Rieccomi!
Chiedo scusa in ginocchio per il ritardo vergognoso, è che
sono presa parecchio da altre cose ultimamente, ma M&M
li amo sempre e comunque, ovvio!
Non ho il tempo di ringraziarvi una a una,
ma sappiate che siete tutte splendide e vi adoro!!! Il vostro sostegno
significa molto!
Quanto alla storia dei 2 puntini che sarebbero 3 lo so, lo
faccio per un fatto di formattazione, siccome posto anche in forum dove se
metto i 3 puntini non so perché ma appare un quadrato..
quindi ormai metto 2 punti ovunque.. sopportatelo..
Ecco il nuovo capitolo, spero mi faccia perdonare per il
ritardo. Ah, scusate se ci saranno errori ma non ho il tempo di rileggerlo ora,
poi eventualmente appena riesco lo correggo:
Capitolo VII: Sarà perché ti amo
“Ecco il pezzo pronto!” entra di getto in redazione Maya,
lasciando sulla scrivania di Ennio i fogli stampati con l’intervista.
“E a giudicare dall’ora in cui sei arrivata, immagino tu
abbia avuto un gran daffare!” commenta ironica Rosa.
Del resto, l’orologio segna le undici di mattina passate.
“Beh, sai… “ rimane sul vago lei, con un sorrisetto, mentre
si sistema meglio il cerchietto sulla testa.
“Abbiamo capito, non c’è bisogno che scendi nei
particolari!” la ferma Lea, un po’ stizzita.
Era forse invidiosa?
“Allora, ricapitoliamo, la copertina è pronta, Laura, tu mi
hai mandato l’allegato con le lettere… “ fa il punto della situazione Elio.
Laura si limita ad annuire dalla sua postazione.
“Lea, tu mi hai già dato l’articolo con i consigli sul
fitness, Rosa sui viaggi, Monica non c’è ma mi ha già lasciato da ieri il suo
dossier su ‘Donna e Casa ‘… sì, direi che possiamo andare in stampa!”
decide il grafico.
“Che significa che Monica non c’è? Non sono la più ritardataria per una volta?” domanda speranzosa
Maya.
“No, è che ha chiamato prima, aveva una commissione da fare,
è di ritorno ma è imbottigliata nel traffico!” le spiega Laura.
“Fatto sta che non possiamo aspettare
oltre. Dobbiamo andare in stampa o rischiamo di
spostare l’uscita settimanale di un giorno!” insiste Elio.
“Questo è inammissibile.
Confonderebbe troppo le nostre lettrici. Come co-direttrice
posso prendere anch’io la decisione. Il materiale c’è, quindi
andiamo in stampa!” sentenzia impassibile Lea.
Tutte le altre sembrano approvare, l’unica un po’ incerta è
Laura, ma non lo da a vedere.
“Perfetto. Ermanno
sarà contento di vedere la sua intervista!” esclama felice Maya, sorridendo
estasiata al ricordo della loro notte focosa.
“Ermanno?! Ma scusa, non sei andata al ristorante di Michele?” domanda Rosa, confusa.
“Sì, ma
lui non c’era, però c’era il suo socio!” spiega la rossa.
“Maya, guarda che Michele non ha nessun socio!” la avverte Laura.
“Uh! Vabbè,
non m’importa. Io il mio dovere l’ho fatto!” fa spallucce la ragazza, prima di
sentire tutte le occhiate su di sé.
“Sì, vabbè, prima di passare al piacere.
E che piacere, ragazze! Sapeste che fustacchione!”
aggiunge lei, visibilmente soddisfatta.
“Ok, allora è deciso, mando tutto in stampa!” fa tornare
tutti sul piano professionale Elio.
E, no, stavolta non ci prova nemmeno a puntualizzare che c’è
anche lui presente e quindi non è corretto dire ‘ragazze ‘.
---------------------------------------------------------
Monica entra di getto all’incirca un’ora dopo, trafelata.
“Scusate, ma non avete idea di che inferno c’è in strada
oggi!” si giustifica, togliendosi la giacca.
