Janet's Smile
Mescolo
di
malavoglia e distrattamente il caffellatte.
Fuori
diluvia che è
un piacere, un temporale con i fiocchi. Tuoni dalla luce abbagliante
illuminano
intermittenti le pareti dell’appartamento, rischiarato solo
da una lieve luce
aranciata, per poi esplodere in un fragoroso botto.
Ma
a momenti non me
ne accorgo. Ho occhi solo per la tazza di caffellatte, in questo
momento. Il
cucchiaino sembra andare avanti da solo… gira…
gira… su… su… avanti…
indietro…
avanti… indietro…
Se
a volte non
tintinnasse contro le pareti della tazza mi avrebbe già
ipnotizzata da un
pezzo, facendomi addormentare direttamente qui, sul tavolo della cucina.
Mentre
esplode l’ennesimo
tuono, un brivido mi scende giù per la schiena,
così mi stringo nella mia
felpona grigia. Sissignori: una scolorita,
grossa felpa grigia. Janet Jackson,
la famosa cantante, bellissima, slanciata, sexi, a casa è
intabarrata in
vestiti di due taglie più grandi.
Beh,
non che sia
‘sta gran stranezza, la comodità mi è
sempre piaciuta… Ciò che ora colpisce, in
me, è il resto del mio aspetto fisico. Capelli spettinati,
raccolti in una
qualche maniera, espressione spenta e fissa su un soggetto interessante
come
può esserlo una tazza…
Quanto
all’aspetto
interiore tiriamo un velo pietoso…
Sarà
gelido, ormai,
questo maledetto caffellatte. E dire che non ho nemmeno più
una gran voglia di
berlo. In questo momento voglio solo andare a letto.
Mi
alzo
stancamente, come se ne avessi passate troppe e mi trascino verso
camera mia.
Una volta lì, lancio le ciabatte sotto la sedia vicino alla
porta e mi lascio
sprofondare nelle bianche e morbide pieghe del mio lettone.
E,
soprattutto,
cerco di non pensare a niente.
Lo
faccio ogni
notte, fa meno male. A fine giornata mi viene da fare un resoconto di
ciò che
ho vissuto e, in questo periodo, non è che mi senta
particolarmente in vena.
Sono
sfatta e
stanca. Io. Chi l’avrebbe
mai detto,
eppure è così… da quel giorno che non
dimenticherò mai e che rimarrà impresso
in me, inciso nell’anima, bruciante, a ricordarmi sempre di
lui.
25
giugno 2009.
Michael
è morto.
Mio
fratello è
morto.
E
mi manca da star
male.
Un
tempo non ero
così…
Ero
allegra,
ribelle, sfrenata… ora non mi sento veramente
dell’umore ed è come se pensassi
che tempi, atteggiamenti e situazioni del genere siano scivolati via
per
sempre, insieme a lui. Sono triste e mi sembra quantomeno evidente.
Trilli non
può essere felice senza Peter Pan. Senza di lui, altro non
è che una piccola
fatina, dispersa in un mondo grande e, a volte, cattivo.
E
parte di questo
mondo, una parte particolarmente brutta, ha espresso la sua cattiveria
sul mio
fratellone. Lo hanno trafitto con dicerie infondate, ferito con accuse
ed
epiteti vergognosi, indebolendolo giorno dopo giorno, nonostante lui
avesse
sempre combattuto e continuato a combattere contro quelle calunnie.
Ma
perché? Perché lui?
Era buono e gentile e tutto fuorché superbo: umile, dolce, ricco.
Ricco
non solo dei
soldi che aveva riscosso con la magia delle sue canzoni.
Ricco
non solo del
suo talento e della sua instancabile voglia di imparare.
Era
ricco anche e
soprattutto d’amore.
L.O.V.E.
Regalava
a tutti
delle emozioni, in cambio chiedeva solo di essere amato. Avere amici.
