Essere
un cavaliere era sempre stato il suo sogno, un po’ insolito per una ragazza a
quei tempi.
Anzi,
era pressoché impossibile trovare fanciulle che impugnassero la spada e la
sguainassero per combattere nemici, umani e non.
In
un mondo al di là del tempo e dello spazio, dove umani e creature magiche, chi
pacifiche e chi no, vivevano in simbiosi, cercando di mantenere l’armonia.
Purtroppo
non tutti erano d’accordo: i Demoni e gli Orchi. I primi tendevano a voler
primeggiare sulla razza umana, i secondi invece li consideravano semplicemente
cibo.
Così
l’Accademia del regno di Arazonan cercava sempre nuove reclute per poter
difendere il regno e il mondo stesso in cui vivevano.
Un
giorno però fece il suo ingresso una persona molto speciale, che, con la sua
determinazione e il suo grande coraggio, cambiò per sempre le regole.
*Un cavaliere insolito*
“Guardate,
il cavaliere in gonnella! Perché non torni a giocare con le bambole,
ragazzina?!”- insulti così erano all’ordine del giorno per l’unica recluta
femmina che avesse mai messo piede nella prestigiosa Accademia di
Arazonan. Una ragazza di sedici anni,
dai capelli corvini, gli occhi verde smeraldo: grandi, dolci ed espressivi. Un
fisico atletico e allenato, un viso dolce e innocente, ma che in realtà
nascondeva una determinazione degna del miglior guerriero. Le sue grazie
femminili erano nascoste da una leggera armatura color blu dai riflessi
argentati e al fianco portava una spada: abbigliamento tipico di tutte le
reclute.
La
giovane si voltò verso il ragazzo, incenerendolo con lo sguardo: non si
lasciava certo intimorire da qualcuno che aveva sconfitto più volte.
“E
tu perché non torni a fare le flessioni, visto che hai due braccia come due
stuzzicadenti?”- ma lei non era certo da meno: rispondeva a tono ad ogni
provocazione, anche se spesso si era cacciata nei guai per questo suo…
Chiamiamolo carattere pepato.
“Come
ti permetti?!”- il ragazzo si stava già avvicinando a lei, quando gli si parò
di fronte un ragazzo di vent’anni, forte e indomito. Capelli argentei, occhi
ametista, fisico atletico e viso perfetto: come una statua greca che fa cadere
ai suoi piedi qualunque donzella.
“Vedi
di girare al largo, non credo che tu voglia prenderti un’altra nota di
demerito.”- lo minacciò il giovane, lanciando un’occhiata di fuoco al ragazzo
davanti a lui che, incenerendo un’ultima volta la ragazza con lo sguardo, si
voltò e se ne andò per la sua strada.
Il
giovane dagli occhi ametista si voltò verso di lei, sempre con la sua aria
impassibile dipinta sul viso: chi lo conosceva sapeva che mai lo avrebbe visto
in modo diverso.
“Non
c’era bisogno, signore, me la sarei cavata. Lo faccio sempre e lo sapete bene.”
“Devi
smetterla di rispondere alle provocazioni, Alina, prima o poi ti farai fare del
male. Possibile che in due anni non hai ancora imparato a trattenere quella tua
linguaccia?”
“Ehi,
andate piano con le parole! Io dico sempre quello che penso, nessuno mi ha mai
fatto mordere la lingua e voi non fate eccezione!”
“Guarda
che lo dico per te, sai quanto mi importa!”- eccoli qui, due persone testarde e
orgogliose come poche, ma legati da un filo che nessuno avrebbe spezzato… Anche
se entrambi dovevano ancora prenderne coscienza.
“Signor
Kei, lo so bene che volete solo aiutarmi, ma cercate di capirmi… Voglio essere
un cavaliere, se continuate a prendere sempre le mie difese non lo sarò mai.
