Ecco a voi il mio regalo in attesa del nuovo capitolo di Noi, Luce e
Primavera (che giuro arriverà presto) Buon Natale e mi
raccomanto visto che è Natale lasciatemi una recensione, ancora
tanti auguri^^
Noi, Luce
e Primavera – Buon Natale
Il nostro primo
Natale (Rose & Subaru)
-Uffa questa proprio non ci voleva!- sbuffo innervosito un affascinante
ragazzo biondo e gli occhi azzurri dai tratti orientali.
Il tipico freddo di meta dicembre gli entrava nelle ossa nonostante il
pesante giaccone invernale, la sciarpa e il cappello di lana che
indossava e sebbene fosse la vigilia di Natale e il suo umore era nero
come la pece, per colpa di un’improvvisa bufera di neve non poteva
tornare in Giappone e festeggiare con la sua famiglia.
-Saranno le vacanze più brutte della nostra vita Mr Na, tutti
soli a New York senza niente da fare!- continuo a lamentarsi il biondo,
senza accorgersi che il suo amato gattino non lo stavo più
ascoltando, la sua attenzione era stata completamente catturata da una
ragazza seduta nel locale dall’altra parte della strada.
Il gattino attiro l’attenzione del padroncino indicandogli la giovane.
-Rose.- sussurro mentre le sue gambe, iniziarono a muoversi verso la
ragazza, come se possedessero volontà propria.
-Perché sto andando da lei? Infondo non siamo mai andati
d’accordo. - penso entrando nel locale deciso ad andarsene ma cambio
idea nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sull’esile
figura della mora, aveva un’aria cosi triste e abbattuta in quel
momento non sembrava essere la stessa ragazza cosi allegra e un po’
rompiscatole che era abituato a vedere tutti i giorni ma solo il suo
opaco riflesso.
Spinto da una forza misteriosa, si sedette di fronte a lei.
-Buongiorno Rose. - la saluto schiarendosi la voce con un colpo di
tosse.
-Subaru.- mormoro la ragazzina alzando il capo e guardandolo stupita,
lui le sorrise in risposta mentre la sua mascotte usciva dal suo
nascondiglio e corse dalla ragazza –Mr Na!- esclamò questa
accarezzandolo con dolcezza con un lieve sorriso sul volto che ben
celava un ombra di malinconia, che non sfuggi al occhio attento di
Subaru.
-Ti va una cioccolata calda? Offro io!
Gli occhi color cioccolato di Rose iniziarono a brillare di luce
propria mentre annuiva sorridendo entusiasta, sorriso che sii
trasferì anche sul volto del biondo, nonostante non andassero
molto d’accordo conosceva bene le debolezze della ragazza e una di
queste era proprio la cioccolata, sorrise dolcemente in quei momenti,
gli ricordava moltissimo la sua adorata sorellina.
Ordino la cioccolata e dei biscotti mentre un imbarazzante silenzio
cadeva tra di loro.
-Cosa ci fai ancora qui? Credevo che saresti tornata in Italia per
festeggiare con la tua famiglia. - le disse per rompere il ghiaccio.
- Infatti, ma per colpa della neve tutti gli aeri per il mio paese
hanno rimandato la partenza e mi ritrovo tutta sola a Natale. - sbuffo
la mora.
-E Giù? Non è qui a New York?- le domandò
ricordando che anche la migliore amica della ragazza è di
origine italiana.
-Ieri era il compleanno di sua madre perciò è tornata a
casa prima. - spiegò semplicemente.
In quel momento il cameriere arrivo e poggiò sul tavolo la loro
ordinazione.
-Grazie. - sussurrarono in coro prendendo le tazze ricolme di
cioccolata bollente mentre Mr Na assaggiava i biscotti.
-E tu? Come mai sei rimasto a New York?-gli chiese
soffiando sulla bevanda.
-Per il tuo stesso motivo. - ammise guardandola nei suoi grandi occhi
color del cioccolato e perdendovisi dentro.
