Titolo: The angels of eternity
Serie: Angel Sanctuary
Raiting: R
Pairing: KatanXRosiel
Note: Il titolo non ha
niente a che vedere con la fic solo ke winamp mi selezionava a ripetizione
Angels ed Eternità di Robbie Williams mentre scrivevo la fic, quindi ho messo
questo titolo.
Note2: Il personaggio
di Rosiel mi è venuto un po’ molto OOC
POV KATAN
Urla.
Urla strazianti riempiono il mio
sonno, il mio cuore e la mia anima di angoscia.
Mi sveglio completamente e mi
alzo dal letto , infilo velocemente i pantaloni che avevo lasciato sulla sedia
solo poche ore fa per andare a letto, apro la porta ed esco dalla mia camera.
Da che io ricordi è sempre stato
così.
Ogni volta che il signor Rosiel
stava male e la sua anima urlava tutto il suo dolore, la tristezza e la solitudine
represse, le sentivo dentro di me come se fossi stato io a provarle e non
lui, come se fossero dei sentimenti
facenti parte di me.. Ed inevitabilmente, ogni volta, correvo da lui per consolarlo, esattamente come stò facendo
adesso.
La prima volta che successe il
Signor Rosiel mi spiegò che molto
probabilmente dipendeva dal fatto che quando mi aveva creato una parte di lui
si era depositata nel mio corpo.
Mi piace molto questa spiegazione
perché significa che ovunque vada e qualsiasi cosa faccia, lui è con me, è **dentro**
di me nel vero senso del termine e non solo perché il mio pensiero, il mio
cuore e la mia anima volano sempre e continuamente a lui che è un punto fermo
della mia vita, cercandone l’approvazione, l’affetto o più semplicemente
cercando un modo per potergli donare
quel benessere, quella felicità e quella compagnia che da sempre anela, solo,
in mezzo alla gente che lo venera per quel che appare e non per quello che è.
Sarei disposto a tutto pur di
vederlo felice, sarei pronto persino a cederlo ad Alexiel e lasciarlo. Ma non
voglio pensare a questo, il dolore che mi fa provare è talmente grande che non
avrei mei nemmeno immaginato esistesse.
Le urla aumentano d’intensità,
allora affretto il mio passo arrivando quasi a correre per raggiungere prima le
sue stanze in modo da poterlo tenere fra le braccia e asciugare le sue lacrime, cercando di ridonargli la sua antica
forza.
Ma è realmente possibile che io,
che paragonato a lui sono così insignificante, riesca veramente ad essergli
d’aiuto?
Spalanco le porte della camera
del Signor Rosiel senza curarmi troppo di chiedere il permesso, so che quando
tutto sarà passato si arrabbierà molto, ma non importa, adesso devo solo
cercare di fare il prima possibile.
Quando entro, ciò che vedo mi
sconvolge a tal punto che rimango per qualche secondo fermo, immobile, sulla
soglia, indeciso sul da farsi.
In tanti secoli non avevo mai visto il Signor Rosiel
così... così... non so trovare il termine, probabilmente indifeso sarebbe il
più adatto, ma tutti sanno, ed io per primo, che niente potrebbe essere più
falso. Il Signor Rosiel può essere tutto tranne che indifeso, più volte ne ho
avuto dimostrazione, ma come posso pensare qualcosa di diverso ora che lo vedo
perdersi dentro quella camicia che usa per dormire, troppo grande per lui,
mentre stringe con forza le lenzuola, guardando fisso un punto indefinito
davanti a sè.
Non piange, ma i suoi occhi vuoti
sembrano tristi, persi in un ricordo estremamente doloroso.
Mi avvicino lentamente al letto e
mi siedo su un lato vicino a lui, stringo con le mie mani le sue, rimane fermo
ma aumenta ancora di più la stretta sulle lenzuola, allora, con calma, gli
accarezzo prima il dorso della mano, poi le dita allentando la loro presa fino
a che non riesco a prendere una sua mano fra le mie e a portarmela alla bocca.
Poso piccoli baci su ogni
centimetro di pelle bianca e morbida a partire dal palmo per arrivare al polso.
É così piccola e sottile che fra le mie quasi si perde.
Finalmente volta il capo verso di
me, ma non mi vede realmente, lo noto dai suoi occhi ancora spenti e vuoti.
É adesso che inizia la parte più
difficile del compito che mi sono autoimposto.
Devo farlo tornare qui, devo
portarlo lontano dalla pazzia che si fa sempre più prossima man mano che il suo
corpo degenera.
