Ed eccomi
quì, con il promesso
epilogo...
Che dire, se non
che mi spiace
moltissimo che questa storia sia conclusa? Mi è piaciuto
scriverla e
conoscere tutti voi che mi avete sorretta e sostenuta con mail e
recensioni sempre graditissime. Grazie di cuore a tutti!!!
Spero mi venga in
mente
qualcos'altro, un seguito o una nuova storia (le ferie di solito mi
danno tanta ispirazione e siccome fra sei giorni parto...)... A dire
il vero, una mezza idea c'è, vedrò di svilupparla
al mare eheheh...
Ma spero anche che nuove fanfiction verranno scritte da altri,
così
che potrò sbizzarrirmi anch'io nella lettura!
Ho letto con molta
attenzione le
vostre recensioni e avrei voluto rispondere sulla questione Milady...
Ma ho scoperto che gli autori non possono inserire recensioni
ç___ç,
quindi vi rispondo quì! Io la vedo esattamente come Kiki75.
Il gesto
di d'Artagnan lo vedo come un atto di rispetto verso la sua storica
nemica. Un riporre le armi con onore dalla parte di entrambi.
Comunque, in quest'epilogo ho cercato di spiegare meglio la strana
relazione fra d'Artagnan e Milady, che è stata il perno di
questa
storia! (e spero di aver risposto un pò ai dubbi di Tetide
sul
rapporto fra loro due!).
La conversazione
è molto
interessante comunque e questo mi da la conferma che ci serve un
forum!!! Io non riesco, giuro che ci ho provato ma sono impedita! Se
qualcuno ce la fa ad aprirne uno, mi faccia sapere, please!
Nel mentre, ho
trovato questo
STUPENDO sito francese (con tanto di forum), su questo amatissimo
anime, vi metto il link: http://souslesigne.free.fr/
Grazie di nuovo a
tutti per le
recensioni...
E a presto!!!
Perchè io su
quest'anime ho intenzione di scrivere ancora!!!
E spero anche
voi!!!
Nel frattempo,
buone vacanze!!!
Epilogo
– Un nuovo inizio
"Ed ora, brindiamo alla riuscita della
missione!"
- esclamò Porthos allegro, alzando il calice di vino in alto.
E in risposta, nella casa di Bonacieux il
sarto, allegre
risate e tintinnio di calici di vino riempirono l'aria di gioia e
allegria.
I moschettieri erano tornati da un giorno a
Parigi, dopo
la brillante missione segreta in terra spagnola.
Il re e il Cardinale avevano ascoltato
attentamente
tutti i retroscena dell'ingegnoso e diabolico piano ordito da Milady
e si erano congratulati coi loro inviati per l'esito positivo della
missione.
Milady era morta, la corte spagnola non
aveva saputo
dell'invio di militari francesi in incognito nel loro territorio e i
rapporti fra le due nazioni potevano considerarsi quindi salvi, tutti
i collaboratori della perfida dama erano stati sconfitti e quindi
ogni attentato sarebbe cessato a Parigi.
L'incubo era finito...
Richelieu, arrampicandosi sui vetri, era
riuscito a
convincere il re che non c'entrava nulla con Milady, ne ora ne tanto
meno in passato, giurando e spergiurando che non conosceva quella
donna. I moschettieri, ridacchiando, erano stati al gioco, pur
sapendo bene la verità, consapevoli del fatto che era meglio
per
tutti che l'amicizia e l'alleanza ritrovate fra i due capi di Francia
dopo l'affare 'Mashera di ferro', continuasse il più a lungo
possibile.
I cinque eroi della missione avevano avuto
come
ricompensa una grossa somma extra di denaro nello stipendio e a
d'Artagnan e Constance la regina Anna aveva donato una graziosa
casetta nelle vicinanze del Louvre, dopo che aveva saputo del
matrimonio dei due ragazzi.
E dopo il colloquio con re e Cardinale, si
erano
ritrovati tutti a casa di Bonaciuex per una grande cena cucinata da
Marta e dalla madre del piccolo Jean.
Il sarto, ripresosi dall'attentato , non
aveva fatto
salti di gioia nel sapere del matrimonio della figlia e del guascone
e ogni volta che d'Artagnan gli passava di fianco - e l'aveva notato
anche Constance - al moschettiere pareva di sentire Bonacieux
'ringhiare'...
Tanto che il suo giovane genero aveva ben
deciso di
stare dalla parte opposta del tavolo durante la cena, a debita
distanza da un suocero non molto felice di essere stato messo davanti
al fatto compiuto.
Marta guardò il suo padrone che
sbocconcellava il pane
imbronciato. "Avanti Monsieur Bonacieux, mica è un funerale!
