Cartella
Non mi fido di Cassidy e non mi
fiderò mai di lui. Soprattutto dopo quello che è
successo. L'anello di Sarah nella sua cassaforte trovato durante la
festa che abbiamo organizzato per i Latnok e i ricordi di Jessi.
Tutto quel sangue, il battito di Sarah che all'improvviso non si
sente più. Il rapimento di Amanda. Ma se io non mi fido di
Cassidy, lui invece si fida di me.
“Kyle, ti devo parlare.
Vieni nel mio ufficio” mi ha detto poco fa.
Forse avrà scoperto la mia
infrazione. Busso, apro la porta. Dentro c'è Cassidy alla sua
scrivania e, davanti a lui, un ragazzo. Ha i capelli castano scuri,
deve essere alto anche se è seduto. Avrà più o
meno la mia età, forse un po' più grande.
“Kyle, ti presento Alex.
Un'altra delle nostre menti brillanti” mi dice Cassidy.
“Ciao” fa il ragazzo
alzandosi e porgendomi la mano. Gliela stringo, ha una bella stretta.
Non sfuggente come quella di tante persone ma nemmeno poderosa.
Amichevole.
“Hai presente il tuo primo
progetto con noi?” chiede Cassidy. Sì, ce l'ho presente.
Lo skate volante che mi aveva dato l'opportunità di aiutare
economicamente la mia famiglia. E che ha attirato le antipatie di
Nate nei miei confronti. Ora quell'antipatico finge di sbavare dietro
ad Amanda e non le posso nemmeno dire di stare attenta.
“Sì, certo”
rispondo.
“Abbiamo trovato un
acquirente ma il prototipo va perfezionato” spiega Cassidy. “E
ritengo che un vecchio brevetto di Alex potrebbe fare al tuo caso”
Devo lavorare con questo ragazzo?
“Di che cosa si tratta?”
chiedo.
“Anziché utilizzare
i magneti, la mia tecnica di volo si basa sull'aria che si trasforma
in vento. Un po' come l'aria che si condensa e diventa acqua”
risponde Alex.
“Tipo gli impianti di
condensazione e depurazione usati nelle piscine?” L'argomento
mi sembra interessante.
“Quegli impianti li ha
inventati Alex” si congratula Cassidy. Ora sono impressionato.
“Potremmo utilizzare lo
stesso principio per far volare il tuo skate e magari potremmo
apportagli qualche modifica estetica ma anche in fatto di sicurezza”
dice Alex.
“Perché non
continuate a discuterne fuori? Io qui devo lavorare e voi avete molto
di cui parlare” sorride Cassidy. Ma a questo punto mi viene un
dubbio. Perché mi fa lavorare con Alex?
Lasciamo l'ufficio del capo. Alex
mi ha impressionato ma tutto quello che ha a che fare con Cassidy mi
fa sempre stare all'erta.
“E così anche tu sei
un Latnok” gli chiedo mentre leggo i suoi appunti sull'impianto
di condensazione.
“Sì, a tempo perso”
dice.
“In che senso?” I
suoi appunti sono incredibili.
“Vedi qui” mi fa
vedere un punto della formula. “Modificando questa equazione
potremmo ottenere il vento, il problema sarà ottenere una
forza sufficiente a far volare una persona in tutta sicurezza”
Vedo il punto indicato e mi viene
l'idea. Modifico la formula in modo che l'aria rimanga tale ma sia
più forte, molto più forte.
“Bravo, hai già
risolto” si congratula Alex. “In questo modo possiamo
anche regolare la velocità”
“Hai detto che lo skate non
è sicuro” gli ricordo. E intanto non dimentico che ha
eluso la mia domanda.
“Sì, è molto
facile che qualcuno cada” spiega. “E ad alta velocità
o ad alte altezze non è bene. Ma andiamo via”
Mi porta nel suo laboratorio. E'
un magazzino simile a dove Foss mi istruiva dopo la presunta morte di
Adam. Passiamo tutto il pomeriggio a progettare una struttura
estetica diversa. In breve lo skate perde la forma di uno skate per
diventare una macchina molto simile a quella presentata da Nate.
“Sì, ma questa
dovrebbe volare” sorride Alex.
Non abbiamo ancora finito.
Inseriamo anche dei lacci di sicurezza per piedi e caviglie e un
impianto elettrico per controllare i movimenti.
“E' perfetto” fa
Alex.
“Sì, ora dovrebbe
andare” confermo io.
“Dobbiamo collaudarlo”
mi fa.
Ci penso io. Allaccio i cinturini
vari, calco il tasto di accensione e quello per mandare in alto la
macchina. Immediatamente prendo il volo. Calco una serie di tasti e
mi faccio un giro. La macchina va nelle direzioni che voglio e alla
velocità che voglio. Perfetta.
“Ti va di chiamarla
Airfly?” mi chiede quando scendo.
“Un bel nome”
rispondo.
“Una cioccolata?” Va
verso una zona adibita a cucina.
“Grazie” dico.
“Questa è casa tua?” Per esserlo però
mancherebbe il letto.
“No, è solo il posto
dove realizzo i progetti”
“Perché non lo fai
all'università come gli altri?”
“Non mi fido degli altri”
risponde. “Mark e Jackie sono apposto, Nate è solo un
megalomane da quattro soldi ma Cassidy... lui ha qualcosa che non mi
convince”
“Ti ha convinto lui ad
aggregarti ai Latnok?” insisto.
“Sì, ha approfittato
del mio punto debole”
“Posso chiederti quale?”
Forse ora sto esagerando.
“Sono stato adottato quando
avevo quattro anni” mi dice guardandomi negli occhi. “Non
so chi siano i miei veri genitori. Cassidy mi disse di saperlo e che
avrei scoperto tutto entrando nei Latnok” Non sta mentendo.
