Please, Tell Me That Is True di Blue Flower (/viewuser.php?uid=106639)
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Dove sei, piccola?
Bianca rimase immobile dentro l'armadio. Sapeva che non sarebbe servito
a niente, ma è sempre meglio sperare... no? Aveva paura,
come non ne aveva avuta mai in vita sua. Ma non era solo lui quello da
cui si nascondeva. Lei cercava di nascondersi da una verità
ineluttabile che aveva tenuto nascosta per così tanto tempo:
non era come gli altri ed era spaventata da questo.
Era questione di secondi ed il suo incubo l'avrebbe trovata. L'incubo
che tormentava le sue notti da un po' di tempo a quella parte.
Ma stavolta si era preparata.
"Eccoti..." disse aprendo l'armadio. I suoi occhi, in cui la brama di
sangue si agitava come un cobra, la scrutarono per qualche secondo
prima che le sue labbra si avvicinassero al collo di Bianca. Successe
tutto in un secondo: quando sentì i canini che le
affondavano nella carne sorrise ed impugnò con forza la
siringa piena di liquido trasparente. Gliela conficcò nella
schiena e quello, dopo un gemito impercettibile cadde a terra, avvolto
dagli spasmi.
"Verbena..." riuscì a sibilare.
Compiaciuta si sedette vicino a lui, a gambe incrociate. "Fa male
vero?" domandò sarcastica. "Piccola stronza..."
sussultò. Bianca sapeva di trovarsi davanti ad un individuo
potente e di sicuro centenario. "Mi devi qualche spiegazione" lui
scosse il capo repentino. Insieme a lui si mossero i suoi folti capelli
neri.
"Perché mi perseguiti?" con fatica quello
pronunciò qualche parola biascicata: "Il tuo sangue... E'...
Tu... Non... Umana". La ragazza rabbrividì. Con orrore si
accorse che la verbena stava finendo l'effetto sul ragazzo.
Lo guardò negli occhi, reggendo il confronto ma rimanendone
incantata. In quegli occhi di un azzurro glaciale c'era qualcosa di
indecifrabile: andavano oltre all'odio e alla brama di sangue. Per un
momento, Bianca avrebbe giurato di averci visto qualcosa di
estramamente umano.
Era bello.
Quello non lo poteva negare nessuno. Il suo fisico tonico avrebbe fatto
invidia a qualsiasi altro ragazzo della scuola. Ma era terrificante. La
ragazza lo aveva impresso nella memoria come un demone, con gli occhi
neri ed i canini appuntiti. "Uccidimi adesso" disse risoluto, mentre
lei lo scrutava ancora. "Come?" rise amaramente. "Tanto so che lo
farai... quindi tanto vale essere veloce. Dov'è il paletto?"
era incredibile come quel ragazzo, quell'uomo pensava che tutti fossero
come lui: cattivi e assetati di sangue. "Non c'è nessun
paletto... Quello che voglio lo ottengo, ma si da il caso che il mio
desiderio non sia quello di ucciderti" "Allora cosa vuoi?" lei prese un
respiro. "Come ti chiami?" lui rise.
"E perché te lo dovrei dire?" ecco che sulla sua faccia
apparve un sorrisetto strafottente. "Vediamo... Prima di tutto
perché posso benissimo impalettarti con un'asse della mia
scrivania di mogano" "Simpatica la ragazza..." l'espressione sul volto
di lei si indurì. "Allora?" lui si alzò a fatica,
dirigendosi verso la finestra, vicino alla libreria. Si mise ad
esaminare i tomi nelle mensole bianche come se fosse stata casa sua.
"Damon, Damon Salvatore"disse poi sicuro. A Bianca quel nome ricordava
qualcosa ma la sua memoria negli ultimi tempi faceva cilecca. Damon,
estrasse vittorioso un libro dalla mensola più in basso.
"Eccolo qui!" lo lanciò alla ragazza che lo prese al volo.
"Qui puoi trovare qualche informazione sul mio conto e ora... Se non ti
dispiace taglio la corda" detto questo saltò fuori dalla
finestra e le fece un cenno per salutarla.
La ragazza, si rigirò tra le mani il libro che gli aveva
dato il vampiro... Il
Diario Del Vampiro, lo aveva ricevuto per il suo
compleanno da una sua amica fissata con i vampiri, ma non lo aveva mai
letto veramente. Aveva solo dato un'occhiata alla trama. In quel
momento si ricordò dove aveva sentito per la prima volta il
nome "Damon". Nella trama, era nella trama.
Si sedette sul letto ed iniziò a leggere avidamente.
In quel momento sapeva solo che non avrebbe scordato facilmente Damon Salvatore:
terrificante e bellissimo.
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