Oh si, lui crede che io non
sappia niente e che ancora non si notino i segni sul suo corpo, ed in effetti è
così, nessuno lo noterebbe, ma io lo conosco da troppo tempo, sono stato
**creato** da lui, quindi noto il, seppur minimo, rimpicciolimento del suo
corpo e soprattutto il mutare del suo carattere. Passo una mano fra i suoi
lunghi capelli, gli accarezzo la schiena, risalgo e massaggio un pò la nuca,
poi sfioro con due dita le guance ed il collo.
Si lascia guidare fino a
ritrovarsi stretto fra le mie braccia, poggiato al mio petto.
Gli circondo piano con un braccio
la vita sottile, distrattamente gli accarezzo i capelli mentre i miei occhi
sono fissi sul suo capo chino, ha l'orecchio posato sul mio cuore ad ascoltarne
i battiti.
Rialza la testa e mi guarda negli
occhi, sono più tranquillo, finalmente il suo sguardo è tornato vigile e attento
come sempre.
Le sue parole sono un sussurro,
tanto da non sembrare quasi il suo tono di voce:
-Katan sei tu?-
Gli rivolgo un pallido sorriso e
rispondo alla sua domanda:
-Si Signore, sono io-
-Katan io sono un mostro non è
vero?-
Come può pensare qualcosa di
simile? Lui un mostro? Mi affretto a rispondergli quello che da sempre penso e
che gli ripeto tutte le volte che mi chiede se è bello:
- No Signor Rosiel, lei non è un
mostro, lei è bello come non ho mai visto nessuno esserlo.-
Il suo movimento è talmente
rapido che lo sento appena baciarmi e poi tornare dov'era prima.
Ma i suoi occhi, il suo sguardo,
sembra quasi supplicante.
-Ti prego Katan, solo per questa
notte, solo per la durata di questo sogno fai sparire il mio dolore...-
-Non c'è bisogno di pregarmi
Signor Rosiel, mi dica come posso aiutarla ed io lo farò.-
-Amami, fà l'amore con me...-
Oddio non può essere possibile,
dev'essere realmente un sogno, il Signor Rosiel fra le mie braccia che mi
chiede di fare ciò che desidero da quando sono diventato adulto, che vuole che
lo tocchi, che addiritura mi prega di fare l'amore con lui...
-Va bene...- rispondo, e quando
pronuncio queste parole le mie mani sono già sulle sue spalle e le mie labbra
sulle sue...
POV ROSIEL
"Rosiel, figlio mio, farai
ciò che tuo padre ti comanda?"
"Rosiel, non sei altro che
una nullità, una inutile, miserevole, feccia!"
Voci occupano la mia mente.
Voci provenienti dal passato, da
un passato doloroso che non voglio rammentare.
"Rosiel, sai di valere meno
di niente, non è vero?"
Si lo so. So di essere un essere
inutile, privo di valore. Tutto ciò che possiedo, persino il mio corpo l'ho
preso a mia sorella, pezzo per pezzo. Di mio non sono niente se non una massa
di carne putrida e pulsante.
Sono un mostro!
Così mi veniva detto da piccolo e
di questo sono sicuro tutt'ora, il mio animo è corrotto e il mio, se mio si può
chiamare, corpo è corrotto da questo.
É un processo indissolubile che
lentamente mi porterà alla pazzia.
Ormai le mie cellule corrotte
stanno iniziando a devastare il corpo che ho sottratto poco alla volta ad
Alexiel.
Ma io so di non valere niente,
nessuno si preoccuperebbe o si rattristerebbe per la mia scomparsa.
Urla.
Urla la mia anima ed io urlo con
lei.
Tanto nessuno verrà a donarle
sollievo.
Sono solo.
Tutti mi venerano perchè hanno
paura, anche se sarebbe più esatto dire terrore, di me o perchè sono sotto il
mio potere. Nessuno, nessuno lo fa di sua spontanea volontà.
É triste e dolorosa questa
constatazione, ma è anche la realtà.
Per quanto io possa essere cinico
e menefreghista non riesco a cancellare tutto questo con un colpo di spugna,
anzi sento fitto dentro di me il freddo crescere fino a sommergere quei pochi
brandelli di umanità rimastimi.
Improvvisamente sento un calore
gentile espandersi a partire dalla mia mano per poi raggiungere sotto forma di
brividi tutto il mio corpo.