Il piccolo Mr Na guardò il suo padroncino, poi la ragazza e li
fisso confuso, certo che erano davvero strani! Prima dicevano di poter
sopportare a malapena l’uno la presenza del altro e poi si perdevano a
fissarsi negli occhi come se si amassero da sempre!
All’improvviso un’idea a dir poco geniale fece capolino nella mente del
gattino, chi sa magari sarebbe finalmente riuscito a far avvicinare
quei due zucconi!
-Na, na, na, na!- esclamò fortunatamente entrambi lo capivano.
-Stai dicendo che poiché siamo entrambi bloccata a New York
potremo passare il Natale insieme?- gli domandò il suo
padroncino, il gattino annui e entrambi si voltarono verso la ragazza
come a chiederle cosa ne pensasse.
-Mi sembra una buona idea. - concordo la giovane arrossendo
leggermente. –Infondo sarebbe molto triste per entrambi passare il
Natale da soli e poi potrei farvi assaggiare qualche specialità
italiana!- propose con rinnovato entusiasmo.
-Allora è deciso, un momento, non vorrai avvelenarci?-
scherzò il biondo con fare melodrammatico.
-Scemo!- rise riprendendo a sorseggiare la cioccolata.
-Forse questo Natale non sarà brutto come mi aspettavo. -
pensarono entrambi nascondendo dietro le tazze, i sorrisi che stavano
nascendo dal profondo del loro cuore.
Sette anni dopo…
Una giovane donna si trova si trova seduta sul pavimento del soggiorno
della sua villa a Tokyo, mentre osserva con gioia e un pizzico di
nostalgia una foto raffigurante due quindicenni uno biondo e l’altra
mora, insieme a un gattino scattata il giorno di Natale di sette anni
prima.
-Quello è stato il Natale più bello della mia
adolescenza. - le sussurrò una voce calda mentre il proprietario
l’abbracciava da dietro.
-Anche il mio. - ammise rilassandosi contro il petto dell’uomo e chiuse
gli occhi in attesa di un bacio che non tardò ad arrivare.
-Buon Natale Subaru!
-Buon Natale anche a voi.- sussurrò Subaru accarezzando
dolcemente il ventre leggermente gonfio della moglie.
Si sorrisero felici, era il loro primo Natale insieme come marito e
moglie, il primo di una lunga serie.
****
Alla
mia best Vale,
la prima ad essersi innamorata
di questa dolce coppia
Buon Natale bestuccia tvb.
Il mondo insieme a
te (Yuki & Hikari)
-Sbrigati Yuki o non faremo in tempo!- urlò una dodicenne dai
lunghi capelli neri fermandosi per permettere al amico di raggiungerla.
-Tranquilla Hikari chan manca ancora un po’ di tempo e noi siamo quasi
arrivati, riusciremo a vederlo proprio come ogni anno. - la rassicuro
il quattordicenne.
-Lo sai che non me lo perderei per nulla al mondo!- si giustifico
iniziando a camminare davanti a lui.
Continuarono a passeggiare in silenzio senza fare caso alle persone che
correvano a casa per festeggiare il Natale, era il loro momento
preferito, un istante unico che apparteneva solo a loro, che arrivava
solo una volta l’anno e non se lo sarebbero perso per nulla al mondo.
-Visto milady? Siamo in perfetto orario.- la stuzzico una volta giunti
davanti all’ingresso del parco.
-Sta volta!- obbietto Hikari –L’anno prossimo saremo qui almeno
mezz’ora prima. - aggiunse entrando.
-Certo. - sussurrò Yuki sorridendo, diceva cosi ogni anno, ma
chi sa perché ogni anno c’era sempre qualcosa che non gli
permetteva di realizzare quel proposito, sospirò pensando che
molto probabilmente sarebbe stato uno degli ultimi momenti di
tranquillità che avrebbero trascorso da soli, presto
Hikari avrebbe debuttato insieme alla gemella e momenti come
quello sarebbero diventati rari come una giornata di sole a Londra.
