Conversazioni
Notturne
Endor, 4 ABY.
Una giovane donna non molto alta, eppure dalla figura
slanciata, quasi eterea, dai profondi occhi scuri, piangeva silenziosa su un
ponticello di legno mentre la nebbiolina notturna si diradava per lasciare
spazio alla luce del mattino.
Aveva ventiquattro anni, eppure, per la prima volta, se
ne sentiva addosso tantissimi, tutto gli era piombato addosso all’improvviso,
come un macigno, non voleva credere a nessuna delle parole appena udite, a
nessuna, eppure il suo istinto le diceva che erano vere, drammaticamente vere.
Non c’era rimedio, non c’era scampo, non c’era ritorno,
tutto le sembrava senza scopo, le sue lotte, i suoi ideali, i suoi sogni, non
sapeva più chi era e cosa doveva fare della sua vita, anche essere lì, su
Endor, ora la spaventava, forse doveva chiamare Mon, dirle che non era adatta
alla missione, che non era più in grado di fare niente.
Alzò lentamente il bel viso coperto di lacrime osservando
l’oscurità diradarsi, lui era andato via per davvero, ormai era troppo
tardi per raggiungerlo, per stargli vicino, per aiutarlo, sì ma a fare cosa? Lui
credeva in qualcosa, aveva uno scopo grande e nobile mentre lei cosa poteva
fare?Cosa doveva fare? Continuare a seguire le istruzioni di Mon? Sperare di
distruggere lo scudo della Morte Nera? Era una follia, lei non era in grado di
fare niente, non aveva nessuno tipo di potere, anche se lui diceva il
contrario.
Lui, Luke, suo fratello, suo
fratello gemello, non aveva mai avuto fratelli, mai. Aveva passato un’infanzia
tetra e noiosa, in compagnia di zie petulanti ed snob che tentavano di fare di
lei una vera signora perché la figlia del vice-re e della regina di Alderaan
non poteva e non doveva comportarsi come un maschiaccio.
Quando aveva saputo di essere stata adottata? Le sembrava
di saperlo da sempre, ricordava solo un lungo dialogo con il padre adottivo,
già vedovo di Breha, che le confidava ogni cosa, tranne la reale identità dei
suoi genitori, non che lei non avesse fatto domande, gliene aveva fatte,
tuttavia suo padre aveva detto di non sapere, che era solo un’orfana della
Guerra dei Cloni.
Un’orfana della Guerra dei Cloni…
Aveva sentito parlare di quella guerra fin da bambina, la
Guerra Civile Galattica, che aveva spaccato in due la Galassia, da una parte i
separatisti e dall’altra i repubblicani, entrambi con ottime motivazioni e
grandi ideali, eppure tutti ricordavano quel periodo come l’epoca degli eroi,
dei grandi cavalieri jedi, come i generali Obi-Wan Kenobi ed Anakin Skywalker,
sapeva che già durante la Guerra dei Cloni erano diventati delle leggende, poi
sotto l’impero, la leggenda diventò mito, si raccontava, tra i ribelli, le cose
più inverosimili, sui due grandi eroi galattici: che erano un esempio, che
avevano salvato la repubblica tante volte, che erano amati da tutti per la loro
umanità e benevolenza, che trattavano la gente comune e i soldati, come loro
pari.
Una sua compagna di scuola le aveva anche raccontato che
sua madre aveva visto con i suoi occhi Anakin Skywalker portare soccorso al
vicerè Organa e al sistema Christophis, ormai all’estremo delle forze, lei era
andata subito a chiedere lumi a suo padre, che aveva confermato la cosa con un
sorriso imbarazzato e triste.
Sì, il suo padre adottivo era sempre triste e
malinconico, tuttavia lei aveva sempre pensato che fosse perché era rimasto
vedovo poco dopo la sua adozione, invece no, ora lo sapeva, c’era dell’altro.
Suo padre che le aveva chiesto di mettersi in contatto
con il generale Obi-Wan Kenobi se si fosse trovata in pericolo, ricordava
ancora il dialogo che avevano avuto, le sembrava come se fosse avvenuto ieri.
“Ricordati Leia, se ti succede qualcosa, devi
trovare il modo di rintracciare il generale Obi-Wan Kenobi”
“Ma… papà … io credevo che fosse morto”
“Non lo è, non ancora”
“Quindi è vivo anche il suo amico, il
generale Skywalker?”
