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Anno 2000. Nell’anno 1000 si credeva alla fine
del mondo che aveva predetto Nostradamus. La gente aveva paura, e a quel tempo
c’erano strani casi di assassinio a cui nessuno sapeva dare risposte. Gente che
scompariva poi veniva ritrovata morta, i
cui corpi avevano subito delle violenze, ed essi erano privi di sangue.
Questi stessi avvenimenti stanno accadendo
1000 anni dopo,e non è un caso. Forze di cui non conoscevamo l’esistenza si stanno
risvegliando, più assetate di sangue e più crudeli di 1000 anni fa. La nostra storia incomincia agli
inizi di gennaio del 1999.
A quel tempo avevo solo 18 anni, con un
diploma di lingue in mano. Volevo andare via dall’Italia per andare in posti
che non avevo mai visitato. Volevo imparare cose nuove, culture di popolazioni
diverse dalla mia, ma anche conoscere gente nuova e così partì agli inizi di
febbraio per andare in Inghilterra.
Non immaginavo che quel viaggio mi avrebbe
cambiato la vita.
Partii in aereo con
Crystal, la mia migliore amica,che conobbi quando frequentavamo la scuola. Lei
aveva paura dell’aereo e così mi stringeva forte la mano, e che dopo mi lasciò
perché mi faceva male. Aveva uno strano modo di comportarsi, era diversa da
tutte le amiche che avevo conosciuto. Era alta e slanciata con i capelli
castani e gli occhi azzurri, ma non era questo che la rendeva unica, ma era il carattere e la sua voglia di
vivere. Mentre facevo questa riflessione non mi ero
accorta che fuori si era scatenata una tempesta, ma non me ne curavo più di
tanto ,mi piaceva quando pioveva forte, e non so perché, in quel momento mi
sentii felice, come se fra un momento o all’altro mi sarebbe successa qualcosa
di sorprendente.
Non ebbi il tempo di finire questa riflessione
che l’aereo atterrò sulla pista di atterraggio.
Quando si fermò, presi il mio bagaglio a mano
e scesi insieme a Crystal dall’aereo. Vidi l’aereoporto di Londra e li mi
sentii felice, molto felice, il mio sogno di andare a Londra si era avverato.
Dopo un’ora uscimmo dall’aereoporto, prendemmo
un taxi e ci dirigemmo all’hotel in cui alloggiavamo. Chiedemmo le chiavi al
direttore dell’hotel che si rivelò scorbutico nel darcele, era molto diffidente
come persona, non si fidava di nessuno. Questa fu la prima impressione che ebbi
di lui.
Fui veramente felice quando aprii la porta
della camera e mi buttai nel letto, avevo solo voglia di dormire, ma non
potevo, erano solo le sette di sera. Allora mi feci una doccia, mi cambiai e
scesi di sotto a ispezionare l’hotel. Era molto bello, grande e spazioso, ben
arredato e con un certo stile.
Nel salotto c’erano già alcune persone, alcuni
leggevano un giornale o un libro, altre
chiacchieravano con gusto, ma di quelle conversazioni capii molto poco,
non mi importava più di tanto, mi piaceva molto di più osservare il loro
comportamento e il loro carattere.
Nel frattempo si erano fatte le otto e la cena
fu servita. Quante cose da mangiare che c’erano! Non ne avevo viste mai così
tante e molte non le conoscevo neanche, non avevo tanta voglia di assaggiarle
ma cenai con gusto.
Dopo cena andai a letto, ma prima di
addormentarmi pensai e sperai che il giorno dopo sarebbe stato più bello e più
interessante di oggi. Mi addormentai con questo pensiero, ma ahimè questo
desiderio si avverò non subito, ma esso portò delle sciagure e delle perdite.
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