Questa storia è stata scritta per divertimento
Disclaimer:Questa
storia è stata scritta per divertimento. Non è mi intenzione offendere Orlando
Bloom o mancargli di rispetto, trattasi solo di pensieri e fantasie tradotti in
parole. Ovviamente le situazioni da me descritte sono esclusivamente frutto
della mia immaginazione.
PS: Carissimo Orlando so che sei un
ragazzo di spirito,quindi se nella più remota delle ipotesi, tu dovessi imparare
l'italiano, e leggere le mie storielle, confido nel tuo senso dell'umorismo e
nella tua benevolenza ^-^
Dedicata a
Orlando, che strapazzo in continuazione nelle mie storielline. Scusa Orlando!
Dedicata
anche a tutti coloro che mi incoraggiano e che nonostante tutto continuano a
leggere i miei deliri!
FACCIA A FACCIA
Improbabile intervista tra me (Moon) e Orlando Bloom: ovvero, tutto quello che
penso di lui, raccontato, dalla sua stessa bocca.....
(Nato in
un momento di puro delirio, mentre stavo scervellandomi per il capito 11
dell'altra fic! ^__^)
Sono
appena arrivata e guardo nervosamente l'orologio, segna le 11:00. Mi rilasso di
colpo, sono in anticipo di mezz'ora. Bene, di solito sono costantemente in
ritardo, ma in certe occasioni, esagero e arrivo clamorosamente in anticipo.
Io e
Orlando non ci conosciamo. Non ci siamo mai visti prima, ma lui ha ugualmente
accettato questo confronto faccia a faccia.
Arriva con dieci minuti di ritardo, piuttosto trafelato. Indossa dei Jeans
delle Reply scoloriti, un maglione blu, e una delle sue orrende scarpette.
Questa e celeste ed è alla ben meglio arrotolata intorno al suo collo, indossa
anche cappellino di lana nero, un piumino lungo e scarpe da ginnastica.
E'
infreddolito mi saluta tendendomi la mano e mi dice " Ciao! Scusa il ritardo,
colpa del traffico".
Mentre si toglie piumino e cappello aggiunge " Caspita se fa freddo qui! Io
vengo dalle Cayman e là, fa un caldo tropicale!".
Noto
che è una persona socievole e sembra anche piuttosto alla mano. Ha l'aria
stanca, il viso un po’ pallido. Sembra molto più giovane di quanto non appaia
sullo schermo.
"
Sei pronto?" gli domando io.
Lui
si gratta la testa accenna un sorriso leggermente preoccupato e mi risponde di
si.
"
Hai promesso di essere totalmente sincero, quindi mi raccomando, niente giri di
parole" gli dico, mentalmente già concentrata sulla prima domanda.
"
Okay, farò del mio meglio, promesso" risponde lui, osservandomi un po’
incuriosito.
" Bene allora iniziamo con una domanda un po’ banale, ma
sicuramente fondamentale: che cosa si prova a passare da perfetti sconosciuti ad
essere una delle persone più famose e ricercate del mondo?".
Lui
avanza con la sedia, incrocia le mani, si guarda un po’ intorno come per
riordinare le idee, e risponde "Dunque, che cosa si prova? Tante cose.
All'inizio è una cosa indescrivibile, cioè mi spiego, hai presente quando hai
l'adrenalina a mille e sei su di giri?"
Annuisco.
"
Bene la sensazione è più o meno quella. Sei in uno stato di esaltazione perenne.
Sei bello carico e ti sembra di poter spaccare il mondo. E' bello, molto bello.
Soprattutto è gratificante".
"
Solo questo?" domando io.
"
No, no." Si affretta a rispondere lui " Capita poi che da questo stato,
inevitabilmente si passi ad una fase di stallo. Okay ti dici, vivere a mille
all'ora è esaltante, ma non può essere una condizione costante, anche perché
finirebbe inevitabilmente col perdere il suo effetto".
"Quindi" incalzo io.
"
Quindi ti ritrovi tuo malgrado a fare delle riflessioni. Cominci a farti
domande, tipo: durerà? Non durerà? Sto facendo la cosa giusta? Cose del genere
insomma".
"
Non sei mica stato tanto esaustivo però" dico.
" E'
che non è facile. Sono proprio in una fase del genere in questo momento. Sono un
po’ stanco, sia mentalmente che fisicamente, vorrei riposarmi, fare un po’ di
vacanze, magari proprio con i miei vecchi amici, lontano da tutto e tutti.
