“E’ finita!” disse decisa la ragazza dai capelli scuri al
ragazzo che le stava di fronte.
“Non ci voglio credere… per l’ennesima volta ti chiedo di
perdonarmi… Non è successo nulla!” le rispose il ragazzo determinato cercando
di prenderle le mani.
“Non mi toccare! Non ti credo! Io vi ho visto!” ribatté
infuriata la ragazza correndo verso casa.
Il giovane poté solo vedere la folta chioma della ragazza
che si dileguava…
Sapeva che era inutile cercare di farla ragionare… Quando
si metteva in testa qualcosa non cedeva…
Poteva solo sperare che gli passasse… Ma quanto avrebbe
dovuto aspettare?
Era disposto ad aspettarla, perché l’amava, anche se per
lei era difficile crederlo.
Tornò sui suoi passi… Solo e con la mente altrove…
La ragazza era salita in camera e stava piangendo tutte le
lacrime che credeva di avere…
“Perché… perché l’hai fatto John…” disse tra un
singhiozzo e l’altro.
Dopo quasi un’ora si calmò e cercò a mente lucida di
ragionare su quanto era accaduto fino a quel giorno…
Certo, sapeva di non essere bellissima, era una ragazza
alquanto scialba ed insignificante, glielo dicevano in molti…
L’aveva stupita molto il fatto che John, il ragazzo più
bello di Avonlea, l’avesse notata alla festa di fine estate lo scorso anno.
Avevano ballato insieme per tutta la sera…
Era stato bellissimo… Si era sentita bellissima…
Lei nel suo vestito turchese, il più bello che avesse, era
arrivata lì, convinta come ogni anno di fare da tappezzeria nessuno la
invitava mai a ballare…
A nessuno importava che lei amasse ballare… Che lei
desiderasse essere come tutte le altre ragazze…
Fin da piccola aveva sentito sempre lo stesso ritornello:
“sei insignificante cara… rassegnati!” dicevano, oppure “cara, non sarai mai
bella fuori, ma puoi essere bellissima dentro…”
Vecchi ritornelli, triti e ritriti, che una bambina non può
capire ne tantomeno accettare…
Crescendo aveva iniziato ad odiare gli specchi: questi
riflettevano un’immagine che aveva iniziato ad odiare…
Poi era accaduto… Due anni prima l’aveva visto e si era
innamorata…
Cercava in tutti i modi di vederlo, sempre casualmente,
perché non era educato per una ragazza cercare un ragazzo.
Stava ore di fronte al suo nemico: lo specchio.
Cercava di farsi bella, ma lei non riusciva a vedersi tale…
Aveva quindici anni…
Spesso cercava di guardarsi con occhi nuovi, ma non trovava
mai nulla di interessante, anche se il potenziale c’era, ma lei non lo vedeva,
come tutti gli altri…
Era una bella ragazza, alta e slanciata, i capelli castani
tanto scuri da sembrare neri le scendevano sciolti lungo tutta la schiena,
mentre gli occhi erano color cioccolato…
Era una delle poche ad avere i capelli di quel colore, ma
nessuno sembrava accorgersi di lei… Della sua delicata bellezza…
Si ricordava perfettamente la sera della festa di fine
estate scorsa…
Aveva rinunciato a sperare di essere vista da lui… Tutti i
suoi sforzi passati erano stati vani…
D’altronde lui era così bello… come poteva notarla…
Aveva indossato il vestito turchese, era un vestito nuovo,
regalo di una sua zia di Carmody…
Le stava benissimo, aveva deciso di spostarsi i capelli
sulla spalla sinistra e di appuntarci una rosa bianca: era davvero bella.
Quella fu l’unica volta che si piacque davvero…
Era andata alla festa con suo fratello, più grande di lei
di due anni.
Sua madre era convinta che avrebbe ballato con lui, nel
caso in cui nessuno l’avesse invitata a ballare.
Quando poco la madre conosceva il figlio…
Lui non ballava, anzi aveva timore di tutte le donne,
esclusa la madre e la sorella, e se ne stava in un angolo a parlare con qualche
suo amico…
Era andata alla festa sicura, come ogni anno, di dover
osservare solamente, mentre tutte le altre sue coetanee si divertivano a
volteggiare sulla pista all’aperto, illuminata da alcune fiaccole ed inondata
dal dolce profumo del gelsomino.
