Capitolo 1 (Giorno 0): A una nuova
vittoria!
Tante ragazze hanno catturato i miei
occhi.
Ma solo tu, Lamù, hai catturato il mio
cuore.
Ataru
Moroboshi
lle
ore 20 in punto del fatidico giorno nel quale la Principessa degli Oni, al secolo Lamù, aspirante signora Moroboshi,
aveva dichiarato le sue condizioni per mezzo dell’ologramma proiettato nel
cielo di Tomobiki (in gran parte oscurato dalle innumerevoli cappelle dei
giganteschi funghi alieni che continuavano tragicamente a riprodursi) il severo
Christopher Wimpey Wellington (in codice A1)
Organic Coordinator dell’organismo di Ataru Moroboshi, entrò risoluto nella
sala riunioni della direzione, facendo scattare in piedi l’intero Consiglio
Organico, da vari minuti già in nervosa attesa del suo arrivo.
“Riposo,
signori…” disse blandamente.
Gli
otto responsabili di sezione tornarono a sedere, scambiandosi brevi sguardi
preoccupati. Dopo averli imitati, il comandante incrociò le braccia venendo subito
al punto: “Signori… come avrete appreso tutti, la signorina Lamù, che ci onora da
quattro anni delle proprie affettuose attenzioni, ha lanciato una seconda sfida
al nostro beneamato assistito. In pratica, per convincere il suo ex pretendente
Rupa a risolvere l’incombente problema micologico,
ha posto la medesima condizione irrevocabile concessaci a suo tempo dal di lei
corpulento genitore (che potesse inghiottirselo un buco nero!) per rinunciare
alla conquista della Terra…”
“Sarebbe
a dire un’altra gara di corsa?” domandò strabuzzando gli occhi il capo della
Cerebrale.
“Esattamente,
signor Fewer: il balzano signorotto di quel tenebroso pianetucolo farà divorare
quel maledetti funghi dai suoi suini volanti soltanto qualora il signor
Moroboshi riesca, entro dieci giorni, a riacchiappare miss bikini tigrato…
nonché ad afferrarne le corna!”
La
rivelazione di A1 gettò nello sgomento più nero l’intero staff dell’organismo moroboshiano.
Alla rottura del pesante silenzio provvide logicamente poco dopo il
responsabile della Motoria: “Questa non è una condizione” gemette “è un
rifiuto! Lo sappiamo benissimo tutti che quella volta eravamo riusciti a prenderla
soltanto perché lei c’era venuta incontro per riprendersi il reggiseno… ma ora
non disponiamo di alcun elemento atto a procurarci un’opportunità analoga!”
“Questa
è la cruda verità, signor Racer” sospirò Wellington “vi ho perciò convocati per
trovare tutti assieme un sistema che ci consenta di… SI PUÒ SAPERE COSA C’È DI
TANTO DIVERTENTE, SIGNOR SIMONS??!!”
Il
capo della sezione Emotiva, colto suo malgrado in un improvviso atteggiamento ilare
del tutto inopportuno, sussultò tutto rosso in faccia: “Mi… mi scusi, signor
Wellington. Inconsciamente m’era venuta in mente una cosa buffa! Non volevo
affatto…”
“Oh,
ma la prego” lo fermò il Coordinatore con apparente bonarietà “non ci tenga
all’oscuro delle sue argute considerazioni, Hugh. Dato il momento, una breve
parentesi di buon umore non potrà farci che bene. Avanti, faccia ridere anche
noi!”
“Non…
non credo sia il caso, signore. Io…”
“È
un ordine, Simons!” lo incalzò il direttore, con tono che non ammetteva ulteriori
repliche.
Rassegnato,
il responsabile neurologico si terse rapidamente la fronte: “Pensavo…” balbettò
“…che si potrebbe provare… col pezzo di sotto… signore!” concluse penosamente,
per poi chiudere gli occhi in attesa della sfuriata.
Che
non si fece attendere, dopo che A1 ebbe zittito i colleghi di Simons, tesi nel
vano sforzo di trattenere le risate: “TACETE, MALEDETTO BRANCO DI IDIOTI!!” per
dire infine all’improvvido umorista “Complimenti, signor Simons. Era proprio questo che mi aspettavo da lei quando
contavo sull’apporto dei miei fidati collaboratori!”