In
fondo, si sono sposati! E questo vuol dire che fra poco potrete fare
il nonno e avere un bel nipotino per casa!" - gli disse allegra,
servendogli una fumante fetta di arrosto nel piatto.
D'artagnan a quelle parole
rischiò di strozzarsi con la
carne mentre Constance divenne rosso acceso in viso.
Tutti gli occhi dei presenti si piantarono
sulla giovane
coppia...
"Constance, ma sei incinta???" - chiese
Porthos col tatto di un pachiderma...
"NOOOOOOOOOOO!!!" - risposero
contemporaneamente d'Artagnan e Constance, al colmo dell'imbarazzo.
La madre di Jean sorrise. "E, ma presto...
Insomma,
sappiamo bene tutti quanta passione ci sia all'inizio di un
matrimonio! Io sono rimasta incinta dopo pochissimi mesi!".
"Ehm... Grazie dell'informazione
Colìne... Ma ora,
possiamo cambiare argomento?" - supplicò il guascone
imbarazzatissimo.
Monsieur Bonacieux sospirò. "Ma
sì, un nipotino
mi farebbe felice! E d'Artagnan non è male come genero in
fondo...".
Marta diede al sarto una grossa pacca sulla
spalla.
"Ecco, vedete che c'è solo da esserne contenti?!
L'importante è
che il pupo o la pupa assomiglino alla mia signorina Constance! Tutto
il resto si può superare!".
D'artagnan si imbronciò.
"Perchè, se
assomigliasse a me che ci sarebbe di male?".
Marta alzò gli occhi al soffito.
"Oh santo cielo,
speriamo di no! Sarebbe una tragedia se prendesse dal padre...".
"Che vuoi dire?" - insistette d'Artagnan
offeso.
Marta e gli altri scoppiarono a ridere e il
guascone non
ebbe altre risposte. La cameriera tornò in cucina, mentre la
cena
riprese a trascorrere serena.
Beh, tanto meglio...
Quel discorso era abbastanza imbarazzante e
cambiare
argomento non era poi male...
Il guascone riprese a mangiare. Era sereno
e tranquillo,
felice...
Eppure, gli ultimi istanti di Milady
continuavano a
scorrere davanti ai suoi occhi...
Era così strano pensare che
davvero lei non ci fosse
più!
Cominciava una nuova vita per lui...
Un matrimonio e una famiglia da costruire,
una brillante
carriera come moschettiere appena iniziata e... nuovi nemici futuri
da sconfiggere... Già, nuovi... Ai vecchi aveva detto addio,
li
aveva battuti...
Ogni strada nuova che si comincia a
percorrere fa sempre
un pò paura, lasciare il vecchio per l'ignoto, anche se con
le
fattezze di una donna diabolica, spaventa tutti, compreso un
moschettiere forte e coraggioso...
Era diventato un uomo, lontano anni luce
dal ragazzino a
caccia di elefanti che era giunto a Parigi due anni prima... E in
fondo, lo doveva anche a Milady se era tanto migliorato...
Fissò fuori dalla finestra,
bisognoso di un pò di
solitudine di fronte a quei pensieri. Forse era meglio andare a dar
da mangiare agli animali, non era male come scusante. E poi,
Ronzinante era probabilmente affamato e Pepe sembrava triste e
depressa, rannicchiata sul fieno della stalla da cui si rifiutava di
uscire. "Vado a dare un'occhiata agli animali!" - disse
d'un tratto, alzandosi dalla sedia.
Uscì fuori, nel freddo della
sera invernale parigina.
L'aria era pungente e minacciava neve.
D'artagnan entrò nella stalla,
sedendosi fra Pepe e
Ronzinane. Distrattamente prese a dare del fieno, con la mano, al
cavallo, mentre con l'altra accarezzava la scimmietta messasi seduta
sulle sue gambe.
Pepe sembrava triste...
"Ti manca la tua padrona è?!" -
sussurrò
d'Artagnan assorto.
Pepe sbuffò, rannicchiandosi
ancora di più sulle sue
gambe. E nella stalla calò il silenzio...
Anche la mente di d'Artagnan smise di
pensare, godendosi
quegli attimi di pace, perdendo la cognizione del tempo.
...
Finché...
"Ci stavamo preoccupando!". Constance e
Athos
entrarono nella stalla e lo raggiunsero.
"E perchè?" - chiese il guascone.
Sua moglie gli sorrise. "E' quasi mezz'ora
che sei
quì!".
"Cosa?!". D'artagnan sgranò gli
occhi. Non se
n'era accorto di essere lì da così tanto tempo.
"Tutto bene?" - gli chiese Athos sedendosi
accanto a lui.
D'artagnan si mise sulla difensiva. "S...
Sì,
tutto bene. Perchè?".
Constance gli sorrise, inginocchiandosi
davanti a lui.
