Una
giovane donna con un kimono rosa passeggiava tranquillamente per le
strade di Kabukicho, il quartiere più malfamato di tutta Edo.
Aveva lasciato casa sua con il forte bisogno di fare qualcosa, ma...
cosa?
Non riusciva a ricordarlo. Era di sicuro qualcosa d'importante, una
promessa da mantenere...
L'unica cosa che sapeva era che doveva andare a Kabukicho.
Decise
di darsi un'occhiata intorno: case sgangherate, bar piuttosto
malridotti, un travestito che calciava via un cliente dal locale...
La
strada non le sembrava più un posto tanto sicuro, e stava
iniziando a
calare la sera... decise di entrare nel locale più vicino,
il bar "da
Otose".
Appena aprì la porta scorrevole, si trovò davanti
ad uno spettacolo a dir poco... bizzarro.
Un
giovane uomo dai capelli argentati stava al bancone, con il capo
coperto dal Jump della settimana passata e le maniche del kimono
arrotolate.
Seduto vicino lui stava il Vicecomandante della
Shinsengumi, Hijikata, che aveva avuto modo di intervistare parecchie
volte. Questo le fece un cenno disperato con il capo.
Seduti ai
tavolini stavano una ragazzina dal vestito cinese, un uomo dall'aria
altera e i capelli lunghi e... una papera gigante?
La fonte principale dei rumori che si sentivano anche fuori dal locale
erano proprio questi tre.
Davanti alla ragazzina stavano poggiati sul tavolino un bicchierino da
sakè e... oddio, quattro bottiglie!
-Kagura, per piacere, basta.-, le chiedeva stoico l'uomo allontanandola
dalla papera.
La donna si sedette vicino a Hijikata, dandogli la buonasera.
-Buonasera a lei, signorina Ketsuno Ana.-, rispose questo lanciando
sconsolato uno sguardo ai tre seduti al tavolino.
-Cosa ci fa qui, Hijikata?-, chiese Ana sistemandosi il kimono.
-Sono
qui per ordine del capitano Kondo, mi è stato detto di
sorvegliare
questo qui. E lei?-, indicò con una smorfia il ragazzo
addormentato dai
capelli argentati.
-Volevo solo farmi un giro per Edo.-, gli sorrise cordiale.
-Sola e con la notte che scende?-, che uomo premuroso il Vicecomandante!
-Invece
di preoccuparsi per me, perchè non guarda quella
ragazzina?-, Ana
fissava Kagura, che stringeva un cetriolo tra i denti e cercava di
passarlo alla papera gigante.
Hijikata rabbrividì.
-Mi creda, è meglio che la lasciate stare.-,
l'avvertì annuendo con il capo.
-Hijikata, sono vere?-, bofonchiò il giovane addormentato.
-Eh?!-
Sembrava
un covo di psicopatici. Gli unici normali erano lei, Hijikata e l'uomo
dai capelli lunghi al tavolo, che cercava di dissuadere Kagura a
baciare la papera.
-Ti prego, Elizabeth è molto turbata...-
Così quello era il nome della papera. Se Elizabeth era molto
turbata... i suoi nervi erano certamente molto provati.
Dopo un altro paio di tentativi si alzò dal tavolino e si
sedette anche lui al bancone, vicino ad Ana.
-Sembra disperato.-, notò questa.
-Lo sono.-, fu la risposta.
-Ehi, ma io ti ho già visto da qualche parte...-, Hijikata
si mise a fissare il volto dell'uomo, cercando di ricordare.
-Sono Zura, il capo del fan club di Otsu, l'idol.-, spiegò
calmo l'uomo.
-Ahn si, ecco dove ti ho visto. Eri in un live di un suo concerto in
TV, vero?-
Anche
Ana lo fissò. Non era convinta... l'aveva già
visto da qualche parte in
televisione, ma non in un programma musicale di idol...
Ultimamente
aveva un po' di problemi con la memoria. Non sapeva cos'era venuta a
fare a Kabukicho, non ricordava dove aveva visto quello Zura...
-Brava!
Ih ih! Ora ripassamelo!-, Kagura stava appollaiata sulle... gambe?
Gambe di Elizabeth, che erano scure e pelose... e stava passandole un
altro cetriolo con
la bocca. Elizabeth lo afferrò lesta con i denti,
inghiottendolo in un sol boccone.
-Sono molto affiatate.-, Ana interruppe il pesante silenzio che gravava
sui quattro.
-E' ubriaca.-, commentò Zura indicando Kagura.
-Hai una quarta?!-, bofonchiò capelli-argentati rigirandosi
sotto Jump.
-Disgustoso...-, sibilò Hijikata stringendo le labbra.
-Che
buoni i cetrioli! Yuuuum!!-, gridò Kagura felice prendendo
da sotto il
tavolo un barattolo di alghe sottaceto e stappandolo.
-Ma quelli non sono cetrioli...-, lo sguardo depresso di Hijikata le
fece cambiare idea. Meglio non avvertire la ragazzina.