“Allora, fatemi vedere tutto così poi
andiamo in stampa. Anche se siamo già in ritardo..
mi sa che stavolta saltiamo un giorno!” continua lei, prima di accorgersi dello
sguardo degli altri, qualcuno soddisfatto, qualcun altro un po’ colpevole.
“Problema risolto, cara. Abbiamo già mandato via tutto!” la informa Lea.
“E come accidenti vi siete permessi?” sbotta lei.
“Da quando mi hai nominata co-direttrice
sai che posso prendere le decisioni al posto tuo!” le ricorda l’altra. “E poi
non capisco perché ti scaldi tanto, dovresti esserci
grata!” aggiunge subito dopo.
“Sì, in affetti hai ragione, hai fatto
bene, avete fatto bene. E’ solo che prima volevo vedere l’intervista al
ristorante di Michele. Sapete, no? Col fatto che lui non
c’era… “ si lascia sfuggire Monica.
Scatta subito l’inquisizione.
“Aspetta! E tu come lo sai di
Ermanno? Io l’ho solo raccontato a loro!” la mette alle
strette Maya.
“E.. come lo so! Ovvio, no? Mi ha
chiamato ieri Michele per avvisarmi che non poteva esserci e si era fatto
sostituire. Mi sembra il minimo della professionalità avvisare se non si può adempiere a un impegno preso? E di Michele
si può dire tutto, ma non che non sia professionale!” si difende Monica, con un’arringa
degna di un avvocato.
“E allora perché non hai avvisato anche me
che c’era un suo sostituto?” continua l’altra.
Ma la donna sa come cavarsi d’impiccio anche stavolta.
“Perché non t’ho avvisata? Eh…
figlia mia, non è che ti posso sempre stare appresso. Devi
anche imparare a cavartela nelle difficoltà della vita, se no non crescerai
mai!” sentenzia.
“Non è vero che devo crescere!” borbotta lei, offesa,
incrociando le braccia, mettendo il broncio e sbuffando per sollevarsi la
frangetta.
Insomma, l’atteggiamento tipico di chi non deve crescere!
“Ad ogni modo, la posso vedere quest’intervista o devo
aspettare pure io di comprare la copia in edicola?” torna all’attacco Monica.
“Spiritosa. Toh,
prendi l’originale… “ replica distrattamente Elio, passandole i fogli.
Dopo averli letti, per poco Monica non scivola dalla
scrivania dove si era appoggiata.
“Oddio, ma è tremendo! No, dico, nessuno di voi ha controllato prima di dare il nulla
osta?” si inalbera.
“Io devo solo impaginare, quello che c’è scritto non è affar
mio!” si giustifica Elio, e così fanno tutte le altre, chiamandosi fuori dai
giochi.
“Beh, che ha che non va? A me sembra un buon lavoro!” commenta Maya.
“Certo, Maya, a te sembra sempre un buon lavoro!” brontola
lei.
Quasi come se si fosse sentito chiamato in causa, Ermanno
entra di getto in redazione.
“Maya! E’ tutt’oggi che ti cerco,
poi meno male mi so’ ricordato per che giornale
lavori!” esclama, andando verso la ragazza.
“Ermanno, che ci fai qui? Mi
sembrava di avertelo fatto capire che è stata solo cosa di una notte. “ si agita lei.
“Sì, sì, per carità, una botta e via, va
bene così. Il fatto è che ti sei dimenticata queste… “ e dicendolo,
sfila dalla tasca le mutandine rosa a pois bianchi della ragazza e gliele
porge, senza curasi troppo del fatto che tutti li
stiano guardando.
“Ma, no, stupidino!
Guarda che quelle te le ho lasciate apposta per ricordo!” gli
spiega lei facendogli l’occhiolino, per poi voltarsi verso gli altri.
“Avevo quelle di scorta, non pensate male!”
precisa subito.
Invece Monica è giunta a un’altra conclusione.
“Tu sei Ermanno? L’artefice
di quest’intervista?” chiede, sventolandogli davanti i fogli che ancora tiene
in mano.
“Sì, perché? Me
ne volete fare un’altra?” sorride lui, emozionato.
“Ma nemmeno per sogno! Anzi, tu non
dovresti essere autorizzato a parlare! Non hai idea del
casino che hai combinato!” sbotta lei.
