergli un
ghigno divertito.
"E chi ti ha detto che la tua presenza è gradita?" Reno
però non si fece scoraggiare, dato che aveva la risposta
pronta che non tardò ad arrivare, accompagnata da un
sorrisetto ironico.
"Tanto per cominciare non staresti qui a parlare con me. E poi... sono
comunque un cliente." la ragazza scosse la testa, quel tipo non sarebbe
mai cambiato. La sua ironia era un particolare che non le era mai
sfuggito, le volte in cui si erano scontrati non lo aveva mai visto
serio.
Non che fosse un idiota, ma il sarcasmo era una caratteristica che
faceva parte di Reno, da sempre e se tempo prima lo aveva odiato per
questo, adesso la faceva sorridere. Probabilmente perché non
lo vedeva più come un nemico.
Lo sguardo di Tifa si posò sul sacchetto della spesa che
aveva vicino, così guardò l'orologio che teneva
al polso e si rese conto dell'ora che si era fatta. Non era tardi, ma
doveva dare una ripulita al locale e preparare la cena.
Afferrò la busta di carta, si alzò in piedi e
fece qualche passo verso Reno.
"Dovrei andare. Non avrei mai immaginato di dirlo ma... è
stato un piacere rivederti." disse, porgendo la mano al ragazzo, che
non aveva smesso di osservarla neppure per un istante.
"E se invece volessi accompagnarti?" si offrì lui, per nulla
intenzionato a lasciarla andar via. Non le era dispiaciuto affatto
stare in sua compagnia e di certo, non voleva separarsi da lei tanto
presto.
Tifa stette per qualche secondo a guardarlo incredula, poi
però accettò di buon grado.
"D'accordo. Questa però la porti tu!" esclamò,
posandogli poco delicatamente il sacchetto tra le mani e aumentando il
passo in direzione del Seventh Heaven. Lui la seguì,
restando appositamente indietro per godersi la visione del corpo di
Tifa -beh, è pur sempre un uomo, no?
Durante il tragitto chiacchierarono del più e del meno,
evitando di toccare l'argomento Geostigma e soffermarsi a parlare dei
poveri orfani affetti dal virus. A entrambi faceva male discuterne,
dato che entrambi conoscevano almeno una persona che avesse quella
brutta malattia.
A Reno veniva in mente Rufus. Il Presidente della ShinRa era ancora
vivo all'insaputa di tutti, solo i Turks ovviamente ne erano a
conoscenza. L'uomo che gli faceva da guida aveva contratto il virus,
era stato molto sfortunato e lui, era tra quelle persone che stavano
abbandonando la speranza, consci che la morte si stava avvicinando.
Al giovane Turk, faceva male quella situazione, perché Rufus
da quando aveva scoperto di avere la Geostigma, non era più
se stesso. Certo, ancora aveva grandi ambizioni e il suo obiettivo di
far rinascere la ShinRa -con nuovi propositi- era ben impresso nella
sua mente. Però, purtroppo gli si leggeva in faccia che era
stanco e che non aveva più molta voglia di andare avanti; il
suo sguardo era spento e la sua espressione era perennemente cupa.
Non aveva più neppure la forza per arrabbiarsi con Reno,
quando combinava qualche casino dei suoi, o quando si lasciava andare a
lunghi sproloqui inopportuni.
Anche in quel momento il ragazzo stava pensando alle condizioni del
Presidente, per cui Tifa, accortasi del suo attuale stato d'animo
cercò di riportarlo alla realtà.
"A cosa stai pensando? Non ti ho mai visto così pensieroso."
fermò i suoi passi per poterlo guardare negli occhi e per la
prima volta si rese conto di colore fossero: un bellissimo verde
smeraldo.
"Eh? No, niente. Non farci caso." detto questo, per nulla intenzionato
a parlare, tirò dritto verso l'abitazione di Tifa che si
trovava ormai a pochi passi di distanza. Lei fece spallucce e non gli
chiese più niente, consapevole che qualunque cosa avesse
Reno, non la riguardava.
Estrasse la chiave del Seventh Heaven dalla tasca dei pantaloni e
aprì il portone, invitando l'altro ad entrare e facendogli
cenno di posare la busta sul bancone.
Lui obbedì e lasciò il sacchetto sul ripiano in
legno, mentre lei andò al piano superiore per vedere se
c'erano Marlene o Danzel. Si soffermò a studiare le
bottiglie sulla mensola che stava attaccata alla parete e
pensò che bersi un drink non gli sarebbe per niente
dispiaciuto.