Vorrei solo avere un’occasione…”- il giovane la fissò attentamente: per due
anni non aveva fatto altro che chiedersi cosa ci facesse quella ragazzina in
mezzo a loro, e perché voleva tanto diventare un cavaliere. Forse un giorno
glielo avrebbe chiesto…
“Bhe,
se sei davvero così determinata forse un modo c’è. Devo andare dal precettore,
credo che abbia una missione per noi e voglio chiedergli di farti partecipare.”
“Davvero?
Ma io… Se lo fate per pietà, sappiate che…!”
“Tu
sei una delle reclute migliori. Non c’è pietà, solo un’occasione che io
coglierei al volo. Io, Yuri, Rei e Boris siamo più esperti di te: avresti solo da
imparare.”- Alina era sorpresa e non poco emozionata da quella notizia: quel
gruppo di cavalieri era uno dei migliori che ci fossero all’Accademia, era
un’occasione da non perdere.
“Ma
se il precettore dicesse di no?”
“Fidati
di me, vai a prepararti, tra un’ora si parte.”
“Ma…”
“Niente
ma! Vedi di sbrigarti o ti lasciamo qui!”
E
poco meno di un’ora dopo la giovane era già sul suo cavallo, accanto a dei
cavalieri di tutto rispetto. Li osservò uno ad uno, incuriosita dalla serietà
con cui svolgevano il loro compito.
Yuri
Ivanov era senz’altro il più freddo di tutti, dopo Kei naturalmente. Capelli
cremisi, occhi di ghiaccio che sembravano rispecchiare la sua anima fredda e
impenetrabile, fisico esile ma comunque ben definito e pelle lattea, quasi di
porcellana. Non aveva aperto bocca nemmeno quando era arrivata e tutti
l’avevano salutata. Si limitato a farle un lieve cenno del capo e fissarla per
qualche secondo: forse era una di quelle persone che non vedevano di buon
occhio una fanciulla che impugnava le armi.
Vi era
anche Rei Kon, un giovane gentile e alla mano. Capelli neri come la pece, molto
lunghi ma tenuti perfettamente in ordine da un codino. Occhi ambrati e strane
orecchie a punta (si vociferava che fosse un mezzo sangue tra un umano e un
folletto ma erano solo voci.), un fisico ben definito e un bel viso.
Era
stato subito gentile con lei, l’aveva accolta calorosamente e durante gli anni
di allenamento era sempre stato disponibile nell’aiutare le reclute a
migliorare, come lei.
E
poi non poteva mancare Boris Huznestov: il più vitale, anche troppo, del
gruppo. Era allegro e chiacchierone, ma davvero abile nel combattere. Capelli
di uno strano grigio, occhi smeraldini e fisico possente, senza essere troppo
esagerato. Era un’esplosione di vita e allegria, aveva sempre voglia di
combattere e divertirsi. La sua abilità era nota a tutti, ma a volte la sua
vitalità finiva col cacciarlo nei guai.
“Esattamente
dove stiamo andando, capo?”- fu proprio lui a porre questa domanda a Kei
Hiwatari, il capo del gruppo. Anch’egli dall’anima di ghiaccio, ma fuoco nel
cuore quando combatteva. Nessuno lo aveva mai battuto, né in allenamenti, né in
competizioni ufficiali. Alina lo aveva
sempre ammirato, ma se voleva essere un vero cavaliere doveva mettere da parte
i sentimenti…
Lo
aveva giurato a se stessa.
“Dobbiamo
arrivare alle Colline Buie entro due giorni e sterminare quattro orchi, prima
che decidano di radere al suolo il villaggio sottostante.”
“Bene,
un po’ d’azione non ci farà male e la piccola avrà qualcosa da imparare!”
“Boris,
tu sei simpatico, ma se mi chiami ancora in quel modo potrei anche decidere di
mozzarti la lingua.”
“Ehi,
è questo il modo di parlare ad un tuo superiore?! Dille qualcosa, Yuri!”
“Non
mi intrometto in diatribe che non mi riguardano, te la sei cercata Huznestov.”-
Boris fece uno sbuffo, quando Rei si avvicinò alla ragazza, posandole una mano
sulla spalla.
“Non
darci peso, è scemo ma non cattivo.”