“Temiamo di no… temiamo di no”
Il generale Kenobi … il generale Skywalker leggende della
vecchia repubblica, per anni aveva persino creduto che fossero favole
raccontate per spronare i ribelli a combattere l’impero, era stato difficile
convincersi che fossero persone reali e che per di più che uno dei due potesse
essere ancora in vita.
Quante storie aveva sentito sulla loro morte? Ogni volta
tale evento era raccontato in maniera diversa, ma sempre in maniera epica e
gloriosa, tutti credevano che erano morti per la Repubblica, durante la
terribile purga jedi di Vader e dell’imperatore, che, si diceva, era un Signore
dei Sith.
Ora sapeva che erano entrambi ancora vivi quando aveva
avuto quel colloquio con suo padre e che uno dei due era il suo vero
padre … era il padre di Luke e di lei ed era vivo, era diventato Lord Darth
Vader.
No, era impossibile, non poteva e non voleva crederci.
Durante i primi anni nell’Alleanza Ribelle aveva scovato
alcuni vecchi filmati della Holonet, aveva visti entrambi Obi-Wan ed Anakin in
quei filmati e aveva capito perché la gente li amasse ancora a distanza di
tempo.
Non erano state le parole dello speaker della Holonet a
convincerla, no, quelle erano parole vuote e banali, fatte per attrarre e
concupire il pubblico.
Erano stato i loro occhi a colpirla.
I loro occhi che, a differenza di tutti gli altri miti
della vecchia repubblica, erano pieno di umanità, di amore e generosità.
E ora uno di loro due, Anakin Skywalker, era Lord Darth
Vader, colui che l’aveva torturata crudelmente, per estorcerle informazioni ed
era SUO PADRE.
No, no, no era impossibile!
Poteva accettare di essere la sorella gemella di Luke, lo
aveva sempre amato, si era sempre sentita in sintonia con lui, aveva percepito
il legame che li univa ed era così confortante, così tenero e rassicurante, si
sentiva in pace ed amata con lui, tutto era dannatamente semplice.
Poteva pure accettare di essere la figlia di Anakin
Skywalker, anche per quello non c’erano problemi, ognuna delle sue compagne
d’infanzia l’avrebbe invidiata ancora di più e lei ne sarebbe stata orgogliosa.
Quello che non poteva accettare era che l’eroe
leggendario della Guerra dei Cloni fosse diventato quel mostro sanguinario, no
quello non poteva accettarlo, era fuori dalla sua portata.
“Leia … cosa c’è?” una voce famigliare alle sue spalle la
fece sussultare.
Han, era Han. E cosa poteva dirgli? Niente, altrimenti
avrebbe sconvolto anche lui e aveva bisogno più che mai della sua forza e del
suo sostegno, non poteva mandarlo in crisi con delle rivelazioni che non aveva
ancora accettato lei stessa.
“Ti prego lasciami sola, non ho voglia di parlarne!”
aveva parlato in tono duro e aspro, che però non celava la sua tristezza, anzi
la sua disperazione.
“Ma a Luke potevi dirlo, vero?” ringhiò il generale Solo,
senza nascondere la gelosia che lo attanagliava: Leia insieme a Luke?No, era
assurdo, non poteva essere vero, lei gli aveva detto che lo amava.
La ragazza aveva percepito subito quella rabbia e quella
gelosia, tuttavia non sapeva come confortarlo, non ne aveva la forza, non
poteva dirgli che era assurdo essere gelosi di Luke perché era suo fratello,
non poteva, non adesso.
Accettare di avere un fratello, significava ammettere di
essere stata separata da lui, di aver dovuto rinunciare ad un’infanzia più
serena e meno solitaria e significa dover anche ammettere che suo padre, Bail,
l’avesse ingannata, che entrambi i suoi genitori adottivi l’avessero ingannata.
“Ti prego, lasciami” si girò di scatto, non facendo
vedere che le lacrime avevano iniziato a scendere di nuovo copiose, voleva
stare sola, senza pensare a niente, era arrabbiata e si sentiva tradita perché,
dentro di lei, iniziavano ad affollarsi mille domande: il suo padre adottivo
sapeva della sua vera origine? Chi aveva deciso di separarla da suo fratello
gemello, chi? E perché? Forse per proteggerli? Era stata una pedina in uno
schifoso gioco di palazzo, lei e suo fratello usati come marionette, separati
alla nascita, mandati a vivere lontano l’uno dall’altra, ignorando di non
essere soli, separati anche dalla loro madre… già, la loro madre … Chi era? Da
dove veniva? Come aveva conosciuto il loro vero padre? Ma ai jedi non
era forse proibito avere dei legami ora che ci pensava? Come avevano osato
trattare lei e Luke in quel modo? Come si erano permessi!
