Fandom: Sherlock Holmes;
Pairing: Holmes/Watson;
Rating: Pg13;
Genere: Generale.
Warning: Flash-fic, Missing
Moment, Slash;
Beta: Narcissa63;
Summary:
Tratto dalla bozza de “L’avventura di
Charles Augustus Milverton” e salvato
dalle fiamme del camino.
Purtroppo l’ultima parte risulta illeggibile, perché
troppo rovinata…
(Per la May Challenge
di holmes_ita)
Note: Scritta per la May Challenge
di holmes_ita, su
prompt “L’avventura di Charles Augustus Milverton” e
per il prompt 04
– “Le persone fanno sempre cose pazze” della mia tabella, presa dalla community 10dinseyfic. Partecipa
alla challenge “A tutto campo!” del Marauders
Archive.
DISCLAIMER: Tutti i personaggi delle saga di Sherlock Holmes non sono opera
mia, bensì della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle. Dato, però, che i
diritti d’autore sono ormai scaduti, stappiamo tutti insieme lo spumante ed
appropriamocene beatamente! XD Ah, ovviamente non mi paga nessuno, anche perché
altrimenti il succitato autore si rivolterebbe nella tomba, poverello.
Memento Audere Semper
Tratto
dalla bozza de “L’avventura di Charles Augustus Milverton” e salvato dalle fiamme del camino. Purtroppo l’ultima parte risulta illeggibile, perché troppo rovinata:
[…] Credo che corremmo un paio di
miglia, poi Holmes finalmente si fermò. Ci eravamo
liberati degli inseguitori, eravamo salvi.*
Solo allora mi concessi d’osservare dove ci trovavamo.
Avevamo arrestato la nostra fuga in uno stretto vicolo che s’incuneava tra due
case, tanto buio quanto angusto.
Ansimante, incrociai lo sguardo acceso del mio amico, che brillava
perfino nella fievole luce che giungeva dalla strada principale, ancora
vibrante d’emozione. Scoppiai a ridere, accasciandomi su di lui, ebbro delle
forti sensazioni suscitate da quella folle serata, e Holmes fece altrettanto.
Una volta che quell’eccesso d’ilarità nervosa si fu
acquietato – ed invero, non durò poi molto – le mani
del mio collega, che tante volte mi avevano guidato e rassicurato nell’arco
della nottata, corsero a liberarmi dalla maschera di seta che ancora mi copriva
gli occhi, poi le mie fecero altrettanto, restituendo ad entrambi l’aspetto di
due rispettabili gentiluomini.
Pensai alla cameriera di Milvertone, che Holmes aveva
corteggiato pur di ottenere le informazioni desiderate, e provai il medesimo
senso di smarrimento avvertito quando mi aveva annunciato la notizia del suo
fidanzamento. Allora, forse ancora preda dell’adrenalina suscitata dalla nostra
avventura, lo baciai con foga.
Qualunque cosa fosse accaduta quella notte, volli
giustificarmi con la mia coscienza, sarebbe stata dimenticata al mattino;
niente di più che della polvere nascosta sotto al tappeto.
E, con mia enorme sorpresa, il corpo del mio amico si pressò
sul mio, spingendomi contro il muro di mattoni alle mie spalle, e la sua lingua
cercò un varco tra le mie labbra.
«In fede mia, Watson,» mormorò il
mio compagno diversi minuti dopo, quando ci separammo a fatica «lei è l’unico
che riesce a farmi perdere la testa, tanto da pensare – perfino in una
situazione rischiosa come questa – di coinvolgerla in un amplesso, in uno
squallido vicolo.»
Con tutta probabilità arrossii, ma sperai che l’oscurità della
viuzza mi celasse a sufficienza. «Sarebbe tremendamente in spirito con la
serata» replicai, raccogliendo le maschere che, nella colluttazione, erano cadute a terra. «Pensa
che dovremmo bruciarle? Sarebbe un peccato», ponderai,
cambiando opportunamente discorso, mentre c’incamminavamo fuori dal vicoletto
con la disinvoltura di due amici al ritorno da una soirée a teatro.
«Potremmo tenerle e conservarle per la prossima volta,» ironizzò Holmes, prendendomi sotto braccio, «oppure
riservarle ad un interessante seguito della serata», soffiò al mio orecchio, in
un sussurro carico di malizia.
FINE.
*Le prime due righe sono tratte proprio dal racconto
originale.
Il titolo della flash, “Memento
Audere Semper”, è una locuzione in lingua latina coniata dallo scrittore e poeta
italiano Gabriele D'Annunzio e significa “ricordati di osare sempre”. [Fonte Wikipedia]