CAPITOLO 9
Lilith
Il sentiero sterrato del
boschetto non
aveva mai attirato molto la sua attenzione.
Vi era scappata
più volte, fissandosi
solamente sulle acque cristalline del fiume, ma adesso cercava di
tenere a mente e di guardare con attenzione tutto quanto.
Gli occhiali ormai non le
servivano
più, non ci aveva ancora fatto caso, ma vedeva benissimo
anche senza
lenti. La sua preoccupazione era però di mostrare pienamente
quegli
occhi dal colore strano, più che dell'avere improvvisamente
una
vista di falco. Ma quella era Mahel, dopotutto, non poteva stupirsi
per nient'altro.
Al suo fianco, Lagharta
non parlava,
non sorrideva. Era freddo e distaccato, come se la gentilezza di poco
prima fosse stata tutta un'allucinazione. Mahel ogni tanto lo
guardava di sottecchi, lasciando da parte tutto l'astio e l'antipatia
che provavano l'una per l'altro.
E, doveva ammetterlo, era
davvero
bello.
Alto due metri, forse, la
pelle
leggermente ambrata, probabilmente si allenava all'aperto tutti i
giorni, le braccia muscolose e le mani grandi, da uomo, il petto
asciutto ma prestante. La voce profonda, mai irritante, di quel
timbro dolce ma severo che lei non poteva sopportare le rivolgesse
parole tanto dure.
E poi quegli occhi, di
quel blu così
intenso da non poter esistere in natura. Tristi, velati di un rimorso
profondo, di rabbia. Ma anche dolci, quando si rivolgevano alla
piccola Saluss, di quel tepore fraterno che lei, essendo figlia
unica, non conosceva.
Lo guardava e pensava che
fosse
effettivamente bello, ma non riusciva a capire perchè
avrebbe dovuto
innamorarsi di lui. Non poteva accadere.
Incrociando lo sguardo di
Lagharta,
abbassò lo sguardo intimidita e fermò i suoi
pensieri.
Scosse la testa
ripromettendosi di
evitare certe situazioni. O Lagharta avrebbe continuato a rivolgerle
quell'odio cieco che lei non sopportava.
Lagharta aveva incrociato
lo sguardo
della ragazza soltanto un attimo, sentendosi improvvisamente in
soggezione.
Celando le parole
nascoste dentro di
lui, senza degnarla di ulteriori sguardo, si avviò
direttamente al
villaggio, visto che sarebbe stato l'unico che avrebbero incontrato
prima del Tempio di Vie.
-Mahel, com'è
il tuo mondo?-
interruppe improvvisamente Saluss, rivolgendosi alla ragazza, che
ormai era rinchiusa nei suoi stessi pensieri.
-Eh?- rispose Mahel di
rimando,
guardando la piccola Saluss dritta negli occhi -Il mio...mondo?-
-Si- le svolazzava
attorno, piena di
vitalità, come volesse alleviare il suo dolore -Raccontami
qualcosa
del tuo mondo, della tua gente, dei tuoi amici...-
Mahel guardò
riconoscente Saluss,
sorridendole amorevolmente -Vuoi sapere della mamma? E di Michael?-
si rivolse alla fatina e, inconsapevolmente, anche a Lagharta.
-Chi è
Michael?- chiese la fatina,
notando attentamente l'occhio di Lagharta osservarle distaccato -Il
tuo ragazzo?-
-No- rise di gusto la
ragazza,
allungando la mano verso Saluss che, per comodità,
provvedette a
svolazzare fino alla sua spalla -Mick è...il mio migliore
amico.
Anche se non so cosa succederà quando tornerò a
casa...-
Saluss
ridacchiò vedendo il viso di
Lagharta farsi contratto, come infastidito. In cuor suo la fatina, in
quel momento, ebbe un solo, unico desiderio.
“Oh
Vie...fai che Lagharta si innamori. Fagli conoscere il sentimento
dell'amore. Non può pensare in eterno che l'unico legame che
può
avere è quello con Laherte...”
Mahel non si accorse
neanche della
lunga camminata dalla casa della Sibilla sino al villaggio, a qualche
chilometro di distanza.
Non le pesavano la borsa
o i suoi
tormenti, in quel momento si sentiva tanto vicina a casa da non
riuscire a credere di non esservi.