Calò
di nuovo il silenzio, interrotto da qualche grido di gioia di Kagura o
qualche farfuglio incomprensibile dell'uomo addormentato.
-Io vado. Elizabeeeth!-, Zura si alzò dallo sgabello e
uscì dalla porta scorrevole, seguito dalla papera.
-Ehi, un attimo! Non paghi il conto?-, gli gridò Hijikata
senza vero interesse.
-Non ho ordinato nulla, ed Otose non c'è...-, fu la lontana
risposta.
Per la terza volta gravò il silenzio.
Kagura si era addormentata scompostamente sotto il tavolino, con il
barattolo di alghe in mano.
-Vuole che la riaccompagni a casa?-, chiese Hijikata ad Ana.
-La ringrazio, ma sono venuta qui perchè devo cercare una
persona.-, rispose lei cortese.
-Persona?-, s'incuriosì Hijikata
-Il
fatto è che... non ricordo bene. Mi sono diretta a Kabukicho
perchè
dovevo incontrarmi con una persona e mantenere una promessa, ma
purtroppo non ricordo
più a chi l'avevo fatta e perchè!-, Ana era
imbarazzata.
-Non ricorda nemmeno com'era fisicamente?-, tentò lui.
Ana negò scuotendo la testa.
-Fammele toccare!-, l'uomo dai capelli argentati si girò di
scatto, e il Jump gli scivolò via dalla faccia, rivelando...
-Sakata Gintoki! Ecco chi dovevo incontrare!-, esclamò Ana
entusiasta, iniziando a scrollare gentilmente la spalla di Gintoki.
-Magari succedesse a me...-, il giovane uomo aprì gli occhi
e sbadigliò, ritrovandosi davanti il viso di Ana.
-Sakata Gintoki! Ti riconosco! Ti ricordi della promessa che ti avevo
fatto?-, gli sorrise, solare.
Gintoki sbattè gli occhi un paio di volte.
Lei era. Ketsuno. Ana. La signorina. Del meteo. E inviata . Speciale.
-Ma lei è... è... Ketsuno Ana?-, chiese
trasognato. Era lei, era proprio lei, e gli stava sorridendo!
-Sono io.-, affermò Ana.
-Un attimo... promessa?-, divenne improvvisamente serio.
Hijikata si alzò silenziosamente dal bancone ed
uscì.
La
stramberia del samurai stava contagiando anche la signorina del meteo.
Meglio filarsela... al capitano avrebbe rifilato qualche scusa a caso.
-Um... si, non ricordi?-
Gintoki si grattò il mento, pensieroso. Poi passò
alla guancia. Poi alla fronte. Poi dietro le orecchie.
-Non ricordo.-
-Nemmeno io.-, aggiunse Ana imbarazzata.
Prima che calasse -di nuovo- un gravoso silenzio, esclamò
che non doveva essere importante, ed uscì dal bar
salutandolo.
La sua ombra sparì, inghiottita da un risciò di
lusso, l'ultima moda di Kabukicho.
Gintoki
sospirò, felice. L'aveva vista, l'aveva salutato, si sentiva
così
realizzato... si mise a sfogliare Jump, perso nelle sue fantasie.
Otose
apparve all'improvviso dalla piccola porta vicino alla mensola dei
liquori, tenendo in braccio una scatola piena di pacchetti di salatini.
-Allora, com'è andata con la signorina della TV?-, chiese
lanciandogli un sorriso bonario -ma vagamente minaccioso.
-Come fai a sapere che è venuta qui?-, chiese Gintoki
alzando il capo dal bancone.
-E'
giorni che ne parli. Oh, Ketsuno Ana qui, ah, Ketsuno Ana
là. Alla fine
ha mantenuto la promessa?-, Otose non smetteva di sorridere.
-Ti ha dato il bacio che tanto attendevi?-
Gintoki sbattè gli occhi.
Chinò il capo.
Inspirò profondamente.
-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-
Il
suo terribile urlo squarciò la notte di Kabukicho. Furono in
molti il
giorno dopo a dire di aver visto uno strano spettro dai capelli bianchi
aggirarsi per il quartiere, sofferente.
Ciao!
:) questa one-shot è un po' strana (senza un po': molto
strana! xD) ho
preso un po' di elementi e li ho combinati assieme cercando di
immaginare come li avrebbe elaborati
Sorachi :) ho cercato di
mantenere i personaggi più IC possibili, e la storia si
svolge prima
dell'arco narrativo dedicato a Ketsuno Ana e alla sua
famiglia :D
Ho
cercato anche di darle quel tocco nonsense che caratterizza un po'
Gintama x°D e spero di aver mantenuto centrali il tema della
labilità.
Il finale... è interpretativo.
Otose sapeva davvero tutto? O ha
voluto giocare uno scherzo al povero Gintoki, facendo leva sulla
suggestionabilità? Ah ah x°D che cattiva!
Spero ti piaccia e che faccia ridere *incrocia le dita*
Nyappy
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