Venezia,
1482
-Finiscila-
-E dai, dai, dai,
dai..-
-Beatrice!-
Una bella ragazza sui
diciannove anni, con lunghi e ondulati capelli di un nero tanto scuro
da parere oblio, rise di cuore, appoggiata al cornicione della finestra
nella sua stanza.
Di fronte a lei stava
appollaiato un soggetto assai curioso. Incappucciato, coperto da capo a
piedi tranne che per la parte inferiore del viso, visibile alle luci
oblique del sole, completamente vestito di bianco e qualche traccia di
rosso. Una strana fascia a cingergli la vita, sormontata da un grosso
simbolo d’argento significante chissà cosa.
La bocca piena e
visibile, tracciata da una leggera cicatrice storta, era arricciata in
un’espressione di palese fastidio.
Fastidio che Beatrice
sembrava godersi.
-Sei troppo rigido!-
lo prese in giro lei con voce argentina, assestandogli una leggera
spallata che quasi gli fece perdere l’equilibrio.
Il giovane
barcollò all’indietro, mulinando le braccia, e
reggendosi miracolosamente grazie alle gambe. Afferrò
nuovamente il cornicione della finestra in ottone con il respiro
leggermente accelerato dalla sorpresa.
-Tu un giorno di
questi mi ucciderai sul serio- proclamò scuotendo il capo
divertito, più per cambiare discorso che per altro.
Beatrice si fece seria
d’un colpo –Come hai fatto a scoprirlo?-
Il tono di voce cupo
riscosse l’uomo vestito di bianco, che la fissò
per lunghi attimi come assorto. La fanciulla reggeva il suo sguardo con
naturalezza, senza abbandonare la sua messinscena. Infine, il ragazzo
sorrise con malizia.
Beatrice parve
spiazzata per un attimo.
-Ezio..?-
Poi dovette trattenere
un urlo, visto lo slancio con cui il ragazzo le era saltato contro,
l’aveva afferrata per la vita, e l’aveva trascinata
sul pavimento della stanza. Rotolarono avvinghiati con i corpi scossi
da leggere risatine allegre, i lunghi capelli color inchiostro di
Beatrice che si posavano sull’immacolata divisa di Ezio.
La loro avanzata si
fermò ai piedi del letto, dove la vestaglia color pesca
della ragazza giaceva abbandonata e spiegazzata. Ezio la
fissò per un attimo, dalla sua postazione sopra Beatrice.
La suddetta
alzò gli occhi al cielo.
-Rosa e pesca sono
colori per donnicciole- fece con un profondo tono infastidito nella
voce.
Ezio sorrise,
cogliendo al volo l’ennesimo pretesto per farla uscire dai
cosiddetti ‘gangheri’.
-Tu cosa saresti
scusa?-
Beatrice, assai
suscettibile da quel punto di vista, gli assestò un sonoro
schiaffo sul braccio destro, strappando un lamento ad Ezio, che
provvide subito a massaggiarsi con espressione indispettita.
La ragazza percorse a
ritroso, con le dita, la linea del braccio, della spalla e del collo
del giovane.
Ezio rimase immobile
come una statua, fissando gli occhi inespressivi nei suoi, di un verde
chiarissimo e luminoso. Beatrice infilò le dita sotto il
cappuccio bianco e lo trasse indietro con un solo, secco, gesto.
Il volto di Ezio
Auditore comparve subito alla luce chiara del sole, illuminandolo quasi
come volesse rendergli omaggio. Beatrice si sentì come la
prima volta in cui l’aveva visto in viso, piena di stupore e
reverenziale meraviglia. Perché niente suggeriva che in lui
ci fosse tale bellezza nascosta, niente.
Il pollice della
ragazza salì ad accarezzare la linea della mascella, il naso
pronunciato, e le labbra. Stupende, meravigliose labbra di una
morbidezza unica e assoluta.
La mano di Ezio
salì decisa a stringere la sua, posandosela sulla guancia
destra, e abbandonandosi al suo tocco con gli occhi chiusi.
-Non capisco
perché non vuoi portarmi con te- mormorò
Beatrice, continuando ad accarezzarlo come si fa con un gatto.
La fronte del ragazzo
venne solcato da un’unica ruga. Una ruga di preoccupazione.
