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Titolo: True colors
Fandom:
Glee
Pair:
Blaine Anderson/Kurt Hummel
Genere:
Generale, Romantico
Rating:
Verde/PG
Avvertimenti:
OneShot, spoiler per la presenza di Blaine se non avete ancora visto la seconda
serie di Glee!
Conteggio Parole:
640
Note:
Quinta fanfiction scritta per la Maritombola,
indetta dalla community Maridichallenge
<3 il prompt è il 14 Beige. spero piaccia a tutti quelli che la leggeranno!
Il guardaroba di Kurt Hummel era sconfinato, invidiabile e
forse più conosciuto della persona stessa che lo indossava. Non mancava neanche
un colore –eccezione fatta per il kaki
e il rosa shocking- e spesso erano
ordinati in modo così maniacale, che Kurt quasi si dispiaceva nel muoverli e
sporcarli anche solo a contatto con l’aria.
Il
guardaroba di Blaine Anderson, al contrario, era ridotto, essenziale, così
amava definirlo. Non che non si interessasse di moda, ma il suo senso dello
stile impallidiva di fronte a quello di Kurt Hummel. C’erano i colori
essenziali –tranne il beige, con il
quale non andava d’accordo neanche un po’- e a Blaine piaceva così.
Per
il loro primo appuntamento –in una graziosa caffetteria al centro di Lima-,
Kurt aveva passato una mezz’oretta davanti all’armadio: lo conosceva talmente
bene, non aveva bisogno di troppo tempo per sapere cosa indossare e cosa no.
Scartò
in primis gli indumenti più vistosi; non che se ne vergognasse, ma non voleva
svelare tutti i propri segreti subito.
Con un sorrisetto scelse qualcosa di relativamente sobrio, sul chiaro, giacca con
il colletto dritto e pantaloni dannatamente stretti, entrambi beige, stivaletti
marroni per coordinare il tutto.
Si
guardò un’ultima volta allo specchio prima di uscire –sotto lo sguardo
preoccupato di Burt, quello commosso di Carole e quello confuso di Finn-,
constatando che aveva fatto davvero bene a scegliere il beige, solo che avrebbe
evitato di bere caffè o altre bevande scure, per prevenire odiose macchie che
non sarebbero mai andate via.
Per
il loro primo appuntamento, Blaine aveva passato all’incirca un’intera
mattinata per capire cosa indossare: era estremamente insicuro e non voleva
fare una brutta impressione proprio per una prima volta così importante
–oltretutto, era stato lui ad invitarlo il quella deliziosa caffetteria
avvistata nel centro di Lima, facendo così la fatidica prima mossa-.
Scartò
in primis tutte le magliette a maniche corte, o lunghe, con sopra strane
scritte o disegni; sapeva fin troppo bene che non era il genere di cose che
piacevano al suo ragazzo –tremò piacevolmente al pensiero di
quell’appellativo-, quindi cambiò genere. Blaine controllò colori e stato
d’usura, sentendosi un po’ un provetto carrozziere, e, con una certa sicurezza,
qualche ora dopo, approdò a un completo a suo dire molto elegante: camicia sul
bordò ben abbottonata, pantaloni e scarpe nere, con una grande e calda sciarpa
ad accompagnare il tutto.
Si
guardò un’ultima volta allo specchio del bagno della sua stanza, alla Dalton,
incoraggiato dalle parole di Wes e David che si erano riuniti per dargli
manforte, aiuto psicologico o qualsiasi cosa fosse per infondergli il coraggio
necessario.
Kurt
arrivò all’appuntamento con cinque minuti di ritardo, mordendosi leggermente le
labbra con disappunto mentre si incamminava verso il caffè.
Blaine
era arrivato con dieci minuti di anticipo e aveva fatto appena in tempo per
prendere l’unico, piccolo tavolino vicino alla vetrina.
I
due alzarono lo sguardo allo stesso momento –Kurt dalla strada, Blaine dal
menù- e lo incrociarono, aggiungendogli quasi subito un sorriso. Chiunque
avrebbe potuto dire che entrambi erano in adorazione, emozionati, vibranti,
scossi da qualcosa che era appena all’inizio. Blaine continuò a guardare Kurt
anche quando girò lo sguardo per
attraversare la strada e raggiungere l’entrata dal caffè.
-Scusami,
scusami per il ritardo!- fu la prima cosa che Kurt disse, sistemandosi i
capelli mentre si sedeva di fronte a Blaine.
-Perché,
hai fatto ritardo?- rispose, sapendo come per Kurt quella piccola imperfezione
potesse essere motivo di grande cruccio.
Il
giovane soprano rise lievemente, cominciando a spulciare il menù. Blaine
aggrottò di poco le sopracciglia, concedendosi qualche altro secondo per poter
osservare il suo ragazzo: era vestito dalla testa ai piedi –beh, quasi- di beige.
-Tu
hai già deciso cosa ordinare?- gli chiese Kurt, allungando distrattamente una
mano sul tavolino.
Ma,
in quel momento, gli sembrava il colore più bello del mondo.
-No-
mormorò Blaine, sfiorando la mano dell’altro con la propria, intrecciando solo
le dita –non ancora…- sorrise.
Assolutamente
perfetto.
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