Disclaimer:
I personaggi contenuti in questa storia, come ambientazioni ed altro,
sono proprietà dei rispettivi autori.
Avvertenze: SPOILER,
Crossover, Au, shoujo-ai, shonen-ai, linguaggio volgare, violenza,
probabilmente non per stomaci delicati e OOC.
Prologo
“Ahhhh!”
Come era potuto
accadere?
“Si
muova!”
“Aaaaaaaaah!!!”
Correva a
perdifiato, correva in quel dedalo di viottoli infiniti, correva per
restare in vita.
“Aaaaaaaaaaaaaah!!!”
Un'altra vittima. E
un'altra ancora. E un'altra. Le urla di dolore riempivano le vie della
città, sormontate solamente dalle raffiche dei fucili.
“ATTENTO!”
Un fulmine
abbatté una vecchia casa, i cui detriti si stavano
riversando esattamente dove erano i fuggitivi.
“Di qua!
Presto!”
Sfondò una
porta e si rifugiarono dalla frana nella casa, uscendo da una finestra
posteriore.
“Cecchini!”
Si ritrovò
un puntino rosso all’altezza della fronte. Uno sparo
risuonò nell’aria, mentre il proiettile riduceva a
velocità folle la distanza che intercorreva fra se stesso e
il suo obbiettivo. Era davvero la fine?
“Aaaaaaaaaah!”
Gli aveva fatto da
scudo.
“Si sbrighi!
Cosa fa ancora qui? Fugga!”
“Ma…
Ma…”
“Loro
vogliono lei! Si metta in salvo! Io li rallento!”
“Ma…”
“Insomma,
fugga, dannazione! Mancano appena cinquecento metri, vuole che il
sacrificio di tutta questa gente sia vano?”
Rimase un
po’ immobile. Dopodiché, si girò e
rincominciò a correre. L’altro gemette,
rimettendosi in piedi. Davanti a lui arrivò un manipolo di
soldati. Uno di loro si fece avanti e parlò.
“Spostati e
avrai salva la vita.”
Non rispose. Emise un
sospiro, aprì gli occhi e si avventò a spada
tratta contro i nemici, menando fendenti a destra e manca, uccidendo
due soldati sul colpo. Tuttavia, il dolore del colpo ricevuto in
precedenza si iniziava a sentire: all’ultimo, non ricevette
la forza necessaria ad un fendente mortale; il braccio si
abbassò a causa del peso della spada, riuscendo solo ad
infliggere un taglio poco profondo al capo del gruppo. Non era una
ferita grave; tuttavia fu abbastanza per farlo infuriare.
“Lasciate a
me questo bastardo”sibilò“Voi inseguite
il principe.”
Gli diede un colpo con
l’elsa della spada, facendolo barcollare, seguito da un
violento pugno che lo fece cadere a terra. Diede un calcio alla spada,
disarmandolo ed estrasse dalla tasca un coltello. Vibrò con
esso un colpo che si abbatté sulla spalla ferita, una, due,
cinque volte. Lo prese in seguito, appoggiandolo contro il muro e
parando il debole pugno che gli scagliò contro. Gli diede un
calcio allo sterno, portò indietro la spada e gli trafisse
il cuore.
“Cane.”Ringhiò,
sputando sul cadavere.
Più in
là, il principe correva per la sua vita. Aveva dovuto
proseguire la sua fuga sui tetti, a causa dei nemici. Silenziosamente,
uccise un soldato che stava posando la sua bandiera su un tetto,
recidendo la carotide, e saltò agilmente di tetto in tetto.
“Eccolo!
Sparate!”
“Dannazione!”
Scampò
miracolosamente alla raffica di colpi, correndo verso le mura della
città. Si rallegrò: sarebbe bastato scendere, e
avrebbe potuto scappare. Infatti, l’esercito nemico, sicuro
della vittoria, aveva invaso totalmente la città, non
lasciando in questo modo truppe all’esterno per
bloccare eventuali superstiti. Tuttavia, il sorriso gli morì
sulle labbra quando sentì il grido di una viverna. Prese a
correre ancora più velocemente, i muscoli gli dolevano a
causa dello sforzo, il mantello ondeggiava a causa dell’aria.
Le lance che gli lanciava contro il domatore di quel rettile colpivano
poco lontano da lui, che continuava ad aumentare la velocità
della corsa. Uccise due nemici che gli si paravano davanti e
trasalì: scomparvero in una nuvola di fumo, ma diede come
spiegazione a questo fenomeno la stanchezza. Guardò le mura,
vedendo una cascata. Non c’era più tempo di
scendere. Doveva saltare. Corse evitando di inciampare, fece leva col
piede su un merlo e si lanciò nel vuoto, mentre la viverna
gli passava sopra la testa, oramai impotente. Cadde sempre
più velocemente, impattando con l’acqua, e
sparendo nella nebbia.
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