"Io non ti credo!" - disse semplicemente, in tono
tranquillo – "E' per Milady che sei giù, vero? E'
da quando è
morta che diventi taciturno, di tanto in tanto...".
D'artagnan si sentì un verme.
Sua moglie lo conosceva,
bene anche, non poteva mentirgli... Era ingiusto, non lo meritava.
Constance era dolce e gentile e anche in una situazione come quella,
in cui OGNI moglie del mondo avrebbe urlato e sbraitato, era
fiduciosa in lui e preoccupata. E poi negare non sarebbe nemmeno
servito a troppo visto che Constance aveva capito perfettamente. In
lui riaffiorò l'antico senso di colpa che l'aveva
accompagnato anche
durante l'ultimo viaggio alla ricerca di Milady, in Spagna. Non
doveva, non poteva permettersi di pensare a Milady, di essere triste
e turbato per la sua morte... Era un uomo sposato, un moschettiere
che aveva sconfitto una nemica pericolosa e terribile e avrebbe
dovuto esserne fiero... Eppure... Il suo animo era scosso... "Io...
ecco...". Abbassò lo sguardo, non sapeva cosa dire... Era
difficile, molto difficile. Troppo!
Athos gli mise una mano sulla spalla. "E'
normale
che ti senta così. Sei molto giovane e una persona come
Milady...
Lei era una donna bellissima ed intrigante, una donna assolutamente
anti-convenzionale... Per un uomo sentirsi attratto da una donna
così
è fisiologico!". Athos si bloccò... Parlava di
d'Artagnan e
Milady... o di lui e Aramis? In quel momento si sentì un
pò
ridicolo...
D'artagnan scosse la testa. "Io NON sono
innamorato
di Milady!". Doveva metterlo in chiaro, soprattutto a Constance.
Ne era forse stato attratto, probabilmente per i motivi illustrati
dal suo amico. Ma 'amore' no! Lui amava Constance, lo sapeva e ne era
certo. L'aveva amata fin dal primo istante e l'avrebbe amata per
sempre. Se c'era una cosa di cui non dubitava, era proprio questa...
"Vedete, non è propriamente... attrazione... E'
che
Milady..." - prese un profondo respiro – "Io devo
ringraziarla...".
"Cosa???" - chiesero insieme Constance e
Athos.
Il guascone si affrettò a
spiegare, davanti alle faccie
smarrite dei suoi due interlocutori. "Vedete, quando sono giunto
a Parigi ero un ragazzino sbruffoncello di provincia, arrogante e
pieno di me. Mi sono cacciato nei guai talmente tante volte per la
mia avventatezza... Poi è arrivata Milady... E sono
cresciuto... Ho
affrontato avventure e pericoli che mi hanno fatto maturare, che mi
hanno dato una giusta dimensione di chi io sia e di cosa valga in
realtà, che mi hanno fatto capire cosa conti veramente nella
vita.
Amore e amicizia. Il mettere davanti al nostro bene personale il bene
di chi ci sta accanto e amiamo. E poi, grazie a Milady, sono
migliorato nell'uso della spada, sono entrato nel corpo dei
moschettieri grazie a tutte le azioni compiute coi miei amici per
cercare di fermarla. Mi sono fatto un nome e una buona reputazione a
palazzo e presso De Treville. Milady era un'avversaria forte,
terribile, spietata... Ma è stata un'avversaria che avrei
voluto
affrontare... per il resto della mia vita...
Perchè grazie a
lei sono migliorato, ho sempre superato, passo dopo passo, ogni
limite che mi ero imposto di raggiungere. E ora, con chi mi
batterò,
al pari di lei?". Forse c'era dell'altro, forse in un angolo
della sua mente aveva anche capito che in fondo in fondo, se quella
donna avesse avuto persone diverse vicine, sarebbe stata un essere
umano molto migliore. Persone che l'avessero amata e sorretta per
quello che era e non persone corrose dalla brama di potere che
l'avevano solo usata. Forse aveva visto anche della purezza
nell'animo di Milady e una parte della sua mente l'aveva colta,
insieme al desiderio di aiutarla. Ma aveva anche
capito
altro... Che lei NON voleva essere aiutata, che la prima a rendersi
conto che era troppo tardi era proprio Milady. Per questo aveva
deciso che lei avrebbe scelto la fine che voleva, per questo non
l'aveva aiutata a salvarsi da quel precipizio. Glielo doveva!
Salvarla per arrestarla, portarla a Parigi come una criminale
qualsiasi, farla giustiziare in una piazza sarebbe stata una fine
indecorosa per una donna come lei, che lui aveva sempre rispettato.
