Non potevo starmene zitta
zitta proprio oggi, non dopo non aver onorato degnamente Mark per tre
anni consecutivi prima di questo. E' una flashfic nata durante un
riposo pomeridiano (xD), un piccolo omaggio al mio grande Mark, che in
questi ultimi anni in qualche modo mi ha aiutata a crescere. <3
Dopo la premessa
molto sentimentale e romantica, passo alle avvertenze: non è
un granchè, naturalmente. Non assomiglia nemmeno
lontanamente a quello che volevo, a quello che avevo in mente
all'inizio, ma essendomi imposta di pubblicare a mezzanotte in punto,
ho tentato di apportare delle migliorie per cercare di rendervi
sopportabile la lettura. Come al solito mi sono dilungata troppo xD
Buona lettura e 'appi
boWdei :D (ah, sì, vuol dire "happy birthday", ma la
pronuncia Owen ci stava tutta xD)
'Appi
BoWdei
La
notte a Wandsworth è sempre stata serena: non una macchina,
non il canto di un ubriaco tra le strade, non la corsa spericolata di
ragazzi sulle moto. Scende la quiete insieme alla luna, un silenzio
pacifico che rende il buio rassicurante.
Per questo, anni
prima, Mark ha comprato quella casa: sembrava il posto ideale per
vivere con la sua famiglia, crescere i suoi bambini e passare le notti
a scrivere e comporre musica.
Mancano venti minuti
alla mezzanotte e, incurante del freddo, sta affacciato alla finestra,
una sigaretta quasi finita tra le dita e lo sguardo perso
nell'infinità dell'universo. E' la prima volta dopo anni che
si sente emozionato come un bambino per il suo compleanno e lui, a dire
il vero, non è proprio un bambino. Sta per compiere
trentanove anni, l'età dell'innocenza per lui è
finita da un bel po' di tempo.
Ma non ha smesso mai
di scrutare il cielo. Per tanto tempo lo ha visto nero, terribile,
minaccioso. Gli stava forse crollando addosso? Durante l'ultimo anno,
quante volte si era affacciato alla stessa finestra sperando che
ciò accadesse? Torna indietro nel tempo, ripensa alla sua
vita ed ora è fiero di avercela fatta.
I suoi occhi si
perdono tra le stelle. Il cielo, così scuro rispetto alle
sue radiose iridi grigiazzurre, gli appare finalmente come un candido
lenzuolo intessuto di stelle, la luna che domina su tutto.
Il suo sguardo
è sereno, le piccole rughe attorno agli occhi sono rilassate
e le labbra sono dischiuse in un'espressione di stupore. Si sente
piccolo, in fondo; le regole che muovono gli astri lo fanno sentire una
nullità.
Una brezza fredda
accarezza il suo viso, gli si scompigliano i capelli sulla fronte che
inutilmente cerca di rimettere in ordine e la pelle scoperta del collo
viene velocemente percorsa dai brividi.
Ma stasera tutto gli
appare bellissimo: la sua vita è migliorata, ama le persone
che lo circondano, è un uomo fortunato, un uomo di quasi
quarant'anni infreddolito e sorridente.
Quasi a malincuore
chiude la finestra, potrebbe passarci tutta la notte lì a
fumare e guardare la notte diventare giorno.
Un rumore lo fa
sobbalzare. Sul tavolo alle sue spalle il suo telefono ha appena
vibrato, infrangendo il silenzio perfetto di casa sua.
Lo afferra e vede un
messaggio per lui. Gli si dipinge un sorriso felice sulle labbra
intorpidite dal gelo mentre legge le parole e il battito del cuore
sembra rimbombare tra le pareti, tanto è il calore dentro di
lui. Gary deve averci messo un sacco d'impegno per scrivere un
messaggio comprensibile, solo per il suo compleanno.
'Te l'avevo detto che dentro di
me alberga un adolescente! Credi che un quarantenne qualunque starebbe
sveglio fino a mezzanotte per essere il primo a fare gli auguri al suo
migliore amico? Buon compleanno, mio eternamente piccolo Markie'.