Era arrivata da poco. Si guardava intorno stupita e
frastornata…
La musica era alta ed il brusio della gente non l’aiutava
ad ambientarsi.
“Mi concedete l’onore di questo ballo?” le chiese una voce
calda e profonda.
Si voltò di scatto stupita da quella domanda tanto inusuale
quanto inaspettata… Ma tanto gradita e desiderata.
Era lui… Non ci credeva… Lui era di fronte a lei, con il
sorriso più bello che avesse mai visto sulle labbra di un ragazzo.
Sapeva che era alto, ma non pensava di arrivargli appena
alle spalle… Non l’aveva mai visto così da vicino… Si sentiva piccola vicino a
lui…
Lui che aveva un fisico robusto e scattante e la carnagione
leggermente più scura, segno che passava molte ore nei campi.
Ma la cosa più incredibile erano i suoi occhi… Due pezzi di
cielo, tanto erano chiari ed azzurri…
Il ragazzo aveva la mano protesa in avanti… Una mano
callosa e grande…
E lei era troppo rapita da lui per poter dire o fare
qualcosa…
“Siete per caso già impegnata…?” tentò nuovamente il
giovane vedendo la ragazza immobile.
“Sì… cioè no!” disse riscotendosi dal torpore che l’aveva
colta appena l’aveva visto.
“Vuoi ballare?” le chiese di nuovo dolcemente e sempre
sorridendole…
“Sì… grazie…” disse compita la ragazza sorridendogli
impercettibilmente.
“Sono io che devo ringraziarti…” disse lui portandola verso
la pista da ballo ed iniziando a ballare.
Molti brusii si fecero sentire vedendo quella strana coppia
volteggiare al centro della pista, me nessuno dei due li sentì, troppo rapiti
dalla danzo o da loro stessi.
Avevano danzato insieme tutta la sera… si erano persi l’uno
negli occhi dell’altra…
Ma tutto quello che inizia deve anche prima o poi finire…
E così era stato per quella serata…
“Grazie per aver ballato con me…” disse lui.
“Grazie a te per avermi invitato a ballare…” disse lei
arrossendo un poco.
Si separarono solo di qualche passo…
“Possiamo vederci qualche altra volta… se ti va…” disse
accorgendosi dell’occhiata lanciatagli dal fratello di lei.
“Certo John…” disse solo lei, sorridendogli gentilmente.
“Allora… ci vediamo…” disse lui salutandola.
“D’accordo…” gli rispose felice.
E si erano visti… Innumerevoli volte… erano quasi fidanzati
ormai…
I genitori di entrambi sapevano del loro amore e sapevano
che sarebbe sfociato in un matrimonio, al compimento dei diciotto anni della
ragazza.
Erano felici e, a discapito di quello che molti pensavano,
stavano insieme ed erano molto affiatati come coppia.
Ormai nessuno si stupiva a vederli insieme, e nessuno
commentava più.
“Perché ci è capitato questo…” disse piangendo nuove calde
lacrime.
“Perché hai baciato Ginny Madison se dici di amare me?
Perché?!” si ripeteva singhiozzando violentemente.
“E soprattutto perchè… Perché non le hai detto di noi? Di
me?!” concluse disperata.
No, non lo avrebbe perdonato, stavolta l’aveva combinata
grossa.
Non era il loro solito litigio su un libro o su un una
rappresentazione teatrale…
Aveva deciso e non sarebbe tornata indietro.
“No, non posso perdonarti John Blythe! Non ti perdonerò
mai! Parola di Marilla Cuthbert!” disse la ragazza decisa con gli occhi lucidi.
Eccomi
qua con una nuova storia…
Questo
è quello che secondo me è accaduto, se volete la posso continuare, altrimenti,
questo è quello che potrebbe essere accaduto tra i due.
Diciamo
che il non rivelare i nomi e cognomi, come avrete capito è voluto, altrimenti
rovinavo la sorpresa.
Beh,
mi sono sempre chiesta come mai Marilla ed il signor Blythe non si fossero
sposati, come si fossero conosciuti e come si fossero lasciati.
Questa
è la mia personale visione della storia.
Ringrazio
tutti coloro che la leggeranno.
Grazie.
Kirby
alias Luana80.