Parlare a Saluss della
mamma, con il
suo carattere severo e dolce, delle loro finte discussioni, del
papà,
di Michael e di Walter, del Lago, delle colline verdeggianti a pochi
passi dalla cittadina in cui viveva, delle montagne, molto
più a
sud, oltre le quali si stagliava uno dei mari più azzurri
del
paese...ripensando a tutto questo, Mahel sentiva la presenza del suo
mondo molto più vicina di quanto fosse mai accaduto.
Saluss le faceva mille e
mille
domande, a cui Mahel rispondeva ogni volta con un sorriso e con
rinnovato entusiasmo, gli occhi radiosi e brillanti, finalmente
liberi di quella velata tristezza che li aveva accompagnati fino a
quel momento.
Lagharta le
osservò in silenzio
finchè non furono in prossimità del villaggio,
rompendo il suo
silenzio con una domanda.
-Mahel...posso farti una
domanda anche
io?- esordì secco, senza voltarsi verso di lei.
-Ma certo...- rispose
titubante la
ragazza, posando gli occhi su di lui -Dimmi-
-Nel tuo mondo...cosa
succede quando
due amanti divengono sposi?- una domanda inaspettata, sia per Saluss
che per Mahel.
-Due...sposi?-
domandò Mahel,
guardandolo -Intendi dire...cosa accade durante il matrimonio...?-
-No, cioè...-
Lagharta si grattò la
testa, non riuscendo ad impostare bene la domanda -Nel tuo mondo, per
indicare il matrimonio tra due amanti, come fate?-
-Ah...- esordì
Mahel, sorridendo
lieve -Gli sposi si scambiano, durante il rito nuziale, due fedi
d'oro per suggellare la loro promessa d'amore...-
-Fedi...?- la
guardò di rimando il
ragazzo, per la prima volta senza ostilità -Cosa sono le
fedi?-
-Sono...anelli. Due
anelli d'oro-
spiegò la ragazza, indicando l'anulare sinistro -Due fedi
che gli
sposi mettono rispettivamente all'anulare sinistro dell'amato,
pronunciando la promessa di matrimonio...-
-Ah...-
sussurrò Lagharta, guardando
l'anulare sinistro della sua mano e pensando.
La Predizione era tanto
vicina da
spaventarlo più di qualunque altra cosa al mondo.
La Sibilla gli aveva
descritto
minuziosamente la cerimonia, parlando appunto di anelli d'oro che si
incastravano nell'anulare della mano del cuore, suggellando la
promessa eterna.
Una cerimonia
così diversa da quella
ritualizzata a Gaia, così intima e romantica.
Lagharta scosse la testa
e assunse
un'espressione corrucciata, forse più rabbiosa, pensando
parole che
mai avrebbe pensato in altre circostanze.
-Che
assurdità!- si girò di scatto,
prendendo a camminare più veloce, lasciando Mahel inebetita
dietro
di lui con lo sguardo perso -Donare allo sposo un misero anello
d'oro! E questo sarebbe il vostro suggello d'amore? Ma non farmi
ridere-
Mahel guardò
verso Lagharta,
assumendo un'espressione arrabbiata, cominciando a corrergli dietro
col rischio di cadere ad ogni passo -Come sarebbe a dire
assurdità?
Ma chi ti credi di essere per giudicare le usanze del nostro mondo?
La fede nuziale è ciò che di più sacro
e prezioso esiste nel
nostro mondo, la promessa d'amore più forte e
duratura...quando tu
doni all'amato una fede d'oro, insieme a questa prometti e doni il
tuo amore eterno. Sai cosa significa eterno...?-
Lagharta rispondeva
acido, senza
neanche guardarla, con parole di odio rivolte forse più a
lei che al
matrimonio in sé -Niente dura per sempre, neanche l'amore.
