Identità
*
Keito si sentiva
stupida. Molto stupida. Non era il tipo di ragazza che apriva il proprio cuore
alla gente; anzi. Non era una vipera, però non ci teneva particolarmente a dimostrarsi
sentimentale. No, era proprio l’ultimo dei suoi pensieri.
Eppure, dopo l’ennesima
riunione con quelli della Crux, aveva i sentimenti ed i pensieri in subbuglio
totale, come mai le era capitato nella sua giovane vita. Forse era dovuto al
colpo di stato da parte della Sezione di Vanishing Age: Head aveva dato il
meglio di sé, quel giorno, allestendo un siparietto decisamente singolare, ma d’effetto
estremo. Sì, doveva essere per quello, non c’erano dubbi.
Keito sorrise,
togliendosi la maschera e riponendola nel proprio armadietto. Chi voleva
prendere in giro? Se stessa no di sicuro. Tutto quel movimento, quelle farfalle
nello stomaco… Tutto quello schifo, insomma, era cominciato molto prima della
rivelazione della giornata. Anzi, non aveva niente a che vedere con quell’esagerazione
megalomane.
Ormai possedevano due
sigilli, lei stessa era stata una pedina fondamentale per sconfiggere la Maiden
dell’Ovest. E, nonostante ciò, il Ginga Bishonen continuava ad avanzare, era
sempre un passo avanti a loro. Era, quindi, comprensibile l’ansia di Professor
Green e, soprattutto, di Scarlet Kiss, che erano quasi sembrate pronte ad
alzarsi ed andare a caccia della Maiden dell’Est anche a mani nude, in quel
preciso istante.
Aveva fremuto, per un
attimo. Aveva avuto paura. Non sapeva bene di cosa, del resto era successo
tutto così in fretta… Quasi troppo in fretta. A rispondere a tono –
pacato – ci aveva pensato Head, con il suo solito modo di fare scanzonato, come
se prendesse sempre tutto troppo alla leggera – sebbene la realtà fosse ben
distante da quel superficiale giudizio.
Aveva detto che era a
conoscenza dell’ubicazione e, soprattutto, dell’identità della Maiden dell’Est,
ma anche che non aveva alcuna intenzione di rivelarlo ai componenti della Crux,
per il momento. Aveva inoltre fatto notare a tutti che nella Quarta Fase, il
Driver ed il Cybody diventano una cosa sola, motivo sì di gioia, ma, allo
stesso modo, avrebbe significato una permanenza definitiva nello Zero Jikan;
quindi, quando avrebbero infranto il sigillo dell’Est, sarebbero dovuti anche essere
in grado di rilasciare lo spazio in cui combattevano contro il Ginga Bishonen
ed il Tauburn.
President aveva
insinuato, in forma di domanda, che il leader di Vanishing Age stesse cercando
di proteggere il sigillo della Maiden dell’Est, mentre Scarlet Kiss si era
lamentata della scarsa fiducia data loro. Dopo quello, il colpo di stato aveva
avuto inizio.
A Keito non interessava
ciò che la seconda Sezione aveva macchinato, proprio per niente, al punto che
non si era minimamente scomposta, dopo la comparsa trionfale di coloro che
possedevano un marchio autentico. Tutto ciò a cui aveva pensato era stato il
pericolo scampato. Grazie a Head.
Strinse i denti ed
incontrò il proprio riflesso nello specchio. Ormai era praticamente svestita,
ma, se se ne fosse andata in quel momento, tutti i suoi propositi sarebbero
andati in fumo. Fuori dalla struttura della Crux non avrebbe mai potuto
rintracciarlo; non era semplice come lo era stato con Midori e Benio. Indossò nuovamente
la propria uniforme, per ultima la maschera, ed uscì dallo spogliatoio, decisa a trovare il suo
salvatore.
*
Se prima si era
sentita stupida, ora non credeva di essere caduta così in basso.
Nascosta nell’ombra,
aspettava fuori dalla sala comune di Vanishing Age. Aveva fatto bene a celare
la sua presenza agli altri membri, ma il punto era che i suddetti erano già
usciti, dal primo all’ultimo. Head, invece, era ancora nella stanza.