Qualcuno, nel frattempo, l’aveva presa tra le braccia,
accarezzandole dolcemente i capelli “Scusami” sussurrò la voce affettuosa di
Han “Scusami” la ragazza deglutì a vuoto, stringendosi ancora di più a lui,
mormorandogli a sua volta “Tienimi stretta”
Rimasero così, stretti l’uno all’altra, pieni di paure e
dubbi sul futuro mentre il sole saliva lentamente ad est.
Quattordici ore più tardi.
Han Solo camminava attraverso la boscaglia di Endor, in
lontananza udiva ancora i fuochi di artificio e le urla festose della gente.
Erano liberi, avevano vinto, avevano finalmente vinto.
Tuttavia, ora ciò stava passando in secondo piano.
Li aveva visti allontanarsi insieme di nuovo, come poche
ore prima, stavolta li avrebbe seguiti e avrebbe ascoltato tutto, non che fosse
geloso, ora sapeva che non ce n’era mai stato il motivo, considerando che erano
fratello e sorella, anche se, a ben pensarci, c’erano alcune cose non molto
chiare proprio sul legame di sangue che univa i suoi due amici.
L’espressione che aveva visto sul volto di Luke lo aveva
lasciato sbalordito, sembrava più grande, più maturo, adesso come adesso non si
sarebbe azzardato a chiamarlo “ragazzino” oppure sì?Già, non poteva
permettergli di prendersi troppo sul serio. Cosa gli era successo? Non credeva
che il cambiamento fosse riferibile allo strano potere, la Forza, che adesso il
ragazzino sembrava saper usare con maestria, no decisamente non era quello il
motivo.
Da quanto Luke sapeva di essere il fratello gemello di
Leia? Era una cosa recente? Probabile. Pure Leia sembrava averlo scoperto da
poco … sì, ma chi lo aveva detto loro e perché?
Senza fare rumore continuò a seguirli tra gli alberi che
si facevano sempre più fitti, evidentemente si volevano confidare altri segreti,
fece per accostarsi ulteriormente però si fermò non appena vide Leia
avvicinarsi al fratello.
“Non so da dove cominciare, solo che vorrei delle
risposte”
Il giovane si sedette sull’erba, invitandola a fare
altrettato e quando lei acconsentì, le sorrise, aveva un sorriso sereno e calmo
che né lui né Leia avevano mai visto prima, la sensazione avuta poco prima si
accentuò: era più grande, era cresciuto, eppure non era solo quello.
“Neanche io so da dove iniziare per raccontarti tutto,
ammetto che non mi aspettavo che tutto andasse così”
“Così come?” domandò la ragazza ansiosa.
“Così bene” replicò semplicemente.
“Davvero?Prima ti ho visto … ti ho visto che sorridevi a
qualcosa … sembravano delle ombre”
“Li hai visti Leia?”
“Forse… dimmi cosa è successo sulla Morte Nera. Darth
Vader è morto, non è vero?”
Luke le posò una mano sulla spalla, ora era lei ad avere
bisogno di conforto e di risposte e, malgrado tutto, non si sentiva forte
abbastanza per darle entrambe le cose.
“Sì, vedo che la Forza è davvero potente in te, non ti si
può nascondere nulla”
“L’hai ucciso tu?” domandò ancora una volta, sempre più
preoccupata. Perché quella paura?
“In un certo senso lo abbiamo ucciso io e nostro padre”
“Cosa?Ma… ma … non capisco Luke … tuo padre… il nostro
vero padre… Anakin Skywalker e Darth Vader non erano forse la stessa
persona?Quindi non era vero?” voleva crederlo, le sarebbe stato più semplice
comprendere, eppure sapeva anche lei che si stava illudendo.
“Un mio caro amico direbbe … da un certo punto di vista sì
e da un certo punto di vista no” era una risposta un po’ sciocca la sua, lo
sapeva, non voleva confondere la sorella, però era difficile anche per lui
trovare le parole giuste per raccontare quella giornata incredibile.
Si era scontrato con suo padre varie volte.
Aveva visto il suo lato peggiore.
Aveva rischiato di ucciderlo e di essere ucciso.
