Capitolo
00 - Autoconclusivo
“ Vorrei
dirtelo ma non ci riesco: a volte non riesco ad essere onesto.
“
[One Love]
Gli
era sempre sembrato strano come determinati sintomi si manifestassero
solo quando era in sua presenza.
Sudorazione
eccessiva, balbettamenti, evidente incapacità di muoversi
con una
coordinazione umana.
Solo
dopo molto tempo aveva anche cominciato a comprendere i reali
comportamenti che il proprio corpo teneva anche senza che le sue
sinapsi ordinassero qualcosa di realmente concreto.
Il
solo pensarci, lo faceva ridere. Esserci arrivato così,
all'improvviso, leggendo un manga, era paradossale.
Anzi, aveva
del grottesco.
Aveva
sempre pensato di non essere una persona del tutto normale riguardo
il proprio sviluppo e orientamento sessuale.
Era
capace, si, di affermare con una certa sicurezza che una ragazza era
bella e affascinante, ma era ancora più certo di riuscire a
portarsi
a letto un avvenente ragazzo conosciuto in un bar piuttosto che una
ragazza.
Il
fatto che fosse gay lo aveva turbato fino ad un certo punto.
Inconsciamente, ci era arrivato da chissà quanti mesi.
Averlo
accettato, gli aveva solo fatto pensare più seriamente ai
problemi a
cui andava incontro.
La
società giapponese, così come quella di tanti
altri paesi che si
definiscono “civili”, avrebbe avuto molti problemi
ad accettare
una cosa “disgustosa” come quella.
Nessuno
avrebbe mai assunto un finocchio in un'azienda. Nessuno, ovviamente,
lo avrebbe mai affermato in una conferenza stampa, ma era piuttosto
intuibile.
Il
giovane sospirò e appoggiò il manga sul comodino,
fissando il
soffitto. Faceva caldo a casa di Sho, dove erano stati invitati tutti
gli Arashi al completo per festeggiare l'ennesimo sold out di una
tappa molto prossima di un concerto.
Per
essere appena primavera, il caldo era quasi torrido. Il ragazzo
indossava una canotta di un concerto e un paio di pantaloncini lunghi
fino al ginocchio era era sdraiato dentro al futon estivo che gli
arrivava fino alla vita.
Era
ancora concentrato sui pensieri della propria omosessualità
quando
la porta si aprì di colpo.
Sorpreso
e spaventato allo stesso tempo, il giovane all'interno si
alzò di
scatto a sedere. Sulla soglia, con una maschera di stupore e quasi di
terrore, si trovava Nino, che si lanciò con poche cerimonie
contro
il malcapitato.
<<
Riida, è successa una cosa terribile. >>
esclamò a voce alta
nascondendo il volto nell'incavo della spalla del leader.
<<
Nino... cos-cosa è successo? >>
domandò il ragazzo atterrito.
Era
strano vedere Nino in un atteggiamento del genere. Di solito era il
sorridente e compassato Nino. In un momento normale non si sarebbe
mai lanciato in simili intimità, considerando anche il fatto
che da
qualche tempo a quella parte, il compagno non solo era più
glaciale,
ma nei talk show o nei making of dei vari promotional video era
decisamente troppo sarcastico.
Sfiorava
quasi l'offensivo o il pesante.
<<
Non ci puoi credere, Riida. >>
Nino
si rialzò dall'abbraccio in cui aveva stretto il leader e si
sedette
vicino alle sue gambe.
<<
Dimmi, vedremo come risolvere il problema. >> lo
incoraggiò
cercando di controllare il tremito nella voce.
Era
troppo tempo che non lo aveva così vicino. A causa di
qualcosa che
ancora non comprendeva appieno, gli Ohmiya si era leggermente
allontanati.
<<
Ecco, è un discorso lungo Riida. Quanto tempo hai?
>> domandò
Nino guardandolo negli occhi.
Ohno
inghiottì quasi rumorosamente. Non sarebbe riuscito a
spostare lo
sguardo nemmeno se avesse posseduto tutta la forza di
volontà del
mondo. L'altro gli sorrideva, come gli sorrideva quando facevano gli
scemi davanti alla stampa o ai concerti o ai talk.
Era
sereno e imbarazzato, con la mano che si sistemava goffamente i
capelli ancora ingellati.
“Ho
provato a stendere la mia mano più e più volte,
per poterti quasi
sfiorare nei miei ricordi ”
(Ashita no Kioku]
Improvvisamente,
uno strano coraggio lo spinse a fare più di quello che il
suo
cervello aveva preventivato.
Gli
afferrò con forza la mano, stringendola fra le sue come se
questo
potesse darti la forza di raccontarmi tutto quanto, fin dal
principio, spiegandogli finalmente il perché di quel
radicale
cambiamento, tale da far desidera ad Ohno di urlare a Nino la sua
frustrazione per quell'improvviso allontanamento e perché
era
diventato quel Nino, così diverso da
quello di cui si era
innamorato.