“Lo
so, però io…”- ad un tratto il gruppo vide Kei fermarsi di colpo, guardandosi
in giro. Tutti si fermarono, chiedendosi come mai il loro capo si fosse fermato
in modo così brusco.
Anche
i cavalli sembravano agitati, stava succedendo qualcosa.
“Kei,
che succede?”
“C’è
qualcuno qui intorno, meglio stare pronti.”- Kei scese da cavallo, sguainando
la spada e stando sempre all’erta. Gli altri lo imitarono, anche se Alina era
molto nervosa: la sua prima vera battaglia, chiunque lo sarebbe stato in quella
circostanza.
“Attenti!”-
urlò all’improvviso Boris, vedendo uscire dai lati della foresta ben dieci demoni-folletto.
Erano piccoli, ma molto rapidi e soprattutto sanguinari… Con artigli alle mani
e ai piedi molto affilati, occhi iniettati di sangue e zanne molto aguzze. La
bocca era molto grande, da cui uscivano rivoli di bava: creature disgustose,
ecco ciò che pensava la giovane Alina.
“Cercate
di attaccarli di lato, non affrontateli mai direttamente, chiaro?”- tutti
risposero in modo affermativo, cominciando il combattimento.
Colpi
di spada che andavano a segno, sangue nero che si imbrattava su di loro,
cavalieri che combattevano con onore per la loro vita.
Erano
abili e capaci, le loro lame tagliavano quegli esseri senza troppe difficoltà.
Affondi precisi e colpi ben mirati provenivano da quei giovani che si
addestravano da tutta la vita per combattere il Male.
Ma
la cosa che stupì tutti fu il coraggio e l’abilità di Alina: i due anni di duro
addestramento avevano dato i loro frutti. Aveva ancora una tecnica rozza, ma
molto efficace, ogni tanto aveva difficoltà a maneggiare la lama ma compensava
con ottima tecnica di affondo e precisione.
Lo
scontro durò qualche minuto, quando i demoni-folletto furono uccisi tutti… I
loro cadaveri occupavano quasi tutta la stradina di campagna su cui si erano
affrontati, il loro sangue, nero come la notte, imbrattava la terra.
Alina
osservò quei corpi senza vita, disgustata: era la prima volta che viveva
un’esperienza intensa come un combattimento contro demoni come quelli, era
molto scossa.
Kei
la osservò: forse aveva azzardato a volerla per quella missione, era ancora
inesperta ed essendo una ragazza anche molto emotiva.
“Brutte
bestiacce, così imparate a mettervi sul nostro cammino!”
“Boris,
se non dici una cavolata delle tue non sei felice. Kei, sta calando la notte,
forse dovremmo accamparci da qualche parte.”- disse serio Yuri al cavaliere
dagli occhi ametista, che però era preso ad osservare l’espressione inorridita
di Alina: doveva parlarle o sarebbero stati guai quando avrebbero combattuto
contro gli Orchi della collina buia.
“Io…
Io conosco un posto dove possiamo alloggiare. Venivo in questa zona da piccola,
non è molto lontano.”- sussurrò piano Alina, attirando l’attenzione di tutti,
sollevati all’idea di non dover dormire all’aperto.
“Meno
male, non avevo proprio voglia di dormire usando una radice come cuscino! Io
approvo l’idea della piccoletta, a proposito non sei niente male.”
“Per
una volta sono d’accordo, sei stata molto abile.”- le disse Rei, gentile come
sempre, mentre Yuri e Kei si limitarono ad annuire, gesto tipicamente loro.
La
giovane arrossì per quei complimenti sinceri, soprattutto perché venivano da
cavalieri di tutto rispetto e si sentì più sollevata.
“Alina,
facci strada, dobbiamo arrivare prima che cali definitivamente il buio.”
“Va
bene, seguitemi.”- i giovani cavalieri salirono di nuovo in groppa ai loro
cavalli e seguirono la ragazza portarli fuori dalla foresta, entrando in un
piccolo villaggio poco abitato.