-Lumacone ti vuoi dare una mossa!- gridò la ragazzina
dalla cima della torretta più alta del parco.
-Ora te lo faccio vedere io il lumacone!- urlò a sua volta
salendo velocemente sulla torretta e sedendosi accanto all’amica che
gli sorrise, arrossi pensando che la calda luce del tramonto che le
illuminava il viso la rendesse ancora più carina.
Sorrise, continuando a osservarla di sottecchi, cosa avrebbe fatto
senza di lei? Da quando sette anni prima era entrata nella sua vita,
l’aveva stravolta completamente permettendogli di vedere quello che lo
circondava sotto una luce nuova, una luce colorata e allegra
decisamente rivoluzionaria, infondo Hikari era diventata la sua luce,
da quando c'era lei il suo mondo era diventato molto più bello,
roseo.
Ricordava ancora la prima volta che l’aveva vista come se fosse
successo solo pochi istanti prima, Sora gli aveva presentato quella
bambina con le treccine che a prima vista sembrava così timida e
spaventata e invece gli era bastato parlare due minuti da solo con lei
per capire quando in realtà si sbagliasse e il giorno dopo
l’aveva rivista con un look da maschiaccio ribelle completamente
diverso da quello del giorno prima, gli aveva sorriso e allargano le
braccia aveva detto –Questa è la vera Hikari!- e anche se in
tutti quegli anni non gliela aveva detto aveva sempre pensato che la
vera Hikari, quella selvaggia, semplice che amava correre, giocare a
calcio, abbuffarsi di cioccolata che non aveva pregiudizi ne gli
interessava quello che diceva la gente fosse semplicemente fantastica!
-È bellissimo!- sussurrò ammirando il tramonto estasiata,
lo vedeva ogni Natale eppure rimaneva ogni volta senza parole.
-Mai quanto te.- penso Yuki trattenendosi a stento dal dirle.
-Buon Natale Yuki.- sussurrò dolcemente la ragazzina poggiando,
il capo sulla spalla del amico che arrossi.
-Buon Natale Hikari.- la strinse a se, affondando il viso nei morbidi
capelli di lei, respirando a pieni polmoni il delicato profumo di
cioccolato e fragole che la caratterizzava.
Sorrise stringendola più forte, non era ancora giunto il loro
momento, forse tra qualche tempo, quando lei sarebbe stata un po’
più grande e lui pronto a farla sentire una regina come
meritava, per il momento si sarebbe accontentato di starle accanto come
un amico, un fratello proteggendola e non permettendo a niente e
nessuno di portarla lontano da lui e nel frattempo avrebbe continuato a
godersi la bellezza del mondo insieme alla sua dolce Hikari.
***
Voglie Natalizie
(Kilari & Hiroto)
Era l’alba del venticinque dicembre e l’intera Tokyo riposava serena, i
bambini rannicchiarti sotto le coperte attendevano con ansia che il
sole sorgesse completamente così da poter finalmente scogliere
il caldo abbraccio di Morfeo e correre ad aprire i regali che l’amato
Babbo Natale aveva portato quella notte!
Solo un giovane uomo era già in piedi, sbadigliò
sonoramente entrando nella grande cucina e accendendo la luce.
-Maledette voglie delle donne incinte!- si lamentò tra uno
sbadiglio e l’altro.
Nonostante la giovane età Hiroto Kazama membro del famosissimo
duo chiamato Ships era già sposato e padre di due splendide
bambine più un terzo in arrivo tra un paio di mesi.
Pochi minuti prima era stato svegliato bruscamente dalla sua dolce
metà che aveva preteso dei biscotti al cioccolato a forma di
omino e ovviamente il povero Hiroto non aveva potuto rifiutare non dopo
la minaccia di un intera vita coniugale da passare sul divano se sul
volto del piccolo fosse comparsa una voglia a forma di omino, certo
avrebbe potuto svegliare Naa san e chiedere a lui di preparare i
biscotti ma aveva giurato a se stesso che si sarebbe preso cura di
Kilari come non aveva potuto fare quando era incinta delle gemelle.