Tuttavia, Ermanno nemmeno la sta più ascoltando, tutto preso
com’è a mangiarsi con gli occhi Lea e la bionda non resta indifferente a quegli
sguardi famelici, sentendosi le gambe cedere.
E’ una cosa che non sfugge agli occhi di Maya.
“Vabbuò, direi
che qui sto creando più impicci che altro, sarà meglio che vada. “ annuncia l’uomo, avvicinandosi pericolosamente a Lea, finché è
occhi negli occhi con lei.
“E dimmi, per caso fai le * interviste * anche tu?” domanda,
in modo molto allusivo, con voce calda e sensuale.
“Uh? No, io faccio fitness! Cioè.. voglio dire.. mi occupo di quello che riguarda il
fitness. “ farfuglia lei, visibilmente confusa.
“Peccato.” mormora lui andandosene.
“Ho già capito tutto. Vi combinerò un incontro!” deduce Maya.
Lea è ancora troppo scombussolata per rispondere.
Monica non ha tempo per quel quadretto. Sa che ciò che è
successo avrà conseguenze. Conseguenze poco piacevoli.
-----------------------------------------------------------------------
Per quel giorno la passa liscia.
Sembra sia così anche il mattino dopo, prima che, verso
mezzogiorno, il suo cellulare suoni, con la scritta
‘chiamata Michele ‘ che lampeggia alquanto minacciosa.
“Pro.. pronto?” tentenna lei.
“Tu. Nel mio ristorante. Subito!” ordina perentorio lui, con un tono che non ammette
obiezioni.
------------------------------------------------------------------------
All’incirca un quarto d’ora dopo si ritrova seduta al
ristorante, con Michele che continua a girarle intorno, con fare inquisitorio.
“E dire che c’era una tregua! Avevamo smesso di farci la guerra!” esclama lui.
“Ma io non… “ obietta timidamente lei.
“Zitta! Allora la
tua era tutta una tattica, per poi colpirmi alle spalle!” continua lui,
impassibile.
“Ti giuro che non..”
“E allora come me lo spieghi questo?” continua lui,
sbattendole sul tavolo il suo giornale aperto sulla pagina dell’intervista.
“ “Perché la gente dovrebbe scegliere il vostro locale?”
“Perché c’è tanta robba buona!” E ti prego di notare robba proprio scritto con 2 b!” comincia a leggere ad alta
voce lui.
“ E poi questo: “Qual è il vostro segreto in cucina “
“Mettiamo un po’ di questo, un po’ di quello .. “ “
continua, sempre più innervosito.
“Devo proseguire? Non credo, secondo me la conosci già più
che bene quest’intervista!”
“Michele, devi credermi, non sono stata io
ad approvarla. Sono andati in stampa senza aspettare
il mio consenso, io non l’avrei mai permesso!” riesce finalmente a spiegargli
lei.
Lui la guarda dubbioso e il suo malumore non accenna
comunque a migliorare.
“Non mi importa un accidenti delle
dinamiche, fatto sta che è successo. Ti rendi conto che il mio
ristorante è diventato una barzelletta? Mi hai rovinato la
carriera!”
Monica sta per rispondergli, ma qualcuno li interrompe.
“Mi scusi, è permesso? E’ lei il proprietario del locale?” domandò un’opulenta signora
sulla sessantina, con abiti e gioielli sfarzosi.
Michele la osserva stranito.
“Ho quasi paura a
risponderle, sai?” bisbiglia a Monica.
“Sì, sono io, come posso aiutarla?” si rivolge alla signora,
andandole incontro.
“Le volevo solo fare i complimenti per
l’intervista che ho letto su ‘Tu Donna ‘. Sa, in genere i titolari sono
tutti così seri, tutti che parlano compiaciuti della loro cucina nel dettaglio,
le tradizioni, invece.. lei si che è dotato del senso
dell’umorismo, mi ha fatto morire dal ridere quell’intervista. Tanto che mi
sono detta: ‘devo assolutamente conoscere un
proprietario così simpatico! ‘ “ spiega lei.
“Beh, sì, modestamente mi son detto, perché prendersi sempre
così sul serio?” replica lui con nonchalance, mentre Monica lo guarda di
sottecchi.