Aveva visto il proprio lato peggiore.
Ed era stato salvato da suo padre, al prezzo della vita.
Suo padre aveva rinunciato a tutto, al potere, al
dominio, si era messo contro Palpatine, per salvarlo.
Ed ora era morto.
Suo padre era morto!
Adesso che potevano conoscersi meglio, avere finalmente
il rapporto che aveva sognato da bambino, lui era morto.
Sentiva un vuoto terribile dentro di sé, avrebbe voluto
davvero che lui vivesse, avere anche un solo secondo in più, uno solo, non solo
quei pochi momenti.
“Padre non ti lascerò, devo salvarti”
“Lo hai già fatto. Dì a tuo sorella che avevi
ragione nei miei riguardi … dì a tuo sorella che avevi ragione”
“Padre non ti voglio lasciare”
Lo aveva perso, lo aveva perso di nuovo, come aveva perso
Obi-Wan, come aveva perso Yoda.
Anche se li aveva visti, sereni, felici, in pace, temeva
di averli persi.
“Io e Yoda saremmo sempre con te”
Quindi anche suo padre sarebbe stato sempre con lui?
Avrebbe potuto parlargli?
Sentire di nuovo la sua vera voce?
Dirgli grazie per il suo sacrificio estremo?
Ecco gli sarebbe bastato solo quello, solo quello.
Era stato come essere generati un’altra volta da lui, da
un amore grande ed immenso, infinito, senza paura né rimpianti.
Era stato così anche la prima volta?
Voleva chiedergli di sua madre, voleva sapere di lei,
voleva sapere come si erano conosciuti, quando avevano capito di amarsi.
“Luke, mi stai ascoltando?Che cos’hai?” fece Leia
scotendolo leggermente.
“Scusami… vuoi sapere cos’è successo?”
“Sì, lo sai benissimo” replicò accarezzandogli il viso
coperto di lacrime “Va tutto bene?”
“Credo di sì” sussurrò lui in un soffio.
“Vorrei sapere anche io la verità, se non vi dispiace”
disse una voce alle loro spalle, nessuno dei due si stupì, anzi si voltarono
sorridendo.
“Ti sei deciso a farti vedere, eh Han?” la domanda di
Luke era posta in tono ironico, tuttavia c’era un’ombra di malinconia che non
riusciva a celare, una malinconia strana.
“Non potrò mai nascondervi nulla, fratelli Skywalker?” il
generale Solo, a sua volta, usò il suo solito tono canzonatorio, mostrandosi
volutamente allegro e gioviale.
“Temo di no” rispose Leia per tutti e due mentre il
compagno veniva a sedersi di fianco a lei.
“Ho capito male?Darth Vader è vostro padre?” chiese dopo
diversi minuti di silenzio angosciante. Era arduo parlare di certe cose, lo
sapevano tutti e tre, erano sempre stati uniti, fin dal loro primo incredibile
incontro quattro anni prima, eppure raramente facevano discorsi seri tutti
insieme.
“Hai capito benissimo, il suo vero nome, credo lo
sappiate entrambi è Anakin Skywalker e, anche questo lo sapete, fu un eroe
della Guerra dei Cloni”
“Poi cosa successe?” domandò di nuovo Han mentre Leia
ascoltava, anche lei avrebbe voluto fare quella domanda, le premeva più di ogni
altra cosa. Se doveva accettare che non solo il suo padre naturale fosse il
grande eroe Anakin, ma che fosse anche quel mostro di Vader, aveva bisogno di
un perché bello solido e, ora, non ne aveva neanche uno.
“Non lo so … non lo so. Ci sono ancora tante cose che non
so, però vi posso dire che è morto per salvarmi la vita, uccidendo
l’imperatore” la sua voce era poco più di un sussurro, quasi singhiozzato, non
riusciva a levarsi dalla testa il momento della morte di suo padre, quando gli
aveva chiesto di vederlo almeno per una volta con i suoi veri occhi.
“Davvero?” stavolta fu Leia a parlare mentre il
corelliano si guardava in giro spaesato, amava una donna, una vera principessa,
in tutti i sensi possibili ed immaginabili, che era figlia di un ex eroe della
Guerra dei Cloni, poi diventato braccio destro dell’imperatore. E questa donna
era anche la sorella di uno dei suoi più cari amici.
Proprio un grande casino, non c’era che dire.