Ciò che
oggi ami, domani potresti anche odiarlo. Smettila di vivere nel mondo
delle fiabe, principessina!-
Mahel cercò di
afferrare Lagharta per
la stoffa della maglia, ma cadde a terra inciampando in un sasso,
vedendo il ragazzo sparire dalla sua vita in mezzo alla polvere che
turbinava davanti ai suoi occhi -Ma che gli è preso...?-
Saluss sapeva il
perchè di quella
reazione esagerata per una cosa così dolce. Scosse la testa
e si
posò sulla fronte di Mahel, non riuscendo ad alleviare il
suo dolore
sordo -Mi dispiace Mahel...se è Lagharta la fonte della tua
sofferenza, io non posso alleviarla...-
Mahel osservò
Saluss per qualche
secondo prima di capire, lasciando sprofondare i suoi occhi di nuovo
nella tristezza. Abbozzò un sorriso verso la fatina,
avvicinandola a
se senza stringerla tra le mani -Saluss...non può ferirmi
più di
così, stai tranquilla...-
Saluss annuì,
sebbene pensasse che
Mahel fosse in torto. Non potevano sapere, né lei
né Mahel, quanto
profondo poteva diventare un dolore crudele inflitto da Lagharta.
Lagharta era fuori di
sé,
completamente impazzito.
Lo scambio delle promesse
nuziali
insieme ad un anello dorato era stato il suo incubo ricorrente in
passato, seguito da immagini trucide sulla morte di sé
stesso e
della sua compagna.
Non ne vedeva il volto,
ma la vedeva
cadere in terra piena di sangue, mentre il suo cuore si sgretolava in
mille pezzi. Le lacrime che gli annebbiavano la vista, la mente ed il
cuore, portandolo ad un feroce suicidio contro Laherte, che lo
trafiggeva con la spada ridendo.
Il dolore, altro
sangue...e poi il
buio.
Si svegliava
continuamente sudato e
tremante, pervaso di rabbia e di frustrazione, non ritrovando il
sonno neanche a giorno inoltrato.
La Sibilla aveva
impiegato settimane a
trovare un rimedio erboristico efficace per gli incubi notturni del
ragazzo, preparando un decotto che doveva bere ogni notte prima di
coricarsi affinchè potesse dormire, non sonni tranquilli, ma
riposanti.
Ancora adesso, dopo 3
anni dalla
Predizione, essa era arrivata vicino a lui e lo guardava con quegli
occhi così belli da perdere il fiato, dai colori sgargianti
e
brillanti, mentre il suo calore era vivo e reale. Lagharta non poteva
fare a meno che provare odio per quella profezia e per la sua
personificazione.
Per Lagharta, quella
ragazza dai
lunghi capelli castani e dagli occhi verde-argentei non era la
prescelta della Leggenda ma la Predizione fatta persona.
Non avrebbe mai smesso di
odiarla,
mai.
Vedendolo camminare
rabbioso, dalla
sicurezza del suo nascondiglio, una giovane si passò la
lingua sulle
labbra, come estasiata.
Sicuramente era un bel
ragazzo, alto e
muscoloso, la spada che portava con lui doveva essere di grande
valore. Se l'avesse rivenduta sicuramente ci avrebbe fatto un sacco
di soldi, ne era certa. E non dovevano mancare altre armi nascoste,
se era un guerriero come dimostrava di essere, medicine, qualche
soldo o magari un gioiello.
Era così
stanca di depredare
signorotti anziani, voleva buttarsi su carne più fresca.
Sistemandosi gli abiti
alla bell'e
meglio, fece un movimento sinuoso carezzando la corteccia di un
albero lì vicino e scomparve.
Nell'aria si disperse un
consistente
profumo fruttato, mentre una piccola nube di polvere si riposava
delicatamente in terra.
Arrivato alle porte del
villaggio due
profondi occhi rossi incrociarono quelli blu di Lagharta, facendolo
rimanere senza fiato.
-Non pensavo ce ne
fossero ancora in
giro...- borbottò divertito, facendo comparire un ghigno
divertito
sulle labbra -Mi divertirò anche io dopo un po'...-
Si avvicinò a
quei suadenti occhi
carmini, senza preoccuparsi di Mahel e la piccola Saluss.
Fra i tre, tanto, quello
che avrebbe
dovuto maggiormente preoccuparsi era proprio lui.