“Cosa ti ha detto
esattamente?”
“Mi ha fatto vedere una
foto e mi ha detto che quelli ritratti erano i miei veri genitori”
I suoi occhi mi penetrano. Mi starà studiando? “E ho
scoperto che erano Adam Baylin e Sarah Emerson, tra i più
grandi scienziati appartenenti ai Latnok”
“Tu sei figlio di Adam e
Sarah?” gli chiedo nello stupore assoluto. E' il fratello di
Jessi. E anche mio. Ecco perché mi guarda così.
“Non lo so” risponde
sincero. “In realtà non credo. Penso abbia solo fatto
leva sul mio desiderio di sapere. Ma ha commesso un errore”
“Quale?”
“Non mi fermerò
finché non scoprirò la verità” dice.
“Anch'io penso che Cassidy
nasconda qualcosa” Questo ragazzo è stato così
onesto e sincero con me, dicendomi cose anche molto private. Sento il
bisogno di ricambiare. “Cassidy ha rapito la mia ragazza.
Quella sera Jessi mi ha aiutato a cercarla rinunciando a partire con
Sarah, sua madre. Jessi è figlia di Sarah Emerson”
Taccio per vedere che effetto gli
fa sapere che la sua presunta madre è anche madre di Jessi.
“Sì lo so. E tu di
Adam Baylin” risponde. “Come ti ho detto sto indagando
per scoprire la verità. E tu e Jessi siete indissolubilmente
legati a loro. Normale che mi sono imbattuto in voi nelle mie
ricerche. Continua”
“Quando Jessi è
tornata a casa, Sarah non c'era più. All'inizio abbiamo
pensato che fosse partita senza Jessi ma ho trovato il suo anello
nella cassaforte di Cassidy. Così lei ha iniziato a ricordare.
Lui l'ha uccisa. Quella sera”
“Devo dirti una cosa, Kyle”
La sua faccia si oscura. “Ma vorrei che per ora non lo dicessi
a Jessi”
Oh no, altri segreti. “Di
cosa si tratta?”
“Cassidy non agisce da
solo. Ma prende gli ordini da una persona in particolare. Lui l'ha
chiamata mamma”
“Da sua madre?” Chi
sarà la madre di Cassidy?
“Ho sentito Cassidy che
parlava al telefono con lei. E da quel che ho capito lei gli ha detto
che voi due siete fratelli” continua Alex.
“Io e Cassidy siamo cosa?”
No, quello non può essere mio fratello. Mi rifiuto di
crederci.
“Il problema è che
questo non è nemmeno la cosa peggiore” E cosa può
esserci peggio? “Si vocifera che Adam e Sarah avessero una
storia, fossero molto innamorati. E che questo amore abbia dato vita
alla perfezione”
“Un altro fratello?”
Ma quanti ne ho?
“No, Kyle! Il figlio di
Adam e Sarah sei tu” mi disse. Sapevo bene dove voleva
arrivare.
“E Cassidy? Anche lui è
figlio di Adam e Sarah?” E Jessi sarebbe la mia... sorellastra.
“Dubito che Adam Baylin sia
il padre di Cassidy” risponde. “Se così fosse non
credo che Baylin lo sappia. Tutti dicono che abbia un solo figlio”
“Aspetta ma allora...”
un altra terribile intuizione. “Se Sarah è la madre di
Cassidy e lui prende gli ordini da lei, perché l'avrebbe
uccisa?”
“Io credo che abbia solo
finto di ucciderla” fa Alex. “Penso che Sarah volesse
sviare i sospetti su di lei. E il modo migliore è sparire di
nuovo, stavolta in modo assai tragico, uccisa da un Latnok. Nessuno
sospetterebbe che c'è lei a capo di tutto”
Quello che mi sta dicendo Alex è
terribile. Sarah sarebbe non solo la madre di Jessi ma anche la mia e
quella di Cassidy. Noi tre, fratelli. Inoltre Sarah sarebbe a capo di
tutto, la terribile mente che si nasconde dietro ai Latnok. Non posso
crederci.
“Ma sei sicuro di quello
che stai dicendo?” gli chiedo più sconvolto che mai.
“In realtà no”
risponde onestamente. “Kyle, le mie sono solo delle teorie. Per
questo ritengo che non sia ancora opportuno dire queste cose a Jessi.
Lei è molto fragile, specialmente per ciò che riguarda
la madre. Io la posso capire benissimo”
“Hai ragione”
confermo io. “Sarà meglio che queste cose rimangano tra
di noi” Rifletto ancora un po' però i dubbi mi
assalgono. “Jessi ha sentito il suo cuore smettere di battere,
ha visto il sangue” E pure io.
Improvvisamente Alex perde i
sensi davanti a me.
“Alex” grido e mi
avvicino al suo corpo. La mia mano è piena di sangue. Il suo
sangue. “Alex” Controllo i battiti. Non li sento. Oh mio
dio ma che cosa gli è successo?
“Kyle, tranquillo. Sto
bene” Alex riapre gli occhi. Si alza con qualche difficoltà.
“Ma che accidenti è
successo?” gli chiedo frastornato. “Il sangue... il
cuore... non batteva più”
“Ti ho dimostrato come per
un Latnok è facile fingere la propria morte” fa lui. “Ho
rallentato il battito a due al minuto. Mi sono ferito e ho lasciato
che il sangue scorresse mentre ne aumentavo la produzione all'interno
del mio organismo. Poi ho richiuso la ferita”
Per poco non ci rimanevo secco
io. Ma la dimostrazione è perfettamente riuscita. Sarah può
aver finto la propria morte. Spero tanto che non sia così.
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