Questa storia è stata scritta per divertimento
Disclaimer:Questa
storia è stata scritta per divertimento. Non è mia intenzione offendere Orlando
Bloom o mancargli di rispetto,trattasi solo di pensieri e fantasie tradotti in
parole. Ovviamente le situazioni da me descritte sono esclusivamente frutto
della mia immaginazione.
PS: Carissimo Orlando so che sei un
ragazzo di spirito,quindi se nella più remota delle ipotesi, tu dovessi imparare
l'italiano, e leggere le mie storielle, confido nel tuo senso dell'umorismo e
nella tua benevolenza ^-^
NOTA:
E' la prima fic lunga. E' una fic un pò particolare, dove ho immaginato un
Orlando un pò avanti nel tempo, diciamo un paio d'anni circa. Lo troverete alle
prese con il mal d'amore, molto tormentato e anche un poco cattivello, ma solo
perchè soffre ^-^. ( poverino lo mettiamo sempre in mezzo nelle nostre fic!!).
Non ero del tutto sicura se farvela legger, ma insistono col dirmi di
pubblicarla! ^-^ Quindi fatemi sapere onestamente se vi piace, altrimenti la
cancellerò!
Capitolo uno: PROLOGO
Orlando era davanti allo
specchio del bagno con il capo chino verso il basso e impugnava i lati del
lavabo con tale forza che le nocche delle mani gli erano diventate bianche.
Non era tanto la rabbia a
sconvolgerlo, ma piuttosto il dolore sordo che gli attanagliava lo stomaco.
Erano passati cinque anni,
ma il ricordo di lei non era mai svanito del tutto. Col tempo però sembrava
essersi affievolito, come la fiamma di una candela che a poco a poco si consuma.
Ancora una volta il destino beffardo e spietato gli aveva giocato davvero un
brutto scherzo. Lei era lì, praticamente vicinissima a lui, forse solo qualche
isolato più in là. Non era preparato a questo e si sentiva perso, proprio come
quella sera in cui lei lo aveva abbandonato senza una parola, sparendo
all’improvviso, nel buio, tra la folla.
Si dava dello stupido,
odiando quello che continuava a provare.
Amore.
Un sentimento illogico,
prepotente, devastante che stava urlando dentro di lui, come un fiume che ha
rotto gli argini e travolge tutto ciò che incontra. Se ne era accorto
all’improvviso quando si era reso conto di averla persa per sempre.
Da prima quando lei lo
aveva abbandonato, senza alcun motivo apparente, senza alcuna spiegazione
logica, lui era rimasto sconvolto, incredulo, ferito. Aveva tentato in tutti i
modi di parlarle, di capire, di sapere, ma era stato tutto inutile. Da parte di
lei era calato un silenzio gelido a scudo di una rottura definitiva e
insanabile.
Dopo aver scoperto di
amarla, l’aveva odiata e aveva cercato di dimenticarla tra le braccia di cento,
mille altre, ma era impossibile, nessuna era riuscita a sostituirla. Rassegnato
si era gettato a capo fitto nel lavoro, girando un film dopo l’altro. Era stata
la medicina migliore. Lavorare lo rendeva felice e appagato e sembrava aver
alleviato la sua sofferenza.
Ora sembrava tutto inutile
perché era come se di colpo fosse tornato al punto di partenza.
Questa volta però lei non l’avrebbe passata liscia, questa volta lui
avrebbe preteso una spiegazione, a qualsiasi costo. Il destino gli aveva dato
una chance irripetibile e lui, per quanto
potesse essere dura, sarebbe andato fino in fondo.
Fu con questo pensiero che
alzò la testa. Si fissò nello specchio, si ravviò un ciuffo ribelle e si disse
Che lo spettacolo cominci, io sono pronto. Si raddrizzò il nodo della
cravatta e si avviò verso la porta.
La folla urlava impazzita
all’arrivo delle star, era la sera della prima mondiale di Kingdom of Heaven a
Los Angeles e Orlando si apprestava ad attraversare il fatidico tappeto rosso,
per fare il consueto bagno di folla, prima di assistere alla proiezione del suo
ultimo lavoro.Il suo stato d’animo non era certo tranquillo ma dal suo viso non
traspariva nulla, sorrideva e stringeva mani, firmando autografi, mettendosi in
posa per le foto, scherzando e ammiccando.
“Orlando ti amo!” gli urlò
una fan.
“Ti amo anche io! Vi amo
tutte!” rispose lui come da copione, mandando
in delirio chiunque fosse presente.
Quella sera gli risultava
più faticoso del solito rispondere alle frasi sconnesse dei fans, alle inutili
domande dei giornalisti, ma era il suo lavoro e lo portò al termine con la
professionalità che da sempre lo contraddistingueva.
Durante il party dopo la
proiezione, si lasciò andare e bevve più del dovuto, così il suo assistente fu
costretto ad accompagnarlo in camera, dato che
non si reggeva in piedi. Del resto il giorno seguente sarebbe stato la prova del
nove, solo l’indomani avrebbe saputo definitivamente ciò che gli interessava.
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