-Dove si è
cacciato Lagharta?- chiese
Mahel alla piccola Saluss, a cui aveva ripreso a raccontare del suo
mondo -Non lo vedo più-
-Sarà
già arrivato al villaggio-
rispose Saluss, afferrando due ciocche di capelli di Mahel e
lasciandogliele subito arrossendo -Mi...mi dispiace Mahel!-
-Uh?- rispose la ragazza,
guardando
stranita la fatina -Di cosa ti scusi?-
-I capelli...-
borbottò la piccolina,
stringendosi al collo di Mahel -La Sibilla e Lagharta mi hanno
ripetuto più volte di non toccarti i capelli, ma
è un vizio che ho
con Lagharta. Scusami...-
Mahel rise, divertita -E
sentiamo,
com'è che non puoi toccare i miei capelli se io non ci vedo
niente
di male?-
-Perché i tuoi
capelli sono simboli
di una divinità che si sta impossessando di te, che tu sia
la Mahel
della Leggenda o meno- rispose Saluss, abbassando lo sguardo -Sono la
fonte di un potere magico profondo e incontrollabile, se io
toccandoli li strappassi o altro, chissà che cosa potrebbe
accadere...- borbottò spaventata Saluss, portando le mani al
viso.
-Penso proprio niente-
rispose Mahel
afferrando un capello con le dita e strappandoselo -Hai visto?-
-Mahel! Ma che fai!-
disse Saluss
guardando il capello che Mahel teneva tra le dita, lungo e
resistente, di quel colore castano-dorato che Saluss, anche se non
diceva, adorava -Ma...ma perchè!-
-Tu, piccola scemotta-
ridacchiò
Mahel porgendole il capello -Puoi afferrare i miei capelli e tirarli
quanto vuoi- le disse dolce, lasciando cadere quel filo morbido tra
le mani della fatina -Se non lo vuoi lo possiamo buttare-
-No- strillò
la fatina, afferrandolo
e tenendolo stretto al petto -Contiene un enorme potere magico, te
l'ho detto. È molto prezioso...- arrossì,
abbassando lo sguardo
-Posso assorbirlo?-
Mahel rise di nuovo,
annuendo,
trovandosi ad assistere, inconsapevolmente, ad uno spettacolo
più
unico che raro: il vero “pranzo” di una fata.
Saluss stese bene il
capello di Mahel,
iniziando a svolazzare in aria davanti ai suoi occhi, sorridendole.
Recitò una strana formula magica, mentre il capello
cominciava a
risplendere di una strana luce tiepida, mentre la voce della fatina
diventava sempre più udibile.
Mahel non capiva le
parole della
formula, ma seguivano un ritmo del tempo ben preciso, e non ebbe
cuore di interromperla.
Quando la fatina
finì la formula
magica, Saluss arrotolò il capello attorno al polso,
finchè non
diventò una specie di polsino di capelli. Recitò
una nuova formula
magica, dai toni più lenti e melodiosi, mentre il capello si
caricava di una luce più forte e più calda.
Quando la luce
sparì completamente
dal capello, esso si srotolò da solo e cadde in terra,
mostrando ad
entrambe una lunghezza di almeno la metà rispetto a come era
inizialmente -Ma...che è successo?- chiese Mahel guardando
il
capello, adesso di un colore bianco spento e sfibrato -Che cosa hai
fatto?-
-Ho assorbito il potere
di Vie
contenuto nei tuoi capelli, adesso che stai diventando una
personificazione divina, restituendo così al capello la sua
forma
originale...solo che devo aver esagerato, perchè non poteva
essere
bianco all'inizio, giusto?-
Mahel scoppiò
a ridere, senza capire
il perchè, portandosi la fatina vicino alle labbra e
baciandola
-Prendi da me il mio “potere” tutte le volte che
vuoi. Hai il mio
permesso-
Saluss arrossì
e rise a sua volta,
restituendo il bacio a Mahel sulla punta del naso.
-Andiamo da Lagharta-
pronunciò alla
fine, trovando Mahel d'accordo con un cenno della testa -Speriamo non
si sia incamminato ancora più avanti...-
Ripresero il sentiero
verso il
villaggio, che ormai era a pochi passi da loro, senza sapere la
sorpresa che le aspettava una volta arrivati.