Le
abitazioni erano spoglie, anche se ben tenute, e le persone sembravano molto
tristi e abbattute; forse la causa erano i demoni-folletto. Probabilmente
infestavano la zona da tempo e chissà quanti danni avevano fatto a tutta quella
gente.
“Ecco,
possiamo andare lì.”- Alina indicò loro una piccola locanda, da dove
provenivano numerose voci. I cavalieri si avvicinarono, legarono i cavalli a
dei pali di legno ed entrarono, notando che era una locanda dove si poteva
anche mangiare e bere a volontà. Probabilmente era l’unico modo che aveva
ancora quella gente per sorridere e divertirsi… Un modo squallido se visto da
un uomo d’onore come Kei Hiwatari.
I
cavalieri si avvicinarono al banco dove un uomo molto grasso e pelato, che
puzzava di birra, li accolse.
“Che
cosa vogliono cinque cavalieri qui?”
“Vogliamo
delle stanze, possibilmente separate.”
“Mi
dispiace ma ho solo due camere libere, dovrete accontentarvi.”- i cinque
rimasero interdetti da tanta scortesia, ma in fondo era solo questione di una
notte, potevano adattarsi. Era anche questo il compito di un cavaliere:
adattarsi ad ogni situazione, averne sempre il controllo.
Accettarono
la proposta e salirono alle camere, quando dovettero decidere come dividersele.
“Noi
dormiamo in una, mentre Alina dorme nell’altra.”
“Perché?
Solo perché sono una ragazza pensate che non possa dormire con uno o due di
voi? Io sono un cavaliere e so adattarmi ad ogni situazione, smettetela di
vedermi come una fanciulla qualunque!”- i quattro cavaliere restarono basiti da
tanta determinazione in una ragazza così piccola: loro andavano tutti per i
vent’anni, ma lei sembrava essere molto più matura per la sua età.
Kei sorrise, soddisfatto di tale tenacia, e decise di metterla davvero alla
prova…
“Dormo
io con lei, voi andate nell’altra stanza. Sveglia all’alba, si parte
immediatamente.”
“Oh
andiamo, nemmeno il tempo della colazione?”- si lamentò Boris, come suo solito,
ma quando vide lo sguardo più che eloquente di Kei capì che aveva poca scelta.
Il
gruppo si salutò, Kei e Alina entrarono nella stanza e videro all’interno un
solo letto: era un bel problema.
“Possiamo
dividercelo, non è un problema.”- mormorò risoluto Kei, cominciando a
spogliarsi dell’armatura e posando la sua spada sul bordo del letto. In quel
posto non vi era nemmeno il bagno, ma solo una vecchia tinozza totalmente anti
igenica.
Il
cavaliere si era ormai tolto l’armatura, rimanendo solo con una maglia nera e i
pantaloni, ma quando si voltò vide che la giovane non si era ancora tolta
nulla.
“Bhe,
che aspetti a toglierti l’armatura? Vuoi dormire con quei pesi addosso?”
“No!
Ecco, è che…”- Alina si sentiva una stupida: solo qualche minuto prima aveva
detto che per lei non era un problema, che sapeva adattarsi, ma era sempre una
ragazza: il suo istinto le impediva di spogliarsi davanti al cavaliere come se
niente fosse.
“Se
ti vergogni puoi dirlo, è normale. Sono un gentiluomo e non devi pensare che,
anche se sei un cavaliere, questo mi autorizzi a guardarti.”- aveva capito
perfettamente il suo problema: ora sapeva perché era lui il capo del gruppo.
Il
giovane si voltò dandole il tempo di togliersi le vesti e l’armatura e
cambiarsi. Alina riempì la tinozza con dell’acqua calda per potersi togliere il
sangue di dosso… Aveva ancora davanti agli occhi quella scena: la sua spada che
faceva a fette quegli esseri mostruosi. Era ciò che aveva sempre desiderato,
perché si sentiva inquieta?