Qualcosa stà accarezzando la mia
mano, la mia schiena ed i miei capelli con tocco calmo e gentile.
Sono confuso.
Chi mai può interessarsi ad un
rifiuto come me?
Perchè qualcuno dovrebbe volermi
consolare?
Eppure è proprio così, perchè
presto mi trovo avvolto da due braccia calde e protettive, ma ancora non riesco
a capire chi possa essere la persona che mi sta abbracciando.
Un sorriso colpisce come in un
flash la mia mente.
Appartiene al bambino che ho
creato tempo fa, al ragazzino che ho reincontrato nell'Atziluth ed al giovane
uomo che mi stà guardando adesso con sguardo preoccupato e pieno di affetto.
-Sei tu Katan?-
Katan...
É la sola cosa bella che io abbia
mai fatto in tutta la mia vita, la sola cosa di cui io sia orgoglioso.
L'unica persona che pensi
realmente a me e per cui io sia importante.
Glielo leggo negli occhi, in quei
grandi occhi limpidi e puri.
Mi sorride e mi risponde, anche
se non ce n'era assolutamente bisogno.
-Katan, io sono un mostro non è
vero?-
Ho bisogno di sapere cosa pensa
realmente di me, se anche lui mi giudica un pazzo sanguinario freddo e
calcolatore. Se anche per lui sono ripugnante.
Muove appena la testa per
affermare che no, non lo sono ed accompagna questo gesto con alcune fre le
parole più belle che mi siano mai state rivolte, e lo sono perchè sono sincere,
lo sento.
-No signor Rosiel, lei è bello
come non ho mai visto nessuno esserlo.-
Lo guardo in faccia leggendovi
tutta la sua sicerità ed allora non riesco a
trattenermi così avvicinandomi velocemente al suo viso gli dò un dolce
bacio sulle labbra.
Sembrerebbe un bacio casto, ma in
realtà è tutta apparenza in quanto in questo mio gesto è nascosto tutto il
desiderio nei suoi confronti che ho serbato per anni e che adesso è voluto
uscire allo scoperto.
Lo guardo negli occhi. Cerco di
far trapelare il mio desiderio ed il mio bisogno di lui.
Senza accorgermene mi ritrovo a
pronunciare parole che spiegano ciò che ho sempre cacciato nei più profondi
recessi della mia anima:
-Ti prego Katan, solo per questa
notte, solo per la durata di questo sogno, fai sparire il mio dolore, fammelo
dimenticare...-
-Non c'è bisogno di pregarmi
Signor Rosiel, mi dica come posso aiutarla ed io lo farò.-
Dolce e puro Katan, come
risponderai alla richiesta di questo mostro travestito da angelo che ti trovi
fra le braccia?
Lo stringerai a te con forza,
oppure lo ripudierai e lo guarderai con odio e disgusto?
Ho paura, un sentimento che non
avevo mai provato prima se non forse inconsciamente, ma adesso stò tremando dal
terrore per le conseguenze delle mie parole, ma ormai sono andato fin troppo avanti,
ho superato la linea di non ritorno, quindi lascio uscire la frase senza
cercare di trattenerla.
-Amami, fà l'amore con me.-
I suoi occhi si spalancano
leggermente, stupiti. Poi si socchiudono e nel suo sguardo non vedo altro che
amore, gioia, dolcezza, sentimenti che ho sempre creduto mi fossero negati e
che invece vedo chiaramente nei suoi occhi, e sono rivolti a me, a me!
-Va bene, Signor Rosiel...-
Mi bacia ed accarezza tutto il
corpo, privandomi pian piano dei pochi indumenti che indosso per andare a
dormire e poi...
...poi c'è solo l'oblio. Il
dolore, la tristezza e la solitudine sono tutte cose che ho dimenticato e che non
contano se non marginalmente, le
uniche cose che sento sono le sensazioni che Katan mi dona con il suo corpo,
con la sua dolcezza e con il suo amore...
***************************
Mi sveglio racchiuso in un
confortevole calore, non mi era mai capitato prima di poter dormire una notte
senza incubi, senza voci nella mia testa che mi ripetevano quanto disgustoso io
sia.
Vorrei aprire gli occhi, ma non
vorrei che si trattasse di un sogno e che una volta ritornato alla realtà io
debba di nuovo essere perseguitato da tutto quello di cui è composta la mia
spregevole vita. Così titubante li apro e questi si posano su un petto caldo e muscoloso
mosso dal respiro regolare di una persona ancora addormentata. Le sue braccia
mi stringono a sè protettive e guardandolo in viso riconosco il volto di Katan.