“Tornerò di sicuro una sera e spargerò la voce, sa, io
conosco almeno mezza città!” lo informa la ricca signora.
“Molto bene. E se tornerà sarà mio
grande piacere trattarla da regina. E questo non è uno
scherzo!” ammicca lui con un sorrisone, accompagnandola all’uscita.
“Allora, sentiamo un po’, esattamente da 1 a 10 quanto ti avrebbe
rovinato la carriera la sottoscritta?” lo mette alle
stretta Monica, incrociando le braccia sul petto.
“Hai avuto solo fortuna!” si difende lui, non volendogliela
dare vinta.
“Cosa?! Nell’ultimo quarto d’ora mi
hai praticamente incolpato di tutte le catastrofi che si sono abbattute sulla
tua esistenza e ora pensi di cavartela così? Hai molto da
farti perdonare, signorino, molto!” sbotta lei.
“Ho capito, hai ragione tu, Monica, ho
esagerato, ti chiedo scusa. Ti offro la cena da me
stasera?” propone lui.
“Ora sì che si comincia a ragionare!” sorride lei.
-----------------------------------------------------------------------------
Il giorno dopo, Monica è alle prese con la posta da
smistare, come le accade quotidianamente.
Ci sono bollette, volantini pubblicitari a non finire,
avvisi di inaugurazione di qualche nuovo negozio e una busta chiusa con un
invito che non le fa presagire nulla di buono.
Fa un veloce calcolo mentale e capisce che sono già passati
dieci anni dall’ultima volta: la storia si ripete.
E aprendo la busta ha la conferma dei suoi pessimistici
sospetti.
“No, la cena di ritrovo fra le vecchie compagne di Liceo è
quanto di più bieco si potesse inventare sulla faccia di questo Pianeta!”
brontola, parlando al vento.
E sono pressappoco le stesse argomentazioni che utilizza
qualche ora dopo con Michele, mentre prendono un caffè in un bar vicino alla
redazione del giornale.
“Ti prego, sei la mia unica ancora di salvezza!” lo supplica
Monica, dopo avergli spiegato la situazione.
“Ma dai, come se non ci fossero altri uomini disposti ad
aiutarti.” replica lui.
“E chi? Paolo? Per carità, Laura ne
è così gelosa che non me lo ‘presterebbe ‘ nemmeno per finta! Elio? Non
riuscirebbe a reggermi il gioco per più di mezzo secondo. E
con tutti i miei ex ti informo che sono in rapporti pressoché burrascosi, per
lo più tutti loro si augurano che io marcisca all’inferno, questo non li rende
esattamente propensi ad aiutarmi!” chiarisce lei.
“Non ci credo, ti sei fatta dei nemici?
Con il carattere zuccheroso che ti ritrovi?” la prende in
giro lui.
“A Michè, vedi
di far poco lo spiritoso. O mi aiuti o sparisci. Guarda
che comunque ti pago, non te lo chiedo così, senza dar nulla in cambio.” lo
informa.
“E cosa ti aspetti che faccia esattamente?” le domanda
Michele.
------------------------------------------------------------------------------------
Due giorni dopo, alla serata in cui è previsto l’evento,
Monica si presenta in compagnia di Michele, presentandolo a tutte le donne
presenti alla festa come il suo fidanzato.
Anche tutte le altre avevano sfoggiato mariti e fidanzati
vari, snocciolando le varie importanti professioni che svolgevano, quasi come
se fossero più accessori da ostentare che persone.
Ma Monica a quell ‘ ‘accessorio ‘ ci tiene parecchio e non gradisce le
occhiate che qualche donna o qualche cameriera di quel locale gli rivolgono.
Tuttavia, quella sera Michele non ha occhi che per lei,
forse perché è particolarmente
radiosa in quel lungo abito color petrolio che le mette in risalto gli occhi,
abbinato a un pendente dello stesso colore.
Anche Michele è molto elegante ed impeccabile nel suo
completo in gessato.
“Vedi quella là nell’angolo a sinistra?
