Non è facile essere un assassino.
Io lo so, io lo sono. Sono Simone da Milano e sono entrato a far parte dei
servitori di Ezio Auditore quando avevo venti anni. All'epoca ero solo un figlio bastardo di
un ricco signore della possente Milano, quindi non potevo crescere all’ombra dei
suoi figli senza destare voci e sospetti. Per ovviare al problema fui spedito a Roma il giorno del mio
diciassettesimo compleanno, da uno zio che avrebbe dovuto trovarmi lavoro in qualche bottega, probabilmente da un fabbro, visto il mio naturale interesse per quella professione. Il fato aveva altri piani per me e, come tutti sanno,
al destino non si sfugge. Quando entrai nella città dei papi, la prima cosa che notai
non furono gli archi, gli acquedotti dell’antica Roma
oppure le rovine, notai invece che, proprio alle porte della città, dei soldati
stavano importunando una ragazza. Aveva lunghi capelli castani e appariva molto bella all'occhio maschile, quindi credetti che stessero cercando di abusare di lei. Le davano della ladra e della puttana,
considerai che quello non si addiceva al comportamento consono da tenere nei
confronti di una ragazza e anche un bastardo come me poteva capirlo. Notai con un certo sospetto che nessuno accorreva ad aiutarla, nonostante gridasse aiuto e
cercasse di schivare i colpi di spada, che fendevano l’aria alla
ricerca della docile e indifesa preda. Non avevo sulle spalle un bagaglio pesante e quindi
corsi ad aiutarla, certo di stare per cacciarmi nei guai ma speranzoso riguardo ad un primo attacco a sorpresa. In realtà la mia strategia era basata sulla fortuna e speravo enormemente di farli scappare. Riuscii, per mia
fortuna, a colpire un soldato colpendolo alle spalle,
o meglio, gli saltai addosso senza avere la più pallida idea di quello che
facevo.
-Cane rognoso! Sei un amico di
questa donna eh? Morirete entrambi!-
Disse il soldato rialzandosi
mentre veniva contro di me a spada tratta, pronto a
infilzarmi. Un sasso che mi fece cadere a
terra, sbattendo la testa, in questo modo riuscii per fortuna a schivare il fendente orizzontale che mi avrebbe sicuamente colpito. Ero stordito e avevo la certezza che non sarei sopravvissuto al
prossimo attacco. Così chiusi gli occhi e e provai a prepararmi alla morte
“Nonostante la
mia sia stata una vita molto breve, non posso dire di aver vissuto male.
Al diavolo! Io non voglio morire!”
Mi dissi mentre aprivo gli occhi
pronto a cercare di salvarmi la vita. Il tempo parve fermarsi per qualche secondo. Fu allora che lo vidi per la prima volta.
Era un uomo incappucciato, comparso non si sapeva come
in mezzo alla battaglia. Con due mani, grazie all’ausilio di due lame che
sembravano uscirgli dalle braccia, aveva ucciso due guardie in un secondo, colpendole in faccia e
salvandomi così la vita. Non avevo mai visto a Milano qualcuno capace di fare
qualcosa di simile e non ne avevo mai letto niente neanche nei libri che ogni
tanto, molto raramente anzi, riuscivo a leggere. Non vi sto neanche a dire con
quale maestria, entro un paio di minuti, anche le altre due guardie furono morte.
Ero spaventato da quell'individuo, così come lo era anche la ragazza che avevo salvato, temevo
di poter fare la fine di quelle guardie con la stessa inquietante facilità.
Invece il nostro salvatore tese la mano e, aiutandoci ad alzarci, disse
-Ho osservato tutto quello che è
accaduto. Tu-
Disse guardando la ragazza
-Hai rubato del pane per darlo ad un bambino affamato. Invece tu-
Continuò guardando me
-Ti sei lanciato ad aiutarla
senza pensare alle conseguenze-
Poi tacque in quello che fu
sicuramente un silenzio ricco di tensione e di paura
-Queste sono le qualità che
cerco. Unitevi a me e diventate assassini. Insieme libereremo Roma dall'influenza dei Borgia-
Assassini? Che cosa voleva dire
diventare un assassino? Non lo sapevo e sicuramente non avrei voluto scoprirlo,
io dovevo ancora andare da mio zio ed ero già in ritardo. Però la cosa mi incuriosiva, non conoscevo nessuno che andava in giro affermando di essere un assassino, specialmente con fierezza. Mentre la ragazza
espresse animatamente quanto fosse onorata della richiesta, io risposi molto semplicemente
-Perdonatemi Messere ma temo di
essere in ritardo-
Mi girai e feci per andarmene ma
l’uomo mi afferrò per una spalla e disse
-Non sei stanco di non poter
aiutare le persone? Non sei stanco di non poter mettere fine ai soprusi?-
Bastarono quelle parole a
convincermi, a nessun altro sarebbe servito di più. Giratomi, gli strinsi il braccio in
segno di assenso e poi ci incamminammo per le vie di Roma. Attraverso un
intricato sistema di gallerie sotterranee giungemmo in quell’edificio che da
quel momento cominciai a chiamare casa. Scoprii in seguito che si trattava di un magazzino sull'isola Tiberina, riadattato dal mio salvatore a covo per gli assassini. Ezio, così disse di chiamarsi la persona a cui dovevo la vita, affermò di potermi insegnare come proteggere i deboli, come essere
invisibile e come fare il giusto. Dalle sue parole scaturivano sicurezza e
coraggio che sarebbero bastati a farlo seguire da chiunque. Per questo motivo
continuai a seguirlo. Immediatamente venni spogliato
dei miei abiti e mi vennero donate le vesti dell’apprendista, che erano assai
diverse da quelle di Messer Ezio. Da quel momento decisi di chiudere
definitivamente con la mia vita passata e mi dedicai anima e corpo agli
insegnamenti che i miei maestri potevano offrirmi. Secondo quanto mi spiegò un
uomo che si faceva chiamare Niccolò Machiavelli, anche lui assassino, il mio
addestramento sarebbe stato suddiviso in cinque parti: per prima cosa avrei
imparato bene l’utilizzo della lama nascosta, più antica e grande arma degli
assassini; poi sarei andato nella Gilda dei Ladri e avrei imparato a scappare,
arrampicarmi e saltare da un tetto all’altro; avrei proseguito andando nel più
famoso bordello della città, dove avrei imparato a
essere invisibile e a rubare; avrei proseguito andando alla gilda dei mercenari
dove avrei imparato l’arte della spada; per terminare il mio addestramento
avrei dovuto svolgere una missione in solitario, dove tutte le mie capacità
sarebbero state messe alla prova. Desideroso di imparare, cominciai dal primo
masso, la lama nascosta.