Cronache
di un giornalista
In
tanti quando iniziano un qualcosa si affrettano ad esporre ciò
che esso prevederà, detto ciò io non mi definirei uno
dei “ tanti “. Quindi
inizio subito dicendo ciò che questa Fic non prevederà:
Romanticismo,
frasi amorose e cose smielate del genere
Vicende
drammatiche
Varie
righe contenenti testi di canzoni
A
questo punto, se non avete ancora chiuso la pagina, vi starete
sicuramente chiedendo cosa tratteranno le prossime righe. Beh
sappiate che di certo non sarò io a dirvelo …
C'è
chi dice che la mia fama sia legata ad un allettante destino, qualcun
altro che sia connessa alla costanza che ci ho messo, senza poi
scordare chi pensa che sia dovuta ad un complotto internazionale
secondo qui io sarei il dritto discendente di Hitler -e vi assicuro
che non mi stupirei poi tanto se la mia morte fosse legata ai
medesimi - .
Tutto
ciò però non ha molto importanza in momenti come
questi, quando ci si trova a dieci minuti dall'esibizione più
importante che un cantante di un certo spessore possa avere in tutta
un'esistenza.
Madison
Square Garden, è la così detta “
cima
del successo “.
Gloria
o mediocrità. Ecco a cosa sarebbe dovuto andare in contro il
mio nome a seconda della esito della serata.
Chiusi
gli occhi, serrai la gola, e lo sentii, il mio nome gridato da
milioni di fans, era giunto il momento di entrare in scena.
15
anni prima
Il
cellulare vibrò, la tasca si mosse e subito sentii quel suono
orribile che il mio cellulare mi riservava ogni giorno come suoneria.
Vai a capirle le nuove tecnologie.
Dallo
stridio di quella voce mi resi subito conto di chi si trattava, così
da potermi risparmiare un imbarazzante “ con chi parlo? “.
Era il vice redattore John Hodge, mio capo, carogna nel lavoro e
ancor di più nella vita privata, mi avvisò che il mio
prossimo servizio avrebbe riguardato l'intervista della neo-sposa
Claire Mulroney, figlia del primo ministro Canadese.
Ciò
non mi meravigliava, infatti ogni servizio di poca importanza finiva
sulla mia scrivania costantemente, o almeno, dopo lo spiacevole
incidente che avevo avuto con John.
Egli,
infatti, si era riuscito ad affezionare ad una sola entità,
ovvero il gatto. Purtroppo quando ci passai sopra con la macchina
questo non lo sapevo, e non lo sapevo neanche quando, subito dopo
essermi accorto dell'urto gli diedi il colpo di grazia con una
frettolosa retromarcia. All'inizio, sconcertato dell'avvenuto cercai
di pensare velocemente a come poter occultare il cadavere di
quell'animaletto tigrato, poi dando una fulminea occhiata mi resi
conto che John stava proprio lì, nulla soglia della porta
inorridito.
Dopo
aver fatto un breve resoconto sulle nozioni essenziali di difesa
personale, mi misi sulla difensiva, pronto a subire una serie ben
concatenata di pugni, dopodiché accennai ad un sorriso a 36
denti, conscio che avrei potuto perderne la metà.
Successivamente ancor prima di aver potuto chiedere delle scuse che
sicuramente non sarebbero bastate si udì un urlo.
Mi
girai, e dalla porta ne uscii un'ottantenne.
«
Romualda
! »
ripeté una donna sull'ottantina indicando il cadavere .
Fu
un attimo, il tempo che ci impiegò per cadere a terra e
inalare il suo ultimo respiro.
Qualche
mese dopo venni a sapere che John da un'anno a quella parte aveva
ospitato sua madre a casa propria per entrare nelle sue grazie e
poter così essere riinglobato nel patrimonio. Credo proprio
che questa non me la perdonerà mai.
Parcheggiai
l'auto non lontano dall'ingresso del ricevimento, ne uscii, mi
attendeva il mio amato Vice-Redattore, che con un cenno contorto mi
salutò .
Una
volta entrati pronti ad accoglierci c'erano una schiera di invitati
tutti eleganti e dall'espressione colta. Mi presentai ai nuovi
coniugi e decisi di approfittare dell'invito per fare un po di
baldoria.
Voltandomi
però, mi resi conto che la serata sarebbe stata un fiasco se
non avessi preso precauzioni ferree riguardo il non farmi scoprire da
Rudi, la mia ex-fidanzata. Purtroppo quando la lasciai non la prese
molto bene, e fu preda di un esaurimento isterico che la porto a
qualche mese di ospedale psichiatrico.