-Lagharta!-
urlò la fatina appena
passate le porte del villaggio, restituendo il saluto ad un contadino
con un cenno del capo -Jin, hai visto Lagharta?-
Un contadino abbastanza
anziano, dai
rasi capelli bianchi e la barba incolta, gli occhi neri e brillanti,
il sorriso amichevole e le rughe profonde scosse la testa, assumendo
un'espressione preoccupata -Ah...quel marmocchio si caccia sempre nei
guai. Ogni volta che viene al villaggio trova modo di attirare
l'attenzione su di sé...- si interruppe un attimo per
guardare meglio
Mahel, che al momento non aveva notato -Buonasera, divina Mahel...-
Mahel rimase qualche
secondo fissa a
guardare l'uomo, arrossendo fino alla punta dei capelli, per poi
inchinarsi leggermente con il capo e rispondere un -Buonasera
signore- con umiltà ed educazione.
-La Sibilla mi aveva
detto che la
divina era bella...ma non credevo così bella- disse l'uomo,
abbozzando un sorriso -Mi spiace che lei debba sopportare quel
monello di Lagharta...-
-Ormai, Jin, Lagharta non
è più un
“monello”- sbottò la fatina, poggiandosi
le mani sui fianchi -È
un vero e proprio “teppista”-
Jin rise, di una risata
argentea e
cordiale -Tu adori sempre Lagharta a tuo modo, non è
così Saluss?-
Saluss rise di gusto,
guardandosi
attorno con aria preoccupata -Dicevi che è riuscito ad
attirare
l'attenzione per l'ennesima volta...-
-Si- riprese serio Jin,
indicando a
Saluss una casa a qualche metro di distanza -È andato alla
taverna
con una ragazza. Una ragazza molto carina. Peccato che Lagharta abbia
occhio solo per i disastri...-
Saluss era già
sobbalzata alla parola
“carina” ma quando Jin aveva aggiunto
“disastri” era
diventata improvvisamente seria -Che entità di disastro...?-
-Un disastro davvero
pericoloso- annuì
con il capo, come a voler dare impatto alla cosa -La ragazza che lo
accompagnava era una Lilith-
Saluss
spalancò gli occhi così tanto
che Mahel temette sarebbe scoppiata.
Le guance le si
colorarono di rosso
fuoco, le mani si chiusero in pugni e le sue ali iniziarono a vibrare
così forte da ferirle le orecchie -Saluss...che
diamine...Saluss!-
-Brutto imbecille. Io lo
ammazzo!-
Saluss si trasformò in luce rosata, scomparendo alla vista
di Mahel
che rimase sul posto con sguardo perso nel vuoto -Mi...mi devo esser
persa qualcosa, non è così...?-
Jin le si
avvicinò, ridendo. Ogni
volta che Lagharta era in pericolo, Saluss reagiva pressappoco allo
stesso modo -Lagharta non è mai stato bravo come fratello
maggiore.
Rimarrà sempre un adorabile fratellino minore...-
abbassò lo
sguardò, incupendosi.
Mahel vide quegli occhi
fino a pochi
secondi prima così gioiosi velarsi di una nota di malinconia
e cercò
di farla scomparire, donandogli un sorriso -Lagharta tornerà
ad
essere uno sciocco bambino felice. La mia presenza qua non
sarà
vana, Jin...-
Il contadino le rivolse
un sorriso
gentile, facendo sparire quel velo cupo che gli copriva gli occhi -La
Sibilla non mi aveva detto che la divina era anche così
buona...-
-Oh, prima di tutto io
non sono
divina- asserì Mahel, annuendo con la testa -Secondo, non
sono
buona. Sono egoista, tremendamente egoista. Se non riesco a dare una
motivazione alla mia presenza qua finirò per impazzire...-
Jin ridacchiò
soddisfatto,
prendendole le mani e baciandogliele -Posso avere quindi l'onore di
chiamarla...Mahel?-
-L'onore? L'onore di
essere trattata
in questo modo è tutto mio, Jin. Se posso avere l'onore di
darti del
tu e di chiamarti Jin, vorrei che tu facessi altrettanto con me...-
I due si scambiarono un
sorriso
d'intesa, mentre Jin sentiva nel suo cuore nascere per quella giovane
dall'apparenza divina un profondo senso di gratitudine -Grazie di
proteggere Lagharta...è un monello, ma è un bravo
ragazzo...-
Mahel soffiò i
capelli dagli occhi,
assumendo un'epressione un po' provata -Oh...mi sono accorta del suo
temperamento focoso, non c'è che dire. Piuttosto, se posso
permettermi...-
-Prego, dimmi tutto,
Mahel- Jin
sottolineò maggiormente l'ultima parola, facendo nascere un
sorriso
imbarazzato alla ragazza davanti a lei.