Ma cosa ho fatto? Perchè Katan si trova nudo nel mio letto? E perchè anch'io
sono nudo?
D'improvviso mi tornano alla
mente i ricordi delle sue carezze, dei suoi baci e per ultima una richiesta:
-Amami, fà l'amore con me.-
Mi districo dal suo abbraccio e
mi metto a piangere.
Non posso credere di avergli
fatto questo, di avergli fatto così male. Ho sempre cercato di proteggerlo,
invece più stà vicino a me, più si trova in pericolo e sono io stesso a creare
queste situazioni. La mia pazzia, per lui potrebbe significare la morte ed io
non voglio.
Ma dopo quello che ho permesso
accadesse come farò ad allontanarlo da me senza farlo soffrire?
Come posso fare in modo che si
dimentichi di me e si crei una nuova vita lontano dai pericoli?
Ed io stesso come farò ad andare
avanti dopo averlo assaggiato, dopo aver avuto la conferma che lui mi ama, come
posso andare avanti senza quel poco di dolcezza che il Dio Creatore mi ha
concesso?
Dovrò farlo. Lo devo fare per il
suo bene.
Lo vedo che si rigira fra le
lenzuola e piano muove una mano alla ricerca del mio corpo.
Mi beo di questi pochi attimi che
mi sono ancora concessi, perchè poi dovrò essere deciso nella mia scelta, lo
dovrò allontanare a costo di farlo soffrire, in questa maniera sarà libero da
legami nei miei confronti e potrà vivere in pace la sua vita senza che io gli
faccia più male del necessario.
-Signor Rosiel?-
La sua voce è ancora assonnata e
gli occhi sono semichiusi, ma quando intuisce dove mi trovo vi passa sopra il
dorso della mano per cancellare le ultime tracce di sonno.
-Signor Rosiel è già in piedi?
Credevo volesse riposare, mi sono spaventato quando non l'ho visto qua-
-Stai zitto Katan!-
Il mio tono è freddamente
alterato. Lui mi guarda senza capire perchè io lo tratti in questo modo adesso.
-Katan devi preparare i bagagli,
la tua presenza non è più necessaria qui. Mi servi di più sul campo di
battaglia fra tre giorni a partire da oggi partirai per il tuo nuovo compito.
Ti darò istruzioni più dettagliate in seguito. Ora vestiti e vai via.-
-Ma Signor Rosiel...??-
Katan i tuoi occhi sono così
chiari da leggere, ci vedo delusione e tristezza e la paura di avermi perso, ma
di questo non devi aver paura perchè sarà la tua salvezza, lo faccio per te.
Per una volta non voglio essere egoista, voglio pensare al tuo benessere. Tu
solo sei riuscito a donarmi qualche attimo di tranquillità e di questo ti sarò
riconoscente in eterno. É per questo che lo faccio.
-Katan, mi sembra di averti detto
vestiti e và via. Era un ordine, vedi di non disubbidirmi. Mai!-
Silenziosamente si rimette i
pantaloni che erano caduti a terra questa notte e apre la porta per uscire.
-Ah Katan…- mi guarda speranzoso,
mi spiace deluderlo... -in questi tre giorni non ti voglio vedere, mai più.
Manderò qualcuno da te per informarti dei dettagli per la partenza.-
Vedo il dolore farsi più vivo sul
suo volto, ma non dice niente ed aperta la porta và via.
Ora posso essere soddisfatto di
me stesso, per una volta ho fatto la cosa giusta.
Sono riuscito a salvarlo.
**************
Katan sta andando via.
Un mio messaggero l’ha appena
avvisato che la sua partenza è pronta e
che entro 10 minuti si sarebbe dovuto recare al mezzo che lo condurrà nel nuovo
posto a cui è stato assegnato.
Mi è costato tantissimo non
vederlo in questi 3 giorni, ma l’ho dovuto fare, anche se conoscevo la sua
sofferenza.
Lo guardo andar via dalla
finestra della mia camera. Pur essendo coperto dalla spessa tenda chiara, lui
si volta e guarda verso di me come se
avvertisse la mia presenza, dopo qualche attimo volta le spalle e si dirige
verso l’ufficiale che lo attende.
Sono soddisfatto: “Sai Katan… Non
posso tenerti vicino a me…!!! Non solo il mio corpo, ma anche la mia mente sta
degenerando… Non posso averti accanto a me! Ma nonostante questo… ti amo”.