Titolo: Dolcetto o Scherzetto?
Autore: Daniela
Fandom: Attenti a quei due
Beta: Carla
Pairing: Danny/Brett
Personaggi: Brett Sinclair, Danny Wilde
Rating: PG13
Genere: romantico (non troppo fluffoso. A
me e Danny veniva il diabete al solo pensiero ç_ç
Avvertimenti: slash, vampirismo
Info: scritta per il “Dolcetto
o Scherzetto Fest” di fanfic_italia
e dedicata a Carla,
che è stata traviata da me medesima sullo slashare
impunemente questo telefilm anni '70.
Si noti che la beta voleva che i due facessero le cose cattive
cattive,
ma con il fluff come prompt d'obbligo... non ho avuto cuore! XD
Già far
dire certe cose a Brett è contro natura, figuriamoci il
sesso XDDD
In ogni caso è tutta per lei, Santa Narcissa Beta da
Roncolandia, whit love! <3
Disclaimer:
inutile dire che il distinto Lord inglese e lo sbarellato petroliere
americano non mi appartengono e nessuna violazione del copyright
è
intesa. Roger Moore e Tony Curtis appartengono a loro stessi, anche se
vorrei tanto fossero miei ç____ç
Note della Beta: TU mi
hai rovinata, per tua stessa ammissione, con questo pg ed ora TU, il
Grande Burattinaio delle NC17 pensi di cavartela con un
PG13??!
Non.credo.proprio.
Per
cui, mia cara, datti da fare…per la prossima shot (da
scrivere entro
Giorni 3 pena l’utilizzo della roncola contro la tua persona)
PRETENDO,
anzi, ESIGO una NC17 della serie “di tutto e di
più” – non so se mi
spiego
Eheheheheh!!
Nota mia: sono una donna rovinata... q.q
-Dolcetto o scherzetto?-
Brett
Sinclair si strinse forte la radice del naso, gesto che ormai ripeteva
troppe volte, perché quella richiesta puerile, rivoltagli
per
l’ennesima volta in quella serata, fu la classica goccia che
fece
traboccare il vaso. Ignorò chi aveva posto la domanda, si
versò un
bicchierino di ottimo sherry, quello che sua zia, Lady Ariemore, gli
spediva ogni anno dalla Scozia e lo ingollò senza
ripensamenti.
-Dolcetto
o scherzetto?- ripeté la voce insistente, soffiandogli fiato
caldo sul
collo, e Milord fu obbligato a rabbrividire, ma non di fastidio.
-Danny…-
iniziò con un sospiro stanco -Smettila. Non siamo a New
York, Dallas, o
dove diamine tu sia nato, siamo a Londra, Inghilterra, grande Madre
Patria. Ricordi? Ed io NON voglio sentire parlare, ogni cinque minuti,
di una stupida festa di Halloween.-
L'altro lo ignorò e sorrise
contro la pelle della sua nuca, affondando il naso tra i suoi capelli
biondi e tenendo le mani appoggiate sulla spalliera della poltrona, ove
sedeva il Lord. -Non sei divertente, Sua Signoria. E' una bella festa.-
-Non
voglio essere divertente, idiota. Sono un Pari del Regno, rammenti? Mi
stai già molestando sessualmente, ma non intendo certo
travestirmi da
Licantropo perché tu hai voluto mascherarti da Vamp... oh!-
Sinclair
rabbrividì più forte e, questa volta, i suoi
occhi color del cielo si
chiusero appena, mentre i denti dell'americano affondavano nella tenera
epidermide sotto l'orecchio.
Ok, va bene. Era Halloween, d'accordo. Ma Danny lo stava per
caso mordendo come un vero Vampiro?!
Percepì
i canini del moro affondargli nella carne ed emise un gorgoglio
stranito. Il palmo di Wilde gli passò sul petto, come a
tranquillizzarlo, e lui si rilassò, mentre avvertiva le
labbra
dell'amico arricciarsi e suggere il suo sangue. La testa prese a
girargli, ma quella mano che si muoveva in lenti cerchi concentrici sul
suo petto, gli infondeva un curioso senso di calma.
Si lasciò andare
con il capo posato sulla spalla di Danny e si morse il labbro
inferiore. Dita agili slacciarono la camicia che indossava e
s’intrufolarono sotto la stoffa ad accarezzarlo.
Brett non aveva
l’esatta percezione di cosa stesse accadendo, tuttavia decise
che fosse
tutto giusto e che quel rompipalle americano fosse perfetto, in quel
momento.
Oh sì, in fondo quel bifolco sarebbe
stato sempre
perfetto, se non avesse avuto la faccia da schiaffi più
irritante del
Regno e non fosse stato così dannatamente basso. E poi...
poi quando lo
guardava si sentiva così felice! Ma non lo avrebbe mai
ammesso, no no no! Non avrebbe mai confessato che,
in fondo, quel petroliere con la sindrome del cowboy gli piaceva.
Per
non parlare del fatto che Wilde, nudo,mentre lo scopava a morte, era
cosa buona e giusta e fonte, per lui, d’immenso piacere.
Le labbra
di Danny si staccarono con uno schiocco deciso e Sinclair si
girò a
fissarlo con gli occhi annebbiati, scorgendo, quasi fosse un flash, la
lingua dell'altro saettare sulle labbra sottili, leccando via un rivolo
rosso.
I loro sguardi s’incrociarono e Milord si sentì
stranamente
audace. -Ti picchierei a sangue, sai?- blaterò
-Però ti bacerei anche,
quindi, adesso, vieni qui.-
Lo afferrò per il colletto e Danny non fece storie, anzi,
ghignò. Cosa diamine aveva da ridacchiare, quella
sottospecie di nano da giardino in versione cowboy vampiro?!
