They know better

di Swindle
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.:THEY KNOW BETTER:.

 

 

PRESENTAZIONE della RACCOLTA:

Queste drabble o brevi flash fic sono state scritte più che altro pensando ad una foto. Un’immagine veloce, completa, che rimane nella mente così com’è.

Sono nelle situazioni più disparate e non in un tempo preciso, ma sono tutte, irrimediabilmente, Huddy! =P

 

Il titolo della raccolta è un gioco di parole che tradotto in Italiano rende poco. Letteralmente “To know better” vuol dire “Conoscere (qualcosa) meglio (di qualcuno); saperne di più” ma vuol dire anche “Sapere che le cose stanno altrimenti; sapere che qualcosa non è vero”.

Perciò il titolo, “They know better”, allude al fatto che entrambi, House e Cuddy, sanno meglio e di più degli altri quale sia effettivamente ciò che c’è fra di loro, sanno che è le cose stanno diversamente da ciò che tutti gli altri pensano. E forse, anche se proprio non se ne rendono conto e quindi non lo sanno coscientemente, lo sentono.

 

Detto questo, passo alla prima della raccolta!

Enjoy it! ^.^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


.:Oggi Sì:.

 

 

Era sera, ma stava a luci spente, nella penombra della luna.

Bussavano da tanto, non aveva voglia, ma alla fine aprì la porta.

La fissò negli occhi, prima di farsi di lato, lasciandola passare.

Lui si sedette sul divano, sospirando, mentre lei sulla poltrona.

« Come stai? » gli chiese.

« Come uno che ha appena ucciso una persona. Come vuoi che stia?! » rispose insofferente.

« Mi dispiace. »

« Se sei venuta a darmi la tua compassione… » fece un cenno con la testa « Quella è la porta. »

Cuddy esitò, poi rispose: « Non esci da una settimana, è ora di reagire. »

« Non voglio. »

« House, non hai niente da rimproverarti. Non puoi pensare di poter salvare sempre tutti, sbagliare è umano… »

« No! » urlò « Dovevo salvarla! Non ci sono riuscito… io l’ho uccisa… » sussurrò, coprendosi il viso con una mano.

Cuddy si morse un labbro, addolorata. Gli appoggiò una mano sopra la sua, che teneva sulla gamba.

A quel contatto lui sobbalzò, ritirandosi di scatto e stringendo spasmodicamente la gamba.

« Stai male... Dov’è il Vicodin? » chiese alzandosi per prenderlo.

« Non ce l’ho. »

« Cosa vuol dire che non ce l’hai?! Hai sempre… » un lampo di comprensione le passò in mente. Sospirò.

Si risedette, ma questa volta al suo fianco.

Gli strinse un braccio: « House » disse dolcemente « Soffrire non ti servirà a dimenticare. Non è colpa tua, capito? Devi smetterla di punirti. »

« Io… non ci riesco. » mormorò.

La guardò, e Cuddy, per la prima volta, lesse nei suoi occhi tutta la sua fragilità.

Fece l’unica cosa da fare in quel momento, l’unica per la quale lui l’avrebbe odiata: appoggiò entrambe le mani sulla sua gamba, e cominciò a massaggiarla.

Lui gemette di dolore, ma la lasciò fare.

Passarono i minuti, finchè non la fermò, guardandola negli occhi.

« Grazie… » sussurrò, incapace di dire altro « Io non ti merito. »

Cuddy sorrise, pensando a tutte le volte che l’aveva umiliata, presa in giro, ignorato la sua autorità « Sì, hai ragione. Tu di solito non mi meriti… » disse, poi si sporse verso di lui, poggiandogli le labbra sulla guancia in un casto bacio « Ma oggi sì. »

 

 

 

 


N.B.: Qui di seguito risponderò a tutte le recensioni che mi verranno fatte, aggiornerò di volta in volta. Rika ^^

 





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