E,
indovinate un po, quando la dimisero mi guadagnai una stolker, - si,
sono bravo a far perdere le mie traccie -.
Riepilogo
delle mie attuali opzioni :
a)
scappare a gambe levate andando incontro ad un sicuro licenziamento
b)
ibernarmi per poi scongelarmi dopo mezz'ora così da poter
intervistare la festeggiata e scappare
c)
impugnare una ump silenziata, sparare Rudi e scappare.
Ora,
se non ve ne foste accorti ho un debole per la fuga.
Mi
sedetti sulla sedia del tavolo poiché i primi erano in
dirittura d'arrivo, alla mia destra c'era Jonh che si apprestava a
ricevere la sua aragosta bollente, e non tardò ad arrivare. Io
passai, le aragoste non mi erano mai piaciute.
«
Signor Hodge, mi è sembrato che il suo piatto si … »
muovese,
non
feci in tempo a pronunciare quella sola parola che da piatto s'alzò
l'aragosta avventandosi contro il viso di John che imprecò.
Ovvio dire che l'attenzione degli invitati era stata tutta attirata
dalla psico-aragosta-assassina, e che il mio volto era sul riflesso
degli occhi di tani.
«Amore
mio !!» voce stridulissima ----> Rudi ----> stolker pazza
----> suicidio .
Mi
misi a cavalcioni sotto il tavolo nella speranza di un'improvviso
miracolo, sfortunatamente non ci volle molto per farmi scoprire.
«
Tesoro » mi disse accarezzandomi i capelli e tirandomi fuori da
sotto il tavolo « sono così contenta da averti trovato,
anche se ci siamo persi di vista per molto tempo, ti amo come prima »
inclinò la testa e poi mi sorrise .
«
se con “persi di vista” intendi la tua detenzione in una
clinica psichiatrica e la mia fuga, allora si , ne è passato
di tempo » risposi schietto e impaurito
«
sciocchino, io non sono mai stata in un ospedale psichiatrico, quei
mesi li ho trascorsi con tanti camici bianchi in una “casa
d'amicizia e d'amore” » corrugo la fronte perplessa
«
Rudi, devi capire che una scappatella di una notte non significa
amore, io non ti ho mai amato e certo non lo farò ora»
«
dai non farmi arrabbiare, noi ci amiamo » disse in preda ad un
tic nervoso all'occhio, poi si lasciò sfuggire dalla borsetta
una mia foto con attaccati ad essa una decina di spilli.
Ok,
ora ero spaventato. Dopo un minuto che ci guardammo negli occhi lei
si avventò a me cercando di baciarmi, ma la scansai. Altro
errore.
Arrabbiata
e inferocita prese un piatto di porcellana mirandomi e lanciandomelo,
purtroppo riuscii a scansarlo e fu il solista ingaggiato per la
serata a risponderne cadendo a terra svenuto.
Subito
la sicurezza s'avventò contro la stolker, che da quando
immaginai avrebbe dovuto passare ancora qualche mesetto nella sua “
casa d'amicizia e d'amore “.
30
minuti dopo
Disperati
per il disastro la sposa e lo sposo accettarono la mia offerta che
riguardava il farmi cantare al posto del solista per rimediare al
piccolo imprevisto che si era verificato.
Così
iniziai a cantare, dopo qualche applauso ,e il mio stupore che non
avessi ancora steccato nemmeno una nota vidi un uomo, mi fissava da
alcuni minuti e anche dopo i medesimi non la finì.
Quell'uomo
si chiamava David Foster e avrebbe fatto conoscere il nome di Michael
bublè a tutto il mondo
Ora
Ed eccomi qui, reduce di una grande
fortuna che non mi so spiegare.
Ma qualche volta, quando chiudo gli
occhi e ci penso, non posso non dirlo - Grazie Romualda -
Extra
«
Grazie Michael per il passaggio, forse ho fatto male a giudicarti
dopo quell'incidente » disse John grato per l'apppoggio che
gli avevo dato dopo l'attacco dell'aragosta.
«
tranquillo » così ci stringemmo la
mano, e fu proprio in quell'attimo che la distrazione mi porto a
sentire quel rumore tanto familiare sotto la macchina, così
feci retromarcia per accertarmi dell'accaduto.
«
Genoveffa » urlò un vecchio uscito dalla casa da John, e
cadendo a terra.
Addio
amicizia .
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