“Mi…
mi perdoni, signore. Io… cercavo solo di sdrammatizzare!”
A1
lo incenerì con lo sguardo: “ECCO!! È proprio quel che nessuno di noi deve più
permettersi di fare, d’ora in avanti” tuonò, squadrando rapidamente tutti gli
altri “sono diciassette anni che qui dentro si sdrammatizzano tutte le situazioni e guardate dove siamo! Non c’è proprio nessuno che
cominci a sentire il bisogno di un piccolo
salto di qualità?”
“Ha
ragione, signore” confermò Brad Fewer “sono sicuro che il nostro collega non
aveva che buone intenzioni… ma diamo un taglio alle battute e mettiamoci al
lavoro per uscire da questo pasticcio!”
“C’è
un unico modo per uscirne” intervenne nuovamente il capo della Motoria “fare esattamente quanto ci chiede miss bikini
tigrato!”
“Cioè
ridisputare la corsa?” domandò scherzosamente August Percival, responsabile
della Genetica.
“Non
fare lo spiritoso” s’affrettò a contraddirlo Racer “voglio dire che il
signorino dovrà decidersi una volta per tutte a confessare i suoi veri
sentimenti” e qui si voltò verso il capo
della Neuro “mi hai sentito, Hugh?”
“Chiaro
e tondo” rispose quest’ultimo “ma te lo puoi togliere subito dalla testa!”
“Oh,
ma insomma” il responsabile della Muscolare non si trattenne dal mollare un
pugno sul tavolo “qui mi sembra che l’unico che non voglia contribuire a
risolvere questa situazione di merda sia proprio tu! Ma è possibile che il tuo intero
staff non riesca a trovare un modo
per neutralizzare la testardaggine e l’orgoglio di quel disgraziato?!”
Il
responsabile emotivo sospirò, giungendo le mani mentre volgeva lo sguardo al
soffitto: “Qui l’orgoglio non c’entra e neppure la testardaggine. Purtroppo la
signorina Lamù ci ha cacciato, forse inconsciamente, in un vero e proprio vicolo
cieco!”
“Sarebbe
a dire?” s’informò il collega della Cerebrale.
“Sarebbe
a dire, mio caro Brad, che pur avendo da sempre richiesto una conferma di
quanto il nostro assistito provava per lei, pretendendo adesso che lui le si
dichiari in una circostanza tecnicamente coercitiva
- per non dire ricattatoria - se anche il signor Moroboshi l’accontentasse, la
signorina Lamù non potrebbe mai
sapere se dietro le sue parole ci sarebbe la verità o piuttosto il mero proposito
di risolvere il problema contingente!”
“Beh,
vediamo di fare un passo per volta” intervenne nuovamente A1 “la priorità sta
ora nell’eliminare quei maledetti funghi che minacciano di ricoprire l’intera
parte emersa del pianeta. In un secondo tempo vedremo come appianare anche il
rapporto con la Principessa degli Oni.”
“No,
signore” obiettò Hugh Simons, scuotendo la testa “non aggiusteremo mai il rapporto con Lamù, se il nostro
assistito le si dichiarerà in un modo così
ambiguo. Glielo posso assicurare!”
A
tale incisiva dichiarazione, Chris Wellington emise un sonoro grugnito, per poi
piantare due occhi di fuoco sul povero subordinato: “E allora cosa consiglia di fare, Simons?”
Un
lungo sospiro precedette la risposta di quest’ultimo: “Mi duole riconoscerlo,
ma la sola via d’uscita è appunto quella di rivincere la corsa. Soltanto allora
il signor Moroboshi potrà dichiarasi con tutta chiarezza. Le assicuro, signore,
che oramai non desidera altro.”
“Sei
un idiota” saltò su nuovamente Racer “come fai a non capire che le nostre
controparti ci hanno teso una trappola? È ovvio
che non riusciremo mai ad acchiappare
quella maledetta orca senza nessun’altro asso della manica!”
“Burt,
questo lo so perfettamente anch’io” gli ribatté il collega “ma la nostra unica speranza starà proprio nel
trovarlo, questo asso. Ci siamo pur riusciti quattro anni fa: perché non
dovremmo riuscirci ancora?”
“Temo
che tu t’illuda, Hugh” gli disse pacato Fewer “le nostre gentili colleghe non
saranno così sprovvedute da farsi sorprendere una seconda volta!”
