Life. Death. Rebirth.

di _thunderstorm_
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disclaimer: i fatti narrati sono in buona parte frutto della mia fantasia. Non scrivo a scopo di lucro.


Vita.

                                       Morte.

                                                                                                       Rinascita.




Sentiva ancora l'adrenalina correre nelle vene, una scossa di energia che ancora gli attraversava il corpo, vibrante. 
Scosse la testa, come se con quel movimento la mente potesse svuotarsi. Allontanò la sigaretta di bocca, emettendo dalle labbra socchiuse una voluta grigia nella tiepida aria notturna.
Era una bella serata. Rimase un attimo ad osservare la scia di fumo danzare ipnotica davanti a lui, per poi dissolversi lentamente, con un’armonia che niente aveva a che fare con il turbine che si sentiva dentro.

 Sospirò. Nemmeno la nicotina lo calmava.
Puntò gli occhi grigi lungo la strada, illuminata fiaccamente da vecchi lampioni, tendendo l’orecchio per ascoltare quello che stava proponendo all'interno dell'edificio il gruppo che era succeduto a loro sul palco.

… I colpi della batteria, ritmica pulsione che gli scuoteva il corpo.

Chiuse gli occhi, ondeggiando impercettibilmente con il capo.

… l'urlo della chitarra, energia pura che esplodeva e rompeva l'aria.
E il basso, il timbro di sottofondo del basso, cupo, rabbia repressa.

Inconsciamente increspò le labbra in un sorriso, lasciandosi trasportare, ancora ebbro della sensazione che più amava, quella che solo il palco, la musica e il boato del pubblico gli potevano offrire.

La sua vita.

Buttò a terra il mozzicone, canticchiando.
"Siete stati grandiosi, Adam."
Il giovane si voltò di scatto, colto di sorpresa.
"Ah. - sorrise, passandosi meccanicamente la mano tra la cresta sfatta - Ciao, Naomi."
La ragazza ricambiò il sorriso, avvicinandosi.
Si spostò una ciocca rossa dietro l'orecchio, rapidamente. Era nervosa, Adam lo poteva percepire.
"Non entri? Non stanno facendo cattiva musica… Strano, per il concerto del Liceo, no?"
Adam sorrise ancora. Non riusciva a non sorriderle.
"Sto meglio qui. - sollevò il braccio destro, tatuato, grattandosi la nuca - Ho bisogno di un attimo di tranquillità. Sai, ho la sensazione di scoppiare da un momento all'altro."
Lei ridacchiò, capendo ciò che lui voleva intendere.
"E' sempre così, quando sali sul palco?"
Adam si sedette a terra, appoggiandosi alla parete dell'edificio.
"Sempre."
Naomi esitò, ma, poi, si mise vicino a lui.

Profumo. 
Delicatezza. 
Sapore di… ?

Adam sentì un lieve formicolio corrergli lungo la schiena.
Guardavano la strada, osservando coloro che la animavano di notte, che passavano di lì e per qualche istante incontravano la musica. Rallentavano, guardavano ed era un semplice tocco, una carezza impercettibile, quella che lasciavano le note lontane e ovattate su di loro. Qualcosa che evidentemente per loro era trascurabile. Proseguivano tutti, nessuno si fermava. Per lui, invece, ogni loro tocco era importante, vitale.

Faceva freddo.

Il relativo silenzio era carico di elettricità. 

Per la musica, per il profumo di lei, per la sua mano a pochi centimetri dalla propria, non sapeva.

"Com'è andato il compito di fisica?"


Adam si strofinò gli occhi, tornando in sè sghignazzando.
"Male."
La preoccupazione al momento non lo sfiorava. Era troppo felice.
"E ti pare divertente? Rischi la bocciatura..."
Si voltò verso di lei, sogghignando.
"Mi servono più ripetizioni, Naomi."
Si avvicinò ulteriormente, ponendo il suo viso a pochi centimetri da quello della ragazza.
Naomi sollevò un sopracciglio, tentando di apparire infastidita.

"Ah sì?"

… A quella distanza, però, il rossore che le aveva imporporato le guance era ben visibile.

Adam sorrise, colpevole, chinandosi ancora impercettibilmente verso di lei.

“Sì.” sussurrò.

Il profumo di lei ora lo avvolgeva, mischiandosi a quello di nicotina che invece apparteneva a lui, confondendolo.
Inspirò a fondo, fremendo appena mentre posava le labbra sulle sue.
Da tempo aveva voglia di assaggiarle...

... E la musica guidava i gesti.

 





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