Il gesto istintivo di allungare una mano verso di te.
Come un padre.
Perché è quello che sono stato per te. Una figura paterna.
E tu. Tu che non potevi muoverti.
Tu che non riuscivi a muoverti.
Tu sul pavimento, un fiotto di sangue che sgorga dal collo ferito, i tuoi occhi spalancati nel vuoto imprigionati in un limbo di stupore.
Sono troppo lontano ora e la nostra fine è vicina.
Perché, se non sono riuscito a proteggerti, come posso proteggere me stesso.
E morirò con te. Lo sento.
Ma il nostro lavoro non sarà stato invano. Avremo cambiato delle vite e qualcuno continuerà a farlo al posto nostro.
In un ultimo sforzo ti avvicini a me. Ti obblighi a muovere un braccio verso il mio, teso. Hai la mano imbrattata di sangue, sei sangue. Ma non raggiungerai la mia mano.
Cadi affianco a me, senza avermi mai stretto un’ultima volta.
Game over, Amanda.
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