E ora Luke diceva che il braccio destro dell’imperatore,
per salvarlo, era morto, uccidendo lo stesso imperatore.
Quella era proprio la giornata delle sorprese.
Aveva sentito parlare anche lui di Anakin Skywalker,
qualche voce, nulla di più, non si curava molto di queste cose, a lui non
interessavano le favole, amava stare con i piedi per terra, se aveva seguito
Luke e Leia nella loro guerra per la libertà, era stato soprattutto per
amicizia e per amore, ora forse ci credeva ai loro ideali, forse, ma all’inizio
sicuramente no.
Ricordava ancora come Darth Vader lo avesse torturato
sadicamente per far cadere in trappola Luke e poi lo avesse consegnato al
cacciatore di taglie, dopo averlo messo nella carbonite: lo odiava ancora?Bella
domanda.
La sofferenza che aveva provato in quegli istanti lo
aveva lasciato senza forze sia di dentro che di fuori, si era sentito una
marionetta, torturato per chissà quale motivo, sperava di sentire almeno una
domanda, una sola, invece, tutto ciò che aveva ottenuto era lo sguardo di
quella lugubre e nera maschera, una maschera che sembrava uscita da un incubo
notturno.
Non si era stupito se bastava il nome di Vader per
incutere timore e rispetto, tutti, evidentemente, avevano stampato in testa
quella maschera dell’orrore, tutti quanti.
Era per combatterlo che si era schierato con loro?Non lo
sapeva, genuinamente, poco alla volta aveva accettato che loro, i Ribelli,
erano i buoni e l’Impero e i suoi accoliti, erano i cattivi.
Era così semplice.
Nelle ultime ore aveva perso tante di quelle convinzioni
che non era più sicuro di niente, di certo non si aspettava di vedere Luke
turbato in quel modo per la morte del loro ex nemico, che a sentire lui, si era
sacrificato per salvarlo: credeva fosse una bugia?No, conosceva abbastanza il
ragazzino, da sapere che non era in grado di mentire, non era nella sua natura.
Solo che crederci significava accettare che dietro la
maschera di Vader, colui che aveva torturato spietatamente lui e Leia, colui
che aveva mozzato il braccio a Luke, ecco dietro a quella maschera ci fosse un
uomo capace di fare un tale sacrificio… stava forse iniziando a prestare fede
alle favole?
Evidentemente sì, perché ci credeva, non sapeva perché,
eppure ci credeva. Forse era per l’espressione sconvolta del suo amico, per il
turbamento di Leia, per la strana sensazione di pace che sentiva.
“Com’è successo, Luke?” domando infine con un filo di
voce il corelliano.
“Entrambi sembravano d’accordo per cercare di convertirmi
al lato oscuro della Forza” iniziò il ragazzo, ma subito lui lo interruppe.
“Lato oscuro?Luke, sai che faccio fatica a credere a
questo genere di cose, se poi mi parli anche di lato oscuro … cosa significa?”
“Significa che c’è chi riesce ad usare il nostro potere
per il male”
“Giusto, hai ragione, non ci avevo pensato. Prosegui”
disse l’uomo in tono quasi di scusa.
Luke assentì, riprendendo il discorso:
“ Mio padre ed io abbiamo lottato varie volte, io sentivo…
sentivo… sentivo che c’era una battaglia in lui. Ad alta voce diceva una cosa,
diceva di volermi uccidere se non mi fossi convertivo. Diceva che per lui ormai
era tardi, eppure … eppure la sua anima chiedeva aiuto disperatamente e io non
riuscivo a gettarmi quel grido alle spalle, tuttavia … tuttavia c’è stato un
momento che ero lì lì per cedere.” Si interruppe un attimo, cercando di
riordinare i pensieri e i ricordi, tutto si stava mescolando nella sua testa,
mandandolo ancora più in confusione.
“ Fu… fu quando lui ti usò per farmi cadere, Leia dicendo
che saresti stata tu a cedere e io allora persi la testa” le sue parole erano
appena sussurrate, faceva fatica a parlare, a tirare fuori tutto però nel
contempo, per ogni parola che usciva, si sentiva come liberato da un peso.
“Temo che non fosse molto lontano dalla verità” ammise
onestamente la principessa.
“Che vuoi dire?” chiese turbato suo fratello.
“Lascia perdere, continua” fece prendendogli la mano
mentre Han annuiva.