Udendo il rumore dei passi sugli scalini, si voltò verso la
ragazza che gli disse che i due bambini non c'erano e che probabilmente
erano usciti. Lui rimase a guardarla mentre riponeva il cibo appena
comprato.
"Che ne dici di offrirmi qualcosa da bere? Sai... la mancia..." disse
lui, indicando la busta che Tifa stava ripiegando con cura.
"Va bene. Che cosa vuoi?" domandò mentre andava dietro al
bancone. Si mise di fronte a Reno e si appoggiò con i gomiti
sul piano di legno, in attesa che lui decidesse.
"Uhm... una Tequila." lei spalancò gli occhi, provando quasi
disgusto. A quell'ora non sarebbe mai riuscita a bere una roba del
genere, ma forse lui doveva esserci abituato.
Si voltò per prendere la bottiglia e un bicchiere e
versò il liquido in esso, porgendolo poi a Reno, che come al
solito era rimasto ad osservare ogni suo movimento, quasi incantato.
Aveva sempre pensato che Tifa fosse carina, ma ora che aveva la
possibilità di guardarla così da vicino doveva
ammettere che era proprio bella. Adesso capiva come mai Rude ne fosse
attratto, come dargli torto?
Afferrò il bicchiere e lo portò alle labbra,
prese un lungo sorso di Tequila e lo riappoggiò sul ripiano.
"Senti ma il tuo amico dov'è? Non credo sarebbe tanto felice
di vedermi qui." sghignazzò lui al pensiero dell'espressione
truce che Cloud gli aveva sempre rivolto.
"Ti riferisci a Cloud per caso?" domandò Tifa, sforzandosi
di sorridere.
"Sì, proprio lui. Ricordo ancora l'ultimo scontro... non ho
intenzione di avere a che fare ancora con la sua spada." dicendo questo
si toccò istintivamente la spalla, ricordando il doloroso
contatto con l'enorme Buster Sword.
"Di questo non devi preoccuparti. Lui... non verrà."
l'espressione della ragazza si fece piuttosto cupa, perdendo il sorriso
spensierato che aveva fino a poco prima. Reno capì di aver
detto qualcosa di inappropriato e si sentì in colpa,
consapevole di essere lui la causa di quel cambiamento d'umore.
"Oh... scusa. Devo aver detto qualcosa di sbagliato." le disse,
portandosi una mano sulla fronte in preda al nervosismo.
Entrambi rimasero a lungo in silenzio, senza sapere cosa dire e
lasciando che attorno a loro si creasse una leggera tensione. Reno
avrebbe voluto dirle qualcosa, ma non riusciva a trovare le parole.
Fu Tifa a spezzare quel silenzio, cominciando a parlare di Cloud,
ritenendo che probabilmente l'altro fosse curioso di sapere dove si
fosse cacciato il suo amico d'infanzia.
"Lui... non torna a casa da molto tempo ormai. Non so il motivo ma...
credo di poterlo intuire. Cloud non è mai riuscito a
perdonarsi per la morte di Aerith e molto probabilmente si sente in
colpa anche per quella di Zack.
Le ultime volte che l'ho visto era parecchio silenzioso, più
del solito almeno! Però ha scelto un momento critico per
andarsene, qui abbiamo bisogno di lui: Danzel ha bisogno di lui. Io...
ho bisogno di lui. Da sola non ce la faccio!" terminò la
frase senza nascondere l'immensa tristezza che le incupiva il volto.
Tifa soffriva per quell'abbandono, ma non ne aveva mai parlato a
nessuno prima di allora. E senza pensarci due volte, si era confidata
con Reno: non se ne capacitava in effetti, ma in fondo, non le
importava.
Si sentiva un briciolo meglio di prima, perché si era
svuotata da alcuni pensieri che la tormentavano da tanto tempo.
Reno, nel vederla così provò compassione: davanti
a sé non c'era la Tifa forte e aggressiva di un tempo, ma
una ragazza che non conosceva. La vedeva fragile e tremendamente
disperata, affossata dagli eventi.
Istintivamente appoggiò la mano sulla spalla di Tifa,
stringendola lievemente fra le dita. Alzò lo sguardo e
notando le sue guance inumidite dalle lacrime, sentì la
rabbia crescere dentro di lui.
"Non lo merita, smettila." sbottò duramente. Non ce l'aveva
ovviamente con lei, ma con Cloud che l'aveva ridotta così.