Il
moro ricambiò la stretta, quasi rassicurato dal fatto che
bene o
male il Riida era sempre disposto ad ascoltarlo, nonostante il
comportamento tenuto nei suoi confronti.
<<
Ho tutto il tempo che tu vorrai dedicarmi di nuovo, Kazunari.
>>
rispose il giovane, serio in volto.
Non
voleva più scherzare o ridere.
Solo la verità. Qualunque questa
fosse. Probabilmente anche Nino aveva compreso che era arrivato il
momento di dire le cose come stavano.
Prese
perciò un profondo respiro e tornò a fissare il
Riida negli occhi.
<<
Da quando ho iniziato a mostrarmi più freddo nei tuoi
confronti, Jun
ha pensato che probabilmente fra di noi c'era qualcosa che non
andava. >> iniziò.
<<
Credo che avesse pienamente ragione. Il tuo atteggiamento mi ha
spiazzato. >>
commentò
Ohno interrompendolo.
Non
avrebbe dovuto usare, forse, un tono così secco nel fare
quella
constatazione piuttosto acida. Nino gli sembrava già
abbastanza
abbattuto.
<<
Hai ragione Riida. Ma c'era davvero qualcosa che non andava. Ho avuto
dei pensieri che non potevo rivelarti. Non volevo che tu ti
allontanassi da me. E perciò ho deciso di troncare io il
tutto, per
evitare che tu soffrissi a causa mia. >>
Il
leader si appoggiò meglio con le spalle al muro, allibito
<<
Kazu, che cosa stai dicendo? Cosa potresti fare mai di così
terribile per farti odiare da me? Sei scemo. >> concluse
ridendo.
<<
Sta di fatto che da quel periodo, Jun non fa altro che provarci con
me. Mi sta sempre intorno, è morbosamente attaccato a tutto
quello
che faccio. E prima, sotto la doccia, ha cercato di toccarmi.
>>
Nino
rabbrividì al solo pensiero. Per lui Jun non era mai stato
altro che
un caro amico. Che all'improvviso si fosse rinvenuto e avesse deciso
di buttarsi appassionatamente addosso a lui sotto la doccia, era
comunque incredibile da credere o da sentire.
La
faccia del Riida però, lo ripagò di molte
incertezze. Il volto di
solito calmo e pacato e a volte un po' tonta del loro leader, era in
quel momento deformata in una smorfia di ira e gelosia, con le gote
rosse e le mani strette a pugno, intorno al futon.
<<
Cosa stai dicendo, Kazu? >> ringhiò Ohno
facendo dei respiri
profondi per calmarsi.
<<
Riida, non dirmi che sei geloso di Jun? >>
esclamò il moro ad
occhi sgranati.
“ Il
battito del mio cuore mi attraversa il petto e si riversa trasportato
dal vento. ” [Love
Situation]
<<
Nessuno dovrebbe ronzarti intorno. Tanto meno quel dongiovanni di un
Idol. >> sputò velenoso alzandosi in piedi e
dirigendosi a
grandi passi verso la porta
<<
Ehi, Riida. Dove vai? >> lo richiamò
preoccupato Nino.
<<
Da Matsumoto. A parlargli. >>
Kazunari sbiancò.
<<
Cosa? Riida per favore ragiona. >> gli corse dietro,
afferrandolo per un braccio poco prima che mettesse piede dentro la
stanza del loro compagno.
<<
Ragionare? Quello chissà che cosa poteva farti! Kazu, non
posso
sopportare oltre. >>
<<
Perché? >> domandò solo Nino mentre
Ohno gli dava la schiena
per entrare nella stanza.
L'altro
rimase immobile, senza voltarsi.
<<
Sei più importante di quello che potresti mai immaginare
Kazu. Non
posso permettere che Matsumoto ottenga quello che io non
avrò mai.
>>
Sempre rimanendo di schiena, Ohno strinse le mani a
pugno, arrabbiato.
<<
Da quando ho capito di essermi innamorato di te Kazu, non passava un
secondo senza che io pensassi a come potesse essere bello stare io e
te da soli, senza dover recitare una sorta di copione davanti alle
telecamere. E soltanto immaginare che lui lo possa
ottenere,
mi rende furioso. >>
Nino
rimase in silenzio.
A
lungo.
Ma
Ohno non aveva alcuna intenzione di voltarsi. Però se il
compagno se
ne fosse andato via, avrebbe sentito i passi che si allontanavano.
Eppure non aveva percepito nulla.
Probabilmente
era ancora fermo al suo posto, troppo shockato per poter replicare ad
una dichiarazione del genere.
<<
Riida, ti sei mai chiesto perché avessi cercato, inutilmente
devo
dire, di allontanarmi da te? >> domandò Nino
con un sospiro.
<<
Non ho mai cercato la risposta. Temevo che fossi disgustato dai miei
sentimenti, nonostante io l'abbia compreso e accettato appieno, solo
da poco tempo. Non posso perderti. >>
“ La
verità è che ho paura che, se lasciassi andare
questo ricordo tu
scompariresti. “ [Konseki]
Improvvisamente,
dietro di lui, scoppiò una risata fragorosa. Ohno si
voltò e vide
Nino che si piegata verso le ginocchia, tenendosi la pancia per le
troppe risate. Senza riuscire più a reggersi sulle proprie
gambe, il
più piccolo si accasciò sulle gambe, continuando
a ridere
incessantemente.