-Ecco, dicevo...Saluss se
n'è andata
via così in fretta, ma...cosa sarebbe esattamente una
Lilith...?-
Mentre guardava a pochi
passi la porta
della taverna, pensava.
Da ciò che le
aveva detto Jin, le
Lilith erano una tribù quasi totalmente composta da donne,
che
avevano la straordinaria peculiarità di uno sguardo rosso
fuoco.
In pratica, avevano gli
occhi rossi.
A lei non sembrava tanto
strano,
almeno non in quel mondo in cui le divinità andavano
passeggiando
per il mondo senza turbare le persone e in cui le fate potevano
svolazzare libere senza portare domande. Gli occhi rossi erano per
lei la minore delle stramberie.
Eppure, le aveva spiegato
Jin, le
Lilith in principio non erano una “razza” a parte,
bensì
semplici donne umane con una piccola eccezione genetica. Ma a causa
della Guerra Antica una donna, dagli occhi rossi e dalla
crudeltà
disumana, che si serviva di oscure arti magiche e del suo corpo
stesso come arma, portò in molti villaggi morte e
distuzione, sotto
il nome di Lilith. Anche dopo la Guerra le donne con gli occhi rossi
vennero temute e additate come le discendenti del demonio dagli occhi
rossi, vennero chiamate “razza di Lilith” ed
esiliate.
Si diceva che le Lilith
rimaste si
erano raggruppate ed avevano fondato un villaggio ai confini estremi
del regno, molto oltre il Lago del Cielo, ancora più lontano
del
Tempio di Vie e della Catena di Roccia Nera. Un piccolo villaggio in
mezzo ad un bosco profondo, al riparo dalle ostilità della
gente.
Con il passare degli anni le Lilith si erano specializzate della
produzione di veleni, di armi corte e di pozioni dagli effetti
più
debilitanti. Inoltre avevano sviluppato grandi doti di spionaggio e
di assassinio, diventando una razza temuta sia per i loro occhi sia
che per le loro abilità.
Mahel non riusciva a
credere che la
persecuzione ed il razzismo, in qualsiasi forma, esistessero anche
nel libro di sua madre.
Prendendo coraggio
aprì la porta
della locanda, sperando di poter giudicare con i suoi occhi la
pericolosità della ragazza davanti a lei.
Appena entrata una decina
di paia di
occhi si puntarono su di lei, ma cercò di non prestarci
attenzione.
Persino il padrone della locanda la guardava, quasi meravigliato,
senza però proferire parola.
Un borbottio sommesso
accompagnò i
suoi occhi nella ricerca di Lagharta, che vide seduto ad un tavolo
nascosto a prima vista, nell'angolo meno illuminato della locanda,
che parlava amichevolmente con una bella ragazza.
Aveva corti capelli castani,
un ciuffo
liscio e curato che le cadeva sull'occhio sinistro, le mani sottili e
aggraziate, adornate da molti anelli d'oro e d'argento, incrociata
sotto il mento, mentre le sue labbra rosee si muovevano
impercettibilmente in quel profondo borbottare.
Quando Lagharta
notò che fosse
entrata, Mahel vide anche Saluss aggrappata forte ai suoi capelli,
anche la misteriosa ragazza si voltò verso di lei.
Un viso splendido e
affascinante,
incorniciato da capelli pettinati impeccabilmente. E poi, li vide.
Due profondi, penetranti occhi rossi.
Di un rosso che, non
sapeva spiegare
come, sembrava le guardasse dentro, la studiasse in ogni suo minimo
dettaglio, ogni intimità.
La ragazza le sorrise e
si alzò,
avvicinandolesi con movenze aggraziate e suadenti.