Regalare
gioia…
E
invece ti hanno
distrutto, Mikey. Coprendoti di velenose menzogne. Non avresti fatto
male a una
mosca, figuriamoci ad un bambino…
Basta,
non ci
voglio pensare più. Non ne ho la forza e so che mi metterei
a piangere… già mi
pizzicano gli occhi. Dormiamo, che è meglio!
Allungo
una mano
verso il comodino e afferro il mio MP4. Infilo le auricolari e, dopo
qualche
secondo, una melodia dolce e calma, quasi come una rassicurante
ninna-nanna, mi
invade la testa.
Smile. La tua.
Già
dalle prime
note mi sento come avvolta in un caldo abbraccio…
è come sentirti vicino.
D’altronde
la tua
voce mi ha sempre calmato, Michael…
Smile…
though your heart is aching… Smile, even though
it’s breaking. When
there are clouds in the sky you’ll get by… If you
smile…
Se
lo dici tu, Mikey…
Come
faccio a
sorridere senza di te? Come faccio? Non ci riesco proprio…
Nulla sarà più lo
stesso, senza di te…
That’s
the time you must keep on trying… Smile, what’s
the use of
crying?
Con
l’andare della
canzone non mi accorgo che le palpebre diventano sempre più
pesanti…
Forse
dovrei
spegnere il lettore… Ma è così dolce
addormentarsi con la tua voce… è come se fossi
qui, a cantare solo per me… E dato che tra un po’
mi addormenterò e comincerò a
sognare, tanto vale entrarci già da subito, in un sogno
splendido…
*
Apro
gli occhi dopo
un po’.
Sembrano
passate un’oretta
o due. Fuori non piove più, ma è rimasto un
piacevole odore di asfalto bagnato.
E una lucina bianca e tenue risplende da qualche parte.
That’s
the time you must keep on trying…
Che
deficiente, ho
lasciato l’MP4 acceso per tutto questo tempo! Poi mi lamento
che è sempre
scarico… Chissà da quanto tempo andava avanti a
riprodurmi Smile…
Do’un
colpo al
pulsante per spegnere il lettore… salvo accorgermi che
è già spento.
E
che la lucetta
bianca non viene dal display, ma da un punto più
sopra… lontano dal mio letto…
E
allora che cavolo…?
…Smile,
what’s the use of crying? You’ll find that life is
still worth
while…
Alzo
lentamente la
testa e ciò che vedo mi ferma il cuore.
Forse
me l’ha
fermato sul serio e sono arrivata in Paradiso, senò non
vedrei possibile come
Michael possa essere qui, a pochi centimetri dal mio letto, a cantare Smile…
E’seduto
su una
sedia, avvolto da una tenue e pura aura bianca.
Ha
le gambe
incrociate e gli occhi chiusi. Le uniche cose in movimento, in lui,
sono la sua
testa, che si muove impercettibilmente, a ritmo di una melodia
più interna e
segreta, nascosta nel suo cuore… e le sue labbra, che
continuano a cantare.
If you just smile…
Non
ci credo. E’troppo…
per essere vero.
In
quel mentre
smette di cantare e volge il suo sguardo su di me. Quanto mi
è mancato quello
sguardo… Così dolce, tenero, quasi mi chiedesse
aiuto.
-Ciao
Jen-
sussurra.
Dalle
mie guance
scendono distintamente due lacrime, ma non ho tempo per curarmene: in
meno di
due secondi sto già abbracciando mio fratello. Non mi
interessa minimamente se
sia reale o no… voglio solo godere ancora della sensazione
di stargli ancora
vicino.
-Come
stai?- chiede
Michael, mentre sono circondata dalle sue braccia dal tocco delicato.
Non
rispondo
subito. Forse sa già che non è esattamente
piacevole senza di lui.
-E’un
sogno, Mike?-
gli domando staccandomi di pochissimo da lui e guardandolo. Lui si apre
in un
sorriso.