-Certo che le voglie da gravidanza non conoscono orari!- costatò
iniziando a radunare tutti gli ingredienti che gli servivano per fare i
biscotti e lentamente inizio a preparare l’impasto.
-Oh no manca il cioccolato!-esclamò sbattendosi una mano sulla
fronte esasperato, sarebbe dovuto uscire con quel freddo sperando di
trovare un negozio aperto.
Guidò per le semi buie vie della città per diversi minuti
finché non vide un mini market aperto, sorrise e entrò
nel negozio.
Dentro c’era solo una donna seduta alla cassa che sorseggiava un caffe
con aria annoiata, alzò lo sguardo e rimase a boccheggiare
per diversi istanti –Tu sei Hiroto Kazama!- urlò una volta
risvegliatasi dallo stato di trance in cui era caduta.
Il giovane sospiro esasperato tra tutti negozi di Tokyo doveva capitare
per forza in quello in cui era di turno una sua fan? No che gli
dispiacesse, per un idol i fan sono tutto, ma sperava di evitare
assalti da parte delle fan almeno il giorno di Natale.
-Salve avrei bisogno di una tavoletta di cioccolato a latte!-
esclamò sorridendo, infondo com’era il detto, via il dente via
il dolore, no?
-Gliela prendo subito signor Kazama, nel frattempo mi farebbe un
autografo? Il mio nome è Ino!- chiese la giovane tirando fuori
da non si sa dove un blocchetto e una penna e li porse Hiroto che annui
prendendoli pensato che in fondo poteva andargli peggio.
Una decina di minuti dopo Hiroto era di nuovo a casa, la ragazza del
negozio era stata veloce nel procurargli il cioccolato e in più
per ringraziarlo per l’autografo gli aveva fatto un considerevole
sconto.
Vide che la luce in cucina era aperta e che da li provenivano dei
rumori.
-È entrato un ladro? – penso preoccupato avvicinandosi
lentamente alla cucina, entrò con passo felpato pronto a
sorprendere il criminale di spalle.
-Giorno papa!- lo salutò Hikari riemergendo dal frigorifero
insieme alla gemella.
-Hikari, Haruka che cosa ci fate in piedi a quest’ora?
-È colpa mia papa, ho fatto un brutto sogno, e Hikari ha pensato
che un po’ di latte caldo mi avrebbe calmato.- spiego Haruka ancora
visibilmente scossa, l’espressione di Hiroto si addolci e abbraccio la
figlia.
-Vuoi raccontarmelo?- le domandò con dolcezza, la piccola
negò col capo e si accoccolò tra le forti braccia del
padre.
Sorrise prendendo in braccio le bambine e sedendole sugli sgabelli del
bancone –Coraggio vi preparo un po’ di latte e poi tornate a letto va
bene?
-Si!- risposero in coro – Ma tu che ci fai già sveglio a
quest’ora?- aggiunse Hikari curiosa
-Voglie.- disse solamente mentre ricominciava a preparare i biscotti,
ma quel unica parola bastò a far capire la situazione alle
bambine che rimasero in silenzio a osservare il padre.
-Buona notte papa, mi raccomando conserva un po’ di quei biscotti,
hanno un odore fantastico.- esclamarono le gemelle prima di tornare
nella loro stanza.
Hiroto sorrise e conservo un poi di quei biscotti per le figlie.
-Che buon profumino.- esclamò una voce che conosceva molto bene
–Lieto che siano di tuo gradimento.
-Grazie amore.- sussurrò abbracciandolo da dietro, il moro si
volto e la strinse forte baciandola con dolcezza –Non ringraziarmi, sai
che farei qualunque cosa per voi.- sussurrò appoggiando la sua
fronte su quella della compagna.
-Buon Natale.- sussurrarono all’unisono scambiandosi un bacio che
sigillava un amore che sarebbe durato in eterno.