Ecco, lei si rivolgeva a me solo per copiarmi i compiti o avere i suggerimenti
nelle verifiche; quell’altra, quella al bancone lavorava con me al giornalino
della scuola ed eravamo in continua competizione; e quell’altra, quella che sta
parlando col cameriere, beh.. lei mi ha fregato il
ragazzo!” spiega Monica a Michele, mentre sono seduti su un divanetto, lontano
da occhi e orecchi indiscreti.
“Però, belle amiche che frequentavi!” ridacchia lui.
“Infatti non erano amiche, solo
compagne di classe!” puntualizza lei.
“Piuttosto, grazie infinite, davvero, hai fatto un ottimo
lavoro, praticamente mi invidiano tutte!” aggiunge subito dopo.
“Bene, ti sei guadagnata la tua rivincita!” le sorride lui.
“Già, ma per lo più… è che io queste cose
non le so proprio gestire da sola. Per farti un
esempio, qualche mese fa ho avuto l’insana idea di andare senza uno straccio di
accompagnatore nientemeno che al matrimonio del più importante dei miei ex!”
gli svela lei, raccontandogli i disastrosi eventi che ne sono conseguiti.
“Mi prendi in giro? Davvero pensavano ti volessi gettare dalla finestra?” domanda lui
fra le risate.
“Nessuno scherzo, è successo per davvero… non mi ci far
ripensare!” alza gli occhi lei.
< Ma come può una donna così meravigliosa essere sola?
Cos’è, il genere maschile s’è accecato tutto d’un tratto? > si ritrova a
pensare Michele, forse senza nemmeno accorgersene.
“Hey, voi due, dai, venite a ballare, sono già tutti in
pista!” interrompe quel momento il marito della ex
collega del giornalino, nonché l’organizzatrice di quel ritrovo.
Ai due non resta che seguirli.
Neanche a farlo apposta, dopo pochi minuti che sono lì, la
canzone movimentata cede il passo a una romantica ballata dove tutte le coppie
si abbracciano, lasciandosi andare a tenere effusioni.
Michele non ci pensa due volte e la tiene stretta a sé,
dondolando lentamente.
“Scusa… questo non era previsto. E’
che ora mi sa che desteremo dei sospetti se tu.. tu
non.. “ mormora sconclusionatamente lei, alzando lo sguardo per fissarlo negli
occhi.
“Non serve che tu dica altro.” le sussurra Michele,
accarezzandole il mento con un dito e chinandosi su di lei, poggiando
delicatamente le labbra sulle sue, sorridendo quando le sente dischiudersi.
E’ un bacio che da timido e incerto impiega solo pochi
secondi per farsi più deciso e appassionato, con Monica che lascia scorrere una
mano fra i capelli d Michele, mentre l’altra gli accarezza il collo, e Michele
che le accarezza con entrambe le mani il viso, scendendo verso il collo, le
spalle, tutta la lunghezza della schiena, per poi approdare sui fianchi, dove
la cinge teneramente.
Non hanno idea di quanto sia lungo quel bacio, sanno solo
che quando, a fatica, lo interrompono, le canzoni sono tornate movimentate e la
ballata è finita da un pezzo.
Gli occhi di tutti sono su di loro, forse un po’ invidiosi
di una tale passione che invece negli altre coppie è
rimasta solo un pallido ricordo.
Un po’ scombussolata, Monica torna a sedersi, con Michele
che la segue.
La donna raccoglie le sue cose, saluta tutte le presenti e
decide che la serata si conclude lì.
Il viaggio di ritorno lo passano quasi in assoluto silenzio,
solo la radio tiene loro compagnia.
Non appena Michele arriva sotto casa di lei, Monica estrae
qualcosa dalla sua borsa.
“Di nuovo grazie per stasera, non hai idea
della situazione imbarazzante da cui mi hai tolto. E
questo te lo sei proprio meritato!” esclama lei, porgendogli un assegno.
“Non credo proprio!” le sorride lui, strappandolo in tanti
pezzettini, davanti ai suoi occhi.
“E’ stata una bellissima serata e la
compagnia è stata semplicemente deliziosa. Tu non mi
devi proprio niente!” le spiega.
In un impeto di gioia e gratitudine, Monica gli butta le
braccia al collo, tirandolo
a sé.