-E’probabile-
risponde. Il suo sorriso non cambierà mai, qualunque cosa
possa accadere. E’qualcosa
di candido, unico, puro come quello di un bambino… E
splende, rischiara le
tenebre, le mie tenebre.
-Mi
manchi, Michael…-
mormoro al colmo dell’emozione: altre grosse lacrime mi
scivolano giù per le
guance.
-No…
Non piangere-
Michael mi sfiora il viso con una mano, così delicato che
non capisco se sia
vero o no; poi mi abbraccia ancora.
E’
come se fosse
ancora qui. Come se questi orrendi mesi spenti non avessero mai avuto
luogo.
Mike è qui, tra le mie
braccia, come
quando eravamo piccoli e ci consolavamo… come quando eravamo
più grandi e ci
dimostravamo affetto… Un piacevole calore mi ha invaso, come
se avessi la netta
sensazione e certezza che questo momento non finirà
più… E non voglio che
finisca. Non voglio tornare al grigiore della vita senza mio fratello,
che ho
amato sempre, con tutto il cuore… Voglio sentirlo vicino.
-Ti
voglio bene…-
mormoro ancora, mentre chiudo gli occhi, sempre abbracciata a lui,
rilassata e
cercando di registrare ogni sensazione di questo momento,
così da ricordarmi la
magia, il calore, l’affetto indescrivibili che sto provando
adesso.
-Anche
io- E poi la
sua voce, già splendida di suo, si modella e modula,
ricominciando a cantare.
Smile…
though your heart is aching… Smile, even though
it’s breaking. When
there are clouds in the sky you’ll get by… If you
smile with your fear and
sorrow… smile, and maybe tomorrow you’ll find that
life is still worth while…
if you just smile…
E
qui mi sembra
quasi possibile ricominciare. Ricominciare, non senza di lui,
perché Mike sarà
sempre con me.
Michael
continua a
cantare, dondolando pianissimo sulla sedia…
Una
luce forte mi
colpisce gli occhi, che si aprono a fatica.
E’il
sole.
E’un
nuovo giorno e
io sono abbarbicata al mio letto, in una posizione abbastanza strana,
come se
fossi stata messa qui di proposito.
Ma
non mi
interessa. Alzo immediatamente lo sguardo sulla sedia vicino alla porta.
E’vuota.
Rischiando
di spiaccicarmi
al suolo, balzo giù dal letto e arrivo fino a lì,
ma non c’è proprio nessuno.
Nessun
segno
tangibile che mi dimostri e garantisca l’effettiva presenza
di Michael questa
notte.
Ma,
a pensarci
bene, non mi interessa.
L’ho
rivisto e sono…
…
Felice, realizzo, mentre un sorriso, il
primo dopo tanto tempo, si allarga sul mio viso, vero e sincero.
Saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve
^^.
Ci ho pensato un po’prima
di pubblicare questa storia, ma era nata anche come storia per questo
sito e
quindi mi sono detta: why not?
E quindi vualà XD.
Forse Janet non è
esattamente come me la aspettavo… ma sono abbastanza
soddisfatta, è ciò che
intendevo scrivere.
Volevo anche inserire un'immagine ma non ci sono
riuscita... anzi, se qualcuno ha suggerimenti a riguardo sono bene
accetti XD... comunque, se mai a qualcuno interessasse di vedere questa
fantomatica immagine basta chiedere ^^'. Ma bando alle ciance!
Spero che vi sia
piaciuta… se vi ha fatto commuovere, i fazzoletti sono sul
tavolino a sinistra…
se vi ha fatto schifo i pomodori sono su quello a destra… se
vi è piaciuta c’è
quella simpaticissima scritta blu, proprio sotto queste
righe… XD.
Un bacio e grazie
per aver letto, qualunque sia stato il vostro parere!
Dalla
vostra pazza ThePirateSDaughter
^-^, love you all!
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