Keito si sentiva come
una scolaretta timida e innamorata che non riusciva a confessare il proprio
amore al ragazzo che le interessava. Dietro la maschera, il leader di
Bougainville arrossì violentemente. Scosse il capo con veemenza, i lunghi
capelli scuri che le frustarono lievemente le braccia. Non era lì per chissà
quale motivazione; doveva solo ringraziare Head per non averla data in pasto
alle altre Sezioni della Crux. Niente di più e niente di meno.
E allora perché si
sentiva così agitata e, quasi, su di giri? Come se parlare a quell’uomo
enigmatico fosse diventato difficilissimo, tutto ad un tratto. Avrebbe dovuto
semplicemente bussare e dirgli la parolina magica. Aveva sempre avuto una gran
faccia tosta, perché tentennare ora? Dopotutto non si era fatta scrupoli a
sbeffeggiare e smascherare Professor Green per la storia della Mandragola.
Keito prese un
respiro profondo ed uscì dall’oscurità, i propri passi che rimbombavano nel
silenzio del corridoio scarsamente illuminato. Alzò la mano, chiusa a pugno,
per batterla contro il legno intarsiato, ma prima che potesse anche solo
toccarlo, la porta si aprì.
Head sogghignò come
era solito fare, fissandola, ma poi tornò serio ed eseguì il saluto della Crux.
“Kiraboshi!”
“Kiraboshi!” rispose
lei, le dita tese di fronte al volto mascherato. Dentro di sé sorrise, notando
quanto quel gesto fosse ormai diventato automatico. “Disturbo?” domandò, decisa
a cacciare via ogni titubanza e timore di fare la figura della povera idiota.
“Mai,” cinguettò
Head, il ghigno nuovamente presente sul suo viso. Era come il suo
personalissimo segno distintivo, pensò la ragazza. “Vuoi entrare?”
“Non ce ne sarà
bisogno.” Lo guardò e non potè non trovarlo il leader più carismatico che l’Organizzazione
avrebbe mai potuto avere. Eccentrico, sicuro di sé, falsamente apatico nei
confronti di ciò che lo circondava… Keito considerò che era il miglior
depositario per il suo segreto. Ed era il loro piccolo, grande segreto. “Volevo
solo ringraziarti.”
“Hmm?” L’uomo assunse
un’espressione divertita, sotto la maschera. “E per cosa, Ivrogne?” Ovviamente
non si era lasciato scappare l’occasione di prenderla per i fondelli.
“Per la discrezione,”
precisò la ragazza, combattendo contro l’istinto di fargli un gestaccio. “Ho
apprezzato molto il pensiero accorto.”
Head sventolò in aria
la mano, muovendola circolarmente. “Prego,” mormorò, la voce improvvisamente
seducente. “Del resto io e te abbiamo i nostri patti, no? Non avrei potuto
agire diversamente.” Fece una pausa, che lasciò Keito in apnea. “Ma non mi
fraintendere: non ti avrei gettata via così brutalmente in ogni caso.”
La giovane sentì il
fiato mancarle in gola, ma, come sempre, dominò le proprie emozioni. “Ne sono
lieta,” disse, senza sbilanciarsi troppo. “Ora posso anche tornarmene a casa. Arrivederci.”
Si voltò, pronta ad andarsene, ed iniziò a camminare nel corridoio buio.
“Ivrogne?” la chiamò
dopo un po’ Head. Lei si voltò, lanciandogli un’occhiata oltre la spalla e
oltre l’elaborato colletto cuoriforme. “Non vedo l’ora di sentirti cantare.”
Keito ricambiò il
ghigno. “Spero non rimarrai deluso dalle mie doti.”
Se lo auguravano
sinceramente. Entrambi.
Oh, che emozione! La prima ff su Star Driver! È una
oneshot velocissima, l’idea mi è venuta in mente guardando la puntata 17. Non
nascondo che la coppia Head x Ivrogne mi intriga da morire, ma non ho voluto
sbilanciarmi troppo con la natura dei pensieri di lei. Magari potrebbero
sembrare un po’ strani, assieme, ma hanno il loro perché :D.
Kiraboshi! (Ovviamente xD).
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