Pensieri di una tossicomane.

di VANiTY
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 II Capitolo.


Si erano conosciuti in ascensore.
Lui era il nuovo conquilino, lei quella che abitava al primo piano, porta vicino alla finestra del corridoio, l'appartamento sotto i Mcpesky , sai che fastidio sentire tutte le volte la televisione di quelli di sopra? ,e lui non aveva capito con chi stava parlando.
-Ehi, mi stai ascoltando?- strillò a un certo punto lei.
Solo allora lui sollevò lo sguardo per squadrarla dal suo metro e novanta. La ragazza gli arrivava alle spalle. Aveva ai piedi degli anfibi rotti, e a giudicare dal tono di voce e dallo sguardo sembrava un po' ubriaca.
Non che prima non si fosse accorto di una ragazza anoressica che strillasse in portineria, ma non le aveva prestato poi tanto attenzione.
-Siete tutti matti, voi americani.- borbottò, fissando i bottoni dei vari piani.
Harry Thompson, 27 anni, laureato in filosofia, aveva deciso ad un tratto di trasferisi in Francia, senza dare retta nè a suoi padre – perchè filosofia?E' roba da poveretti, da chi ha una vita infelice. Potresti fare come ho fatto io, diventare un'imprenditore. - nè a sua madre che, poverina, era troppo occupata dal lavoro per accorgersi che il suo unico figlio voleva andarsene da quella maledetta casa.
-Piacere, comunque. Mi chiamo Violet.- si presentò allora la pazza, avvicinandosi di un passo per porgergli la mano.
-Io sono Harry, piacere mio.-
E poi la ragazza vomitò.
-Mi dispiace, cazzo! Non avrei dovuto bere così tanto.. io.. scusa. Non è colpa mia! Ti ricomprerò le scarpe. E anche i pantaloni. Comunque erano orrendi quelli di prima, quindi consideralo come un favore. Ma dove compri i vestiti tu?- aveva iniziato a blaterare Violet, asciugandosi la bocca con un fazzoletto.
-Se stai zitta posso sentirmi pensare.-
La voce della ragazza si spense. Per dieci minuti buoni non parlò, poi dovettero uscire dall'ascensore.
-Ma tu non abiti al primo piano?-
-Sì, ma hanno detto che c'era un nuovo arrivato.-
-E hai vomitato sulle scarpe a tutta la gente che vive qui?-
Violet sbuffò. -No. Tu sei il primo. E comunque è stato un incidente.-
Harry iniziò a cercare nelle tasche dei pantaloni le chiavi e accennò ad andare alla sua porta, quando sentì su di sè lo sguardo della ragazza.
-Scusa ancora!- gli urlò.



Note dell'autrice.

Scusate, o voi che leggete, per questo terribile ritardo ma sono impegnata con la scuola.. prometto, giurin giurello, che aggiornerò molto spesso.
Sì, questo primo capitolo è leggermente corto, ma a me piace. Ovviamente accetto le critiche, anzi, se potete farmele FATEMELE perchè ne ho bisognissimo! Mentre rileggevo questa parte mi sono accorta che ho fatto delle ripetizioni e volevo sapere se riuscite a leggere in molto scorrevole.
Tornerò presto! :)


V.





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