Possibilmente vorrei andare in un posto sperduto, dove non mi conosce nessuno.
Ma continuano ad arrivarmi proposte di lavoro che proprio non posso permettermi
di rifiutare, allora mio malgrado vado avanti. Sai, il mio futuro si sta
decidendo ora. Posso fare il grande salto e diventare un attore importante, come
posso benissimo ripiombare nell'anonimato. Questo mondo è fatto così, oggi alle
stelle, domani alle stalle. C'è sempre il ragazzo della porta accanto pronto a
soffiarti il posto!".
" E
delle tue fans che pensi?" domando cambiando radicalmente argomento.
" Che
ne penso in che senso?" dice lui, e non capisco se vuole eludere la domanda o se
invece, vuole che io sia più diretta. Propendo per la seconda ipotesi e mi
spiego meglio:
"
Insomma, non fare il finto tonto. Sai benissimo che sei l'oggetto del desiderio
di migliaia di donne! Ti fanno piacere le attenzioni delle ammiratrici o no?” e
continuo chiarendo il concetto “Vorrei sapere come ti poni con loro, che tipo di
rapporto hai con il pubblico. Insomma, hai capito ".
" Se
ti dicessi che non mi fa piacere sarei un bugiardo. Essere però l'oggetto del
desiderio, nonostante sia gratificante, a volte è penalizzante. Mi spiego. Tu ti
fai un culo enorme per caratterizzare un personaggio, giusto? Prendi per esempio
Legolas, ma anche Will Turner. Mesi di preparazione, allenamenti, botte..".
Mentre parla si agita muovendo le mani tutto concentrato e molto attento a
quello che dice, si vede che la cosa gli preme. Continuo ad ascoltarlo.
"Ti
alzi, la mattina alle cinque, a volte anche alle quattro, per andare sul set e
dare il meglio di te, insomma ti fai il mazzo. Poi però quando ti fermano per
strada o alle premiere, poche di loro ti fanno i complimenti per il tuo lavoro.
Il loro unico pensiero e farsi una foto o un autografo. Urlano, vogliono
toccarmi, alcune piangono, manco fossi la Madonna di Lourdes!"
"
Allora mi sembra di capire che ti dà fastidio?" chiedo.
" No,
non fraintendermi, non è che mi da proprio noia, ma certe volte esagerano un
po’… Non ci crederai, ma in alcune situazioni mi sono trovato pure in imbarazzo,
e guarda che per imbarazzare me, ce ne vuole!" dice con enfasi.
"
Racconta, racconta" chiedo curiosa.
Ride.
Sembra rilassarsi.
" Una
volta in un albergo mi sono ritrovato una tipa in camera. Si era nascosta nel
bagno".
"
Come? " chiedo io tra l'incredulo e il divertito.
"
Si, si giuro, proprio nel bagno. Entro per fare la pipì, mi tirò giù la cerniera
dei pantaloni e … zac... questa, fuori salta all'improvviso. A parte il fatto
che mi è preso un colpo perché non me lo sarei mai aspettato, ma mi sono
spaventato sul serio! Cristo! Poteva essere chiunque!” dice davvero costernato e
poi continua a raccontare “Per fartela breve, la tipa voleva a tutti i costi
verificare personalmente le dimensioni del….. Si, insomma, hai capito no?".
Scoppio ridere senza ritegno.
" Ma
dai, questa è una cazzata!" gli dico ancora ridendo. Aggiungo poi scettica " Non
dovresti prendermi in giro!".
"
Macchè è tutto vero!" risponde serio "Mi toccò chiamare la sicurezza per
mandarla via. Litigai a morte con il direttore dell'albergo, ero talmente
incazzato che lo volevo denunciare. Come abbia fatto quella da entrare, non si è
mai saputo. Comunque in seguito a questa storia, mi è rimasta la psicosi della
pipì, come la chiamo io. Ora tutte le volte che mi ritrovo ad andare in un bagno
pubblico, faccio sempre prima un accurato controllo per vedere se c'è qualcuno
nascosto!" conclude scuotendo la testa rassegnato.
Aguzzo gli occhi con fare malizioso ed esibendo un sorrisino perfido gli sparo
una domandina pepata:
"Hai
mai fatto sesso con qualche fans?".
