La
metà dei giorni della tua vita hai solo voglia di sparire o di
auto-distruggerti.
Ecco
tutto.
Poche
parole per una Mannie. Mi fa rabbia non riuscire a spiegare quello
che sono per me questi due.
Più
o meno sono una parte della mia anima, ecco. E la mia anima non è
poca cosa – come non lo è quella di nessuno. Tutto qua.
Buona lettura (spero).
Sempre
È
una necessità non ignorabile, un bisogno scorre sotto la
pelle, non lascia scampo, è talmente intenso …
Una
sorta di amore il loro, qualcosa di più particolare e
contorto, malato per certi versi.
Max
darebbe la vita per Ronald. E neanche un centesimo in più.
Ronald
rinuncerebbe a tutto per Maxwell, ma nient’altro.
Forse
è per il loro deprezzare l’esistenza che sono incapaci
di comportarsi come si converrebbe a un essere umano comune, e allora
si nascondono nel dolore e nel cercarsi non trovandosi.
Frasi
criptiche, concerti, sfiorarsi senza mai raggiungersi.
Un
ridicolo modo di apparire struggenti e doloranti.
Come
se la vita non fosse già abbastanza disgustosa.
Si
imbottiscono di stupefacenti e tramortiscono i sensi: è troppo
difficile per loro capire che potrebbero stringere il giusto e
pulito, basterebbe soltanto smacchiare le bugie, portarle a galla ed
evitare le stronzate che Ronald è fisicamente portato a
creare, le insicurezze di Maxwell che lo attirano verso il basso.
Ronald
non cade mai, perché è già al piano più
inferiore, nel peggio del peggio, da quando sua madre l’ha
abbandonato ed è stato certo d’essere indesiderato: da
allora ha deciso non sarebbe stato gradito a nessuno mai più.
Max
non se n’è mai accorto di questo, perché lo sa e
non vuole crederci (nessuno potrebbe mai voler odiare Ronald,
avanti!) ciò che è ovvio è il meno probabile.
Dice sempre Max.
Suona
il basso, non gli importa affatto delle ragazzine urlanti sotto di
lui, sono lì per il loro aspetto fisico, non sanno niente di
cosa significhi cercare di propria volontà la distruzione –
e senza immaginarne il motivo.
[Non
sa dove mettere le mani Max, le tiene lungo i fianchi, non ha idea di
come si salvi, allora
osserva come il suo non-ancora-altro-che-migliore-amico avvolga
all’interno di un pezzo di carta bianca dei
frammenti di marijuana: è soltanto l’inizio,
è sempre questo il punto di partenza verso la morte (o forse è
precisamente mettere la testa fuori dall’utero
della madre)].
Appena
ci sei dentro, non puoi più uscirne. La chiamano depressione:
è l’assuefazione del male a se stessi, dell’incolparsi
di ogni male del mondo. Drogati di dolore, in un certo senso.
Drogati
di dolore insieme. Sempre.
Era
un conforto. Era un “abbastanza”.
Guardare
negli occhi la folla speranzosa e deluderla, saltare urlare piangere
divertire, Ronald che perdeva pezzi ogni volta cantando “Not
Good Enough”, Ronald che perdeva pezzi anche soltanto a
respirare – era troppo faticoso per loro due prendere e dare,
troppo.
“Ronnie”
- espira contro il suo collo tutte le parole che non ha mai avuto il
coraggio di pronunciare con le labbra i denti il corpo, l’altro
sta già giocherellando con i suoi boxer, come se tutta la loro
esistenza fosse soltanto un divertimento (e invece non è
così). Max non cerca – né mai ha tentato –
di guardarlo negli occhi: ci troverebbe verità.
Non
la vogliono conoscere la verità.
Niente
è meglio di morire.
Sul
serio.
Max
scrive su un foglio una canzone.
“Last
night
Some
years ago
Promise
me you’ll never fade away
It’s
like we’ve been dying
From
about the start of our lives
Only
lies
We’re
never enough
We
still cry
About
the time and the World
I
can’t fix it
You
can’t start to tell the truth
Nothing
but nothing”.
Potrebbero
rimanere rinchiusi in una stanza e suonare per tutta la vita, ma
bussano contro il legno e l’aria si dissolve, si riempie del
tanfo dei gas di scarico, le urla del pubblico, l’aria si
sgombra di ossigeno – vero – è tutto così
vuoto da far male allo sterno (le giornate d’inverno in cui si
ha talmente tanto freddo da non riuscire a respirare, è così
lasciare Ronald).
Ed
è sfuggente, non sanno spiegarlo, fa rabbia più di
tutto il resto: basterebbe a sanare ogni dubbio, servirebbe per la
vita, sarebbe utile per smettere di girare attorno impossibilitati a
fermarsi.
Anime
in pena.
Lo
show comincia adesso.
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