Era morta come aveva desiderato, l'aveva pregato di non intervenire
capendo al volo il tumulto del suo animo... Milady aveva saputo
leggere nella sua mente come poche persone... E a d'Artagnan, per
sempre, sarebbe rimasto quel dubbio... 'Io e lei, se non fossimo
stati in un altro posto e in un altro tempo, cosa saremmo stati?'...
Era logorante domandarselo ma decise che
quella domanda,
quel pensiero, sarebbero rimasti per sempre dentro di lui. Non
avrebbe dato voce a quella domanda! Milady era morta, non aveva senso
parlarne... Amava il suo presente, amava la donna che aveva sposato e
non voleva altra vita che non quella che stava vivendo, con le
persone che gli erano vicine. Era ora di voltar pagina, di
dimenticare e di guardare al futuro... Allungò le braccia e
strinse
a se Constance. Aveva bisogno di lei, di abbracciarla e di sentire
quel calore, quella dolcezza che solo lei riusciva a dargli...
"Va tutto bene d'Artagnan..." -
sussurrò
Constance accarezzandogli i capelli...
Athos sorrise e si rialzò in
piedi, deciso a lasciare
da soli ed in intimità i due piccioncini. "Credo che
tornerò
dentro, in casa. E' tardi, fa freddo e fra poco nevicherà ed
è ora
di levare le tende o Marta ci prenderà tutti a randellate in
testa!
Accompagnerò a casa Aramis e poi mi butterò sul
letto a farmi una
bella dormita! E tu d'Artagnan non preoccuparti, di nemici terribili
ne troverai a bizzeffe! Sei appena entrato nei moschettieri e hai
tutta la vita per combattere contro gli attentatori della Francia. E
non è detto che saranno meno forti di Milady...".
L'atmosfera si era improvvisamente
distesa...
D'artagnan e Constance si voltarono presso
di lui,
mentre sul loro viso compariva un sorrisetto malizioso. "E
certo, accompagnerai a casa Aramis perchè hai paura che non
ricordi
la strada e si perda in qualche vicolo malfamato!" - esclamò
d'Artagnan con aria di presa in giro.
A quelle parole Athos divenne rossissimo in
viso. "C...
Cosa???".
Il guascone si mise in piedi, continuando a
ridacchiare.
"Donne anti-convenzionali, fuori dal comune... Sì
sì, come no!
Parlavi di me... o di te?".
"Di TE ovviamente!" - balbettò
Athos.
D'artagnan prese Constance per mano, poi si
avviò
all'uscita della stalla. "Come no! Comunque, io e Constance
sappiamo chi sei tu e chi è Aramis... E abbiamo notato
taaaaanteeeeeeee cose... Ma tranquillo, noi sappiamo mantenere i
segreti!!!" - concluse ridendo e strizzandogli l'occhio.
Athos non replicò. Rimase fermo
qualche istante nella
stalla, fissando i due ragazzi che uscivano. D'artagnan e Constance
avevano capito tutto e non gli andava di raccontar loro frottole. E
sapeva che poteva fidarsi di loro, che non avrebbero parlato di
nulla... Lui e Aramis avevano deciso, per il momento, di tenere
nascosta la loro relazione. Troppe cose da spiegare, troppi problemi
nel loro lavoro e a corte... E Aramis non era ancora del tutto pronta
a voltare pagina e a tornare, anche solo fuori dal lavoro, a vivere
come una donna... E in fondo, a lui bastava quel dolce amore appena
nato, bastava stare bene con quella donna. Di fare proclami, di fare
la coppiettina che passeggia romanticamente mano nella mano sulla
Senna, delle reazioni e del benestare del mondo che li circondava non
gliene fregava nulla.
Uscì anch'esso fuori.
I suoi amici erano tutti sulla porta,
pronti ad andare a
casa.
"Ottima cena Marta!!!" - esclamò
Porthos
grattandosi la pancia piena.
"Oh grazie!" - rispose la cameriera
soddisfatta.
"E allora, si va a casa?" - chiese
d'Artagnan
desideroso di andare nella sua nuova abitazione per starsene da solo
con sua moglie. La prima notte in quella casa DOVEVA essere ricordata
e aveva grandi programmi per le ore a venire... E gli sguardi
languidi che Constance gli riservava, trasmettevano lo stesso
desiderio.
"Beh, buona notte ragazzi!" -
sospirò
Bonacieux guardando sua figlia e il guascone.
"Già, buona notte!" -
sbadigliò Jean in
braccio a sua madre, strofinandosi gli occhi.
Aramis si parò davanti a tutti,
sbarrando la strada.
"Quanta fretta! Abbiamo concluso brillantemente una difficile
missione, ci vuole il nostro motto! E' troppo che non lo usiamo!".
D'artagnan annuì. "Giusto!".
E quattro spade di quattro valenti
moschettieri furono
levate al cielo, al motto...
"TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI".
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