Abbassa impercettibilmente lo sguardo ma lo rialza subito
"Peferirei
non rispondere ".
"Beh,
praticamente hai risposto!" dico io alzando le spalle e con aria solenne, lo
incalzo di nuovo "Comunque i patti erano chiari, dovresti rispondere, avevi
promesso che saresti stato sincero e mai evasivo". Orlando sembra un po’ a
disagio si massaggia il collo, poi si raddrizza, come se avesse ripreso il
controllo della situazione ed infine dice asciutto e tutto d’un fiato" Si l'ho
fatto".
"
Ah! Bene" commento io, niente affatto sorpresa.
"Non
è che ci sia da scandalizzarsi!" si difende subito lui.
" E
chi si scandalizza, figurati" dico tranquilla.
"Cioè
mi spiego….Non è che io abbia fatto voto di castità. Sono una persona normale.
Se mi si presenta una tipa, che mi piace, e la situazione mi intriga, in più lei
vuole fare sesso con me, è ovvio che non la rifiuto. Mica sono un santo! Lo
fanno tutti, non vedo perché non dovrei farlo io!".
E'
un po’ agitato, si vede che ci tiene a giustificarsi, non vuole passare male.
" Ma
ti sei mai approfittato del fatto di essere famoso?" chiedo io infischiandomene
di rigirare il coltello nella piaga.
"
No, quello proprio no! Se vado con una donna è solo perché lei mi fa capire
chiaramente, che ci sta. Però metto subito tutto in chiaro prima. Sai non vorrei
ritrovarmi, con denunce, presunti figli o stronzate del genere".
Decido di cambiare di colpo argomento.
"
Parlami del tuo lavoro. Dimmi quello che ti piace, quello che non sopporti, che
cosa rappresenta per te".
I
lineamenti del viso gli si distendono di colpo ed esibisce un bel sorriso.
" Il
mio lavoro prima di tutto lo amo da morire. E' come se i sogni che hai sempre
fatto all'improvviso diventassero realtà, non so se mi puoi capire".
Annuisco e gli faccio segno con la mano di proseguire.
" A
me poi è successo tutto all'improvviso. Un progetto stellare, un'esperienza
unica". Dice quasi estasiato, poi continua: " Del mio lavoro amo il fatto che
bisogna mettersi alla prova in continuazione. E' una sfida perenne e io amo le
sfide. Non c'è cosa più gratificante che mettere alla prova se stessi e
vincere".
Si
ferma un attimo e riflette.
"
Ummm vediamo…. Le cose che non mi piacciono…." fa un'altra pausa, sembra
concentrato ed infine continua " A dirti il vero sono poche. Non sono di quelli
che per ora soffre del fatto di essere celebre. Oddio, mi manca molto la mia
privacy, sono spesso costretto a stare lontano da casa, viaggio in
continuazione, ma non è poi così male in fondo. Forse l'unica cosa brutta è che
ti ritrovi circondato da tanta gente, molta della quale non la conosci nemmeno.
Non sai mai il vero motivo per cui ti avvicina. Non sto parlando dei fan eh?"
aggiunge assicurandosi che abbia capito.
Annuisco con la testa per fargli vedere che ho capito.
"
Parlo di persone dell'ambiente che frequento per lavoro. E' difficile fare
amicizie sincere. Io sono stato fortunato qualcuna l'ho trovata. Comunque in
linea di massima direi che i lati positivi superano quelli negativi!" conclude
soddisfatto.
" Tu
ti piaci?" gli domando a brucia pelo.
Lui
capisce al volo e fa un sorrissetto ironico, dall'espressione sembra che abbia
pensato
"Che stronza!"
ma, attenzione, non in modo cattivo, ma piuttosto come per dire: "Ma allora
ti diverti a punzzecchiarmi".
In
effetti mi diverto un mondo.
Mi
guarda con aria di sfida, molto sicuro di se e mi risponde.
" Si
mi piaccio. Non credo ci sia nulla di male nell'essere soddisfatti di se
stessi".
" No
affatto" replico io " Volevo verificare se eri sincero. Lo sei stato" e gli
sorrido approvando.
" Si
vede molto?" mi domanda lui leggermente ansioso.
"
Che ti piaci?" chiedo io a mia volta.
" Si"
mi conferma.
"
Abbastanza. Anzi direi che è palese. Però sei ironico e questo ti salva".