Si domandò Sinclair, mentre intrecciava le loro lingue ed
assaporava il bizzarro sapore del compagno.
Sua
Signoria si alzò dalla poltrona, allontanandosi da quelle
labbra
spudorate, afferrò il petroliere per un braccio, ed insieme
andarono
verso il divano, dove si lasciò stendere e baciare fino allo
sfinimento, dopo aver strappato a Wilde le finte ali da pipistrello.
-Sei
un VERO Vampiro?- gli chiese con tono un po’ allarmato,
mentre veniva
azzannato una seconda volta ed un gemito acuto gli sfuggiva dalla gola.
-Certo
che sì, Brett.- rispose l'americano, sorridendo ancora -Non
vedi? Ti
sto succhiando il sangue... però io sono un Vampiro
speciale: mordo
solo chi amo.-
Il Lord mugolò incoerentemente contro di lui, non
chiedendosi perché dopo UN solo bicchiere di sherry fosse
già in quello
stato pietoso, bensì come mai Danny gli avesse confidato un
qualcosa di
così speciale, vista la sua abituale
ritrosia a manifestare i propri sentimenti, che nascondeva
accuratamente sotto i suoi modi da spaccone.
-Anche io
ti amo, asino che non sei altro.- ci tenne orgogliosamente a precisare,
e Wilde lo spinse ancora di più a sprofondare tra i cuscini
damascati
del sofà, sogghignando apertamente e facendogli cose che
Brett, da
sobrio, non avrebbe mai acconsentito a farsi fare,
neppure una volta morto e stecchito nella bara, come il suo povero zio
Angus.
**
Il
mattino successivo il nobiluomo inglese aprì gli occhi,
avvertendo le
palpebre pesanti come le pietre di Stonehenge. Sospirò
affranto quando
si rese conto che non solo era completamente nudo, ma che la segheria
in funzione, che sentiva al suo fianco, nel suo letto,
non era altro che Danny che russava e sbavava sul cuscino.
Ignorando
il bruciore che percepiva in punti del proprio corpo, di cui nemmeno
avrebbe voluto conoscere l’esistenza, strisciò
fuori dalle lenzuola e
indossò quell'orrenda vestaglia, che la zia Mathilda aveva
voluto
regalargli a tutti i costi perché un Lord del tuo
rango deve sempre indossare colori sobri.
Povera
zia Mathilda... cinquant'anni fingendo di non essere daltonica, non le
avevano comunque impedito di donargli una veste da camera color verde
ramarro. Era orribile, ma il lato positivo era che teneva lontano Wilde
al momento opportuno.
Mentre si versava del latte in un bicchiere,
gli sovvennero alla mente ricordi confusi riguardo alla sera prima e,
di scatto, si portò una mano al collo, non sentendo i fori
che il morso
di un vero Vampiro gli avrebbe dovuto lasciare. Perplesso, si diresse
allo specchio per osservare la propria pelle da vicino, ma non
trovò
alcun segno. Curioso… eppure ricordava
perfettamente Danny che
lo mordeva, il sangue che colava dalle labbra del moro, lui che se lo
leccava via in maniera licenziosa e poi… le parole d'amore
che questi
gli aveva sussurrato...
E scrutandosi meglio si arrabbiò a morte,
perché sul suo collo, pur non essendoci nessunissimo foro di
canini,
c'era invece, in bella mostra, il segno dell'intera arcata dentale di
quell'idiota!
E s’infuriò ancora di più quando,
dentro una bassa
fioriera, scovò una confezione di sangue finto, usata per i
trucchi di
Carnevale, sicuramente servita a quel petroliere da strapazzo, per
simulare la scenetta della sua vampirizzazione.
Ma la cosa
peggiore, quella che gli fece davvero perdere tutta la sua flemma
britannica, fu vedere chiaramente, accanto alla bottiglia del suo
prezioso sherry, un flacone di Penthotal, l'anestetico più
comunemente
conosciuto come “siero della verità”.
-Danny!- sbraitò, con le
lacrime agli occhi. Quel bastardo americano aveva usato su di lui un
trucchetto da servizi segreti! Lo aveva indotto a confessare, contro la
propria volontà, cosa celasse nel cuore.
Avrebbe impiccato quello stramaledetto yankee al centro del
cortile di Buckingam Palace ed avrebbe ballato sul suo cadavere!
Due
braccia salde gli cinsero la vita e delle mani forti strinsero le sue.
-Non prendertela…- sussurrò la voce assonnata di
Wilde dietro alla sua
schiena. –Anch’io sono uno che ha bisogno di
conferme, sai?-
Brett deglutì nervosamente. -Non era necessario... quello.-
-Oh,
sì che lo era. Avresti dovuto sentirti quando mugolavi che
mi ami sopra
ogni altra cosa. Hai gonfiato di molto il mio ego.-
ridacchiò
dolcemente l'altro, baciandogli a fatica la nuca. Dio,
perché doveva essere così tappo?!
-Bastardo.-
soffiò ancora Sinclair, cedendo comunque e ricadendo sullo
stesso
divano della sera prima, dove i pezzi del travestimento del petroliere
erano sparsi in giro come semi in un campo di grano.
-Troppo buono,
Sua Signoria. La amo immensamente.- Danny non gli diede il tempo di
replicare. Gli chiuse la bocca con un bacio, meditando fra
sé quale
travestimento avrebbe potuto utilizzare per la festa di Halloween
dell'anno successivo.
FINE
|