Ohno
si voltò di scatto, stupito. Era capitato raramente di
vederlo
ridere in quella maniera e, da un certo punto di vista, il leader era
felice di essere la causa di tanta ilarità.
Meglio
farlo ridere che farlo piangere, no?
<<
Kazu, tutto ok? >> si accertò comunque
avvicinandosi
lentamente.
L'altro
annuì, senza però smettere di ridere. Ohno si
accovacciò accanto a
lui, poggiandogli una mano sulla schiena scossa dai tremiti della
risata quasi nervosa.
Piegando
un altro po' la testa, il Riida poté osservare
però come il giovane
stesse contemporaneamente piangendo, mordendosi un labbro per
soffocare i singhiozzi.
<<
Kazu, che succede? >> domandò.
Il
moro non rispose e piano piano le risate fecero spazio al pianto.
Senza capire quel cambio di atteggiamento, Ohno si sedette a terra e
lo strinse in un abbraccio.
<<
Riida, sei proprio stupido. >> singhiozzò
l'altro alzando
all'improvviso la testa.
<<
Eh? >>
Ohno
osservò il volto che probabilmente amava da sempre, mentre
era
rigato dalle lacrime e per un secondo il suo cervello smise di
funzionare e non seppe che cosa fare o che cosa dire. Il giovane
sospirò e fece appoggiare la fronte contro la schiena del
compagno.
<<
Perdonami Kazunari. >> sussurrò.
Il
giovane smise di piangere e si appoggiò con la schiena al
muro del
corridoio, accanto a Ohno.
<<
Potresti dirmi tutto quanto adesso? >> domandò
il leader
riprendendo a stringere la mano del ragazzo che amava.
Nino
prese un profondo respiro. Poi si asciugò gli occhi
arrossati dal
pianto e le guance bagnate, cercando di darsi una specie di contegno
tale per continuare a parlare.
<<
Riida, possibile che tu non te ne sia mai accorto? >>
Ohno
socchiuse gli occhi ridacchiando.
<<
Kazu, devo proprio ricordarti che sono perspicace come un cetriolo
lesso? >>
<<
Si. Perché è anche questo quello che amo di te.
>>
Il
battito del leader iniziò ad aumentare in maniera
esponenziale e di
nuovo le parole faticarono ad uscirgli di bocca.
<<
Riida, ti amo anche io. Da non so quanto. So solo che senza di te la
mia vita non avrebbe il senso che ha adesso. >>
<<
Quindi posso andare a picchiare Jun, adesso? >> sorrise
l'altro.
<<
No, perché Jun non ha mai alzato un dito, né mi
ha mai molestato.
>>
Le
sopracciglia del più grande si aggrottarono.
<<
E allora perché prima hai fatto quella scenata?
>>
<<
Oddio Riida, ma devo spiegarti tutto quanto? E' stato Jun che mi ha
suggerito questa linea. Non trovavo il coraggio di parlarti. Ma lui
mi ha spronato perché ci vuole bene. E vuole che io e te
siamo
felici. >>
<<
Oh. Bene. Mi fa piacere. Mi ero già visto in ospedale con un
trauma
cranico. >>
I
due risero. Nino alzò di nuovo lo sguardo verso il compagno.
Finalmente sarebbe iniziata una nuova fase della sua vita, accanto al
suo Riida.
Gli
strinse con forza la mano, ancora ancorata nella sua e
poggiò la
guancia contro la spalla scoperta.
<<
Ti amo Riida. >> sussurrò piano.
<<
Anche io ti amo Kazu. >> replicò l'altro.
Ohno
appoggiò la fronte fra i capelli neri dell'amante e stretti
così
l'uno all'altro si riposarono.
“ Da
quando ho capito che quella cosa che brilla sei tu e non lo specchio
o il sole, dietro quelle nuvole gonfie di pioggia c'è sempre
una
luna sorridente ed una nuova storia d'amore. ”
[Love so Sweet]
Dallo
spiraglio che Jun aveva aperto appena Nino era scappato via dalla
stanza, il resto del gruppo poté finalmente esplodere di un
silenzioso grido di vittoria.
C'erano
riusciti, anche se l'idea iniziale era partita da Matsumoto. Non ne
poteva più nessuno di vedere quei due che si allontanavano.
<<
Potremo aprire un'agenzia d'incontri. >>
ridacchiò Aiba in un
sussurrò.
<<
Come no. >> lo riprese Sho << Ti ci vedo
proprio! >>
concluse ridendo
<<
Tutti a letto. >> li rimproverò Jun
<< E' tardi e domani
dobbiamo lavorare. >>
Il
moro gettò un ultimo sguardo ai due ragazzi in dormiveglia e
chiuse
la porta.
Fine
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