"
Cioè?" mi chiede lui.
" Ti
potrei definire una simpatica canaglia. Sei sicuro di te, sai di piacere, ti
diverti parecchio in questo tuo ruolo, ma non sei mai pesante o sopra le righe.
A volte sembri proprio un bambinone!" gli dico sorridendo.
Si
rilassa. Pare che si senta costantemente sotto esame. E forse è davvero così.
Essere una persona famosa, porta inevitabilmente ad essere oggetto di attenzioni
e giudizi da parte di migliaia di persone, ognuna delle quali ti vede a suo
modo, interpretando i tuoi gesti e le tue scelte in maniera diversa. Ne convengo
che non deve essere facile vivere una simile situazione.
" Ti
interessa il giudizio degli altri?" mi viene spontaneo chiedergli.
"
Dipende di chi" mi dice. Poi prosegue " Per fare questo lavoro devi imparare a
fregartene un po’ di quello che dicono di te. All'inizio ci rimani male,
soprattutto quando leggi su i giornali cose totalmente false. Poi ci fai
l'abitudine e te ne infischi. Bisogna essere molto forti e determinati. Io
faccio la mia strada, so come sono realmente, e non posso farmi condizionare da
quello che la gente crede di sapere di me".
Butto
un occhio all’orologio e mi accordo che abbiamo veramente poco tempo, quindi
prendo fiato, incrocio le mani e mi avvicino un po’ a lui. Lo guardo, no anzi,
lo scruto proprio, e mi appesto a fargli la domanda topica
“ Sei
pronto per la domanda da cento milioni di dollari?”
Si
gratta il mento e mi risponde “ Spara!”.
“
Sei innamorato?” dico semplicemente.
“ Lo
sapevo!” dice lui appoggiandosi allo schienale della sedia con le braccia
incrociate dietro la testa e un’aria da gatto sornione “ Ci avrei giurato che me
l’avresti chiesto!”.
“
Bene” dico io “ Allora rispondi”.
“ Non
rispondo a domande sulla mia vita privata” mi dice.
“ La
conosco la storia, lo dici a tutti i giornalisti. Ma io non sono una giornalista
e quindi,..”.
Mi
interrompe e facendomi vagamente il verso dice “ Hai promesso di essere sincero
bla ...bla… Giusto?”.
“ Si
bravo, hai afferrato il concetto! Allora sei innamorato o no?”.
“E’
molto tardi e questo sarebbe un discorso troppo lungo e..”
“ E
sono tutte scuse perché in realtà non vuoi proprio rispondere” gli dico io.
“ Non
è proprio così. I sentimenti sono cose davvero troppo personali” cerca di
spiegarmi lui.
“
Capisco, ma non ti ho mica chiesto di spiegarmi per filo e per segno quello che
senti nel tuo intimo” aggiungo spazientita.
Prende fiato e fa un sospiro poi finalmente parla
“ Mettiamola così, diciamo che sentimentalmente sto passando un periodo molto
bello”.
“Ma
stai sempre con Kate?” chiedo, senza il minimo ritegno.
“
Si” risponde semplicemente.
“
Ummmm, ma allora dura ‘sta storia eh?” gli dico per stuzzicarlo.
“
Sembra proprio di si” mi risponde non abboccando affatto alle mie provocazioni.
“ Ci
stai bene con lei?” chiedo con non chalance.
“
Oh, ma sei curiosa però!” mi risponde cercando in tutti i modi di svicolare.
“ Vabbè, ho capito che non c’è verso di farti
sbottonare su questo argomento” dico rassegnata.
“
Brava, vedi che sei perspicace quando vuoi!” mi dice lui con aria furbetta.
“
Caro, io sono nata perspicace!” gli dico con finta aria solenne.
L’orologio mi segnala che il tempo a nostra disposizione è terminato. Mi rendo
conto che avrei come minimo un’altra trentina di domande da fargli, ma proprio
non c’è verso di potergli rubare neanche un minuto in più, deve correre a
prendere un’ aereo. Mi saluta cordialmente e mi da anche due bacetti, uno per
guancia, che io contraccambio con piacere.
“
Allora alla prossima volta” mi dice congedandosi con un sorriso.
“
Chissà se ci sarà, una prossima volta” rispondo sorridendo a mia volta.
“ Mai
dire mai!” conclude lui salutandomi con la mano ed uscendo.
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