Finì
di lavarsi e cambiarsi, vedendo poi Kei avvicinarsi a lei, mettendole le mani
sulle spalle. Era davvero un capo affidabile, sempre pronto ad aiutare i suoi
compagni e fare loro coraggio… Come stava facendo con lei, solo fissandola con
quelle ametiste così calde e profonde.
“Sei
scossa, vero?”
“Un
pochino… E’ tanto grave?”
“No,
anzi è un bene. Non dimenticare che la paura fa ragionare e ti aiuta a non
sbagliare. E poi sono tutti scossi al loro primo combattimento, non ti devi
vergognare.”- Aline gli sorrise riconoscente e per un momento il cuore del
giovane Hiwatari perse un paio di battiti…
“Grazie
mille, signore.”
“Kei.
Non devi darmi del lei, siamo tutti compagni e alleati non dimenticarlo mai,
capito?”
“Va
bene, Kei.”
I
due si sorrisero, Kei si rinfrescò e i due decisero di dividersi il letto:
ormai Alina sapeva che poteva fidarsi di lui, non l’avrebbe mai sfiorata.
“Buonanotte,
Alina.”
“Kei,
posso chiederti una cosa?”
“Dimmi.”
“Perché
hai scelto di diventare cavaliere?”- Kei non sapeva cosa risponderle, o meglio
ancora non se la sentiva di dire a quella ragazza le sue ragioni, la conosceva
da troppo poco per fidarsi a tal punto.
“Non
ti riguarda, ora mettiti a dormire, domani dovremo partire presto.”- la giovane
ci rimase male per quella risposta, ma capì che forse Kei non se la sentiva di
dirglielo e lei non lo voleva di certo forzare.
“Non
vuoi parlarne con me e lo capisco, ma come hai detto tu siamo tutti compagni…
Se un giorno avrai bisogno di sfogarti, io sono qui.”- il giovane cavaliere
rimase sorpreso da tali parole, così dolci e sincere come mai ne aveva udite in
vita sua. Si sentiva sollevato e felice, non capendone però il motivo…
“D’accordo.
Ora dormi, però.”
“Notte
Kei e grazie di tutto…”
“Buonanotte.”
I
due si addormentarono nel letto di quella spoglia stanza dove era nata la loro
intimità.
Ma
i due non sapevano che presto il destino li avrebbe messi alla prova…
Li
attendeva una missione difficile e potevano non sopravvivere, ma qualunque
sarebbe stata la loro sorte non sarebbero mai sfuggiti al filo rosso del
destino che ormai li legava indissolubilmente.
Salve a tutti, gente! Eccomi
di nuovo qui con una delle mie strampalate idee xD Ho avuto un flash una sera,
nella mia testa, e ho deciso di mettermi a scrivere questa storia^^ Da tanto
tempo sognavo di fare una fantasy con cavalieri, demoni, folletti e tutte cose
che stuzzicano sempre la mia fantasia, spero quindi che sia di vostro
gradimento^^ Qui avete fatto la conoscenza della protagonista: Alina. Non
saltate subito a conclusioni affrettate, però: questa giovane nasconde molte
cose, che spero vi lasceranno di stucco xD Che ne dite del bel gruppo di
cavalieri che ho scelto? Non male eh xD Alina è fortunata assai XP
Bon,
attendo vostri commenti, critiche, consigli, etc ^_- Ci tengo moltissimo alla vostra opinione ^o^
E per la
felicità dei vostri occhi ecco a voi l’immagine di Alina^^ La base del disegno
è opera della mia adorata Lirin Lawliet, il colore invece è opera mia xD Un bel
lavoro di squadra, insomma xD Colgo l’occasione per ringraziarla di questo bel
regalo, che ora mostro a tutti voi^^ Se lo volete però vorrei tanto che prima
me lo chiedeste, per rispetto verso di me e verso di lei v.v Grazie mille ^*^
A lei
è dedicata questa storia, per l’amicizia preziosa che mi ha sempre dimostrato e
tutto il sostegno datomi sempre^^
Questa
storia è per te, tesoro, ti voglio bene <3
Un bacio forte a tutti^^
La cara Pad