L’intento era solo quello di ringraziarlo..
invece finiscono nuovamente per baciarsi, ma stavolta la durata è più breve,
perché, conscia di quello che ha fatto, è lei a ritirarsi subito.
“Scusami, non so che mi è preso!
Decisamente ho bevuto troppo vino. Buonanotte, Michele!” si
giustifica lei, affrettandosi a raggiungere il portone di casa sua.
E’ profondamente confusa, stordita ,
ma felice, così felice che nonostante l’ora tarda ha voglia di mettersi a
cantare ed è quello che fa.
“ Con te dovrò combattere
non ti si può pigliare come sei
i tuoi difetti son talmente tanti
che nemmeno tu li sai. “ canticchia sorridente, mentre sale le scale.
“Sei peggio di un bambino capriccioso
la vuoi sempre vinta tu,
sei l'uomo più egoista e prepotente
che abbia conosciuto mai. “ entra, avvicinandosi di soppiatto
alla finestra.
“ Ma c'è di buono che al momento giusto
tu sai diventare un altro,
in un attimo tu
sei grande, grande, grande, le mie pene
non me le ricordo più. “ continua a cantare, mentre lo
sbircia dalla finestra, guardando la sua auto che progressivamente si
allontana.
“Io vedo tutte quante le mie amiche
son tranquille più di me,
non devono discutere ogni cosa
come tu fai fare a me,
ricevono regali e rose rosse
per il loro compleanno
dicon sempre di sì
non hanno mai problemi e son convinte
che la vita è tutta lì.
Invece no, invece no
la vita è quella che tu dai a me,
in guerra tutti i giorni sono viva
sono come piace a te. “ va avanti a cantare, mentre percorre
le stanze, diretta alla camera da letto.
“Ti odio poi ti amo poi ti amo, poi ti
odio, poi… ti amo. “ canta, sedendosi sul letto, ma si
interrompe quasi subito, leggendo in quelle parole che ha appena detto la
verità.
< Oddio, povera me! Mi sono
cacciata in un guaio bello grosso! > si auto commisera, distendendosi sul
materasso.
****************************** (contemporaneamente)
Monica non è certo l’unica scombussolata da quel bacio.
Anche Michele non fa che pensarci, affidandosi alla radio
perché lo aiuti a distogliersi, ma le cose vanno diversamente.
“Ed ora, in questa fredda serata,
trasmettiamo un pezzo che scalderà i vostri cuori. “
annuncia la sensuale voce della speaker, lasciando spazio a una canzone in cui
Michele non può fare a meno di riconoscersi.
Ho capito che ti
amo
quando ho visto che bastava
un tuo ritardo
per sentir svanire in me
l'indifferenza
per temere che tu
non venissi più
Michele ripensa a tutte le volte che non vedendola arrivare,
temeva che Monica avesse cambiato idea e non si presentasse ai suoi
appuntamenti, non importa se anche solo per bisticciare.
Ho capito che ti
amo
quando ho visto che bastava
una tua frase
per far sì che una serata
come un'altra
cominciasse per incanto
a illuminarsi
Come una catena di flashback, Michele ripercorre nella mente
tutte le serate trascorse con lei a ridere, scherzare, punzecchiarsi a vicenda.
E pensare
che poco tempo prima
parlando con qualcuno
mi ero messo a dire
che oramai
non sarei più tornato
a credere all'amore
a illudermi a sognare
Michele ha l’impressione di risentire i suoi discorsi,
quando spergiurava a Paolo che mai nessuna donna l’avrebbe fatto capitolare,
che lui non avrebbe mai ceduto a un sentimento instabile come l’amore.
Ma ora non è
questione di tornarci a credere, si tratta di sperimentarlo per la prima
volta.
Michele spegne la radio, assalito da una paura tremenda.
< No. Non può essere. Oddio, ti prego no! >
TBC
Disclaimer :
le canzoni sono rispettivamente ‘Grande Grande Grande
‘ di Mina e ‘Ho capito che ti amo ‘ dell’indimenticabile grandioso Luigi Tenco.
Spero vi sia piaciuta anche questa parte.
Alla prossima, anche se… non garantisco sulla rapidità degli
aggiornamenti, però posso dirvi che non manca molto ormai ;)