***
Dedico
questa one short alla mitica Giù,
la più frande fan di Seiji che
abbia mai conosciuto,
spero che ti piaccia anche se non
è bellissima.
Buon Natale tvb
Il primo Natale
con Jenevieve (Giù & Seiji)
Era la mattina di Natale e una giovane donna dai lunghi capelli castani
ricci, con riflessi mogano stava preparando la colazione, a pochi metri
da lei seduta nel box si trovava una bambina di circa nove mesi dai
corti capelli biondi e grandi occhi azzurri che sfumavano sul verde di
nome Jenevieve, intenta a giocare con Kame la tartaruga del padre e sua
nuova compagna di giochi.
-Buongiorno.- esclamò Seiji entrando in cucina, si avvicino alla
moglie e l’abbraccio da dietro baciandole una guancia –Buon Natale
amore mio.
Giù lascio perdere i fornelli per qualche istante e si volto
–Buon Natale anche a te.- sussurrò baciandolo con passione.
Purtroppo le dolci effusioni della coppia venerò interrotte
dalla piccola Jenevieve che reclamava a gran voce le attenzioni del
padre.
Si separarono sorridendo e poggiarono le proprie fronti l’una contro
l’altra.
-Qualcun’altra reclama le tue attenzioni.- ridacchio Giù
-Già, è meglio che vada da lei, non è carino fare
aspettare una principessa.- osservò allontanandosi di qualche
passo dalla moglie.
-Principessa? Devo essere gelosa?- scherzò la castana
incrociando le braccia sotto il seno esibendosi in un broncio degno di
una grande attrice del suo calibro.
Seiji sorrise divertito e si avvicino alla sua dolce metà
–Jenevieve è la mia principessa, ma tu sei la mia splendida
Regina.- sussurrò baciandola dolcemente.
Si avvicinò al box prendendo in braccio la piccola.
-Buongiorno tesoro e buon Natale.- la salutò ricevendo in cambio
un meraviglioso sorriso.
Seiji amava profondamente entrambe le sue donne, erano la tutta la sua
vita e se mai gli fosse stato chiesto di scegliere tra loro e tutto il
resto non avrebbe dovuto pensaci neanche un secondo, per lui Giù
e Jenevieve erano al di sopra di tutto e ogni mattina ringraziava il
cielo per avergliele donate.
Da quando aveva sposato Giù la sua vita era cambiata e in meglio
e con l’arrivo della piccola Jen le cose erano cambiate ancora e si
sentiva ogni giorno più fortunato ad averle.
Jen aveva solo nove mesi e non sapeva ancora parlare ma dimostrava
già di essere una bambina molto intelligente e vivace, con una
grande passione per la musica, ogni volta che sentiva le canzoni degli
Ships, di Kilari o di Rose iniziava a muoversi come se volesse ballare.
Dopo colazione i signori Hitawari si sedettero sul tappetto in salotto
vicino al camino insieme alla piccola Jen e iniziarono a giocare con
lei, che prese una tartarughina di peluche per mostrarla ai genitore
che purtroppo non le diedero retta troppo presi a parlare del prossimo
film in cui avrebbero lavorato insieme.
Dopo vari tentativi Jenevieve iniziò a innervosirsi e
tirò il peluche in testa al padre – Pa… pa… papa ma… mamma!-
urlò ai genitori che la guardarono stupiti.
-Papa, Mamma!- ripete la piccola intuendo che grazie a quelle parole
poteva ottenere l’attenzione dei genitori.
-Le sue prime parole!- esclamò commossa prendendo in braccio la
bambina che rideva diverta –Siamo le sue prime parole.- aggiunge
raggiante.
-È il regalo più bello che potesse farci.- ammette Seiji
accarezzando la chioma dorata della figlia.
Quel Natale fu uno dei più belli per la giovane coppia, senza
saperlo Jenevieve gli aveva fatto il regalo più bello che un
genitore possa ricevere.
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