"Come puoi piangere per uno che ti ha lasciata da sola, con un branco
di orfani affetti dalla Geostigma? Dovrebbe essere qui e aiutarti a
reggere questo fardello, invece è chissà dove a
piangersi addosso! Uno così mi fa solo schifo, lascia che te
lo dica. E tu, falla finita per favore!" non avrebbe mai voluto usare
un tono tanto brusco, ma non era riuscito ad impedirlo. Le parole gli
erano uscite così, troppo arrabbiato per potersi contenere.
"Pensi che non lo sappia? Ma che diavolo dovrei fare allora?!
gridò in preda al pianto, passandosi bruscamente una mano
sugli occhi, nel tentativo di asciugare le lacrime.
Il giovane Turk, che prima era seduto sullo sgabello, si
arrampicò sul bancone sedendovisi sopra, in modo da
avvicinarsi a Tifa e stringerla fra le sue braccia. Se avesse detto
solo un'altra parola, probabilmente l'avrebbe ferita, per cui aveva
deciso di confortarla in un altro modo. Anche perché, non
era bravo a parlare in una situazione simile.
La ragazza non ebbe neppure la forza di protestare -normalmente non
gradiva essere toccata quando era in quelle condizioni, preferiva
restare da sola. Si lasciò andare e si aggrappò
con forza alla giacca di Reno, affondando il viso contro al suo petto.
Voleva solo sfogarsi, liberarsi una volta per tutte di quel maledetto
peso che si portava dietro da troppo tempo. Lei non piangeva mai, era
solita tenere dentro le sue emozioni e ora, le stava buttando fuori
tutte insieme.
Era grata a Reno di trovarsi lì, perché se fosse
scoppiata a quel modo da sola era convinta che avrebbe sofferto il
doppio. Ma quella volta c'era lui, c'erano le sue mani ad accarezzargli
i capelli, c'era il suo respiro a rassicurarla.
Se gliel'avessero detto anni prima, che un giorno proprio Reno dei
Turks l'avrebbe consolata, si sarebbe messa a ridere sguaiatamente. Non
ci credeva nemmeno lei, la situazione che si era creata era delle
più strane.
Pian piano, le lacrime smisero di scendere dai suoi occhi e, prendendo
un paio di lunghi respiri, riuscì a calmarsi. Si
scostò dall'abbraccio e si asciugò il viso,
ricomponendosi.
"Va meglio ora?" domandò lui apprensivo e chiaramente
sollevato che Tifa avesse smesso di piangere.
"Sì... grazie..." gli disse sorridendo debolmente "Mi
dispiace averti coinvolto in questa seccatura." quel poveretto l'aveva
rivista dopo un paio di anni e le era scoppiata davanti. Se non si
fosse più fatto vere, non l'avrebbe di certo biasimato.
"Figurati. È il minimo, dopotutto è stata colpa
mia. Se solo imparassi a stare zitto..." rise nervosamente, dandosi
dell'idiota per ciò che aveva fatto. Tifa però
scosse la testa contrariata.
"Quelle cose me le tengo dentro da un sacco di tempo. Che tu abbia
introdotto l'argomento forse è stato solo un bene, per
questo sento di doverti ringraziare." la ragazza gli rivolse un sorriso
pieno di riconoscenza, che rassicurò l'altro.
Reno si ricordò improvvisamente della Tequila lasciata a
metà -e che aveva spostato di lato prima di sedersi sul
bancone- così la prese e la buttò giù
in un sorso, sentendone il bisogno.
Dopo una scena simile, sentiva di dover bere qualcosa e forse, anche di
fumarsi una sigaretta, ma avrebbe evitato.
"Penso che tu ti sia guadagnato un altro drink." e senza attendere
alcuna risposta, prese il bicchiere che l'altro teneva in mano e ci
versò dentro la Tequila.
"Oh, grazie." disse. L'istinto lo portò anche ad aggiungere
dell'altro, ritornando al discorso di poco prima "Ah, e comunque lo
farei di nuovo." Tifa lo guardò perplessa, non avendo capito
tale affermazione.
"A cosa ti riferisci?" domandò dopo qualche secondo passato
a scrutare il ragazzo.
"Intendo, che semmai avessi ancora bisogno di... non so, incazzarti,
sfogarti o quel che ti pare... posso darti il mio sostegno." Reno si
sentì stupido per come aveva detto quelle parole. Non era da
lui esitare, lui aveva sempre qualcosa di pronto da dire, mai si era
trovato nella situazione di tentennare mentre faceva un discorso. Anche
Tifa se ne accorse, infatti soppresse una risata.
