Amore in affitto

di gianno11
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Quella era stata una giornata davvero bizzarra. Iniziata male e finita anche peggio.

Non le era mai piaciuto piangere in pubblico, era la cosa che più la umiliava. Pensava che le lacrime potessero dire di una persona molto più di quanto lei stessa dicesse, perché quando si piange vengono fuori tutte le proprie debolezze e la propria fragilità e non le era mai piaciuto farsi vedere in quello stato. Si era ritenuta sempre una persona forte ed era così che le piaceva essere considerata.

 Ma quel giorno la vergogna non derivava soltanto dalle lacrime che copiose e senza esitazione avevano cominciato a rigarle il volto ma da ciò che le avevano accompagnate, ovvero da parole a causa delle quali non avrebbe più osato uscire di casa.

E quella sera fra le soffici lenzuola del suo letto non poté che ripensare a quel momento e maledire la sua sciocca impulsività. Aveva detto solo quello che le passava per la testa, ciò che la turbava e che in quei giorni portava il suo viso ad assumere una costante espressione di tristezza e sconforto “ma non era quello il modo e il momento per dirlo”. Si lamentò con se stessa poggiando le mani ai lati della testa e scuotendola con veemenza.

Si ributtò sul letto, distesa su un fianco, la mano ancora poggiata sulla guancia e un’ espressione seria e pensierosa sul volto.

 





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