“Stavo quasi per ucciderlo, poi mi fermai quando capì
cosa stavo facendo e cosa stavo diventando, allora… allora … allora
l’imperatore mi aggredì … mi aggredì con i fulmini di Forza, temetti di morire.
Erano violentissimi, non riuscivo a pensare, sentivo solo dolore, sofferenza,
morte. “ si interruppe ancora, come se stesse rivivendo quel terribile momento.
“ Non so come ci riuscì, ma… ma implorai nostro padre,
lui mi guardò per qualche minuto, forse in preda al dubbio e poi prese
l’imperatore e lo buttò tra i reattori della Morte Nera. Solo che i fulmini lo
ferirono e pochi minuti dopo morì anche lui, chiedendomi di levargli la
maschera per potermi vedere almeno una volta con i suoi veri occhi”
“Ha detto così?” Leia lo guardò implorante, riusciva a
figurarsi quasi la scena, la vedeva davanti a sé e tutto le sembrava reale,
vero, giusto.
“Sì, le sue ultime parole sono state per noi due. Voleva
… voleva … voleva che tu sapessi che io avevo ragione nei suoi riguardi”
stavolta il giovane singhiozzò apertamente, lasciandosi andare liberamente al
pianto, lei lo strinse a sé, piangendo a sua volta “Si è sacrificato per me, ha
rinunciato a tutto, al potere, al dominio, ad ogni cosa, ha pensato solo a me,
sapeva che poteva morire, eppure lo ha fatto e ora se n’è andato, ci ha
lasciati. Volevo parlargli, portarlo da te, volevo che vedessi chi fosse
veramente, non che ricordassi quella maledetta maschera.”
“Oh, Luke … io … io non so … non so … non so cosa dire”
sussurrò la ragazza stringendosi a lui a sua volta.
“Dovevi vedere i suoi occhi Leia, dovevi vederli. C’era
una luce, una luce infinita di amore per me, per noi … io non capisco, non
riesco a capire cosa lo ha spinto a diventare Vader… se dietro quella maschera
ci sono sempre stati quegli occhi, significa che lui era lì ad implorare amore,
comprensione e pietà e nessuno lo ascoltava, nessuno. C’era solo quel mostro di
Palpatine con nostro padre, è quel demonio che lo ha rovinato, ne sono certo”
Han li guardava turbato, spaventato, non che fosse
geloso, gli faceva solo paura quel dialogo, gli faceva pensare che se dietro
alla maschera di odio di Vader, c’erano due occhi pieni di amore, allora
significava che chiunque poteva cedere al male, chiunque. Non che gli fosse mai
importato di seguire un’etica, una morale, ma uccidere a sangue freddo degli
innocenti mai, non lo avrebbe mai fatto oppure sì?Per anni non gli era
importato niente che ci fosse un impero sanguinario che portava morte e
distruzione ovunque, gli interessavano solo i soldi, l’unico legame vero che
aveva era con Chewbacca, il resto della Galassia era escluso.
E poi erano arrivati quei due ragazzi,così diversi eppure
così uguali e la sua vita era cambiata completamente, stravolta.
Ne era forse dispiaciuto?No, non avrebbe mai barattato
quel momento di estrema intimità con loro per tutti i momenti passati a
contrabbandare le merci illegali in mezza Galassia.
“Sai, Luke, non avrei mai pensato di credere ad una cosa
del genere. Se non fossi stato tu, a raccontarmela, non ci avrei creduto… dici
che non riesci a capire perché tuo padre, vostro padre ha ceduto al male?Siamo
in due, anzi in tre… tuttavia … tuttavia… forse dovresti goderti ciò hai”
“Come?” domandò il ragazzo ancora sconvolto.
“Ti ha salvato, pensa a quello. Un giorno le risposte
arriveranno oppure no, che importa?Hai guadagnato tua sorella e hai la mia
amicizia, vuoi mettere?”
Sorella e fratello si staccarono sorridendo tra le
lacrime, forse il buon senso molto terra terra di Han aveva una sua logica
anche nel loro mondo un po’ troppo mistico.
Leia lo guardò e poi guardò Luke.
Aveva una ben strana famiglia.
Aveva mille domande sul suo passato e tanta rabbia
dentro, tanti rimpianti dentro, così come il fratello.
Però lui aveva perdonato il loro padre, lei non sapeva,
forse era presto… forse …
Eppure da lontano le aveva viste quelle tre figure
nell’ombra, aveva sempre saputo chi erano ed era stata felice di vederli
sorridere.
Fine