“Sono
perfettamente d’accordo” convenne A1 “e credo che il solo modo per uscire da
questo casino sia convincere quel dannatissimo Rupa a intervenire coi suoi
maiali, senza tener conto del parere di Lamù.”
“E
cosa le fa supporre che ci darebbe ascolto, signore?” domandò a questo punto il
capo delle Sensitiva, Jerry Humper, rimasto silenzioso fino ad allora.
“Beh,
ma porca miseria” imprecò Wellington con veemenza “al di là dei suoi pessimi precedenti,
non posso credere che voglia farsi complice di una simile bassezza: coinvolgere
l’intera umanità nelle beghe di una coppia di adolescenti immaturi, mi sembra proprio
del tutto abominevole!”
“Anche
a me appare strano che quel tizio abbia dato manforte a Lamù” commentò il capo
della Cerebrale “capirei se lo avesse fatto su pressione della sua pretendente…
ma, a quanto mi consta, Lady Carla non si è più messa in contatto con lui, dopo
avergli riferito quanto stava accadendo sul nostro pianeta.”
“Allora
non resta che rivolgersi a Lady Carla, per chiederle di metterci in contatto
con Lord Rupa.” disse A1 dopo avere annuito a quanto diceva Fewer.
Malauguratamente,
arrivò questa doccia fredda: “Non funzionerà!”
Il
Coordinatore di Ataru sentì come un crampo allo stomaco. Quando il capo della
Sensitiva emetteva un giudizio era praticamente impossibile che venisse smentito
dai fatti.
“Cosa
glielo fa credere, signor Humper?” gli chiese comunque A1.
“Primo,
sarà praticamente impossibile parlare con Rupa all’insaputa di Lamù. Secondo,
non è escluso che Rupa non intenda cogliere quest’occasione per incasinare
definitivamente il suo rivale. Terzo, non è detto che anche Lady Carla non
darebbe manforte a Lamù nello spingere Ataru nell’angolo, proprio allo scopo d’allontanarla
dal proprio amico d’infanzia.”
“E
quindi…?” lo incalzò il comandante, con un tono parimenti minaccioso e
preoccupato.
“E
quindi non posso che concordare col collega della Neuro” sospirò Humper, prima
di concludere “non ci rimane che rivincere quella corsa…”
“Ma
lo volete capire che è assolutamente impossibile?!” tornò a protestare Racer.
“Non
lo sapremo mai se non ci proviamo.” obiettò Humper, alzando le spalle.
“Già,
fai presto a dirlo, tu” ribatté il collega con amaro sarcasmo “tanto me la
dovrò risgrugnare io solo, questa faccenda!”
“No,
Burt” intervenne il responsabile cerebrale “non sarai solo: ci siamo anche noi dentro
a questa maledetta carcassa e metteremo tutte le nostre competenze a tua
disposizione. Come ha detto prima Hugh, se esiste un sistema per far pendere di
nuovo la bilancia dalla nostra parte, noi lo troveremo!”
“E
se non esiste?” insistette il collega della Motoria “Se falliremo? Cosa ne sarà
della Terra? E che ne sarà di noi?!”
“Questo
è un problema che affronteremo in caso di fallimento” dichiarò perentorio A1 “per
adesso dobbiamo preoccuparci di non
fallire!”
“Ben
detto, signore” approvò Brad Fewer “ce la metteremo tutta.”
“Ai
voti, allora” replicò A1 “c’è qualche membro del Consiglio che si oppone alla
mozione del signor Simons e del signor Humper?”
Nessuno
si sentì di contraddire il Coordinatore dell’Uomo più allupato di tutto l’Universo,
che allora dichiarò, compiaciuto: “Benissimo: comunicherò immediatamente via
telefono rosso a Rowena Starlet che
la loro sfida è stata accettata!”
Detto
ciò, premette un pulsante davanti alla sua postazione. Pochi istanti dopo due inservienti
entrarono nella sala riunioni recando un vassoio con nove bicchieri e una
bottiglia di pregiato sakè. Quando i bicchieri furono colmi, Chris Wellington
si levò in piedi, imitato da tutti, alzando il proprio calice all’indirizzo
dell’assemblea: “Signori… a una nuova vittoria!”
“A
una nuova vittoria…!” esclamarono tutti, più o meno convintamente.