Con un sospiro, si
trasse indietro e si alzò, spezzando il loro legame.
-No- rispose
seccamente.
Gli attimi magici
erano già sfumati in un’aria di gelido
risentimento. Beatrice lo seguì con espressione battagliera.
Non poteva andarsene
senza aspettarsi che lei volesse seguirlo! E lo avrebbe fatto, eccome
se lo avrebbe fatto.
Ezio si era diretto in
fretta verso la finestra, pronto a spiccare il volo come suo solito,
per poi sparire fra le vie della Serenissima.
-Ezio!-
chiamò a tono di voce ragionevolmente alto, ma non troppo
per non allarmare i familiari.
Il giovane non si
voltò, dandosi il necessario slancio per atterrare sul
muretto di fronte. La sua mano destra, priva di guanto, si
aggrappò al cornicione superiore, mentre il piede sinistro
dava leva perché potesse sollevarsi e spostarsi sul palazzo
accanto.
Beatrice, pur
ammirando i suoi movimenti così sciolti, si sporse
più per chiamarlo.
-Torna indietro!-
Non lo fece.
-Io ti
seguirò, Ezio Auditore!- urlò allora la
diciannovenne, seguendo con lo sguardo la schiena muscolosa di Ezio che
se ne andava –Lo sai che lo farò!-
Ma non era rimasto
più nessuno con lei, che potesse udire quelle parole.
L’espressione
decisa di Beatrice rivelava tutto ciò che racchiudeva in
animo e, mentre stringeva i pugni conficcandosi le unghie nei palmi
dalla rabbia, si promise di raggiungere il proprio obiettivo con o
senza il consenso di Ezio.
-Tesoro? Tutto bene?
Ti ho sentita urlare-
Beatrice Contarini*
alzò il viso verso il sole nato da poco, lasciando che i
raggi le attraversassero il volto, dando ai suoi occhi un aspetto quasi
alieno.
-Tutto bene- rispose,
volgendo lo sguardo al Palazzo della Seta, tanto lontano.
-Tutto bene..-
*Beatrice Contarini: Per chi
volesse saperlo, i Contarini erano una delle famiglie di maggior spicco
di quell'epoca,
appartenente alle venticinque famiglie fondatrici.
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*dalla
regia urlano* E.. vai con la presentazione!
Salve a tutti *sorriso
a 123 denti* questo è un mio piccolo pezzettino di un
progetto..
*ma come parli?
ricomincia.. e.. azione!*
..
In poche parole u.u I
mio cervelletto ha analizzato tutta una storia mentre cercavo, dopo
123045 tentativi, di ammazzare quel cavolo di Banchiere (in Assassin's
Creed Brotherhood) senza farmi vedere. Solo dopo avergli lanciato un
anonimo coltellino ho capito la mia cretinaggine. E solo dopo aver
saputo che il gioco mi avrà ripetuto venti volte di
ammazzarlo come aveva fatto Ezio, ovvero comodamente seduto.
..vabeh.
In pratica sapevo
già la fine senza aver buttato giù una riga xD
Diciamo che.. sto a
due pagine e cinque righi u.u includendo il prologo.
Eh già.
Quiindi, volevo, ecco,
un po' di rassicurazioni çç so che da questo
misero estratto non si capisce una minchia, però spero
davvero che qualcuno mi dica 'Ma si, va. Continua', così
posso mettermi di santa lena u.u
Vi
dico da ora una cosa che ripeterò quando e se
posterò la fiction: gli anni del racconto sono quasi del
tutto stravolti, perchè mi serve un Ezio bello, giovane e in
carne per ciò che ho in mente di fargli attraversare per
mezzo di Beatrice, che è la protagonista u.u
Comprendes?
Inizialmente avevo
immaginato questo racconto ambientato pochi giorni prima il suo viaggio
per Roma, nel tentativo di uccidere Rodrigo Borgia. Questo per farvi
capire: ci saranno almeno 4 o 5 anni di differenza con la
realtà del gioco!
Spero mi perdoniate
<3
E quindi.. niente.
Cià
*dalla regina si
sgolano* Bello. Ci piace. Vai così bambola.
Lo
so, lo so.
Baci
Gin
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