Caro House,
questa mattina ti ho
visto più in forma del solito.
Forse perché
hai preso una doppia dose di Vicodin, forse perché hai
passato la notte con qualcuna.
O forse solo
perché c'è il sole.
Non mi hai nemmeno
insultata per il mio abbigliamento, o perché ti ho negato di
rubare i leccalecca alla fragola dieci alla volta.
Spero di poterti vedere
così allegro anche domani, senza che...
Sollevi la penna.
Senza che nessuna donna
abbia condiviso il letto con te anche solo per una notte di sesso.
Quella di dare al diario il nome di una persona realmente esistente
è una mania più unica che rara.
Però è nella sua unicità che prende
vita la sua importanza e vale la pena ripeterlo ogni giorno, al solito
orario, per riempire l'ennesima pagina vuota.
Mentre scorri i fogli tra le tue dita, il piccolo quaderno si ferma su
una fotografia, della quale conosci a memoria ogni particolare.
Era stata scattata in occasione di una conferenza qualche anno prima,
di chi e con chi non ricordi, ma l'importante è che ti vedi
accanto a lui, sorridente, in mezzo ad altre cinque persone delle quali
sai a malapena il nome.
Driiin.
Scatti in piedi e raggiungi scalza il cordless.
"Pronto?" esclami con il fiatone.
"Cuddy, chiudi il tuo diario e vieni immediatamente in clinica,
c'è un emergenza. E non sto scherzando."
A bocca aperta ti volti in direzione dell'unica finestra da cui poteva
averti visto.
Niente.
Eppure...
Ti spunta un sorriso mentre riponi il telefono.
Perché sai che non puoi tenergli nascosto niente.
Nemmeno un diario che dovrebbe essere definito segreto.
Ma che gusto c'è a farlo rimanere tale, quando House - o,
per meglio dire, il tuo stesso diario - è una persona in
carne ossa, tua sottoposta, e per giunta di cui sei innamorata?
Avrà diritto di frugare in casa tua e di scavare nelle tue
abitudini, no?
Caro House,
devo smetterla di
pensare come te.
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