Mamma
«Mamma, guarda! Ho creato un prototipo di razzo per
la luna con la pasta!»
«… ah».
Non capisce dove stia sbagliando. Se in ciò che
desidera tanto ardentemente, se nel modo in cui sta tentando di
mettere in atto il suo progetto, se semplicemente è lui che
non va
bene, né come genio del male, né come figlio.
«Mamma, guarda! Ho creato un razzo vero basato sul
prototipo fatto con la pasta!»
«… aaaah».
Sua madre non gli parla mai, se non per emettere
quei suoi “ah” poco interessati; gli permette di
fare ciò che
desidera: inventare, disegnare progetti, crearli. Se necessita di
qualcosa per una delle sue invenzioni, viene acquistata –
comincia
a pensare, con quella sua mente costretta a diventare adulta dalla
mancanza d’affetto, che sua madre lo accontenti per
toglierselo dai
piedi.
«Mamma, guarda! Ho costruito un razzo in miniatura
per la festa della mamma!»
«Santo cielo, Gru, quando la smetterai con queste
sciocchezze e troverai qualcosa da fare nella vita?»
La guarda alzarsi dalla sua poltrona per andare a
prepararsi per la lezione di karate, poi abbassa lo sguardo sul
giocattolo che stringe tra le mani. Un biglietto rosa pende dalla
sommità del piccolo razzo. D’improvviso trova il
tutto così
penoso e squallido.
«Mamma, guarda…»
Nell’improvviso silenzio echeggiano la sua voce
spezzata ed il tonfo del regalo sul pavimento.
«… ho scritto anche un biglietto per
te…»
Il razzo giace a terra come un cadavere, spaccato in
due parti, e schiaccia sotto il proprio peso il foglietto rosa, tanto
da nascondere quasi del tutto la scritta “ti voglio bene,
mamma”.
[ Una
cosina piccola piccola, niente di più, su questo film che ho
adorato (cosa molto rara, considerato quanto odi la televisione).
Pensata all'improvviso, scritta di getto, perché la parte
più emozionante del film erano i flashback sul rapporto di
Gru con la madre - tristemente emozionanti, ma comunque intrisi
d'emozione. Ho quasi pianto. Quasi, eh.
Magari me ne verranno in mente altre, non so. Intanto, arriscriverci.
;bows ]
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