VII
– Di lavoro e piacere
Il
lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi
piace quello
che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare
sé stessi. La
propria realtà – per se stesso, non per gli altri
– ciò che
nessun altro non potrà mai conoscere.
J.
Conrad
Paolo
si asciugò la fronte madida di sudore, sospirando di
stanchezza.
Alzò
il capo, osservando il casale: una costruzione che fino a pochi mesi
prima era scarna e assolutamente inutilizzabile, ora si era
trasformata in una casa di tutto rispetto.
Era
stato anche grazie a Valeria che era stato possibile tutto
ciò.
Paolo
pensò che la passione fosse la cosa più bella che
esistesse a
questo mondo: sì, perché quando ci si impegna con
qualcosa o con
qualcuno, tutto il resto non conta e, per quanto difficile
può
essere ogni giorno coltivare una passione, arrendersi è
fuori
discussione.
Paolo
aveva trasformato il lavoro in piacere,
semplicemente.
Poche
persone potevano fare veramente ciò che piaceva loro: Paolo
era
stato fortunato a non rientrare in quella ristretta cerchia.
***
Mh,
questa storia è una “Paolo centric” ma
è quello che penso anche
io :).
Quando
si trova la propria strada oppure il proprio obbiettivo da perseguire
nella vita, nulla può farci arrendere :).
Ringrazio
RainMemories per la bellissima recensione :). Per me la seconda serie
esiste solo in parte, guarda ç__ç.
Grazie
mille, un bacione!
La
prossima probabilmente sarà una mini-raccolta che
analizzerà tutte
le donne di “Tutti pazzi per amore”: Maya, Rosa,
Laura, Monica e
Lea. Insomma, le donne che lavorano in redazione intendo XD.
Comunque,
sarà dedicata a tutte le utentesse (?) *_*.
Alla
prossima!
Kiki.
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