-Ciao. Tu devi
essere...Mahel, non è
così?- la ragazza le porse la mano, aprendo le labbra in un
sorriso
-Non ti preoccupare, non ti mangio-
Anche la sua voce era
bella. Mahel
cercò di allontanare le parole di Jin dalla testa e
afferrò la mano
della ragazza, ancora intimidita -Piacere. Tu sei...?-
La ragazza le
regalò un ennesimo
sorriso, stringendo a sua volta la mano -Il mio nome è
Alvexia,
molto lieta di conoscerla, “principessina”-
Mahel abbozzò
a sua volta un sorriso,
sentendo uno strano brivido percorrerle la schiena.
Per quanto bella, per
quanto dolce
potesse essere, quella ragazza la spaventava dal più
profondo del
suo cuore.
***
Premetto che questo capitolo mi è costato moltissima fatica.
Avendo ricevuto una critica (e RINGRAZIO ENORMEMENTE la persona che me
l'ha fatto, aveva pienamente ragione U-U) ho scritto cercando di
prestare la massima attenzione alla grammatica, alle parole usate, alla
battitura delle parole. Ho dovuto anche rileggere, cosa che non faccio
mai, rischiando di cancellare interamente il capitolo e riscriverlo. Ho
trattenuto i miei istinti suicidi e ho solamente corretto
ciò che riuscivo a trovare. Ma alzandosi alle 6 di mattina,
passare un'intera giornata a lavoro con la gente che mi urla nelle
orecchie continuamente, tornare a casa e mettersi sotto a scrivere in
quanto poteva passarmi di mente ciò che volevo
scrivere...beh è stato prostrante. Adesso mi
concederò una bella doccia ed un riposino U-U per quanto
riguarda la storia qua si introduce il primo personaggio chiave del
racconto, la bella Alvexia. Un tipino un
pò...ehm...particolare. Io personalmente la odio, o almeno,
la odierò fino a metà storia. Poi
l'adorerò e poi la odierò di nuovo. Ma forse lei
farà di tutto per farsi amare...mmh...penso. Ma non
dileguiamoci in chiacchiere. Passiamo ai RINGRAZIAMENTI!!!
fruttina89:
fra i due, io sono quella che ha più paura che la profezia
si avveri. Non so perchè, ma adoro entrambi di un amore
così profondo che non sopporterei di vederli morire. Ora
come ora Lagharta fa il pazzo, alterna momenti di odio ad altri di
dolcezza, probabilmente anche lui è provato dal sonno, come
me. E vorrei vedere, povero caro ç__ç vedremo se
tutto finirà per il meglio. Non posso fare a meno di
ringraziarti per la tua dolcezza e le tue parole sempre così
splendide, oggi sono un pò depressa. Questo capitolo
è la mia prova, chissà se la persona che mi ha
fatto notare alcune mie pecche dirà di apprezzare questo mio
sforzo...? Staremo a vedere. Tutto il mondo è una prova U-U
intanto ti mando un bacio, un abbraccio e ti aspetto al prossimo
capitolo =*
Milou_: eh
si...la Predizione, più o meno, dice che se Lagharta si
innamora della Mahel della Leggenda, essi diverrano sposi, ma andranno
incontro alla morte. Quindi Lagharta non vuole innamorarsi di Mahel e,
per evitare che questo accada, a prescindere, la odia. Povera
cara...lei che è sempre stata circondata da persone che le
volevano bene, ora si ritrova con questo stupidino che la odia per
chissà quali assurde motivazioni. Lei sa di non potersi
innamorare a comando, così come Lagharta non
può farlo. Però non credo si possa odiare anche a
comando, quindi penso che non durerà molto questo stato di
odio. Come ho già detto io scrivo, ma sono i personaggi che
si muovono da soli nel loro scenario. Non voglio metter bocca nelle
loro decisioni, quindi accetto cosa ha scelto il giovincello. Speriamo
che vada tutto bene! Come vedi per adesso incontrano Alvexia la Lilith,
un tipino particolare, che conoscerai un poco nel prossimo capitolo.
