MANO
STERILE
Nella
vita di un artista, e nella fattispecie durante la
composizione di un’opera, il compito più ingrato
è il principio.
Per
un dipinto, la prima pennellata.
Per
uno spartito, la prima nota.
Per
uno scritto, la prima parola.
Allo
stesso modo, per un doujinshi, la stesura: oltrepassati
i preliminari essenziali, ci sono le prime timide, tremanti tracce di
matita;
spesso casuali, giusto per stemperare la tensione iniziale.
È
così anche per chi ha un’idea da esporre.
Ma
il problema per Hiyori in questa volta è un altro.
La
matita non vuole proprio scorrere!
Ha
in mente il viso fanciullesco e paffutello di Yutaka
mentre sorride a Minami, la quale, come di consuetudine, ha lo sguardo
perso nei
suoi occhi espansivi.
Lo
vede che c’è un’attrazione incredibile
tra di loro, lo
sente quasi a pelle; tanto che solitamente il suo più grande
dilemma è quello
di ricordare un particolare momento tra le due che le ha dato
un’idea per una
nuova creazione.
I
primi tempi era molto emozionante stare con loro;
ispirazione continua e perpetua.
Ma
ormai è così abituata al loro innocentemente
fraintendibile modo di fare…
È
così palese! Così
scontato!
Nella
mente di Hiyori scorrono momenti romantici tra Minami
e Yukata all’ordine del giorno, eppure le emorragie nasali
ormai avvengono solo
nello spogliatoio delle ragazze.
Lei
non ha mai fatto discriminazioni sessuali, che si
trattasse di maschi o femmine; yuri e yaoi hanno sempre condito la sua
vita, e
per lei era quasi un gioco prendere in giro i suoi compagni di classe
delle
medie dicendo loro che erano checche.
Alle
superiori tutto era cambiato: in qualche modo, ciò che
lei ricercava in internet con brama e frivolo imbarazzo era diventato
una
realtà.
Le
sue compagne di classe erano davvero
lesbiche.
Per
un po’ ne aveva approfittato per vedere quante più
delle
sue fantasie realizzate; a discapito della loro presunta
privacy, si era ritrovata spesso a desiderare di assistere
a momenti compromettenti tra di loro.
Col
tempo, poi… ha preso semplicemente coscienza del fatto che
anche quella era una discriminazione.
Ci
fu un evento che però prevenne i suoi sensi di colpa.
Anche
Minami prese a chiederle se poteva leggere i suoi
lavori; quelli che grazie a lei, in un certo senso, produceva.
E
le piacevano. Dannazione
se le piacevano; solo non sapeva dimostrarlo.
La
sua coscienza non aveva risentito dell’aver approfittato per anni della gentilezza di Minami e
dell’innocenza
di Yutaka; non si era sentita in colpa di usare le loro vite come
fossero
semplici personaggi di un libro invece che persone.
«Hiyori,
qualche problema?»
«Ah,
Minami!»
«Come
mai non disegni?»
Oggi
è venuta a casa sua per studiare assieme a Yutaka, e durante
la pausa le era
parso di ricevere ispirazione dal sorriso dolce della minore; non
è tuttavia
riuscita a stendere un solo pigmento di graffite.
«È
solo che…»
«Mh?»
«Niente,
lascia stare. Piuttosto, riprendiamo?»
«Non
avevi detto che ti serviva un minuto?»
«No,
è stato solo un momento… ora sono
pronta.»
Sono
cresciute,
ma la genuina disponibilità di Minami non era cambiata per
niente. Spesso ha
congetturato prolissamente su quella sua facciata, convinta che dietro
si
celasse una qualche perversa forma di anomalia sessuale, rimanendo
soddisfatta
dalla propria fantasia.
«Yutaka,
riprendiamo pure.»
Lo
stesso si poteva dire di lei, la piccola e gracile diciannovenne di un
metro e
sessanta.
Pareva
avesse scritto in fronte ‘Amami e
Coccolami’ ogni volta che la vedeva.
«La
mia mano è sterile oggi.»
«Oh,
peccato. È tanto che non leggo un tuo doujinshi,
Hiyori.»
«Già…»
«Quando
pensi di riprendere?»
E
a
quella domanda, data forse dall’eccessiva cortesia nei suoi
riguardi, quasi si
sentì in colpa: stava rinunciando ai suoi personaggi, quasi
fossero inutili
bambole troppo usate?
Deglutì
amaramente quel pensiero.
«Quando
troverò dei personaggi a cui far fare tutte le cose
più depravate che mi
passano per la testa, Minami!»
«Mh?»
«Molto
presto, non ti preoccupare…»
Note:
e questa è la settima. L’ultima.
L’ho
scritta il primo giorno di scuola, mentre i professori continuavano a
ciarlare
riguardo alla condotta, i voti e l’impegno. Davvero, sono
soporiferi.
Questa
dovevo farla: Minami è in assoluto il mio personaggio
preferito di questo
anime, di cui ancora non esiste una sezione…
Hiyori
mi rispecchia, invece. Mi ritrovo spesso a vederla e pensare
pateticamente
‘Anche per me è così!’ e
stupirmi, come una bambina.
Questa
è nata come una cosetta da niente, ma poi ho inserito un
concetto che mi
interessa: la differenza tra chi guarda yaoi e supporta
l’omosessualità e chi
invece non fa distinzioni di alcun genere. Questo è
ciò che andrebbe fatto, se
vogliamo davvero arrivare a una società in cui la
sessualità non è più un modo
per distinguerci in categorie!
Certo,
lo yaoi è un passo importante… *inizia a sbavare*
ma cosa ci insegna?
Ho
finito. Spero che qualcuno commenti, perché vorrei sapere se
si è capito ciò
che volevo dire. Grazie comunque di aver letto fin qui!
Any
Ikisy
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