"Beh, ti ringrazio. Ma non vedo perché dovrei sfogarmi con
te, è stato solo un caso Reno dei Turks."
disse lei con ironia, marcando volutamente quelle tre parole con tono
scherzoso.
"Ah davvero? Beh, tesoro, sarai tu a perderci. E non tornare da me
strisciando!" le rispose di rimando lui, assumendo la stessa
tonalità ilare che aveva usato la ragazza. Entrambi
scoppiarono a ridere, sollevati anche dal fatto che la tensione era
definitivamente svanita.
Notando l'orologio appeso alla parete di fronte a lui, Reno
notò quanto fosse tardi: probabilmente gli altri lo stavano
aspettando, così a malincuore scese dal bancone per poi
salutare Tifa.
"Devo tornare dagli altri." disse senza riuscire a nascondere il
dispiacere. La ragazza annuì e gli sorrise, rivolgendogli un
muto ringraziamento.
"Ti accompagno alla porta." insieme si diressero verso l'uscita
mantenendo un'andatura lenta, cercando di prolungare quel momento.
Nessuno dei due aveva intenzione di separarsi.
Tifa si arrestò davanti al portone e si voltò
verso il ragazzo.
"Torna pure quando vuoi. Tu e i tuoi amici mi fareste guadagnare
sicuramente una fortuna!" esclamò, convinta che se gli altri
bevevano quanto Reno, ci avrebbe solo guadagnato. Anche se... a dire il
vero non era solo per quello.
Il ragazzo annuì e nel momento in cui lei mise una mano
sulla maniglia, aprendola un poco, lui senza pensarci un attimo
l'afferrò per i fianchi e unì le labbra con le
sue. Si rese conto di aver desiderato quella bocca dal momento in cui
l'aveva vista, non era riuscito a frenarsi.
Dopo un'incredulità iniziale per via della sorpresa, Tifa si
lasciò andare a quel bacio e si aggrappò alle
spalle di Reno, trasportata dall'emozione che stava provando. Era
piacevole e sentire quelle mani delicate che ancora una volta le
accarezzavano i capelli, la rilassarono completamente. Doveva ammettere
di sentirsi protetta fra le braccia di quel ragazzo.
O almeno, quella sensazione di sicurezza durò fino a che la
mano di lui andò a posarsi non poco delicatamente sul suo
sedere e, grazie ai riflessi pronti che aveva acquisito con gli anni,
fu veloce a tirargli uno spintone che lo fece finire fuori dal locale,
accompagnato dalle grida di Tifa.
"Ma dai, era solo uno scherzo!" cercò di giustificarsi Reno
e in effetti, non l'aveva fatto di proposito: era istinto quello. Lei
però non ne volle sapere e rivolgendogli un'occhiata truce
lo invitò ad andarsene immediatamente.
"Non ti azzardare a tornare, deficiente!" disse urlando e sbattendo la
porta, sotto lo sguardo incredulo e al contempo divertito del Turk. In
fondo se l'era cercate... però senza sapere
perché era sicuro che se fosse tornato, Tifa ne sarebbe
stata felice.
E infatti, all'interno del locale, la ragazza se ne stava appoggiata al
portone con un sorrisetto stampato sul volto. Nonostante l'ultimo ed evitabile, non
gli era dispiaciuto come si erano evolute le cose.
Trovava un peccato che Reno se ne fosse già andato, ma tanto
sapeva perfettamente che la sera stessa se lo sarebbe ritrovato
davanti. Eccome se sarebbe successo.
[Fine.]
Angolino
di Cami:
Finalmente ho scritto una RenoTifa. È da mesi che me lo dico
e finalmente ce l'ho fatta!
Li trovo adorabili questi due... forse perchè sono i miei
due personaggi preferiti di FFVII ed io tendo spesso ad accoppiare i
miei prediletti. Ma comunque sia, penso ce li vedrei bene ugualmente!
*O*
Spero che abbiate apprezzato, ma soprattutto spero di non essere andata
OOC... cosa che temo. Ho cercato di rendere Reno per come è,
ma soprattutto tentando di evitare di renderlo un cretino come in AC.
Tifa ho dovuto renderla fragile per via degli eventi, ma spero di non
averla fatta troppo melensa. Insomma, fatemi sapere!
Nel complesso, a me piace com'è uscita, ma anche un parere
dei lettori non mi dispiacerebbe.
Allora alla prossima! :D
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