Spero che questo nuovo pezzettino ti sia piaciuto, nel frattempo ti
mando un bacio, un abbrraccio anche a te (e soprattutto in bocca al
lupo per la scuola, ormai manca poco alle vacanze invernali ^-^) e ti
aspetto nel prossimo capitolo =*
Dust_and_Diesel:
mi spiace che tu sia stressata per l'esame, potevi lasciarmi un
commento molto più in là, anche in un futuro
capitolo, o dirmelo anche solo per msn...mi spiace averti "costretto" a
lasciarmi un tuo segno. Comunque è andato bene, alla fine,
ed è questo l'importante. Ora come ora io sono un
pò in fase depressiva, sia perchè allo scorso
capitolo ho ricevuto una critica (per l'amor di dio, costruttiva,
adulta e meritata, ma brucia che ci vuoi fare xD) e poi
perchè il lavoro non sta andando molto bene -.- io odio il
mio capo! Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno, di aver
fatto un lavoro "decente" e di aver mantenuto un livello tale da
meritare di stare tra le scelte. Questo è il mio pallino,
anche se è stancante scrivere in un modo che non ci
è consono. A te vanno mille e mille bacetti, un abbraccione
grandissimo e fortissimo e la speranza di vedere, chissà, un
giorno, il tuo splendido sorriso ^-^ grazie di essere sempre
così dolce con me =*
Lete: a me
fa piacere che hai trovato il tempo di una recensione, ma ti prego, non
farlo come un "dovere" fallo solo se è un "piacere" ^-^ a me
rende felicissima vedere il numero di recensioni aumentare, ma vorrei
che fosse un piacere da parte di chi legge farlo. Se non hai il tempo
di commentare, ma solo di leggere, io apprezzerò che tu fino
ad ora abbia speso del tempo per me ^-^ penso che sia un diritto di
tutti fare ciò che sente il proprio cuore di fare ^-^
perciò non ti preoccupare di quella vocina che
può dirti "hai preso un impegno!" perchè io sono
onorata di essere entrata nelle tue storie seguite e sono ancora
più onorata del fatto che ti sia preoccupata anche stavolta
di lasciarmi un tuo segno ^-^ sai io penso che sia bellissimo anche il
numero delle letture della storia (e credimi, è la prima
cosa che mi ha fatto piangere quando ho aperto il "seguito delle tue
storie" xD). Sei una persona molto molto molto dolce, spero che
continuerai a leggermi e che potrai vivere insieme ai miei dolci
scemotti la storia fino alla fine. Per adesso ti mando un abbraccione
ed un bacione, spero che continuerari a fare ciò che il
cuore sente di fare =*
Lirin Lawliet:
penso di aver già detto tutto nella mia mail (o qualsiasi
cosa ti sia arrivata) e devo ammetterlo, mi hai messo in crisi xD avevo
paura di te e di cosa potessi pensare, ho fatto uno sforzo enorme e ho
dato il capitolo in mano ad un amico che manco aveva voglia per cercare
gli errori più grossolani. Mi spiace di non aver
saputo fare di meglio, ma oggi con il mio livello di stanchezza
è il massimo che sono riuscita a tirar fuori. Apprezzo
moltissimo le tue precisazioni, ho cercato di tener fede a tutti i
punti che mi hai detto, anche se non so quanto sono stata capace di
attenermi. Forse me lo dirai, forse no, io aspetterò con
impazienza. Intanto devo dire che il nome della sorellina di Kougaiji
è davvero molto dolce ^-^ adoravo il suo personaggio,
peccato che in Reload non si veda ç_ç e in Gaiden
manco a parlarne, ovviamente (il manga della Minekura è il
mio preferito, sai? Io amo la Minekura!) beh, che dire...ho esaurito le
parole. Mando un abbraccio grande grande anche a te e, ovviamente, un
bel bacione =*
Grazie al mio
amico Gennino, che ha corretto gli errori grossolani di questo
capitolo, che mi ha fatto le linguacce mentre scrivevo per tirarmi un
pò su e che mi sta sempre accanto come solo un nii-nii
può fare <3 e grazie al mio splendido ragazzo, che
anche se stanco mi coccola via webcam e che mi ama nonostante io scleri
in continuazione. Siete le mie due colonne, vi adoro dal più
profondo del mio cuore <3
Grazie a coloro che hanno inserito la storia fra le preferite, a chi
l'ha messa nelle seguite, a chi ha commentato e chi ha solo letto.
Siete tutte persone molto carine, auguro a tutti grande fortuna e tante
coccole >.< un bacione a tutti quanti!!!
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