CAPITOLO UNO- BELLA CULLEN
Erano passati sette lunghi e felici mesi dall’ultima visita
dei Volturi. Sette lunghi mesi da quando la mia
“vita” cambiò radicalmente. Stavo
tornando a casa dopo esser passata da Charlie, quando vidi Alice seduta
su un albero con la testa tra le gambe. “Alice,
cos’hai?” le chiesi flebilmente. Lei si
girò lentamente verso di me: “Sento che
succederà qualcosa, ma non riesco a capire cosa
sia...” “Non ti preoccupare Alice, sarà
di sicuro qualcosa legata a Jacob. Magari non riesci a vedere i danni
che farà oggi” e così la convinsi ad
entrare. Sentii subito il cuore di Reneesme che palpitava
freneticamente , ma ancor di più sentivo le sue risate
mentre si faceva rincorrere dal padre. Nel soggiorno c’era
Emmett che guardava attentamente una partita di rugby. In cucina potevo
sentire Esme e Rosalie che parlavano del più e del meno,
mentre dalla camera di Jasper e Alice sentivo provenire della musica
blues malinconica. Provavo uno strano senso di calore nel mio corpo
freddo, ma tutto fu interrotto da Carlisle che scendeva le scale
radunando tutta la famiglia in soggiorno. “Ciao Bella!
Già di ritorno?” mi chiese sorridente.
“Sì, oggi mio padre non c’era... mi sono
limitata a mettere un po’ a posto la casa” intanto
sul divano si erano radunati tutti: Edward e Reneesme erano al mio
fianco. Mia figlia era cresciuta più velocemente e adesso
aveva le fattezze di una bambina di dieci anni, molto ricettiva
aggiungerei. Edward invece era sempre lui: l’angelo dagli
occhi d’oro di cui mi ero innamorata tanto tempo prima. Mi
sorrise e mi abbracciò in una stretta vigorosa. Carlisle si
schiarì la voce e iniziò il discorso:
“Famiglia, quello di cui vi vorrei parlare è un
argomento molto delicato e non credo che tutti la prenderanno bene, ma
è un progetto unico nel suo genere, che sfida la nostra
natura” Edward si irrigidì di scatto.
“Il mese scorso stavo pensando a James e a Victoria. Se
fossero stati umani non ci avrebbero dato fastidio giusto?”
si levò un leggero brusio che fece interrompere per un
attimo Carlisle. “Quello che voglio dire e che ho trovato il
modo per invertire il processo di vampirizzazione” rimasi
paralizzata. “E’ una pazzia”
sussultò Rosalie carica di rabbia. “Ammetto che
fino a poco tempo fa sarei voluta tornare umana, ma adesso ho capito
che la mia famiglia è questa e nessun’altra. Per
l’eternità” le parole della mia sorella
adottiva mi toccarono. “Ovviamente non è destinato
a noi, Rosalie” disse Edward interpretando ciò che
suo padre non aveva ancora detto. Spinta dalla curiosità mi
feci avanti e domandai: “Come funziona, Carlisle?”
“Grazie ad un estratto del nostro veleno geneticamente
modificato, ho scoperto che si possono ricreare gli organi umani anche
nel nostro corpo e quindi riportare un vampiro alla sua forma umana. Ah
Bella, ho usato un tuo capello... ti dispiace?” io scossi il
capo. “Ora potete andare” dopo questo annuncio, nel
soggiorno rimanemmo solo io e Edward. Lui mi condusse con gesti lenti
al divano dove mi accucciai e infilai la testa nell’incavo
della sua spalla. “Sai, Reneesme mi ha detto che Jacob non
verrà questo pomeriggio” inarcai il sopracciglio
perplessa. La visione che Alice non riusciva ad avere poteva sempre
riguardare Reneesme. “E’ strano perché
oggi Alice non riusciva ad avere una visione e...” fummo
interrotti da nostra figlia che fece una linguaccia a Edward e gli
disse in tono di sfida: “Tanto non mi prendi!”.
Edward si alzò e corse per le scale dove Reneesme era
scappata. Io rimasi seduta, immobile a riflettere: la macchina della
riumanizzazione poteva essere un pericolo per la famiglia? No, Carlisle
non la avrebbe mai creata senza prima calcolare i rischi. Non credevo
che potesse nuocere... fino a quel momento... Dal piano di sopra,
precisamente dallo studio di Carlisle, sentii un tonfo sordo simile a
una lastra di marmo che cade sul metallo e subito dopo il cigolio di
uno sportello che si chiudeva. Una sensazione spiacevole mi pervase e
il sospetto che fosse successo qualcosa me lo conformò
l’improvviso movimento della mia famiglia. Carlisle mi
passò davanti veloce come un fulmine e bloccò
Alice che si stava dirigendo al piano di sopra. “Non puoi
tirarlo fuori! Se lo fai morirà definitivamente. Vai subito
a prendere Reneesme” Alice sgranò gli occhi ed ero
sicura che se avesse potuto piangere l’avrebbe fatto, poi si
diresse al piano di sopra. Un momento dopo Rosalie mi fu vicina e mi
abbracciò: “Non ti preoccupare Bella. Ti siamo
tutti vicini e si risolverà tutto”.
All’improvviso tutti stavano attorno a me, ma io non capivo
ancora cosa stesse succedendo, ma all’appello mancava una
persona. “Quanto durerà il processo?”
chiese Esme a Carlisle. “Circa quattro mesi...”.
Non so né come né perché, ma un
istante dopo sentii un altro cuore battere al piano di sopra, ma non
era quello di Reneesme. Era un cuore che si stava svegliando dopo un
sonno di quasi cento anni. Realizzai tutto ciò che stava
accadendo e, in una frazione di secondo, mi ritrovai sulle scale a
gridare il nome di Edward. Poi fu tutto confuso: le mani di Jasper e
Emmett bloccarono la mia corsa e mi lasciai cadere sul divano.
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