Nickname: Any Ikisy
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo, Malinconico
Fandom: Neon Genesis Evangelion
Giostra scelta: Autoscontri
Avvertimenti: One-shot, AU
Note dell' autore: Si è rivelato piuttosto azzardato partecipare a questo contest, e ammetto che mi dispiace esordire in questo fandom con un ottavo posto, per altro ultimo senza possibilità d’appello.
Speriamo in un risultato migliore, a breve. Per ora, beccatevi questo.
METRO di PARAGONE
La
radio della vecchia Ford non aveva mai funzionato molto
bene, da quando avevano provato a scassinare la macchina: gracchiava
sempre
qualche vecchia canzone che probabilmente nessun altro, oltre a suo
padre, ricordava.
Non
per questo Shinji aveva mai pensato di spegnerla o
cambiare stazione, in ogni caso.
Non
sarebbe stato in grado di sostenere il silenzio che
altrimenti vi sarebbe stato tra di loro; forse lo avrebbe semplicemente
eluso
guardando fuori dal finestrino come faceva ormai da due minuti.
Fuori
nevicava appena; aveva iniziato da poco e i fiocchi
scendevano come soffice granella.
Pericolosa, insidiosa
e fastidiosa.
La
neve fresca rubava tutta l’attenzione di suo padre, il
quale teneva una mano sul volante e una sul cambio, guardando dritto di
fronte
a sé; ogni tanto, il faro di una macchina che gli sfrecciava
davanti lo
costringeva a socchiudere appena le palpebre.
«Papà, mi porti
alle giostre?»
Una
volta all’anno, per circa due settimane, le giostre
ricordavano di passare anche per quel paesino di campagna un
po’ fuori mano e un
po’ dimenticato in cui Shinji Ikari viveva.
Capitava
nel periodo di dicembre: faceva sempre troppo
freddo perché i bambini potessero andarci da soli,
perciò spesso i genitori
erano costretti ad accompagnarli in macchina.
Per
questo gli piacevano, in fin dei conti.
«Fatti
accompagnare dalla mamma.»
Gli
autoscontri erano la giostra che più riscuoteva successo
tra i suoi coetanei e, forse per non sentirsi diverso, aveva deciso di
provarla. Ma non gli era piaciuta.
Lo
avevano spinto. Si era incastrato. Aveva sbattuto contro
qualcuno senza volerlo…
Non
ricordava di averne mai provate altre: non gli piaceva
l’idea di guidare in una pista circoscritta e molto limitata
assieme ad altri
bambini molto più esaltati di lui ma, in tutta
sincerità, le altre attrazioni
erano ancora meno invitanti.
Gli
serviva solo un metro di paragone, dopo tutto.
Perché
Shinji aveva notato che la mamma, quando guidava, era
molto nervosa: capitava spesso che le sue manovre risultassero forzate
e che il
tremore delle sue mani si percepissero attraverso la stessa vettura; lo
detestava perché, di conseguenza, si agitava anche lui.
Qualche
tempo prima, pochi mesi se non ricordava male, aveva persino rischiato
di
morire in un incidente stradale.
«Vorrei andarci
con te…»
Ogni
dicembre era seduto sull’automobilina arancione con le
striature rilucenti di verde; attendeva persino che smontasse chi vi
era
seduto, se era occupata.
Lo
aveva fatto anche quell’anno, prima che iniziasse a
nevicare e suo padre venisse a prenderlo un po’ prima del
tempo.
«La
mamma guida male.»
«Perché
pensi questo?»
«È
così. La mamma ha un modo di guidare che mette
ansia…»
«Perché
la mamma è ansiosa mentre guida.»
Invece,
quando era in quella vecchia Ford sverniciata con
suo padre, poteva dimenticarsi dei frammenti di vetro che avrebbero
potuto
ucciderlo se fosse andato incontro a un palo o a un muro.
I
movimenti ritmici e morbidi che quell’auto assumeva quando
guidava lui erano totalmente diversi: sentiva che suo padre si
rilassava
davanti a un volante, con in mano il completo controllo del veicolo. E
forse,
in parte, anche padrone della sicurezza di suo figlio.
Shinji
sentiva spesso dire che potersi muovere liberamente
era molto utile, ma personalmente non riusciva proprio a vedersi con
una
patente in mano.
La
sensazione di venir colpito da dietro, di sbattere magari
contro un’automobile che non aveva rispettato il semaforo,
oppure anche di
incontrare nuovamente un albero lungo la strada che non ci sarebbe
dovuto
essere…
«Mamma! Sta’
att-»
Sentì
ad un tratto una lacrima solcargli la guancia, per poi perdersi nella
sciarpa
di lana che sua madre gli aveva regalato per il natale scorso.
Ed
ecco nuovamente quell’ansia che lo assaliva: si chiese se
l’anno seguente
sarebbe stato nuovamente in grado di inserire il gettone nella fessura
del
veicolo elettrico in miniatura.
«La
mamma… si riprenderà, vero?»
«Sì.»
«Sei
sicuro, papà?»
«Sì…»
Gendo
alzò il volume della radio mentre Shinji singhiozzava piano
per non farsi
sentire.
NdAny: tra tipologie ho messo
malinconico perché tutti sappiamo com’è
andata a finire…
Questa
alternative universe non ha ambientazione specifica, né
particolarità che la
rendano un buono scritto, né niente per cui valga la pena di
essere fatta
leggere: un esempio perfetto di fan fiction che attende solo dei
commenti utili
e costruttivi per iniziare a scrivere in modo migliore.
È
un
esplicito invito a recensire.
Grazie.
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